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FA – Football Addicted #8! "Premier League 2021/22: ecco i 20 allenatori"

Calcio e dintorni

FA – Football Addicted #8! “Premier League 2021/22: ecco i 20 allenatori”

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QUESTA È FA – FOOTBALL ADDICTED, LA RUBRICA D’APPROFONDIMENTO TARGATA NUMERO DIEZ DEDICATA ESCLUSIVAMENTE AL CALCIO D’OLTREMANICA. OGNI DUE SETTIMANE, AL MERCOLEDÌ, VI RACCONTEREMO UNA STORIA D’ATTUALITÀ O DEL PASSATO, CONDIVIDENDO CON VOI LA NOSTRA PASSIONE PER IL FOOTBALL MADE IN UK! OGGI VI PRESENTIAMO I 20 ALLENATORI DELLE SQUADRE DI PREMIER LEAGUE CHE SIEDERANNO IN PANCHINA NELLA STAGIONE 2021/22.

Quattro spagnoli, un danese, tre tedeschi, un francese, due portoghesi, un argentino, un norvegese, un austriaco, un nordirlandese, uno scozzese e quattro inglesi. Un totale di undici nazioni diverse.

Questa la squadra di allenatori che siederà in panchina alla prima giornata della Premier League 2021/22 (salvo clamorosi colpi di scena estivi).

Undici nazioni per venti allenatori, a certificare ancora una volta la multietnicità e pluralità di scuole calcistiche presenti oggigiorno nel massimo campionato inglese.

Con sei managers britannici, la bandiera più rappresentata sarà quella del Regno Unito, con spagnoli e tedeschi a completare il podio a livello numerico.

I grandi assenti? Gli italiani, con buona pace per la nazione straniera che forse più di tutte nell’ultimo decennio ha regalato gioie a un trio di tifoserie inglesi (vedasi i vari Mancini al Manchester City, Ancelotti, Di Matteo, Conte e Sarri al Chelsea e Ranieri al Leicester City).

ARSENAL

All’Arsenal dal dicembre del 2019, Mikel Arteta sarà probabilmente chiamato a una stagione da tutto o niente.

Dal suo arrivo sulla panchina dei Gunners, in un paio di annate ha conquistato una FA Cup e un Community Shield, ma anche due ottavi posti in Premier League e una media punti in campionato di poco superiore all’1,60 a partita.

Un rendimento per nulla esaltante e che non gli ha di certo permesso di entrare nel cuore di critica e tifosi, giustamente mossi dall’ambizione e dal desiderio di rivedere quanto prima l’Arsenal a lottare per i traguardi più importanti. E non potrebbe essere altrimenti per una squadra che ancora oggi resta il terzo club più titolato a livello nazionale in Inghilterra.

Arrivato all’Emirates Stadium con l’enorme peso di dover essere il Pep Guardiola dell’Arsenal (errore!), in quello che sarà il suo terzo anno alla guida dei Gunners lo spagnolo non potrà più nascondersi.

Il bel gioco a giorni alterni non basta più. La conquista di qualche coppa nazionale nemmeno. In un calcio moderno unicamente preoccupato a trangugiare con veemenza tutto e subito, senza dover neppure aspettare menù e carta dei vini, il tempo per godersi il simposio non esiste più.

Il grande merito che nessuno potrà mai togliere ad Arteta è quello di aver contribuito alla nascita in prima squadra di future potenziali stelle del calcio inglese come Bukayo Saka ed Emile Smith Rowe.

Il grande rammarico potrebbe diventare quello di essere stato costretto ad abbandonarle troppo presto. Tutto o niente. Servono risultati e in una stagione in cui l’unica grande preoccupazione per l’Arsenal sarà quella del campionato (vista la mancata qualificazione all’Europa League) Arteta sarà chiamato a raggiungerli.

ASTON VILLA

Una delle migliori sorprese dell’ultimo campionato di Premier League, Dean Smith si presenta ai blocchi di partenza della nuova stagione con la grande voglia e l’entusiasmo di chi è consapevole di poter puntare a ottimi risultati per l’Aston Villa.

In due anni di Premier League alla guida del club di Birmingham è riuscito a passare da un diciassettesimo posto con salvezza ottenuta all’ultima giornata a un più che buono undicesimo posto con sogni europei a lungo covati nel corso dell’ultima stagione.

Costretto a fare a meno della stella di Jack Grealish da metà febbraio a metà maggio nel 2021 (causa infortunio), il tecnico inglese ha dimostrato di saper far rendere sul campo anche un Aston Villa privo dello sfavillante talento del suo 10.

