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FA–Football Addicted #33! "Old Firm, lotta salvezza e City-Liverpool"

Calcio e dintorni

FA – Football Addicted #33! “Old Firm, lotta salvezza, City-Liverpool: otto giorni decisivi per il calcio britannico”

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Premier League

QUESTA È FA – FOOTBALL ADDICTED, LA RUBRICA D’APPROFONDIMENTO TARGATA NUMERO DIEZ DEDICATA ESCLUSIVAMENTE AL CALCIO D’OLTREMANICA. OGNI SETTIMANA, AL MERCOLEDÌ, VI RACCONTEREMO UNA STORIA D’ATTUALITÀ O DEL PASSATO, CONDIVIDENDO CON VOI LA NOSTRA PASSIONE PER IL FOOTBALL MADE IN UK! OGGI PARLIAMO DI OLD FIRM, CITY-LIVERPOOL E DELLA LOTTA SALVEZZA IN PREMIER LEAGUE.

Dall’eterno duello Rangers-Celtic, per la conquista della Premiership scozzese, all’ormai classico Manchester City-Liverpool, per la testa della Premier League.

In poco più di una settimana, due dei campionati più importanti del calcio britannico si sono giocati e si giocheranno gare decisive a decidere le sorti di questa stagione.

Dall’Old Firm di domenica scorsa all’arrivo dei Reds all’Etihad nel prossimo weekend, passando per la delicatissima sfida salvezza Burnley-Everton di questa sera.

In questa puntata di “FA – Football Addicted” viviamo insieme otto giorni decisivi per il calcio britannico.

IL CELTIC SI AGGIUDICA L’OLD FIRM

Partiamo da quanto accaduto domenica scorsa, il 3 aprile, quando il Celtic si è aggiudicato per 2-1 l’Old Firm numero 428 contro gli eterni rivali dei Rangers.

Una vittoria, quella degli Hoops, arrivata in rimonta e utile, molto probabilmente, a decidere una volta per tutte le sorti di questa stagione di Premiership scozzese.

Le due squadre di Glasgow arrivavano a questo appuntamento divise infatti da soli tre punti in classifica, con il Celtic primo a 76 e i Rangers secondi a 73.

Il successo sul campo di Ibrox ha permesso quindi ai ragazzi allenati da Ange Postecoglou di allungare a +6 sui rivali a sole sette gare dal temine del campionato, scavando così un gap difficilmente colmabile ora dai Gers.

Orfani del loro migliore attaccante, quel Alfredo Morelos fermo ai box fino al termine della stagione per infortunio, a sbloccare la gara dopo appena tre minuti per i Rangers ci ha pensato l’ex Arsenal e Juventus, Aaron Ramsey (al suo primo Old Firm), bravo a trafiggere Joe Hart di mancino, sfruttando un ottimo assist di Ryan Kent proveniente dalla sinistra. Il gallese ha così messo a referto il suo secondo goal consecutivo nelle ultime due partite di campionato (aveva già segnato al Dundee FC, ndr).

Il pareggio del Celtic è stato però pressoché immediato. Al settimo minuto Tom Rogic ha infatti approfittato della disattenzione della difesa dei Gers per ribadire in rete un pallone respinto da Allan McGregor, rimettendo in equilibro il risultato.

A segnare il goal partita ci ha pensato invece al 42’ Cameron Carter-Vickers, il più lesto a colpire una palla vacante nell’area di rigore dei Rangers e timbrare il 2-1 definitivo per gli Hoops.

Un risultato che ha permesso ai Celtic di aggiudicarsi il secondo Old Firm di questa stagione, avendo già battuto i Rangers con un netto 3-0 lo scorso 2 febbraio al Celtic Park, e di poter affrontare ora con maggior tranquillità il finale di campionato.

SCOTTISH PREMIERSHIP DECISA?

Imbattuto da 26 partite, il Celtic ha ora sei punti di vantaggio nei confronti dei Rangers a sole sei gare dalla fine del campionato.

