Calcio e dintorni
Fair play finanziario, le squadre finite nel mirino
Pubblicato
5 anni fa:
Ormai, l’espressione fair play finanziario è entrata nel vocabolario di tutti gli appassionati di calcio. Per dovere di completezza, è bene chiarire che il FFP (dall’inglese Financial Fair Play) è un progetto del comitato esecutivo della UEFA, approvato nel 2010 e iniziato nel 2011. Le società sono sotto controllo sulla base di tre requisiti fondamentali. Questi requisiti sono la totale assenza di debiti arretrati verso altre società, dipendenti o autorità, la capacità di fornire indicazioni sul futuro e l’obbligo di pareggio del bilancio. L’obiettivo del FFP è quello di ridurre il più possibile, o meglio ancora estinguere, i debiti delle società calcistiche. Questo progetto dovrebbe favorire quindi l’auto-finanziamento ma spesso i club hanno infranto le sue leggi. Ecco alcuni dei casi più importanti e le loro conseguenze.
MANCHESTER CITY
Già nel 2014, il Manchester City finì sotto il giudizio del FFP. A partire dal 2009 infatti, con l’arrivo dello sceicco Mansur, i Citizens intrapresero un rapido percorso di crescita, figlio di grandi investimenti economici. Nell’estate del 2010 l’arrivo di Tevez, Kolo Tourè, Roque Santa Cruz e molti altri costò 140 milioni di euro. Nelle stagioni successive seguirono ovviamente gli acquisti di David Silva, Edin Dzeko, Mario Balotelli, Sergio Aguero e via dicendo. Nel 2011-2012 arrivò finalmente la vittoria della Premier dopo ben 44 anni. Come è facile intuire dai nomi letti sopra però, le spese del club furono nettamente superiori a quello che la vittoria del campionato fu in grado di portare. Nel 2014 l’unica soluzione fu quindi quella del settlement agreement, una sorta di patteggiamento con il quale la società avrebbe potuto concordare le sanzioni e il percorso per rientrare nei parametri del Fair play finanziario (FFP), con vincoli precisi e tassativi. Al contrario del voluntary agreement – proposto dalla stessa società – il settlement agreement viene proposto dall’UEFA. È delle ultime ore però la notizia che il City starebbe rischiando grosso a causa di manovre sospette risalenti proprio al 2014. Secondo il Times la squadra allenata da Pep Guardiola sarebbe a un passo dall’esclusione della prossima Champions League. Secondo quanto emerso da Football Leaks i dirigenti del City avrebbero infatti compiuto operazioni in violazione del FFP. Ciò comporterebbe l’automatica esclusione dalle coppe europee nella stagione 2019-20. La conclusione dell’indagine UEFA è attesa a breve.
PARIS SAINT-GERMAIN
La storia del Paris Saint-Germain è molto simile a quella degli Sky blues. Dopo anni passati tra l’indifferenza generale in Ligue 1, la svolta: nel 2011 il club parigino venne acquistato dal gruppo Qatar Investment Authority e affidato alla presidenza di Nasser Al Khelaifi. Analogamente a quanto visto a Manchester, gli investimenti dei nuovi proprietari non tardarono ad arrivare e furono decisamente importanti. Da Pastore a Ibrahimovic, passando per Verratti, Lavezzi e Thiago Silva. Fior fior di giocatori arrivarono nella capitale e vennero pagati a peso d’oro. Anche al PSG non bastò la vittoria del campionato per sfuggire all’attenzione del fair play finanziario. Nel 2014 arrivò anche per il club francese un settlement agreement. Il caso del Paris si è reso ancora più interessante per quanto successo la scorsa stagione. Come tutti sanno, durante l’estate del 2017 i parigini hanno acquistato la coppia Neymar-Mbappè alla modica cifra di 400 milioni di euro (cifra per il solo acquisto, esclusi gli stipendi dei due). Attraverso formule ritenute ingannevoli da molti, sembrerebbe che i dirigenti dei pluricampioni di Francia abbiano aggirato i paletti del FFP. Inizialmente la UEFA aveva chiuso il procedimento aperto sui francesi non rilevando alcuna infrazione per il triennio 2014-2017. Successivamente il club avrebbe concluso le operazioni richieste dal regolamento per il rientro nei parametri ma anche in questo caso Football Leaks ha rivelato documenti che dimostrano tutt’altro. Il Qatar avrebbe depositato 1,8 miliardi di euro nelle casse del Psg in maniera non consentita.