Certo, un Grealish in campo sposta indubbiamente gli equilibri a favore dei Villans, ma nell’ottica di un’eventuale partenza estiva del natio di Birmingham verso squadre attualmente più prestigiose (vedasi le insistenti voci di mercato che lo collegano al Manchester City, ndr), l’aver dimostrato di poter ricavare, se non oro, quantomeno argento da una squadra priva di Grealish è un grandissimo punto a favore di Smith.

Grealish a parte, nella stagione 2021/22 potrà contare ancora su un Ollie Watkins forgiato da un primo eccellente anno in Premier League e su un Emiliano Buendia in più. Questo il nuovo grande talento che Smith sarà chiamato a gestire e far rendere al Villa Park.

BRENTFORD

Un danese in Premier League non di vedeva dai tempi di Michael Laudrup, quando tra il 2012 e il 2014 sedeva sulla panchina dello Swansea City. Prima un danese non si era addirittura mai visto.

Thomas Frank sarà infatti il secondo manager danese nella storia del massimo campionato inglese e il suo obiettivo sarà quello di continuare a regalare un sogno al Brentford e a tutta la tifoseria delle Bees.

Promosso in Premier League grazie alla finale play-offs di Championship vinta ai danni dello Swansea City, il Brentford nell’ultimo biennio sotto la sapiente guida di Frank ha saputo ergersi al livello di grande protagonista in serie b inglese, dimostrando una continua crescita del proprio progetto.

Dallo spirito latino più che nordico (non aspettatevi un aplomb alla Solskjaer!), Frank dal suo insediamento sulla panchina delle Bees londinesi nel 2018 ha saputo creare stagione dopo stagione un Brentford sempre nuovo e capace di far fronte ogni anno alla partenza dei suoi migliori calciatori.

Con il suo stile di gioco offensivo e basato su un’aggressione decisa ai portatori di palla e a ripartenze rapide e ben organizzate, ha saputo far rendere al massimo prima il trio Benrahma-Watkins-Mbeumo (con il quale ha solo sfiorato la promozione in Premier League) e poi quello formato da Canos-Toney-Mbeumo e all’occasione Forss (con cui l’ha conquistata), senza dimenticare un Emiliano Marcondes sempre decisivo nei momenti più caldi della stagione.

La sua nuova sfida ora sarà quella di creare un Brentford capace di non sfigurare in Premier League, categoria in cui proverà sicuramente a rimanere.

BRIGHTON & HOVE ALBION

Concretizzare. Dopo un quindicesimo e sedicesimo posto nelle ultime due stagioni, Graham Potter quest’anno con il suo Brighton & Hove Albion sarà chiamato a mostrare una crescita che possa portare a una nuova concretezza.

Sebbene per larghi tratti delle ultime due stagioni i Seagulls siano rimasti invischiati a lungo nella lotta per non retrocedere, la squadra di Potter in diverse partite ha mostrato un livello di calcio superiore alla maggior parte dei competitors.

Quando ben eseguite, le trame di gioco offensive sono efficaci e belle da vedere. Così come la fase difensiva, dove solidità e organizzazione hanno permesso al Brighton nell’ultima stagione di essere la settima miglior difesa del campionato (a pari dell’Aston Villa, ndr).

Le basi poste dall’inglese nell’ultimo biennio sono ottime. Un’ulteriore crescita ora è necessaria.

Dopo due stagioni in perfetta fotocopia nei risultati (sempre 41 punti con 9 vittorie, 14 pareggi e 15 sconfitte), i Seagulls adesso devono provare a raggiungere lo status di squadra capace di stabilizzarsi nel limbo della metà classifica in Premier League.

E Potter si è guadagnato il diritto di guidare la squadra in questo processo.

BURNLEY

Sulla panchina del Burnley dal 2012, Sean Dyche non ha bisogno di presentazioni. È il massimo rappresentante inglese del calcio “all’inglese” in Premier League ormai da diversi anni.

È l’uomo che ha portato i Clarets a giocarsi dei play-offs per entrare in Europa League nel 2018. Colui che ha portato due promozioni dalla Championship alla Premier League.

La sua storia al Burnley parla chiaro. A una stagione di bassa classifica ne segue una sorprendente. È successo nel 2014, nel 2016, nel 2018 e nel 2020.

Nel 2020/21 il piazzamento finale è stato un diciassettesimo posto. Nel 2021/22 è lecito dunque aspettarsi un’ennesima annata da incorniciare.

Spesso si dice che la storia sia ciclica e sembra proprio che in quel di Burnley Sean Dyche sia il massimo esponente di questa teoria.

CHELSEA

Campione d’Europa in carica, Thomas Tuchel è pronto ad affrontare la sua prima stagione come manager del Chelsea dalla prima giornata di campionato.