Nel prossimo weekend le squadre scenderanno in campo per l’ultima giornata di regular season, alla quale seguiranno poi altri cinque incontri di playoffs.

Come da regolamento, dopo 33 turni, il campionato vivrà il così detto split, con le prime sei in classifica che si sfideranno tra loro per proclamare la vincitrice del torneo e le ultime sei che lotteranno per non retrocedere (per chi non segue solitamente il calcio scozzese, i punti conquistati in questi mini-tornei si sommano ovviamente a quelli già accumulati durante la stagione, ndr).

In queste cinque partite di playoffs, che sia Celtic che Rangers dovranno affrontare, ci sarà dunque un altro Old Firm, nel quale i Gers potranno provare a rimettere pressione ai rivali, anche se al momento appare molto difficile che gli Hoops possano dilapidare un vantaggio di sei punti in altrettante gare.

In caso di arrivo a pari merito, il Celtic ha poi – ad oggi – un vantaggio di 16 goals nella differenza reti (parametro che verrebbe preso a riferimento, ndr) e ciò significa che i Rangers per confermarsi campioni dovrebbero recuperare ben sette punti. Una vera e propria montagna da scalare.

“Siamo due squadre che stanno lottando per il campionato e quando perdi una partita contro la tua diretta avversaria tutto diventa più difficile. Per noi non è ancora finita, anche se ora è tutto molto più complicato”.

Con queste parole, rilasciate ai microfoni di Sky Sports UK nel post gara, Giovanni van Bronckhorst ha provato a mantenere i suoi Rangers ancora in corsa per il titolo, sebbene pure lui fosse abbattuto per la prima sconfitta casalinga subita in campionato.

Era infatti dal marzo del 2020 che i blu di Glasgow non venivano battuti a Ibrox in una gara di Premiership, con i Celtic che non vincevano in casa dei rivali addirittura dal settembre del 2019.

Grande merito va dunque dato ad Ange Postecoglou, bravo a prendere poco più di dieci mesi fa una squadra distrutta dall’ultimo pessimo campionato sotto la guida di una leggenda del club come Neil Lennon (e dal ritorno sul tetto di Scozia dei Rangers di Steven Gerrard) e riportarla in poco tempo ai vertici, grazie soprattutto a un’impressionante striscia di risultati positivi arrivata dopo il ritorno dalle vacanze natalizie.

ALTRI DUE OLD FIRM DA VIVERE

Le sfide tra Celtic e Rangers in questa stagione non sono però ancora finite.

Nelle prossime settimane i due clubs di Glasgow si affronteranno infatti in altri due Old Firm, entrambi decisivi.

Il 17 aprile Hoops e Gers scenderanno in campo gli uni contro gli altri ad Hampden Park, nel match valido per le semifinali della Coppa di Scozia.

Nel frattempo, i Rangers saranno impegnati anche nei delicati quarti di finale di Europa League contro il Braga, con la squadra di van Bronckhorst che, detto forse definitivamente addio al sogno di riconfermarsi in patria, vorrà sicuramente provare ad arrivare fino in fondo in Europa.

Nei playoffs di campionato, come già anticipato, le due formazioni si affronteranno poi per un’ultima volta al Celtic Park, con il Celtic pronto a festeggiare contro gli eterni rivali l’eventuale ritorno al titolo.

Una sfida infinita e che così accesa in Premiership non si vedeva dal lontano 2011.

everton

LIVERPOOL, ENGLAND – MARCH 01: Everton flags waving outside the ground before the Premier League match between Everton FC and Manchester United at Goodison Park on March 01, 2020 in Liverpool, United Kingdom. (Photo by Visionhaus)

BURNLEY-EVERTON: INFRASETTIMANALE PER LA SALVEZZA

Chiuso il nostro primo capitolo dedicato alla lotta per il titolo scozzese, ci spostiamo ora in Inghilterra, dove ci concentriamo sulla lotta salvezza in Premier League.

