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FA – Football Addicted #22! "Jarrod Bowen: il fattore del West Ham"

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FA – Football Addicted #22! “Jarrod Bowen: il fattore che coltiva i sogni del West Ham”

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Bowen

QUESTA È FA – FOOTBALL ADDICTED, LA RUBRICA D’APPROFONDIMENTO TARGATA NUMERO DIEZ DEDICATA ESCLUSIVAMENTE AL CALCIO D’OLTREMANICA. OGNI SETTIMANA, AL MERCOLEDÌ, VI RACCONTEREMO UNA STORIA D’ATTUALITÀ O DEL PASSATO, CONDIVIDENDO CON VOI LA NOSTRA PASSIONE PER IL FOOTBALL MADE IN UK! OGGI RIPERCORRIAMO L’ASCESA DI JARROD BOWEN: DAGLI ALLENAMENTI IN FATTORIA A GIOIELLO DEL WEST HAM UNITED IN PREMIER LEAGUE.

[AVVISO! Da oggi “FA – Football Addicted” raddoppia. Da bimensile, l’appuntamento con la nostra rubrica diventa settimanale. A partire da questa puntata vi terremo infatti compagnia ogni mercoledì. Sempre e solo qui, su Numero Diez].

Quarto posto attuale in Premier League, a -7 dal Chelsea conquistatore dell’ultima Champions League (i Blues hanno però giocato una gara in più, ndr). Girone di Europa League vinto con merito, subendo solamente una sconfitta in sei gare.

Il West Ham United di David Moyes può essere ritenuto – a ragione – una delle migliori realtà che il calcio inglese ha da offrire in questo momento.

Merito di un grande lavoro fatto dal manager scozzese nell’ultimo paio di stagioni in casa Hammers e di un progetto che finalmente, dopo troppi anni trascorsi a galleggiare nella parte bassa della classifica, sta portando i suoi frutti all’interno del club londinese.

Da due anni a questa parte, il West Ham sta mostrando bel gioco, ottenendo risultati, mettendo in mostra talenti interessanti.

Già da tempo uno dei centrocampisti migliori di tutto il campionato, Declan Rice ha alzato ancor di più il livello qualitativo del proprio calcio.

Michail Antonio si è riscoperto come uno degli attaccanti più prolifici in Premier League.

Nella seconda parte della scorsa stagione Jesse Lingard ha rilanciato la propria carriera grazie alle ottime prestazioni collezionate in maglia claret and blue.

Nomi come quelli di Tomas Soucek, Said Benrahma, Pablo Fornals ormai non hanno più bisogno di presentazioni.

Nella puntata odierna vogliamo però parlarvi di un giocatore che, più di tutti, si sta rivelando il vero gioiello tra le mani del West Ham in questo momento e che presto potrebbe convincere anche Gareth Southgate a fargli indossare la prestigiosa casacca dell’Inghilterra.

Si tratta ovviamente di Jarrod Bowen. Il fattore che sta coltivando i sogni degli Hammers.

TRASCINATORE

A segno nell’ultimo incontro perso per 3-2 dal West Ham sul campo del Leeds United, Bowen, ad oggi, è il calciatore inglese coinvolto nel maggior numero di goals in questa stagione in Premier League.

In 22 gare, l’esterno d’attacco degli Hammers ha infatti collezionati 6 reti e 7 assists, vedendosi dunque direttamente coinvolto in 13 marcature.

Solamente l’egiziano Mohamed Salah (25 tra goals e assists con il Liverpool) e il giamaicano Michail Antonio (14 tra goals e assists con il West Ham) hanno fatto meglio tra tutti gli altri giocatori coinvolti nella massima serie inglese quest’anno.

Soffermandosi poi esclusivamente sugli assists forniti, 7 (al pari di Paul Pogba e Garbiel Jesus), soltanto Trent Alexander-Arnold con 10 e, ancora una volta, Mohamed Salah con 9 hanno fornito più assistenze di Bowen in questa Premier League.

