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Il fallimento del Qatar al Mondiale ai raggi X

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Il fallimento del Qatar al Mondiale ai raggi X

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Qatar

“Il successo consiste nel passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo”. Diceva così Winston Churchill, primo ministro britannico durante la Seconda Guerra Mondiale. Non sarà un testo motivazionale, anche perché il tema centrale sarà proprio l’antitesi di ciò che diceva il leader inglese: l’insuccesso, quello del Qatar.

Con “Qatar” non si intende la regione che affaccia sul Golfo Persico e nemmeno l’intera competizione. L’unico vero fallimento è quello della Nazionale, diventata la prima squadra ospitante a perdere l’esordio e anche la prima a essere eliminata dal Mondiale dopo soli due turni.

LA COSTRUZIONE DEI SOGNI

Pensando al cammino della Nazionale mediorientale, bisognerebbe cancellare la parte sul successo nella frase di Churchill. Prima del Mondiale, però, avremmo pensato cose ben diverse se ci fossimo informati bene sul Qatar. Gli Al-Annabi partivano con grandi aspettative, in quanto campioni dell’ultima Coppa d’Asia.

Il loro percorso, lì, era stato perfetto: erano riusciti a imporsi sull’Arabia Saudita (0-2), la Corea del Sud ai quarti (0-1) e il Giappone in finale (1-3). Il primo titolo della loro storia sembrava dare la spinta necessaria per affrontare al meglio questo Mondiale. Le tre Nazionali appena citate, però, sono riuscite ad affrontare questa competizione molto meglio del Qatar che le aveva sconfitte.

La vittoria in Coppa d’Asia aveva effettivamente dato un bel boost di adrenalina e le prestigiose amichevoli di preparazione ne erano la prova (Brasile, Portogallo, Serbia e addirittura Lazio e Fiorentina). Le prime avvisaglie del fallimento erano già arrivate, ma “il dado è tratto” come avrebbe detto qualcuno.

I successi, che in questa parte della storia sono ancora presenti, partivano da ben più lontano. Nel 2004, infatti, si decise di investire sul calcio tramite la creazione dell’Aspire Academy, un’accademia nata per volere della famiglia reale Al Thani con l’obiettivo di reclutare giovani talenti.

A partire dal 2007 ebbe inizio anche il progetto Football Dreams”, che ha il compito di scovare i migliori talenti anche dall’estero. Questi verranno poi naturalizzati tramite l’utilizzo di una regola FIFA, secondo cui sono eleggibili calciatori che per cinque anni consecutivi hanno giocato nel paese interessato dopo il compimento dei 18 anni e che non hanno mai preso parte a partite ufficiali con la nazionale d’origine.

Dopo un lungo processo di selezione, i ragazzi più talentuosi vengono trasferiti nelle varie società europee appartenenti alla famiglia reale del Qatar.

IL CROLLO MONDIALE

Il vero tasto dolente, la caduta rovinosa dopo la (troppo) rapida ascesa. Se vinci l’Europeo ma non ti qualifichi al Mondiale, è ben noto che le critiche non mancheranno. Se vinci la Coppa d’Asia ma esci dopo due giornate alla Coppa del Mondo, essendo anche la nazione ospitante, allora verrà ritenuto un fallimento.

Le difficoltà iniziano presto, al 5′ dell’esordio con l’Ecuador. Nonostante la difesa a 5 e l’atteggiamento conservativo, i sudamericani erano riusciti a passare in vantaggio: gol poi annullato per fuorigioco di Enner Valencia. Non è bastato questo episodio per dare la scossa, probabilmente l’emozione era troppo forte. La doppietta di Valencia ha chiuso il match sullo 0-2.

La solfa non è cambiata nelle gare successive contro Senegal e Olanda, perse rispettivamente 1-3 e 0-2. L’unica piccola soddisfazione è rappresentata dal gol realizzato da Mohammed Muntari, che aveva quasi rimesso in piedi la partita contro i campioni della Coppa d’Africa.