Dal suo arrivo a Londra lo scorso gennaio ha rivoluzionato il mondo Blues. Ha proseguito l’ottimo lavoro iniziato da Frank Lampard e lo ha esaltato improvvisamente, portando indubbiamente la squadra a un livello superiore.

Conquistata l’Europa in pochi mesi, l’obiettivo del tedesco ora non potrà che essere quello di fare altrettanto sul suolo inglese.

La Premier League il grande obiettivo, in attesa di capire quali ulteriori rinforzi il mercato porterà a una rosa già tra le più ricche di talento.

Interessante vedere come l’ex Paris Saint-Germain saprà gestire un’intera stagione al Chelsea. Se riuscirà a mantenere a livelli d’eccellenza una rosa già appagata dalla conquista del trofeo per club più importante al mondo.

Come affronterà i momenti di difficoltà, con il mai semplice compito di dare stabilità a un ambiente (e soprattutto a una presidenza) umorale e abituata a esaltarsi tanto rapidamente quanto a deprimersi.

CRYSTAL PALACE

Ultima squadra ad annunciare il proprio allenatore, dopo l’addio di Roy Hodgson il Crystal Palace ha deciso di affidarsi a Patrick Vieira. Notizia dello scorso weekend.

Forgiato dalle esperienze di allenatore del New York City in MLS e del Nizza in Ligue 1, per la leggenda dell’Arsenal sarà la prima esperienza da manager in Inghilterra.

Il ruolo di collaboratore-allenatore nelle giovanili e seconda squadra del Manchester City tra il 2011 e il 2015 non può essere infatti considerato al pari di una prima panchina in una prima squadra in Premier League.

Raccogliere l’eredità lasciata da un’icona del calcio britannico come Hodgson non sarà per nulla facile, ma Vieira nel corso della sua carriera (sia da calciatore che giovane allenatore) ha sempre dimostrato di avere il carattere necessario per non lasciarsi spaventare da grandi sfide.

Entusiasta del progetto propostogli dalle Eagles sia a livello di prima squadra che per quanto riguarda la crescita dell’Academy, il francese avrà sicuramente come primo obiettivo quello di confermare il buon livello sempre dimostrato dal Crystal Palace dal suo ritorno in Premier League (sempre tra il decimo e quindicesimo posto dal 2014 in poi, ndr).

Non l’avere a disposizione per parecchi mesi lo sfavillante talento di Eberechi Eze (rottura del tendine d’Achille, ndr) complicherà le cose. Un’eventuale partenza di Wilfried Zaha sarebbe poi un altro problema non da poco, ricordando inoltre che molti altri talenti in rosa vedranno scadere il proprio contratto questa estate.

Dal mercato al campo, per Vieira nel sud di Londra sarà dunque subito una prima sfida complicata, ma affascinante.

EVERTON

La chiusura dell’ultimo campionato al decimo posto ha lasciato delusi. L’improvviso addio di Carlo Ancelotti (tornato al Real Madrid, ndr) ha lasciato smarriti. L’arrivo di Rafael Benitez come nuovo manager ha lasciato interdetti (molti, ma non tutti).

Il mondo Everton in pochi mesi si è ritrovato a vivere un ottovolante di emozioni forti e a confrontarsi con un repentino cambiamento della propria realtà.

Dall’arrivo di un super top manager come Ancelotti a fine 2019, con la voglia di riportare l’Everton nelle prime posizioni del lato sinistro del tabellone di Premier League, allo sconforto per la brutta chiusura dell’ultimo campionato solo a metà classifica, seguito poi dall’addio del tecnico italiano.

Fino ad arrivare alla scelta di Rafa Benitez come uomo dal quale ripartire. Il rivale capace di portare il Liverpool a vincere una Champions League nel 2005, indicando poi proprio l’Everton in un’occasione come un “piccolo club”. Motivo per cui è stato criticato pesantemente da alcuni tifosi e minacciato anche da altri delinquenti.

Lo spagnolo sarà il secondo allenatore nella storia a guidare sia Liverpool che Everton. Prima di lui solamente William Edward Barclay a fine 1800.

Per Benitez sarà la quarta squadra diversa allenata in Premier League, dopo Liverpool, Chelsea e Newcastle.

La sfida sarà doppia. Uno: entrare quanto prima nei cuori dei supporters dell’Everton. Due: cercare di fare quello che non è riuscito ad Ancelotti, ovvero riportare i Toffees in Europa.

L’esperienza, la personalità, le idee e il talento per farlo non gli mancano di certo.

LEEDS UNITED

Marcelo Bielsa-Leeds United. Un binomio che ormai in Inghilterra è già entrato nei libri di storia.

Allenatore capace di riportare i Peacocks in Premier League e a condurli a un favoloso nono posto finale alla prima stagione da neopromossa, l’argentino vorrà sicuramente continuare a stupire tutti con il suo inconfondibile gioco nel nord del Paese.