Considerando invece tutte le competizioni, l’inglese è a quota 9 reti e 8 assists in 31 gare (ha segnato almeno un goal in tutte le manifestazioni a cui ha preso parte: Premier League, Europa League, FA Cup, Coppa di Lega, ndr). Già meglio, dunque, delle 8 reti e 6 assistenze accumulate in 40 partite la scorsa stagione.

Numeri che dimostrano come Jarrod stia continuando a crescere sotto l’ala protettiva di Moyes e si stia distinguendo come il vero trascinatore del West Ham, attivamente coinvolto nella lotta per guadagnarsi un posto nelle prime quattro posizioni del campionato e quindi un pass per la prossima Champions League (viste le numerose gare da recuperare in calendario, Arsenal e Tottenham potrebbero però superare gli Hammers in classifica, ndr).

OBIETTIVO NAZIONALE

“Bowen sta facendo la differenza. L’importante è che continui a giocare bene per il West Ham. Poi la Nazionale inglese credo che lo chiamerà”.

David Moyes è stato chiaro. Bowen merita una convocazione da parte dell’Inghilterra e, se le prestazioni lucenti con la maglia del West Ham continueranno ad accumularsi, la chiamata da parte del CT dei Tre Leoni Gareth Southgate non potrà che arrivare presto.

D’altronde il venticinquenne sta vivendo la sua miglior fase in carriera.

Doppietta contro il Norwich. Goals contro Brentford, Aston Villa, Chelsea e Leeds United in Premier League, contro Tottenham in Coppa di Lega e ancora una volta contro i Whites di Marcelo Bielsa in FA Cup.

Assists contro squadre come Watford, Liverpool, Manchester United, Chelsea, Everton e Southampton.

Sempre a segno con una rete o un’assistenza in tutte le ultime cinque gare giocate dal West Ham al London Stadium.

Bowen sta dimostrando che partite contro le ultime della classe, squadre di metà classifica o top teams per lui non fanno molto differenza.

Quando si tratta di mettere il proprio nome sul tabellino con giocate decisive Jarrod non ha paura di farsi avanti, esaltato dal 4-2-3-1 che Moyes sembra avergli cucito perfettamente addosso.

Largo a destra nei tre alle spalle di Michail Antonio, Bowen si sta facendo ammirare come uno degli esterni d’attacco più interessanti d’Europa.

Il suo mancino educato gli permette di fare un po’ quello che vuole con la palla tra i piedi, lasciando spesso e volentieri le difese avversarie con troppe domande e poche risposte. In totale confusione insomma.

“Jarrod è molto affamato. Da quando ha firmato con noi è sempre migliorato”.

Ha dichiarato recentemente Moyes. Altro messaggio in direzione di Southgate, CT che certamente sta tenendo d’occhio il talento inglese.

Lo dimostra il fatto che Bowen lo scorso dicembre era stato inserito nella lista dei preconvocati per le partite di qualificazione ai Mondiali di Qatar 2022 contro Andorra e Ungheria, salvo poi essere tagliato nella scelta finale.

Mai sceso in campo con la maglia dell’Inghilterra nemmeno a livello giovanile, la prima chiamata definitiva in Nazionale sembra finalmente destinata ad arrivare nel prossimo futuro.

DELUSIONI E PAURE

Nato a Leominster, nell’Herefordshire (centro-ovest dell’Inghilterra, al confine con il Galles), il 20 dicembre 1996, Jarrod Bowen è il classico esempio di giocatore che nella vita si è conquistato ogni successo con fatica, talento e determinazione.

A 10 anni il primo rifiuto. Un giovanissimo Jarrod tentò un provino per entrare nell’Aston Villa, squadra del cuore del padre Sam, ma fu scartato.