Infantino e Platini sarebbero stati a conoscenza delle manovre del Psg.
MILAN
All’inizio del 2012, le tre squadre più rappresentative della Serie A, Juve, Inter e Milan, risultavano come fortemente indebitate, con più di 60 milioni di deficit all’anno. I bianconeri rimediarono al problema anche grazie alla costruzione dello stadio di proprietà. Questa pratica è infatti promossa dalle regole del FFP che la escludono dal bilancio finale (così come gli investimenti sui settori giovanili). Le milanesi invece decisero di risparmiare nelle seguenti stagioni e di fare tagli netti al monte ingaggi senza ottenere i risultati dei rivali. L’Inter è ancora imbrigliata tra le varie leggi che le impediscono di fare mercato in totale libertà (come nel caso del mancato riscatto di Rafinha e Cancelo) ma il Milan è sicuramente la squadra che in questo momento attraversa il periodo più complicato da questo punto di vista. La campagna acquisti faraonica dell’anno scorso non ha portato i risultati sperati e la mancata qualifica alla Champions ha avuto un peso notevole sul bilancio. Il Milan infatti è stato sospeso per un anno dalle competizioni europee, salvo poi essere riammesso dal TAS di Losanna. La fase di profondo mutamento societario del Diavolo ha un peso notevole nella vicenda. La nuova dirigenza targata Scaroni-Leonardo sembra dare più garanzie di quella precedente e il Milan è riuscito così a contenere i danni. La situazione rimane per certi versi ancora in bilico tanto che nei prossimi giorni si discuterà ancora una volta di un settlement agreement.
TIRANDO LE SOMME
I tre sopra sono solo alcuni dei casi più discussi degli ultimi anni. Alcune società si sono ritrovate con debiti scaduti, come il Beşiktas che è stato escluso per due stagioni dalle coppe europee. Bursaspor e PAOK hanno ricevuto sanzioni simili per aver violato le licenze UEFA . Nel 2013 a causa dei pagamenti di stipendi arretrati sono state escluse della competizioni UEFA Malaga, Hajduk Spalato, Osijek, Dinamo Bucurest, Rapid Bucurest e Partizan Belgrado. Il Palermo Football Club è stato escluso per un anno dalle coppe europee, ma è attualmente in procedura di ricorso. L’impressione è però che questi ormai tanto citati agreement stiano diventando una sorta di paracadute per quelle società che si lanciano in operazioni azzardate nella speranza di sbarcare il lunario. Sono ben 27 ad oggi i club che hanno usufruito di questa formula per evitare sanzioni più pensati, su tutte l’esclusione dalle coppe. Tra queste squadre figurano anche Zenit, Monaco e Roma. Ogni provvedimento ha richieste specifiche sulla base della storia e degli eventi legati a ciascuna società anche se in molti storcono il naso. La domanda è una sola: questo Financial Fair Play serve davvero a qualcosa?
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Calcio e dintorni
ESCLUSIVA – La ‘Brigata Mai 1 Gioia’ di San Marino raccontata dai suoi partecipanti
Pubblicato
5 giorni fa:
Novembre 22, 2023
Sembrerà strano a dirsi, ma – alla fine di questa pausa – la nazionale del San Marino vive uno dei momenti migliori della sua storia recente. È vero: i biancazzurri hanno concluso il loro gruppo di qualificazione ad Euro 2024 con nove sconfitte su nove partite giocate, ma nelle ultime tre gare del girone (contro Danimarca, Kazakistan e Finlandia) San Marino ha realizzato altrettanti gol, segnando a tutte e tre le compagini affrontate. Un vero e proprio record, considerando che non era mai successo nella storia della nazionale.