Spesso squadra più divertente dell’ultima annata, il pazzo Leeds di Bielsa potrebbe forse puntare a migliorare la propria fase difensiva, senza però perdere quella locura ormai impressa nel proprio nuovo DNA.

L’acquisto a titolo definitivo dal Manchester City di un giocatore fondamentale come Jack Harrison è stato il primo passo per certificare la voglia da parte del club di continuare a investire in un progetto ambizioso.

Mantenere alto l’entusiasmo e i livelli di rendimento dei vari Patrick Bamford, Kalvin Phillips, Jack Harrison, Ezgjan Alioski, Stuart Dallas e compagnia sarà compito invece di Bielsa.

Una cosa è sicura: a Leeds ci sarà ancora da divertirsi molto.

LEICESTER CITY

Squadra vincitrice dell’ultima edizione della FA Cup, il Leicester City nel 2021/22 ha tutto da perdere, ma anche qualcosa da guadagnare.

Per questo il lavoro di Brendan Rodgers sarà uno dei più difficili, ma affascinanti.

Il suo Leicester ormai è considerato – giustamente – una delle grandi potenze della Premier League e in questa trasformazione da club di metà classifica a top club nazionale è innegabile il contributo del tecnico nordirlandese.

Certo, una spinta clamorosa era arrivata dalla leggendaria conquista del campionato da parte delle Foxes di Claudio Ranieri, ma è giusto riconoscere come Rodgers dal suo arrivo a Leicester sia riuscito a stabilizzare il club nelle prime posizioni di classifica.

Ed è per questo che ormai un doppio quinto posto con la qualificazione alla Champions League all’ultima giornata sfumata via per ben due volte potrebbe non bastare più a molti.

La conquista di un trofeo come la FA Cup ha poi alzato ulteriormente l’asticella. A Leicester i tifosi sono consapevoli di avere un’ottima squadra e un ottimo tecnico e questo li ha resi ambiziosi.

Per questo il grande obiettivo di Rodgers sarà quello di regalare quel ritorno in Champions League che ormai viene visto come naturale prossimo passo di uno splendido cammino intrapreso insieme nelle ultime tre annate.

LIVERPOOL

Rinascita. La parola d’ordine in casa Liverpool per la nuova stagione non potrà che essere rinascita. E quale uomo migliore di Jürgen Klopp per riportare i Reds dove proprio il tecnico tedesco è già stato in grado di portarli?

Dopo un’annata deludente, condizionata da innumerevoli infortuni e da una costante mancanza di equilibrio nelle prestazioni che ha portato a profondi momenti di smarrimento e penuria di risultati, la speranza per il tecnico tedesco è quella di poter tornare a contare sul suo vecchio Liverpool.

Dovrà farlo con un Georginio Wijnaldum in meno (passato al PSG, ndr), ma con un Ibrahima Konaté in più. In attesa di ulteriori rinforzi dal mercato.

A fare la differenza potrà essere poi ovviamente il ritorno in piena forma di Virgil Van Dijk dopo il brutto infortunio.

Carica, passione, grinta, motivazioni e spettacolare gioco offensivo le armi che potrà poi continuare a usare Klopp.

La sua voglia di vincere altri trofei importanti in quel di Liverpool è sicuramente ancora presente.

MANCHESTER CITY

Inutile dilungarsi in pomposi preamboli. Il Manchester City Campione d’Inghilterra in carica sarà ancora la squadra favorita per la stagione di Premier League che sta per partire. Tutti gli altri club vorranno batterla. Tutti gli altri managers vorranno togliere a Pep Guardiola lo scettro di Miglior Allenatore conquistato nel 2020/21.

Ciò che lo spagnolo vorrà fare invece in quella che sarà la sua sesta stagione alla guida dei Cityzens è molto semplice: vincere tutto.

Ci è andato vicino lo scorso anno, quando la doppia sconfitta per mano del Chelsea in semifinale di FA Cup prima e soprattutto in finale di Champions League dopo ha rovinato i piani di una rosa che nel contempo aveva conquistato la Coppa di Lega (Carabao Cup, ndr) e la Premier League.

Ci riproverà quest’anno, quando il vero grande obiettivo sul quale riversare la parte più cospicua di energie sarà ovviamente il raggiungimento della tanto attesa vittoria della Champions League.

Con un Manchester City Campione d’Europa, Guardiola vedrebbe completata la sua opera sul suolo inglese.

Da capire, per gli appassionati di tattica e mercato, se la corsa all’oro verrà fatta con o senza centravanti. Kane sì o Kane no? Qualcuno al posto di Aguero o nuovamente “lo spazio” a vestire la maglia del nove? L’estate darà le prime risposte.