A 16 il secondo. L’Hereford United, club non professionistico in cui Bowen militava, fu costretto a smantellare la squadra giovanile e Jarrod provò dunque a unirsi per sei settimane al Cardiff City, speranzoso di convincere i gallesi a scommettere su di lui. Anche in questo caso la risposta fu però negativa.

Un amaro ‘no’ da incassare per il ragazzo, come lo stesso Bowen ha poi raccontato nel 2019 in un’intervista rilasciata a Sky Sports UK.

“Il rifiuto del Cardiff [City] fu il più duro da digerire. Ero più maturo [rispetto al primo no ricevuto dall’Aston Villa] e sostanzialmente mi dissero che non ero abbastanza bravo. Io però sapevo di esserlo”.

Vista la grande delusione, Bowen meditò anche di lasciare il mondo del calcio definitivamente, ma il sostegno sempre dimostratogli dalla famiglia e l’appello dell’Hereford United lo convinsero a darsi una nuova possibilità.

“Fortunatamente la squadra giovanile dell’Hereford venne reintrodotta. Volevo smettere, ma mi convinsero a tornare”.

Nella stagione calcistica 2013/14, a 17 anni, debuttò nella prima squadra dell’Hereford United in un match di campionato contro il Barnet.

Dopo pochi mesi, il club fu però espulso dalla Premier Conference (ora National League, campionato dunque di Non-league) a causa di pesanti problemi finanziari e Bowen si trasferì all’Hull City.

I Tigers erano iscritti alla Premier League all’epoca e Jarrod fu aggregato alla squadra giovanile, grazie all’aiuto di un suo vecchio allenatore all’Hereford United, Pete Beadle.

Amico di Tony Pennock, un allenatore dell’Hull City, Beadle convinse il collega a osservare Bowen in campo in un paio di occasioni e a permettergli di effettuare così il grande salto dalla Non-league al calcio professionistico.

Una scommessa che per l’Hull City si rivelò poi più che vinta.

TANA DELLE TIGRI

La città di Hull diventò dunque la nuova tana di Bowen, convinto pressoché immediatamente dal progetto propostogli dalle Tigri, come lui stesso ha poi raccontato al reparto media del West Ham.

“Ho iniziato il mio percorso scolastico all’Hereford e l’ho finito all’Hull. C’erano un paio di clubs interessati a me, West Bromwich Albion e Wolverhampton Wanderers, ma una volta visitate le strutture dell’Hull non ebbi alcun dubbio. C’era un clima perfetto per me. La mia famiglia non voleva che mi spostassi così lontano da casa a 17 anni, ma andare via così giovane e affrontare le diverse sfide mi ha fatto crescere fuori e dentro al campo. È stato molto importante per me, riguardandomi indietro”.

Nell’Hull City Bowen è rimasto per cinque stagioni e mezzo.

Il suo primo allenatore quando firmò per il club nel 2014 fu Steve Bruce. Il debutto in prima squadra arrivò però solamente due anni dopo, in un match di Coppa di Lega, sotto la guida tecnica di Mike Phelan. Quello in Premier League nel 2017, quando il manager dell’Hull era Marco Silva (oggi condottiero di un Fulham indomabile in Championship).

Con le Tigers in massima serie Bowen collezionò 7 presenze, per un totale di 177 minuti circa, senza goals né assists.

Poi arrivò una nuova retrocessione in Championship, dove Jarrod fu allenato prima da Leonid Slutsky e poi da Nigel Adkins, dimostrando sotto ogni allenatore di essere ormai uno dei leader tecnici della squadra in ciascuna annata.

“Ai tempi della Premier League con l’Hull ero frustrato. Volevo andare in prestito in qualche club che mi permettesse di giocare di più, ma la società non voleva cedermi. Allenarmi ogni giorno con giocatori di livello in massima serie mi ha però aiutato a crescere. Ho imparato davvero tanto osservandoli in allenamento. Quando poi siamo retrocessi alcuni compagni se ne sono andati e allora io ho capito di voler dimostrare di essere il miglior giocatore dell’Hull in Championship. Conosco le mie abilità, dovevo solo trovare consistenza e continuità nelle prestazioni e credo di averlo fatto negli ultimi tre anni nel club. L’Hull mi ha aiutato ad arrivare dove sono”.