Ad essere felici, quindi, non sono solo i componenti dello staff tecnico e i giocatori, ma anche e soprattutto i tifosi del San Marino che, spoiler, sì, esistono. Ma non solo, la nazionale può vantare addirittura di un gruppo di tifosi organizzato, la ‘Brigata Mai 1 Gioia’, composta da appassionatissimi che da anni seguono le avventure della squadra anche all’estero. Abbiamo voluto conoscere meglio questo simpaticissimo gruppo intervistando Daniele e Davide, membri ormai navigati della Brigata.
POPOLARI LONTANO DA CASA
Proprio in virtù delle diverse trasferte, la Brigata si è fatta conoscere ed apprezzare fuori da San Marino e l’Italia, prendendo in simpatia tante tifoserie straniere, oltre che la stampa estera. Una cosa che ha tenuto subito ad evidenziare Daniele, l’attuale leader del gruppo.
“Effettivamente è molto strano. Le testate internazionali ci hanno cercato in ogni modo, ieri per esempio ero sul DailyMail, ma mi hanno chiamato anche BBC e altre testate di un certo livello. In Italia invece c’è gente che si domanda ancora cosa esista a fare San Marino e non ne comprendo il motivo. A conti fatti il nostro gruppo è quasi più conosciuto all’estero che in patria e spero che le cose possano cambiare e si capisca perché tifiamo San Marino. Il risultato non c’entra nulla, è una filosofia radicata”.
Una cosa confermata anche da Davide, che ci ha detto:
“A Belfast (contro l’Irlanda del Nord ndr.) i tifosi volevano conoscerci e fare foto con noi. È stato molto bello, alcuni addirittura ci mettevano di fianco i loro bambini per scattare fotografie di ricordo, incredibile. In Italia ci considerano quasi degli appestati!”.
UN GRUPPO NATO PER GIOCO
Chiaramente, per raccontare e conoscere meglio la storia della Brigata mai 1 gioia, abbiamo dovuto far luce sulle sue origini e sulle ragioni che l’hanno spinta a nascere. A spiegarci tutto nei dettagli è stato ancora una volta Daniele.
“Il gruppo è nato 11 anni fa da un’idea di Massimo, il suo fondatore. Per curiosità andò a vedere un match a San Marino e allo stadio si accorse che tutti gli spettatori erano seduti, esattamente come al teatro, e nessuno cantava. Questa cosa gli mise un po’ di tristezza e per gioco decise di fondare un gruppo che con il tempo si è espanso. Ora siamo circa in 30 e i nostri membri vengono da tutt’Italia, ma anche da paesi esteri come Germania e Austria”.
Sì, perché è importante specificare che dei circa trenta membri della Brigata, in pochi vengono da San Marino. Gli stessi Daniele e Davide non sono sammarinesi: il primo viene dalla Toscana e vive a Modena, il secondo è originario di Salerno. Doveroso, allora, chiedergli i motivi per i quali si sono avvicinati alla causa biancazzurra.
“Mi piace il calcio pulito, quello in cui non ci si picchia ma si fa amicizia, potremmo definirlo quasi un ‘calcio rugbistico’. San Marino è un unicum: incontri tifosi delle altre nazionali all’inizio e alla fine della partita, li conosci, ci scambi le sciarpe e magari ci vai anche a prendere una birra. È come se ci fosse un habitat incontaminato, dove tra l’altro è possibile conoscere anche i membri della nazionale. A Belfast per esempio abbiamo conosciuto tutti e sono diventato amico di Dante Rossi (calciatore della rappresentativa sammarinese ndr.). Contro la Finlandia, poi, abbiamo avuto modo di parlare anche con il CT, che ci ha raccontato come stessero lavorando e cosa era successo nella partita precedente in Kazakistan. È un clima irripetibile, chiaramente è impossibile fare questo con l’Italia o con qualsiasi altra nazionale: a San Marino trovi qualcosa che non si può fare da nessun’altra parte e questo mi ha spinto ad appassionarmi”.