MANCHESTER UNITED

Secondo della classe nell’ultima annata di Premier League. Grande sconfitto nella finale di Europa League per mano di un sorprendente Villarreal.

Il Manchester United è pronto a compiere l’ultimo passo sul cammino per la gloria o non ancora?

In crescita continua dall’arrivo in panchina di Ole Gunnar Solskjaer nel 2019, i Red Devils vogliono essere la vera antagonista del Manchester City nella nuova annata.

L’acquisto per 85 milioni di sterline circa di Jadon Sancho ne è la dimostrazione, con i rossi di Manchester che le proveranno tutte poi per blindare a Old Trafford gli altri talenti già presenti in rosa, a partire da un Paul Pogba rivitalizzato nel corso dell’ultima stagione e apparso nuovamente concentrato corpo e mente nel progetto Man Utd.

Un sesto posto. Poi un terzo. Poi un secondo. Ora l’ovvio obiettivo del primo. Il tecnico norvegese con i Red Devils non ha ancora conquistato un trofeo in tre anni, ma ha dimostrato di sapersi avvicinare sempre di più al trionfo.

Con calma, pazienza, tanto lavoro e ottimo equilibrio. Solskjaer e il Manchester United sono chiamati a fare lo step che i grandi tecnici indicano sempre come il più difficile: vincere.

NEWCASTLE UNITED

Altalenante nella prima parte di stagione. Deludente nell’intermezzo. Clamorosamente efficiente quando le partite hanno iniziato a pesare di più.

Il Newcastle United di Steve Bruce nell’ultima annata ha vissuto un campionato da montagne russe, riuscendo a cadere e a rialzarsi più volte, fino al raggiungimento di un ottimo – e inaspettato – dodicesimo posto finale.

Confermarsi nella parte alta del tabellone di destra della Premier League per i Magpies sarà complicato, ma non impossibile.

Il talento necessario per regalarsi un campionato quantomeno tranquillo è presente nella rosa di Bruce. Il difficile resta trovare una continuità di rendimento.

Troppo spesso il Newcastle guidato dal tecnico inglese si è rivelato altalenante nel corso delle ultime due stagioni.

Veterano della panchina e figlio prediletto di Corbridge, Bruce ha avuto comunque il merito di riuscire a far crescere a livello generale il suo Newcastle in ventiquattro mesi. Un processo che ora dovrà portare avanti con ancora più energia.

NORWICH CITY

Dominatore dell’ultimo campionato di Championship, il Norwich City è salito in Premier League per restarci.

Questo è infatti il mantra che circola tra le fila dei Canaries e ripetuto sicuramente più volte ai propri collaboratori e giocatori da Daniel Farke.

Il tecnico tedesco non ha infatti alcuna voglia di ripetere la deludentissima stagione vissuta due anni fa in prima divisione. Anche in quell’occasione fresco vincitore del campionato di serie b inglese, il suo Norwich chiuse all’ultimo posto in Premier League, con soli 0,55 punti a partita di media e una amarissima retrocessione immediata.

Quest’anno la musica in quel di Carrow Road deve cambiare. I Canaries solo pochi mesi fa hanno dimostrato di essere una delle migliori squadre di sempre mai viste in Championship.

L’obiettivo in Premier League ora è quello di regalarsi una salvezza, o quantomeno di lottare fino all’ultimo per essa.

Certo l’addio della stella della squadra Emiliano Buendia (accasatosi all’Aston Villa, ndr) complicherà non di poco i piani di Farke.

Il tedesco dal suo arrivo al Norwich nel 2018 ha però dimostrato di saper lavorare molto bene con il capitale umano che la società gli ha messo a disposizione nelle varie annate.

In Championship lo ha fatto alla perfezione. In Premier League ha mancato il primo colpo.

Ora però avrà una seconda possibilità, con il vantaggio di avere un’esperienza maggiore e di disporre di una squadra più sicura dei propri mezzi.

SOUTHAMPTON

Sorprendente a fasi alterne. L’ultima stagione del Southampton può essere riassunta con senno in questa frase.

Una delle migliori sorprese della prima parte di campionato, dove per diverse giornate è stata in una posizione valevole per una qualificazione in Champions League o Europa League. Protagonista di un tracollo vertiginoso nel girone di ritorno. Semifinalista di FA Cup (sconfitta per 1-0 dal Leicester poi laureatosi campione, ndr).

Ralph Hasenhüttl a Southampton è riuscito a mostrare tutti i migliori pregi e i peggiori difetti della propria squadra.

Ha portato Danny Ings a esprimersi a livelli mai raggiunti prima in carriera. Ha lanciato definitivamente il giovane talento Che Adams. Con il suo gioco ha aiutato James Ward-Prowse a collezionare quella che è stata forse la miglior stagione della sua vita.