Nel 2018 venne nominato “Player of the Year” e “Players’ Player of the Year” dell’Hull City.

Premi che gli vennero consegnati poi anche nel 2019 e ai quali si aggiunse il “Supporters’ Player of the Year”.

La English Football League lo inserì nella “Squadra dell’Anno” per il campionato di Championship 2018/19.

Ormai modello da seguire per i più giovani all’interno del club, Bowen iniziò a essere considerato da tanti come un calciatore con la mentalità da grande squadra.

Poi arrivò la chiamata del West Ham.

Jarrod Bowen Hull City

Jarrod Bowen in campo con la maglia del’Hull City in Championship.
(Fonte: foto con diritto Google Creative Commons)

DAL CAMPO DI PATATE ALLA PREMIER LEAGUE

25 milioni di sterline il costo del cartellino, con il West Ham che mise sotto contratto Bowen fino al 2025, strappandolo alla concorrenza cittadina di Tottenham Hotspur e Crystal Palace.

Era il gennaio del 2020 e Jarrod aveva già messo a referto 16 goals e 6 assists in 29 gare di Championship con l’Hull City in metà campionato (l’anno precedente aveva collezionato 22 reti in 46 partite, il suo massimo).

Niente male per un’ala d’attacco (all’Hull Bowen raramente ha giocato, infatti, da prima punta, così come poche volte ha ricoperto il ruolo di trequartista, seconda punta o di esterno largo a sinistra, come più spesso è accaduto invece da quando è al West Ham).

Giocatore estremamente rapido, Bowen aveva già dimostrato di possedere la corsa necessaria per poter mettere in difficoltà diversi avversari anche in Premier League.

Il segreto? Gli allenamenti nella fattoria di famiglia a Leominster, dove Jarrod è di fatto cresciuto.

Suo padre Sam, ex ottimo attaccante di Non-league con le maglie di Methyr Tydfil, Newport County e Worcester City, per oltre 50 anni ha infatti lavorato in fattoria, dove Bowen si è spesso allenato sotto la guida tecnica proprio del papà.

Tante corse nei campi di patate. Tanto sudore versato sullo stesso suolo che diverse volte si è ritrovato a calcare anche alla guida di qualche trattore.

“Correre in un campo di patate è un po’ come correre sulla sabbia. Mi sono sempre sentito a mio agio, anche con i miei muscoli, anche dopo degli infortuni. È molto faticoso perché ti senti lento. Però poi quando vai a correre su un campo di calcio allora ti senti come un velocista. Negli ultimi tre o quattro anni mi sono allenato così con mio padre. Lui è vecchio stampo e non vuole che io corra normalmente. Vuole che corra in un campo di patate con dei pesi tra le mani”.

Un racconto curioso che lo stesso Bowen nel 2020 ha affidato ai microfoni di BBC 5, spiegando come si era tenuto in forma prima del passaggio al West Ham.

“Mio padre è il mio eroe. Mi dice sempre che non abbiamo la retromarcia e che quindi attacchiamo sempre. Ho superato tante difficoltà nella vita e ora so come affrontarne altre quando arriveranno”.

In fattoria Bowen si è costruito una forte etica del lavoro. Ha imparato a superare le difficoltà.

Come quella volta in cui, dopo aver firmato con l’Hull City, fu costretto a rimanere senza allenamenti per sei mesi. La scarsa abitudine ai nuovi carichi di lavoro gli provocava continui dolori alle caviglie. Un altro momento molto difficile nella vita di Jarrod

Passare da un club di Non-league a uno professionistico significa rivoluzionare il proprio metodo di lavoro. Imparare a gestire il proprio fisico e a curare gli infortuni. Adattare corpo e mente a nuove pressioni fisiche e psicologiche.