Per quanto riguarda Davide, invece:
“Da anni mi piace il calcio sammarinese, per me la Champions League inizia a giugno con i turni preliminari, e non a settembre con i gironi. Diversi anni fa trovai la pagina della Brigata su Facebook e iniziai a seguirla perché la trovavo una bella iniziativa. Nel 2019, poi, mentre studiavo a Bologna, sul gruppo scrissero che c’era un posto disponibile per andare a vedere una partita e mi ci fiondai. In quella gara il San Marino riuscì anche a segnare un gol, così i membri della Brigata pensarono che portassi fortuna e mi inclusero immediatamente nel loro gruppo. In realtà da allora il San Marino non ha mai vinto e uno dei pochi pareggi mi ha fatto anche perdere una schedina perché avevo scommesso sulla sconfitta! Fu comunque un’esperienza molto divertente che mi ha fatto entrare in un gruppo di amici”.
L’AIUTO DELLA FEDERAZIONE
Quella della Brigata, insomma, è una realtà piccola ma vivace che, peraltro, nell’organizzazione di viaggi e nell’acquisto dei biglietti, ha potuto anche contare sulla federazione sammarinese. Come anticipato da Davide, a volte i membri del gruppo possono accedere a fasi di vendita anticipata dei biglietti, soprattutto contro gli avversari di lustro internazionale. Ancora una volta Daniele ci ha chiarito la questione.
“Il rapporto con la Federazione c’è sempre stato anche se siamo un gruppo indipendente che, in base alle situazioni, può anche criticare. Dallo scorso settembre, comunque, il nostro rapporto è passato dall’essere confidenziale a ufficiale. C’è stato un incontro tra i tifosi, il presidente federale, il segretario generale e il CT. È stata l’occasione per sederci ad un tavolo e iniziare a collaborare, i nostri obiettivi come gruppo sono affini a quelli della federazione e lo scopo è quello di portare gente allo stadio. Quando possibile loro cercano di aiutarci con i biglietti: chiaramente andare a vedere il San Marino non è gratis, ma si cerca di agevolare i tifosi che vengono più spesso. Anche per l’organizzazione logistica delle trasferte spesso parliamo e ci organizziamo con la federazione stessa, siamo entità distinte ma non estranee e anche questa è una cosa che non puoi trovare altrove”.
UN’ESPERIENZA DA PROVARE
Alla fine della nostra intervista, abbiamo voluto chiedere ai due ragazzi se si sentissero di consigliare l’esperienza di entrare a far parte della Brigata mai 1 gioia e quali fossero i lati positivi del tifare una squadra che, risultati alla mano, non vince da quasi vent’anni. Ci hanno risposto così.
“Tifare San Marino”, ci dice Daniele, “non è come tifare una qualsiasi altra squadra. Bisogna cambiare il punto di vista: chiaramente se si pensa solo al lato calcistico si vedrà una nazionale che, piuttosto che a vincere, ambisce a perdere con dignità, e questo non è chiaramente il massimo per una persona che guarda esclusivamente al campo. Si deve guardare al pacchetto completo: se si vuole sfruttare il calcio per fare nuove amicizie e portare valori allo stadio, allora l’esperienza è consigliatissima“.