Questa sera Burnley ed Everton scenderanno infatti in campo a Turf Moor in quella che è a tutti gli effetti una sfida delicatissima nella corsa per non retrocedere in Championship.

Recupero della diciannovesima giornata di campionato che si sarebbe dovuta tenere lo scorso dicembre, il Burnley arriva a questa partita avendo vinto solamente una delle ultime quindici gare di Premier League in cui è sceso in campo.

Tre le vittorie complessive dei Clarets in questo campionato, con la squadra di Sean Dyche che si è costruita la propria classifica soprattutto con dei pareggi, ben 12 in 28 partite.

Un andamento a dir poco deludente e che ha spinto infatti il Burnley fino all’attuale penultimo posto in graduatoria, sebbene con due gare da recuperare rispetto al Watford, diciottesimo e con un punto di vantaggio.

Una di queste due partite è proprio l’appuntamento di questa sera contro l’Everton, club che lo scorso anno con l’arrivo di Carlo Ancelotti aveva iniziato a progettare un ritorno nel calcio europeo e che invece a distanza di pochi mesi si trova invischiato in un’accesissima lotta per non retrocedere.

L’arrivo di Frank Lampard al posto di Rafael Benitez a fine gennaio non ha infatti cambiato la situazione in casa Toffees, con il club di Liverpool che sotto la gestione del manager inglese ha ottenuto soltanto due vittorie e ben sei sconfitte in campionato.

L’attuale diciassettesimo posto con soli tre punti di vantaggio sulla zona retrocessione non può dunque che spaventare l’Everton, la cui stagione passa in larga parte dalla gara di questa sera.

Con due gare da recuperare, al pari del Burnley, rispetto alle avversarie dirette nella corsa salvezza (addirittura tre nei confronti del Leeds United, che in campo è già sceso per 31 volte, ndr), i Toffees vincendo potrebbero scavare un piccolo solco tra loro e le ultime tre in classifica, mentre pareggiando o addirittura perdendo finirebbero per sprofondare ancor di più in una posizione già parecchio scomoda.

LOTTA APERTA

Archiviato lo scontro diretto contro il Burnley, l’Everton dovrà poi vivere un finale di campionato da incubo.

Manchester United, Crystal Palace, Leicester City (per due volte), Liverpool, Chelsea e Arsenal sono solo i nomi delle squadre più blasonate che i Toffees devono ancora affrontare nei prossimi mesi.

Gare complicatissime e nelle quali difficilmente l’Everton visto fin qui in stagione potrà pensare di accumulare tanti punti. È per questo che la squadra di Lampard deve iniziare a vincere fin da subito, provando a mettere sotto pressione anche la truppa di Dyche, al momento la vera avversaria in questa lotta salvezza.

Sebbene la matematica non abbia ancora condannato nessuna squadra, al momento il destino di Norwich City (in particolar modo) e Watford sembra scritto, con i due clubs avviati verso una nuova retrocessione in Championship dopo la promozione ottenuta lo scorso anno.

A giocarsi l’ultimo posto Burnley, Everton e Leeds, con il Newcastle United che pare invece aver dato uno strappo decisivo negli ultimi due mesi, grazie alle sei vittorie e i due pareggi ottenuti tra gennaio e marzo sotto la nuova gestione di Eddie Howe.

Nonostante tre sconfitte consecutive nelle ultime tre gare, i Magpies siedono infatti ora al quindicesimo posto in classifica con 31 punti e 30 gare giocate.

Numeri opposti a quelli del Leeds sedicesimo, che di punti ne ha infatti 30 e di gare già 31.

Seguono poi l’Everton con 25 punti (in 28 partite), il Watford con 22 (in 30), il Burnley con 21 (in 28) e il Norwich con 18 (in 30 gare).

MOTIVAZIONI

Pronto ad affrontare in poche settimane quasi tutte le avversarie dirette nella lotta per non retrocedere (oltre all’Everton il Burnley da qui a fine campionato affronterà anche Norwich, Watford e Newcastle), Sean Dyche ha provato a motivare i suoi Clarets con la classica franchezza che lo contraddistingue, come riportato da Sky Sports UK.