Ha però raccolto anche meno di quello che ha seminato, perché il suo Southampton (ribadiamo, a tratti ottima squadra!), ha finito spesso per sciogliersi come neve al sole all’improvviso.

Diversi infortuni importanti nel corso della stagione non hanno di certo aiutato, ma il potenziale di cui dispongono i Saints nella propria rosa è di quello che può permettere di superare alcune difficoltà e attestarsi comunque a centro classifica.

Non la possibile partenza di Danny Ings però. Voce diffusasi negli ultimi giorni, un eventuale addio del centravanti inglese potrebbe finire con l’annullare in un colpo solo tutto il duro lavoro fatto da Hasehüttl a Southampton.

Per rimpiazzare il 9 servirebbe un colpo da maestro. Ed è per questo che i Saints sono già a un importante bivio che può finire col dare un senso piuttosto che un altro alla stagione che sta per iniziare.

TOTTENHAM HOTSPUR

“Vogliamo tornare al nostro DNA di squadra offensiva” ha dichiarato recentemente il chairman del Tottenham Hotspur Daniel Levy. Traduzione: dimenticare il capitolo Jose Mourinho, a dimostrazione del rapporto ormai logoro tra i due.

Nello stesso periodo è arrivato l’annuncio del nuovo allenatore: Nuno Espirito Santo.

Non il primo nome sulla lista degli Spurs, visti i contatti infruttuosi con i vari Antonio Conte, Brendan Rodgers, Erik ten Hag, Mauricio Pochettino, Paulo Fonseca e Gennaro Gattuso, ma la scelta che alla fine potrebbe rivelarsi la più in linea con i desiderata del club londinese.

Con la situazione legata al futuro di Harry Kane ancora tutta da decifrare, difficilmente il tecnico portoghese siederà alla sua nuova scrivania per scrivere una lista degli acquisti ambiziosa, costosa e impossibile (come avrebbe potuto fare una personalità come Antonio Conte invece).

Dopo aver speso fondi ingenti per la costruzione dell’incredibile nuovo stadio e aver ottenuto pochissime entrate dalle molteplici infrastrutture presenti in esso (lo stadio è rimasto chiuso per un lunghissimo periodo a causa della pandemia di Covid-19, ndr), difficilmente il primo pensiero del Tottenham sarà quello di impegnare ulteriore denaro a perdere in una campagna acquisti faraonica questa estate.

Riscattare però la pessima ultima stagione è d’obbligo per gli Spurs ed è qui che Nuno Espirito Santo potrebbe fare la differenza.

Il suo nome non catturerà le prime pagine dei giornali o gli occhi dei tifosi internazionali, ma il manager portoghese al Wolverhampton ha dimostrato di saper far eccellere la propria squadra in Premier League. Anche superando i propri limiti di forza.

Due settimi posti in tre anni ne sono la dimostrazione (il primo, tra l’altro, da squadra neopromossa), con l’ultima annata chiusa sì al tredicesimo posto, ma indubbiamente condizionata dallo spaventoso infortunio avvenuto a Raul Jimenez, per traslazione l’Harry Kane dei Wolves. Senza dimenticare un quarto di finale raggiunto in Europa League nell’agosto del 2020.

Per Nuno Espirito Santo quella del Tottenham sarà poi la panchina più prestigiosa della sua carriera fin qui. Una motivazione extra per iniziare un’avventura senza ombra di dubbio tra le più affascinanti della prossima stagione di Premier League.

WATFORD

Altra squadra neopromossa, dopo aver chiuso l’ultimo campionato di Championship al secondo posto, il Watford è tornato in Premier League a distanza di un solo anno dalla retrocessione.

Miglior difesa lo scorso anno in serie b inglese, gli Hornets nella loro risalita in prima divisione sono stati condotti da Xisco Muñoz, manager subentrato a Vladimir Ivic a fine dicembre 2020.

Per lo spagnolo sarà una prima volta assoluta in Premier League e il compito sarà ovviamente quello di mantenere in club in massima divisione.

Obiettivo per nulla facile per una squadra priva di grandi talenti. Se il rendimento tra le mura amiche di Vicarage Road e l’efficienza difensiva dovessero però confermarsi sui livelli di eccellenza della scorsa stagione, il Watford potrebbe dire la sua nella lotta per non retrocedere.

La cosa certa è che per l’ex tecnico della Dinamo Tbilisi ci sarà molto lavoro da fare.

WEST HAM UNITED

Dal nostro punto di vista sono stati la squadra rivelazione dell’ultima Premier League e il Miglior Allenatore.

L’accoppiata West Ham United-David Moyes è stata una delle più belle viste negli ultimi dodici mesi.