Sfide che Bowen è riuscito a vincere con il costante supporto dei suoi genitori e grazie ai loro insegnamenti.

 

LEADER DEGLI HAMMERS

Da fattore di pecore e altri animali a Leominster a fattore determinante per la crescita del West Ham.

Bowen a Londra con gli Hammers sta dimostrando di poter essere un leader di una squadra che punta a traguardi ambiziosi.

La prima conferma arrivò il 29 febbraio del 2020, quando l’inglese andò subito in goal nel successo per 3-1 contro il Southampton nella sua prima gara giocata con la maglia del West Ham al London Stadium.

Molte altre ne sono arrivate nella stessa annata, in cui, in pochi mesi, Bowen è diventato un intoccabile nel 4-2-3-1 di Moyes, aiutando il club a riconquistare un posto valido per l’Europa League che mancava da parecchi anni.

Quella stessa Europa League in qui quest’anno Bowen ha già segnato il suo primo goal europeo, in occasione della partita vinta per 3-0 a Londra contro il Genk.

Gara che Jarrod giocò come punta d’attacco, ruolo che l’inglese ha imparato a ricoprire con efficacia ogni qualvolta il West Ham è costretto a fare a meno delle prestazioni di Michail Antonio.

“Mi piace giocare a destra perché per me è più naturale, ma al centro dell’attacco posso svariare di più. Muovermi ovunque. Penso di stare migliorando anche in questa posizione”.

Dichiarazioni che Bowen rilasciò a BT Sport al termine di quella partita e che certificano la grande duttilità e disponibilità che un giocatore come lui sa offrire.

Quest’anno l’inglese oltre che da esterno destro d’attacco e punta centrale ha infatti provato a ricoprire anche i ruoli di esterno a sinistra e centrocampista largo a destra. Un vero e proprio jolly per Moyes.

FUTURO AL NORD?

Cresciuto tifando il Manchester United e sognando di diventare come David Beckham (anche se il modello calcistico a cui si ispira maggiormente, visto il ruolo, è Lionel Messi), Bowen nel prossimo futuro potrebbe ritrovarsi a indossare la maglia dei rivali più odiati dai Red Devils: quella del Liverpool.

Non è infatti un mistero che i Reds stiano seguendo con attenzione da tempo la continua crescita di Jarrod a Londra, pronti a cucire su di lui un ruolo da vice Salah.

Un interesse confermato indirettamente da Jürgen Klopp non troppo tempo fa in un’intervista a margine di una sfida tra Liverpool e West Ham.

“Bowen mi piace molto. Ha fatto bene all’Hull City e poi non ci ha messo molto ad adattarsi alla Premier League e dimostrare cosa può fare. Ha fatto grandi progressi”.

Bowen a Liverpool si adatterebbe alla perfezione al gioco creato dal manager tedesco, dove potrebbe ritagliarsi un ruolo simile a quello interpretato attualmente da Diogo Jota, ovvero di giocatore di riserva spesso impiegato però anche come titolare dove serve.

Essere rappresentato dallo stesso procuratore di Trent Alexander-Arnold e Andy Robertson potrebbe poi dare una spinta alla trattativa, con il West Ham che, secondo quanto riportato dai media d’oltremanica, non vorrebbe privarsi però di uno dei suoi maggiori talenti per meno di 50 milioni di sterline.

Ciò che è sicuro, è che a Liverpool Bowen potrebbe ammirare ancor più da vicino un collega che già ora segue con particolare attenzione.

“Penso che Salah sia il perfetto esempio da seguire per me. I goals che segna, gli assists che regala… l’impatto che ha in ogni gara da quando è al Liverpool è incredibile. È sicuramente un giocatore a cui mi ispiro. Uno dei migliori in questo momento. Come giocatore guardi sempre ai tuoi pari ruolo per provare a imparare qualcosa da loro”.