“Bisogna buttare la palla in rete. Non ci vuole una scienza. Un allenatore prova sempre a mettere i giocatori nelle condizioni migliori per segnare, ma poi quando si tratta di buttare la palla in rete è in quel momento che i calciatori si devono prendere la responsabilità, come hanno fatto spesso in passato”.

Il Burnley non riesce infatti a segnare da quattro partite e la mancanza del goal sta complicando inevitabilmente il suo campionato.

“L’intera squadra può segnare un goal, così come tutti possono difendere. Chiediamo tanto ai nostri giocatori e quindi non si tratta solo di Wout [Weghorst], J-Rod [Jay Rodriguez] e Barnsey [Ashley Barnes]. Tutta la squadra deve lavorare per arrivare a segnare”.

Gli stessi goals di cui necessita anche l’Everton di Lampard, a segno solamente in due occasioni nelle ultime sei gare.

“Cosa ci servirà da qui a fine stagione? Segnare. Quello che fai in allenamento non sempre si ripete poi in campo, ma se continuiamo a creare occasioni come contro il West Ham e il Newcastle sono sicuro che per noi andrà bene. Mancano dieci partite e sono tante. Siamo un club storico e stiamo lavorando per superare questo momento difficile”.

Parole di un Lampard fiducioso e consapevole del delicato momento che il suo Everton si sta ritrovando a vivere.

Un po’ di conforto la leggenda del Chelsea può poi trovarlo in una statistica.

Da quando è allenatore, il Burnley è la sua vittima preferita in Premier League. Tre le gare giocate da una sua squadra contro i Clarets e tre le vittorie; i vari risultati dei tre incontri  sommati, danno un totale di 10 reti segnate e solo 2 subite.

A fare sorridere invece l’avversario Sean Dyche è un’altra singolare statistica.

L’Everton è la squadra contro la quale il Burnley ha vinto il maggior numero di volte a Turf Moor in Premier League: 4 volte.

TUTTO DA DECIDERE

Seppur molto importante nella corsa salvezza, il risultato di Burnley-Everton non sarà però ancora definitivamente decisivo – in positivo o in negativo – per nessuna delle due squadre (sebbene, come detto in precedenza, l’Everton potrebbe tentare un lieve allungo in classifica).

Il prossimo weekend di Premier League vedrà il Burnley scendere in campo domenica contro un’altra avversaria diretta come il Norwich, con il Leeds che nella giornata di sabato affronterà invece il Watford, in una lotta per non retrocedere in cui tutto è ancora da decidere.

Così come al vertice della classifica.

Manchester City

MANCHESTER, ENGLAND – DECEMBER 11: Manchester City manager Pep Guardiola instructs Joao Cancelo, Ruben Dias and Bernardo Silva of Manchester City during the Premier League match between Manchester City and Wolverhampton Wanderers at Etihad Stadium on December 11, 2021 in Manchester, England. (Photo by Joe Prior/Visionhaus)

MANCHESTER CITY-LIVERPOOL: SFIDA PER LA PREMIER LEAGUE

Domenica 10 aprile, alle ore 17.30 italiane, l’attenzione di tutti gli amanti del calcio inglese sarà riversata sull’Etihad Stadium di Manchester, dove il Manchester City accoglierà il Liverpool in quella che può giustamente essere considerata una finale per la vittoria della Premier League.

La gara più attesa del campionato. Quella che può davvero decidere le sorti della massima divisione inglese.

Lo stordente rock ‘n roll dei Reds di Jürgen Klopp contro il metronomico valzer dei Citizens di Pep Guardiola.

Inutile intrattenersi con troppi giri di parole. Manchester City e Liverpool oggi sono le due squadre di calcio più forti al Mondo (al pari del sempreverde Bayern Monaco) e vederle sfidarsi per la testa della Premier League a otto giornate dalla fine del campionato è il miglior regalo che gli spettatori neutrali di questa magnifica lega potessero ricevere.