Confermare gli Hammers intorno a quel sesto posto meraviglioso ottenuto nell’ultimo campionato non sarà cosa da poco per il tecnico scozzese, ma pare proprio che dalle parti del London Stadium si sia creata finalmente un’alchimia che potrebbe regalare nuove soddisfazioni.

Per il West Ham la stagione 2021/22 sarà quella del grande ritorno nel calcio europeo, con una Europa League da vivere a pieni polmoni con spensieratezza e la giusta voglia di godersi un’avventura inseguita a lungo e finalmente conquistata.

Inutile dire che una riconferma di Jesse Lingard sarà fondamentale. Che il mantenimento di un alto livello di entusiasmo e consapevolezza nei propri mezzi all’interno della rosa sarà necessario. Che qualche rinforzo sul mercato non farebbe male.

Ciò che non dovrà assolutamente mancare è però la fiducia nei confronti di David Moyes. Lo scozzese se l’è conquistata a suon di risultati, riportando il sorriso a un ambiente spesso depresso nel recente passato.

WOLVERHAMPTON WANDERERS

Last but not least. Il Wolverhampton Wanderers nella Premier League 2021/22 si presenterà con Bruno Lage in panchina.

Salutato Nuno Espirito Santo dopo quattro splendidi anni di successi, i Wolves ripartono dunque da un altro portoghese, assistito ovviamente dalla Gestifute di Jorge Mendes (legata come noto a doppio filo con il Wolverhampton, ndr).

Natio di Setubal, città famosa per aver dato i natali a un altro grande tecnico portoghese come Jose Mourinho, Lage non è del tutto nuovo al calcio inglese.

Tra il 2015 e il 2018 ha infatti ricoperto il ruolo di viceallenatore allo Sheffield Wednesday e allo Swansea City (rispettivamente in Championship e Premier League e sempre come vice del connazionale Carlos Carvalhal).

Le migliori soddisfazioni se le è però ritagliate in patria, dove alla guida del Benfica ha conquistato un campionato portoghese e una Supercoppa di Portogallo.

Ora avrà l’arduo compito di proseguire quanto di buono fatto da Nuno Espirito Santo ai Wolves. Per nulla facile.

Ecco a voi i 20 allenatori che siederanno in panchina alla prima giornata della Premier League 2021/22 (ribadiamo, salvo clamorosi colpi di scena estivi!). Tra conferme e grandi novità: 20 storie tutte da seguire.

And now – once more – let’s grab a pie and a beer, mates. Enjoy!

Alla prossima puntata di ‘FA – Football Addicted’!

 

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[INTERAGISCI CON NOI! Hai in mente una particolare storia di calcio britannico di cui vorresti leggere un nostro approfondimento nella rubrica FA – Football Addicted? Lascia un commento nel box dedicato che troverai nelle nostre stories Instagram o scrivici un messaggio. Il tema della prossima puntata potresti sceglierlo tu!]

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram ufficiale Premier League

Calcio e dintorni

adidas e FIGC presentano la nuova collezione per le Nazionali italiane di calcio

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Mancano ormai pochi mesi a EURO2024. Per l’occasione, prosegue la collaborazione tra adidas e FIGC, che presentano la nuova collezione di prodotti dedicati alle Nazionali Italiane di calcio (maschili, femminili. Questa include le maglie Home e Away e i capi di abbigliamento Training e Travel.

La Home jersey, che verrà indossata per la prima volta nell’amichevole di giovedì contro il Venezuela, onora la tradizione delle maglie azzurre e, per la prima volta, il tricolore viene applicato sulle spalle. La texture della maglia è realizzata inserendo un codice-binario che replica la lettera i, imprimendola nel tessuto della maglia stessa. Nel retrocolletto compare la scritta “L’Italia chiamò”, che rimanda a “Il Canto degli Italiani” scritto da Goffredo Mameli.

Anche l’Away jersey prende ispirazione dalla bandiera italiana. Gli inserti rossi sul lato sinistro e quelli verdi sul lato destro, abbinati al bianco della maglia, compongono il Tricolore. Il kit, che comprende pantaloncini azzurri e calzettoni bianchi, debutterà nell’amichevole che la Nazionale di Spalletti giocherà contro l’Ecuador.

Per la collezione Travel, adidas ha disegnato per le Nazionali italiane una tuta N.Z.E., massima sintesi di comfort e stile. La hoodie full-zip è caratterizzata da un elegante colore artic night e dallo stemma monocromo off white della Nazionale di calcio. L’offerta di prodotto dedicata ad Azzurri ed Azzurre è completata da un’ampia gamma di capi Training caratterizzati dai dettagli oro e Tricolore, esaltati da una base blu notte per gli atleti e bianca per lo staff tecnico.