FATTORE

Timido, umile, con la paura per ragni e serpenti e l’amore per la pizza al salame o prosciutto e funghi, Bowen sa che, per riuscire a raggiungere il suo prossimo grande obiettivo – l’esordio in Nazionale –, deve continuare a lavorare sodo e incrementare gli ottimi numeri già collezionati in Premier League.

15 goals e 16 assists in 80 presenze in massima serie, come certificano le statistiche ufficiali della Premier League, sono un ottimo biglietto da visita per un calciatore che pochi anni fa non era neppure sicuro di voler continuare la sua carriera.

Alcuni negli anni lo hanno paragonato a Daniel Craig per una certa somiglianza in alcuni tratti del viso con l’attore noto per aver interpretato James Bond.

Un fisioterapista del West Ham, invece, è solito chiamarlo Arjen per il suo stile di gioco in qualche modo simile a quello di Robben.

Jarrod Bowen di somigliare ad altri si interessa però poco, sicuro di possedere tutte le qualità per poter essere un calciatore e un uomo unico nel suo genere.

Un fattore ora determinante per coltivare i sogni del West Ham.

And now – once more – let’s grab a pie and a beer, mates. Enjoy!

Alla prossima puntata di ‘FA – Football Addicted’!

 

Recupera le puntate precedenti di ‘FA – Football Addicted’ QUI

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Gabigol sospeso per due anni: “Mai fatto uso di sostanze proibite”

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Gabigol

Nelle ultime ore la notizia che Gabigol sia stato sospeso per frode nei test antidoping ha fatto il giro del mondo. Un’indiscrezione che se fosse confermata avrebbe del clamoroso.

Intanto il calciatore brasiliano classe 1996 di proprietà del Flamengo è stato sospeso dall’attività per ben 2 anni dal Tribunale Sportivo Antidoping. Inflitta una pena che terminerà l’8 aprile del 2025 visto che l’episodio incriminante sarebbe avvenuto circa un anno fa.

Gabriel Barbosa dal canto suo non ci sta. L’ex Inter infatti sul proprio profilo X ha pubblicato un messaggio riguardo quanto accaduto in questi giorni. Ecco cosa ha detto:

LE PAROLE DI GABIGOL – “Vorrei pronunciare e chiarire sulle cose che sono uscite oggi, sul fatto che sarei stato sospeso per una tentata frode all’esame antidoping. Nonostante il rispetto che ho verso la giustizia, ribadisco che mai abbia tentato di ostruire o ingannare qualsiasi tipo di esame e confido di poter dimostrare la mia innocenza nelle prossime istanze. Fin dall’inizio della mia carriera ho sempre rispettato le regole del gioco e non ho mai fatto uso di sostanze proibite. Sono deluso dall’esito del procedimento ma continuerò a collaborare con le autorità sportive. Sono convinto che la mia innocenza sarà provata e ripristinata. Grazie a tutti per il sostegno in questo periodo difficile”.

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Shock Di Maria dall’Argentina: El Fideo e famiglia minacciati di morte

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di maria

Angel Di Maria e la sua famiglia sarebbero stati minacciati in questi giorni in cui il calciatore si trova in ritiro con la Seleccion Argentina. Minacce di morte con tanto di messaggio lasciato sulla porta della sua abitazione a Funes, vicino a Rosario.

Secondo quanto riportato dal giornale Infobae, il contenuto del messaggio è il seguente: “Di’ a tuo figlio Ángel di non tornare a Rosario perché altrimenti uccideremo un membro della famiglia. Nemmeno Pullaro (governatore della regione di Santa Fè, ndr) vi salverà. Noi non lanciamo carte ma piombo e persone morte”.