Divise in classifica da un solo punto (il City guida la Premier League con 73 punti, seguito dal Liverpool a 72, ndr), quella tra Sky Blues e Reds può davvero essere la gara che deciderà il campionato.

Tutte e due sono infatti in grado di vincere senza problemi i sette incontri presenti nei rispettivi calendari dopo questo scontro diretto ed è per questo che chi dovesse uscire vincitore dall’Etihad potrà sentirsi decisamente più vicino al trofeo.

In particolar modo il Manchester City, squadra che arriva a questo appuntamento sicuramente in una posizione di vantaggio.

Sebbene il gruppo allenato da Guardiola scenda in campo sempre e solo per la vittoria, gli Sky Blues potranno giocare con la consapevolezza di avere due risultati a favore.

Una vittoria permetterebbe di allungare a +4 sui rivali. Uno strappo che in un campionato giocato punto a punto potrebbe risultare più che decisivo.

Un pareggio manterrebbe le posizioni invariate, lasciando così il proprio destino ancora interamente nelle proprie mani.

Chi la vittoria la cercherà fino all’ultimo pallone disponibile sarà invece il Liverpool, deciso a scavalcare i rivali nel loro stadio e portarsi a +2 da loro in testa alla corsa a pochi giri dal termine del gran premio. Con due cavalli in più da sfruttare nel proprio motore.

CITY O LIVERPOOL?

Se è praticamente impossibile pronosticare con assoluta certezza quale sarà l’esito finale di un incontro così equilibrato, è altrettanto difficile provare a capire chi arriva meglio a questo delicatissimo match.

Dopo un’incredibile cavalcata che li ha visti perdere una sola partita da fine agosto a metà febbraio, il Manchester City ha leggermente rallentato nell’ultimo mese e mezzo.

Complice un’inaspettata sconfitta in casa contro il Tottenham e un pareggio sul campo del Crystal Palace, unico altro club, insieme agli Spurs, ad aver inflitto una sconfitta ai Citizens in questa Premier League nel girone d’andata (il Tottenham ha vinto sia la gara d’andata che di ritorno, rispettivamente con Nuno Espirito Santo e Antonio Conte in panchina, ndr).

Dopo 30 gare di campionato, il tabellino del Manchester City recita quindi 23 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte, con la squadra di Guardiola che si è presa la vetta della classifica alla quindicesima giornata e non l’ha più lasciata.

Cammino, nei numeri, simile a quello del Liverpool. I Reds di vittorie ne hanno infatti accumulate 22, alle quali hanno poi aggiunto 6 pareggi e 2 sole sconfitte (contro West Ham United e Leicester City, ndr).

A differenza della squadra di Guardiola, quella di Klopp il proprio passo – in positivo – l’ha cambiato soprattutto da metà gennaio in poi.

Dopo ventuno gare di campionato il Liverpool aveva infatti un ritardo di 8 punti dal Manchester City e la corsa per la conquista della Premier League sembrava ormai finita a inizio gennaio, vista anche la partenza per la Coppa d’Africa di giocatori fondamentali per i Reds come Sadio Mané e Mohamed Salah (i due si affronteranno poi in finale nella competizione continentale, con la vittoria del Senegal sull’Egitto, ndr).

Ed è invece proprio da quel momento che, messo spalle al muro, il Liverpool di Klopp ha iniziato a lavorare l’avversario ai fianchi, riportandosi gradualmente al centro del ring e nelle condizioni di poter sferrare ora un colpo da potenziale KO.

Dal 16 gennaio a oggi i Reds hanno messo in fila 10 vittorie in altrettante gare di campionato, subendo solamente 2 reti e segnandone 25.

Una vera e propria macchina da goals e da punti.

Guardando all’ultima discesa in campo, il Manchester City arriva dalla faticosa vittoria per 1-0 in Champions League contro l’Atletico Madrid. Una gara in cui i Citizens sono parsi, come sempre, padroni del gioco, del palleggio, ma meno incisivi del solito (fino all’ingresso in campo di un Phil Foden sontuoso), anche per merito di una difesa granitica da parte dei Colchoneros.