“Nella battaglia tra Davide e Golia noi siamo Davide, personalmente sarebbe troppo facile tifare una squadra che vince sempre. Noi pensiamo ai ragazzi che scendono in campo: anche in caso di sconfitta, se alzano lo sguardo trovano gente pronta ad applaudirli e a riconoscere il merito di ragazzi come noi che hanno il coraggio di affrontare professionisti dieci volte più forti di loro. Sfido tutti i leoni da tastiera che attaccano con cattiveria il San Marino a giocare in uno stadio di 40 mila persone contro gente del calibro di Hojlund ed Eriksen, per me è un atto quasi eroico e va riconosciuto”.
Per quanto riguarda Davide, invece:
“Tifare San Marino non è per tutti ed è un’esperienza che consiglio solo a chi nella vita sa accettare bene le sconfitte. Sicuramente però è un qualcosa di molto costruttivo che, anche al di fuori del calcio, insegna a vivere in maniera più rilassata e a godere anche delle piccole cose. So che sembra esagerato, ma trovarsi nella Brigata può essere anche terapeutico e renderci delle persone migliori“.
Si ringraziano Davide e Daniele per la loro gentilezza e disponibilità.
Calcio e dintorni
ESCLUSIVA – Il dott.Pazzona approfondisce la psicologia in ambito sportivo

Pubblicato
2 settimane fa:
Novembre 14, 2023
PSICOLOGIA DELLO SPORT – Il ruolo dello psicologo dello sport è spesso sottovalutato. L’aspetto mentale è fondamentale, infatti, nel rendimento di un atleta. Ma quanto incide la psicologia nel calcio? Lo abbiamo chiesto al dott. Riccardo Pazzona, psicologo dello sport, che ha approfondito dettagliatamente l’argomento in questione.
QUANTO INCIDE LA PSICOLOGIA SUL CALCIO?
Quanto incide la psicologia sulla difficoltà di ambientamento di un calciatore, come ad esempio De Ketelaere, che ha deluso le aspettative al Milan e che è stato costantemente attaccato dalla tifoseria milanista?
“Sicuramente l’aspetto psicologico incide tantissimo nella prestazione. La prestazione è composta da 4 pilastri; se noi immaginiamo questi pilastri come le gambe di un tavolo, se una di questi cade, ecco che allora ci sono una serie di ripercussioni che vanno ad influire sulla prestazione come nel caso di De Ketelaere che adesso sta rendendo meglio all’Atalanta. Nel caso di una nuova realtà, una persona con difficoltà di ambientamento non riesce ad esprimersi al meglio”.
Spesso si sente parlare di giocatori che scendono in campo nonostante non abbiano una condizione mentale adatta: crede che un calciatore che non è sereno debba evitare di scendere in campo?
“Possiamo rispondere in due modi. O in base a come sta il giocatore, si decide se farlo scendere in campo o meno; oppure se vogliamo pensarla in maniera più strutturata, in funzione del suo stato d’animo e delle sue sensazioni, noi professionisti possiamo intervenire sulla regolazione emotiva. Per far ciò, è necessario monitorare una serie di parametri in prossimità della gara, e sulla base di essi, si interviene con specifiche tecniche”.
Parliamo del ritorno di Ibrahimovic al Milan: lo svedese è un grande motivatore, d’altra parte i rossoneri stanno vivendo un periodo negativo. Quanto potrebbero incidere la grinta e il carisma di Ibra al Milan?
“Certo, perché comunque parliamo di un leader tecnico e carismatico. All’interno di un contesto in cui si trovava fino a poco tempo fa, sicuramente avrà un bell’impatto. Il suo ruolo sarà presumibilmente quello di un trascinatore”.
Capitolo calcioscommesse: Fagioli e Tonali hanno subìto una squalifica piuttosto lunga. Quanto può incidere psicologicamente nella loro carriera?
“Non possiamo saperlo allo stato attuale. Quello che possiamo fare noi, da psicologi dello sport, è quello di gestire il momento, accompagnarli emotivamente in questo percorso complesso, ridefinendo gli obiettivi, perché ovviamente ci sarà un ritorno in campo e bisogna farsi trovare pronti”.