I record negativi e gli insuccessi sono troppi, però, perché la piccola fiaccola rappresentata dal gol possa rappresentare la luce che porta avanti un paese. Il Qatar, infatti, oltre a quanto detto prima, è diventata anche la prima Nazionale ospitante a chiudere il girone del Mondiale con meno di 4 punti. Record che, adesso, non potrà più essere superato.

È DA CONSIDERARE UN FALLIMENTO TOTALE?

Senza dubbio, perché il Qatar resterà per molto tempo nell’immaginario comune come la peggior Nazionale ospitante di sempre. La preparazione, le aspettative, i grandiosi progetti sono stati spazzati via insieme agli undici che sono scesi in campo nelle tre gare di questo Mondiale. Oltre alla qualità tecnica è mancato anche lo spirito giusto per affrontare una competizione di questo tipo.

Anche Xavi, che in Qatar ci ha vissuto e lavorato come giocatore e allenatore dell’Al-Sadd, si era espresso in modo positivo riguardo la squadra di casa:

Il Qatar non è solo la nazione ospitante, può davvero diventare la mina vagante del torneo. Il progetto del Mondiale ha portato miglioramenti non solo nelle strutture, ma anche in campo. Oggi il Qatar ha una nazionale in grado di competere sulla scena più prestigiosa del calcio mondiale, una nazionale in grado di dire la sua al Mondiale“.

A dimostrazione che era stato fatto tutto il possibile e, dunque, a dimostrazione del fallimento.

Era la prima partecipazione nella loro storia, questo è da tenere in considerazione, ma la fiamma che contraddistingue le grandi squadre non è mai stata presente. E allora, dopo aver analizzato la parte sul successo e quella sul fallimento, non resta che guardare l’ultima parola della frase di Churchill: l’entusiasmo.

I dubbi riguardanti questo Mondiale c’erano e ci sono ancora, ma ciò che sembrava non mancare, almeno al paese ospitante, era proprio la componente emotiva. Quando si è spenta questa, allora, restando coerenti con quanto detto da Churchill, si sono spente anche tutte le possibilità di arrivare al successo. Ancora una volta, i soldi non hanno fatto la felicità.

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Chi è Pau Cubarsí, il difensore della Masia sulle orme di Puyol

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Pau Cubarsì e Raphinha, giocatori del Barcellona e Alvaro Morata, giocatore dell'Atletico Madrid, La Liga, Champions League, EURO2024

CHI É PAU CUBARSÍ – Il Barcellona, simbolo indiscusso nel mondo della controversa e folkloristica Catalogna, sta attraversando probabilmente il momento di maggior crisi della sua gloriosa storia. Il club blaugrana, il più titolato di Spagna dopo gli acerrimi rivali del Real Madrid, ha rischiato addirittura di scomparire per sempre, a causa della scellerata gestione dell’ex presidente Bartomeu. Egli è il principale responsabile delle difficoltà finanziarie che hanno messo in ginocchio il Barçadurante la sua permanenza, infatti, non si è badato a spese (molte delle quali inutili e senza senso), facendo arrivare il club alle soglie della bancarotta. Poi, quando la situazione si è fatta insostenibile, invece di prendersi le proprie responsabilità si è dileguato nella notte come il peggiore dei codardi, lasciando ad altri la patata bollente da gestire. Un po’ come fece re Vittorio Emanuele III durante la Seconda Guerra Mondiale, rifugiandosi vigliaccamente nella fortezza di Brindisi invece di difendere strenuamente Roma, ma soprattutto lasciando le truppe italiane senza ordini e in balia delle offensive tedesche.

CHI É PAU CUBARSÍ – LA GESTIONE LAPORTA

CHI É PAU CUBARSÍ – A sobbarcarsi l’incarico più complesso degli ultimi vent’anni è Joan Laporta, che viene eletto presidente nel 2021. Davanti a lui un’impresa che, come portata, equivale più o meno a scalare l’Everest a mani nude. Risanare un debito che ha toccato picchi di 1 miliardo e mezzo di euro, mantenendo però al tempo stesso il Barcellona nell’élite del calcio europeo. In circostanze così critiche, bisogna trovare soluzioni fantasiose per risparmiare e guadagnare quanto più possibile. Come ad esempio, la vendita del 25% dei Barça Studios e del 25% dei diritti televisivi riguardanti il club blaugrana, necessaria  avere la liquidità minima semplicemente per compiere azioni di routine, come depositare i contratti dei giocatori in Lega. Una situazione paradossale e preoccupante, che rischia di far precipitare il Barça in un circolo vizioso di indebitamento perenne e irrisolvibile. Per risollevarsi, l’imperativo è uno solo: creare il talento in casa propria, forgiandolo e plasmandolo nella cantera catalana. E qui, fortunatamente, viene in soccorso il buon samaritano: la Masia.