A questa vicenda il Clarìn aggiunge che la minaccia sarebbe stata recapitata intorno alle 2:30 del mattino e nella zona sembra si siano sentiti addirittura quattro spari. Inoltre, il contenuto dell’avviso di intimidazione non è stato confermato dalle autorità competenti per evitare di promuovere i gesti di queste persone.

La minaccia, secondo quanto trapela, potrebbe anche essere un tentativo di impedire a Di Maria di tornare a giocare nel Rosario Central. Squadra in cui il Fideo è cresciuto e con la quale ha esordito da professionista nella stagione 2005.

Un episodio orribile che era già accaduto lo scorso anno anche a Lionel Messi, anch’esso vittima di una minaccia intimidatoria.

 

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Antonello sul tema stadio: “Rozzano il futuro, San Siro fermo agli anni ’80”

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Alessandro Antonelloamministratore delegato dell’Inter, ha parlato del tema stadio ad un evento organizzato dallo studio legale ADVANT Nctm. L’AD durante la tavola rotonda “Impianti ed infrastrutture sportive: attori e processi – L’esperienza delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026”, ha analizzato la situazione dei vari progetti per il nuovo stadio, sottolineando come nel 2019 era stato presentato un piano che si interpellava alla legge sugli stadi. Successivamente l’AD dei nerazzurri ha parlato di San Siro e del fatto che sia fermo agli anni ’80 per le sue emissioni. Infine ha concluso affermando che l’Inter sta lavorando su Rozzano, definendolo come piano effettivo.

LE PAROLE

PROGETTO – Nel 2019 è stato presentato il progetto che si interpellava alla legge sugli stadi ma dopo cinque anni i due club si trovano ad attendere un interesse pubblico dall’amministrazione comunale visto che si sono inserite dialettiche che hanno allungato i tempi, come ad esempio la sovrintendenza”.

SAN SIRO – “C’è anche un obiettivo ambientale. San Siro ora è alimentato da una centrale termica produttrice di CO2. Siamo ben lontani all’essere vicini al pareggio di emissioni richieste e siamo fermi agli anni ’80“.

ROZZANO – “Noi stiamo lavorando su Rozzano che è il piano effettivo su cui ci siamo impegnati e per cui stiamo discutendo con la proprietà Cabassi. Abbiamo una opzione fino a fine aprile e su quello ci concentriamo, lavoreremo anche per una proroga. Rimaniamo in attesa della proposta di WeBuild che arriverà non prima di giugno quindi oggi non ci sono alternative se non continuare a lavorare su Rozzano”

 

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Marotta chiaro sul futuro: “Ecco cosa farò a fine contratto”

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Beppe Marotta, dirigente dell'Inter, Serie A, Champions League, Coppa Italia

Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, ha parlato del proprio futuro alla Sala Montanari di Varese. L’AD dei nerazzurri ha confermato, come già detto più volte, che l’Inter sarà la sua ultima avventura da dirigente sportivo. Tuttavia oggi ha parlato con più chiarezza di ciò che farà: occuparsi solamente dei giovani. Marotta è ancora legato all’Inter e lo sarà fino al 30 giugno del 2027, quando il suo contratto andrà in scadenza e lascerà il suo impegno.

In particolare, si batterà per rendere lo sport gratuito, dal momento che considera sbagliato far pagare i giovani per fare sport. In questo modo verrebbero coinvolte anche le famiglie meno abbienti, dove si celano i campioni, che magari non emergono perché oscurati da chi può permettersi di allenarsi con grandi squadre fin da bambini.

LE PAROLE

INTER – “Quando terminerà il mio contratto con l’Inter e lascerò il club, mi occuperò solo dei giovani”.

GIOVANI – “Il settore giovanile è il patrimonio più grande di una società, soprattutto dal punto di vista umano. Sono sempre più convinto che far pagare lo sport ai giovani sia sbagliato: dovrebbe essere gratuito, perché così si riuscirebbero a coinvolgere anche le famiglie povere, quelle in cui si nascondono i campioni, come accadeva una volta”.

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