Abbiamo sentito parlare molte volte di “infortuni psicologici”, come nel caso di Nico Gonzalez quando fu accusato da Italiano di infortunarsi per problemi psicologici. Quanto effettivamente il fattore mentale può influire su un infortunio?
“A livello di probabilità di insorgenza di un infortunio, l’aspetto mentale incide in relazione allo stress che l’atleta sta sperimentando. Dal punto di vista del recupero dell’infortunio l’aspetto mentale pesa tantissimo ma, purtroppo, spesso non viene preso in considerazione. Un calciatore, infatti, per rientrare in campo, oltre ad essere pronto fisicamente, deve esserlo anche psicologicamente, perché l’infortunio è un vero e proprio trauma anche a livello emotivo. Questo può portare ad essere più limitati in campo magari per paura di farsi male”.
Calcio e dintorni
Il Monza si schiera contro la violenza sulle donne: l’iniziativa contro il Torino

Pubblicato
2 settimane fa:
Novembre 11, 2023Di
Simone Rippa
MONZA VIOLENZA SULLE DONNE – Il Monza, che stasera scenderà in campo contro il Torino in un match valido per la 12esima giornata di Serie A, ha deciso di giocare un ruolo importante sulla scena sociale.
Infatti, i brianzoli indosseranno una divisa speciale in occasione della partita odierna, posizionandosi attivamente nella battaglia contro la violenza sulle donne. I giocatori guidati da mister Palladino mostreranno una scritta particolare sul front delle loro maglie da gioco, riportanti la frase:
“Era l’uomo dei miei sogni, oggi è il mio incubo”.
L’iniziativa, volta a ricordare la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che cadrà il 25 novembre, avrà un importante valore non solo morale, ma anche economico. Pertanto, i biancorossi doneranno in beneficienza le divise al termine della gara per supportare le vittime coinvolte in questo grave fenomeno.
Calcio e dintorni
Juve ancora nei guai? CONSOB: “Bilancio non conforme”

Pubblicato
1 mese fa:
Ottobre 28, 2023Di
Matteo Sassi
La Juventus, già penalizzata lo scorso anno per il caso plusvalenze, potrebbe incappare in un’altra situazione del genere. Come riporta Calcio e Finanza, la CONSOB, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, avrebbe rilevato alcuni elementi non conformi nel bilancio della stagione 2022/2023 e nel semestrale 2023. L’autorità amministrativa ha segnalato tale irregolarità con una nota, alla quale non si è fatta attendere la risposta della Juventus, che ha cercato di spiegare il motivo di tali criticità. Inoltre il club bianconero ha dichiarato che continuerà a collaborare per risolvere queste eventuali incomprensioni, pur non condividendo tali giudizi e valutazioni proposte dalla CONSOB.
NOTA CONSOB – “Lo scorso 6 ottobre, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa ha rilevato alcune criticità con riferimento alla contabilizzazione operata da Juventus di talune operazioni e fatti di gestione relativi (a) al bilancio d’esercizio e al bilancio consolidato al 30 giugno 2022 e (b) al bilancio consolidato semestrale al 31 dicembre 2022, e ha dato formalmente avvio al procedimento volto all’adozione delle misure di cui all’art. 154-ter, comma 7, TUF (il “Procedimento 154-ter 2023”)”.
RISPOSTA JUVENTUS – “Le criticità riguardano 16 cosiddette “operazioni incrociate”, le “manovre stipendi” delle stagioni 2019/20 e 2020/21, oltre agli «effetti contabili da ricondurre ad alcuni “promemoria” o “memorandum”, attinenti a talune operazioni di calciomercato, risalenti agli esercizi 2017/2018, 2018/2019 e 2019/2020, le quali hanno condotto alla rilevazione di plusvalenze nei relativi bilanci”.
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