Il Liverpool nella massima competizione europea ha invece avuto la meglio per 3-1 sul Benfica a Lisbona, in una prova di forza impari che sarebbe potuta finire con ancora più goals da parte dei Reds.

Mané liverpool

LIVERPOOL, ENGLAND – NOVEMBER 03: Sadio Mane of Liverpool FC celebrates with Virgil Van Dijk after scoring his team’s second goal during the UEFA Champions League group B match between Liverpool FC and Atletico Madrid at Anfield on November 03, 2021 in Liverpool, England. (Photo by Pedro Salado/Quality Sport Images/Getty Images)

CLASSICA MODERNA

Classica moderna del calcio inglese, quella tra Manchester City e Liverpool è la sfida infinita che questi due clubs stanno vivendo da quando sulle rispettive panchine si sono seduti Guardiola e Klopp.

L’uno il peggior rivale dell’altro.

Basta notare come nelle 22 occasioni in cui si sono sfidati (tra Germania e Inghilterra, tra Bayern Monaco-Borussia Dortmund e Manchester City-Liverpool), per 9 volte a vincere la partita sia stata la squadra di Pep e per 9 volte quella di Jürgen.

Rispettivamente il maggior numero di sconfitte patite contro lo stesso allenatore in carriera sia per l’uno che per l’altro.

Concentrandoci sulle vittorie in Premier League, Guardiola dal suo arrivo a Manchester di campionati ne ha vinti tre, mentre Klopp a Liverpool ne ha ottenuto uno (atteso dalla tifoseria per trent’anni).

Il più conteso tra i due indiscutibilmente quello della stagione 2018/19, quando i Citizens vinsero il torneo con un solo punto di vantaggio sui Reds: 98 a 97.

In tutte le altre tre occasioni il distacco finale in classifica rifilato dal vincitore allo sconfitto è stato invece enorme.

Nel 2017/18 il City vinse con 25 punti di vantaggio sul Liverpool. Nel 2019/20 i Reds posero invece 18 punti tra loro e gli Sky Blues. Lo scorso anno i punti di distacco furono invece 17.

La costante è però sempre stata l’ossessione. Per il Liverpool quella di battere il Manchester City. Per il Manchester City quella di battere il Liverpool (con il Manchester United unica altra squadra che ha provato a mettersi in mezzo, senza successo, tra i due contendenti in un paio d’occasioni, ndr).

klopp liverpool

BURNLEY, ENGLAND – FEBRUARY 13: Jurgen Klopp, manager of Liverpool, looks on during the Premier League match between Burnley and Liverpool at Turf Moor on February 13, 2022 in Burnley, England. (Photo by James Gill – Danehouse/Getty Images)

DUELLO INFINITO

L’estenuante palleggio del City, contro la grintosa verticalità del Liverpool.

La velocità di pensiero dei primi, contro quella di gambe dei secondi.

La razionalità e il metodo di Guardiola, contro l’irriverenza e l’emotività di Klopp.

Nel duello infinito tra Manchester City e Liverpool c’è tutto questo e molto di più, in una sfida che ha tanto da offrire allo spettacolo in ogni settore del campo.

Dal confronto tra i connazionali Ederson e Alisson tra i pali a quello sulle fasce tra gli spregiudicati Trent Alexander-Arnold e Andy Robertson e i più disciplinati Kyle Walker e Joao Cancelo.

La statuarietà di Virgil van Dijk e Ibrahima Konaté, contro il posizionamento di John Stones e Aymeric Laporte.

Thiago Alcantara, Fabinho e Jordan Henderson a dominare il centro campo da una parte. Bernardo Silva, Rodri, İlkay Gündoğan e Kevin De Bruyne a farlo in egual modo dall’altra.