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Calcio e dintorni

Mohammed Barakat bombardato da un raid, se ne va una leggenda del calcio palestinese

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barakat mohammed

Nell’atrocità del conflitto tra Israele e Palestina, tra i tanti civili che hanno perso la vita a Gaza c’è anche Mohammed Barakat. Il calciatore 39enne, stella del calcio palestinese e simbolo del suo popolo se ne è andato. Un raid israeliano ha colpito la sua casa.

Uno dei migliori attaccanti del suo paese con più di 100 gol in carriera è stato colpito da un bombardamento nella sua abitazione di Khan Younis. Il giocatore dell’Ahli Gaza è stato ricordato da Khalid Abu-Habel, difensore del Khadamat al-Maghazi che ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Al-Jazeera. Ecco le sue parole:

IL RICORDO DI BARAKAT –“Che enorme perdita dentro e fuori dal campo per il calcio palestinese. Ho giocato contro di lui. Era veloce e intelligente. Un capocannoniere eccezionale. Fuori dal campo era gentile e amichevole. Un amato amico di tutti. Sono troppo arrabbiato. È un’icona del calcio. Lo sport a Gaza ha perso molto durante la guerra. Quanti ne dovremmo perdere ancora? La comunità sportiva a Gaza sta semplicemente sparendo”.

Queste le parole d’addio a una leggenda del calcio palestinese. Un calciatore eccezionale dentro e fuori dal campo. L’ennesima vittima  civile di questo sanguinoso conflitto che sembra non avere fine.

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Calcio e dintorni

Inter e Vieri di nuovo insieme: annunciata una collaborazione

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Vieri

Christian Vieri, ex calciatore dell’Inter dal 1999 al 2005, attraverso un post su Instagram ha annunciato una collaborazione con la squadra nerazzurra. Ecco il comunicato:

L’ANNUNCIO UFFICIALE – “Siamo molto lieti di informarVi che in data 1 Marzo 2024 Inter Media and Communication S.p.a. e Bombeer S.r.l. hanno sottoscritto un contratto di collaborazione di durata pluriennale, durante il quale verrà prodotta una birra in co-branding, dove appariranno entrambi i marchi di Inter e di Bombeer, La Birra del Bomber”.

Il nome di Vieri si lega nuovamente al club nerazzurro. L’ex attaccante in carriera ha vestito 190 volte la maglia dell’Inter segnando la bellezza di 123 gol e fornendo 22 assist. Da  qualche settimana Bobo Vieri è stato sorpassato da Lautaro Martinez nella classifica dei migliori marcatori nella storia dell’Inter.

L’ex bomber, ritiratosi nel 2009, risiede al decimo posto nella classifica all-time dei migliori goleador nerazzurri. L’argentino invece, attualmente all’ottavo posto, punta a superare in questa stagione Istvan Nyers in settima posizione con 133 gol.

Vetta della classifica che ad oggi sembra davvero irraggiungibile per Lautaro. D’altronde davanti a tutti si trova quel Giuseppe Meazza a cui è intitolato San Siro, con la bellezza di 284 gol in 466 partite. Il futuro del Toro sembra essere nerazzurro per ancora molti anni e, anche se complicato, chissà che un giorno non riesca ad avvicinarsi a quel primato.

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Abodi sulla situazione di Gravina: “Mi preoccupa moltissimo, però serve prudenza”

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Gabriele Gravina, presidente della FIGC, negli scorsi giorni è finito al centro dello scandalo dossieraggi, subendo l’accusa di appropriazione indebita e riciclaggio. Il numero uno della FIGC ha chiesto subito di essere ascoltato, in modo tale da chiarire la sua situazione, dichiarandosi innocente. Tuttavia Andrea Abodi, attuale Ministro per lo sport e per i giovani, tende a rimanere cauto sulla condizione di Gravina, di cui ha parlato a margine di un evento al CONI. In particolare ha iniziato parlando del caso dossieraggio, concentrandosi sulla situazione di Gravina, della quale si occuperà la magistratura, ribadendo il fatto che in queste situazioni serva molta cautela. In seguito ha affermato di aver contattato il presidente della FIGC, definendo come inquietante ciò che emerge dalla cronaca.

LE PAROLE

GRAVINA – “La situazione di Gravina? Mi preoccupa moltissimo, però oltre non vado. Sono abituato a parlare con la cautela necessaria. Di fronte a questa vicenda servono prudenza e garanzie. La magistratura in primo luogo farà la sua parte. Io poi sono contrario ai tribunali del popolo e ai processi di piazza”.

CONTATTO – “Ho sentito Gravina, anche perché abbiamo problemi quotidiani che vanno affrontati, ma quello che emerge dalla cronaca di questo fatto è il dato inquietante“.

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