La corsa di Sadio Mane, Mohamed Salah e Diogo Jota, unita allo strepitoso senso tattico di Roberto Firmino, contro la perfezione nei movimenti e nei tempi di passaggio di Gabriel Jesus, Raheem Sterling, Phil Foden e Riyad Mahrez.

Per non parlare di tutti gli altri talenti che compongono le due rose e in grado di cambiare volto e risultato alla partita se messi in campo in ogni momento.

Il Manchester City quest’anno è in corsa ancora per tre trofei.

Il Liverpool pure, avendo anche già messo in bacheca una Coppa di Lega.

In tutte e tre le competizioni in palio, è poi incredibile pensare come Citizens e Reds saranno ancora una volta l’uno il maggior ostacolo per l’altro.

Il match di domenica sarà infatti solamente il primo di sicuri due e potenziali tre incontri.

Dopo essersi sfidati in una finalissima per la Premier League, Manchester City e Liverpool si affronteranno nuovamente il 16 aprile a Wembley nella semifinale di FA Cup.

Ma l’apoteosi potrebbe arrivare il 28 maggio.

Qualora entrambe le squadre dovessero superare quarti e semifinali e raggiungere la finale di Champions League, è allo Stade de France di Parigi che si consumerebbe l’atto più importante di questa epica battaglia.

Manchester City-Liverpool, l’uno contro l’altro in una finale dell’ex Coppa Campioni.

Uno scenario che Guardiola e Klopp iniziano già segretamente a sognare.

And now – once more – let’s grab a pie and a beer, mates. Enjoy!

Alla prossima puntata di ‘FA – Football Addicted’!

 

Recupera le puntate precedenti di ‘FA – Football Addicted’ QUI

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Gabigol sospeso per due anni: “Mai fatto uso di sostanze proibite”

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Gabigol

Nelle ultime ore la notizia che Gabigol sia stato sospeso per frode nei test antidoping ha fatto il giro del mondo. Un’indiscrezione che se fosse confermata avrebbe del clamoroso.

Intanto il calciatore brasiliano classe 1996 di proprietà del Flamengo è stato sospeso dall’attività per ben 2 anni dal Tribunale Sportivo Antidoping. Inflitta una pena che terminerà l’8 aprile del 2025 visto che l’episodio incriminante sarebbe avvenuto circa un anno fa.

Gabriel Barbosa dal canto suo non ci sta. L’ex Inter infatti sul proprio profilo X ha pubblicato un messaggio riguardo quanto accaduto in questi giorni. Ecco cosa ha detto:

LE PAROLE DI GABIGOL – “Vorrei pronunciare e chiarire sulle cose che sono uscite oggi, sul fatto che sarei stato sospeso per una tentata frode all’esame antidoping. Nonostante il rispetto che ho verso la giustizia, ribadisco che mai abbia tentato di ostruire o ingannare qualsiasi tipo di esame e confido di poter dimostrare la mia innocenza nelle prossime istanze. Fin dall’inizio della mia carriera ho sempre rispettato le regole del gioco e non ho mai fatto uso di sostanze proibite. Sono deluso dall’esito del procedimento ma continuerò a collaborare con le autorità sportive. Sono convinto che la mia innocenza sarà provata e ripristinata. Grazie a tutti per il sostegno in questo periodo difficile”.

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Shock Di Maria dall’Argentina: El Fideo e famiglia minacciati di morte

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di maria

Angel Di Maria e la sua famiglia sarebbero stati minacciati in questi giorni in cui il calciatore si trova in ritiro con la Seleccion Argentina. Minacce di morte con tanto di messaggio lasciato sulla porta della sua abitazione a Funes, vicino a Rosario.

Secondo quanto riportato dal giornale Infobae, il contenuto del messaggio è il seguente: “Di’ a tuo figlio Ángel di non tornare a Rosario perché altrimenti uccideremo un membro della famiglia. Nemmeno Pullaro (governatore della regione di Santa Fè, ndr) vi salverà. Noi non lanciamo carte ma piombo e persone morte”.

A questa vicenda il Clarìn aggiunge che la minaccia sarebbe stata recapitata intorno alle 2:30 del mattino e nella zona sembra si siano sentiti addirittura quattro spari. Inoltre, il contenuto dell’avviso di intimidazione non è stato confermato dalle autorità competenti per evitare di promuovere i gesti di queste persone.

La minaccia, secondo quanto trapela, potrebbe anche essere un tentativo di impedire a Di Maria di tornare a giocare nel Rosario Central. Squadra in cui il Fideo è cresciuto e con la quale ha esordito da professionista nella stagione 2005.

Un episodio orribile che era già accaduto lo scorso anno anche a Lionel Messi, anch’esso vittima di una minaccia intimidatoria.

 

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Antonello sul tema stadio: “Rozzano il futuro, San Siro fermo agli anni ’80”

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Mercato Inter

Alessandro Antonelloamministratore delegato dell’Inter, ha parlato del tema stadio ad un evento organizzato dallo studio legale ADVANT Nctm. L’AD durante la tavola rotonda “Impianti ed infrastrutture sportive: attori e processi – L’esperienza delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026”, ha analizzato la situazione dei vari progetti per il nuovo stadio, sottolineando come nel 2019 era stato presentato un piano che si interpellava alla legge sugli stadi. Successivamente l’AD dei nerazzurri ha parlato di San Siro e del fatto che sia fermo agli anni ’80 per le sue emissioni. Infine ha concluso affermando che l’Inter sta lavorando su Rozzano, definendolo come piano effettivo.

LE PAROLE

PROGETTO – Nel 2019 è stato presentato il progetto che si interpellava alla legge sugli stadi ma dopo cinque anni i due club si trovano ad attendere un interesse pubblico dall’amministrazione comunale visto che si sono inserite dialettiche che hanno allungato i tempi, come ad esempio la sovrintendenza”.

SAN SIRO – “C’è anche un obiettivo ambientale. San Siro ora è alimentato da una centrale termica produttrice di CO2. Siamo ben lontani all’essere vicini al pareggio di emissioni richieste e siamo fermi agli anni ’80“.

ROZZANO – “Noi stiamo lavorando su Rozzano che è il piano effettivo su cui ci siamo impegnati e per cui stiamo discutendo con la proprietà Cabassi. Abbiamo una opzione fino a fine aprile e su quello ci concentriamo, lavoreremo anche per una proroga. Rimaniamo in attesa della proposta di WeBuild che arriverà non prima di giugno quindi oggi non ci sono alternative se non continuare a lavorare su Rozzano”

 

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Marotta chiaro sul futuro: “Ecco cosa farò a fine contratto”

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Beppe Marotta, dirigente dell'Inter, Serie A, Champions League, Coppa Italia

Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, ha parlato del proprio futuro alla Sala Montanari di Varese. L’AD dei nerazzurri ha confermato, come già detto più volte, che l’Inter sarà la sua ultima avventura da dirigente sportivo. Tuttavia oggi ha parlato con più chiarezza di ciò che farà: occuparsi solamente dei giovani. Marotta è ancora legato all’Inter e lo sarà fino al 30 giugno del 2027, quando il suo contratto andrà in scadenza e lascerà il suo impegno.

In particolare, si batterà per rendere lo sport gratuito, dal momento che considera sbagliato far pagare i giovani per fare sport. In questo modo verrebbero coinvolte anche le famiglie meno abbienti, dove si celano i campioni, che magari non emergono perché oscurati da chi può permettersi di allenarsi con grandi squadre fin da bambini.

LE PAROLE

INTER – “Quando terminerà il mio contratto con l’Inter e lascerò il club, mi occuperò solo dei giovani”.

GIOVANI – “Il settore giovanile è il patrimonio più grande di una società, soprattutto dal punto di vista umano. Sono sempre più convinto che far pagare lo sport ai giovani sia sbagliato: dovrebbe essere gratuito, perché così si riuscirebbero a coinvolgere anche le famiglie povere, quelle in cui si nascondono i campioni, come accadeva una volta”.

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