CHI É PAU CUBARSÍ – LA MASIA

CHI É PAU CUBARSÍ – La Masia. L’arma segreta del Barcellona sin dall’alba dei tempi. Una fucina inesauribile di giovani promesse, fondata sull’inconfondibile modello del tiki-taka e della pulizia tecnica. Qui si sono formati campioni del calibro di Xavi, Iniesta, Puyol, Busquets, Jordi Alba e via discorrendo. Senza tralasciare il prodotto meglio architettato di questa cantera, ovvero il sinistro di Leo Messi.

E in tempi di profonda crisi, mister Xavi Hernandez si è ritrovato una vera e propria manna dal cielo: l’ascesa di Pedri e Gavi, la coppia di giovani terribili a centrocampo, è stata come la pioggia nel deserto: bellissima e inattesa. Anche se, per la verità, si sentiva la mancanza di qualcosa. Proprio come in una pasta povera di sale, al Barcellona serviva disperatamente un comandante della retroguardia, un Messia che indicasse la retta via da percorrere. Esattamente come lo era capitan Carles Puyol nei primi anni 2000. Ed ecco che torna in aiuto la Masia, che non delude mai quando si parla di fuoriclasse. Già, perché dalle parti del Camp Nou si sta avvicendando di soppiatto un fenomenale condottiero, pronto a prendersi il ruolo di leader indiscusso del nuovo Barça. Stiamo parlando di Pau Cubarsí.

CHI É PAU CUBARSÍ – GLI INIZI E L’ESORDIO IN PRIMA SQUADRA

CHI É PAU CUBARSÍ – A dirla tutta, il centrale classe 2007 non entra sin da subito nell’orbita blaugrana. Inizia il suo cammino nelle giovanili del Girona a 9 anni, salvo poi trasferirsi nella cantera a 11. Ha l’etichetta del predestinato sin da giovanissimo; infatti è il terzo più giovane esordiente in Youth League con il Barcellona, all’età di 15 anni, 9 mesi e 8 giorni. Il percorso prosegue con regolarità sino ad arrivare al Barcellona B di Rafa Marquez, dove totalizza 9 presenze. Xavi inizia a notare le sue potenzialità innate, e decide di aggregarlo alla Prima Squadra. Tutt’a un tratto, il ragazzino si ritrova catapultato nel calcio che conta, trovandosi a marcare un certo Robert Lewandowski in allenamento. Non esattamente l’ultimo arrivato. La cosa che stupisce è che Cubarsí si cala perfettamente e rapidamente nei meccanismi, tanto da convincere Xavi a farlo esordire in Copa del Rey contro l’Unionistas di Salamanca. Non si schioderà più dal centro della difesa, divenendone un perno. La definitiva consacrazione avviene nell’esordio in Champions League contro il Napoli, dove mister 150 milioni Victor Osimhen viene totalmente annullato dal niño di Estanyol.

CHI É PAU CUBARSÍ – CARATTERISTICHE TECNICHE

CHI É PAU CUBARSÍ – La sua famiglia possiede una falegnameria dalla storia centenaria, ma Cubarsí, sul terreno di gioco, del falegname vecchio stile ha un gran poco. Anzi, il suo cavallo di battaglia sono i contrasti puliti e puntuali, combinati a qualità tecniche non comuni ai difensori centrali. I suoi 183 centimetri di altezza lo agevolano sulle battaglie aeree, anche se predilige lo scontro palla a terra. Ma quello che fa impressione è il posizionamento in campo, che sembra quello di un veterano navigato alla trecentesima presenza. Per movenze e pulizia di intervento, lui e Carles Puyol si assomigliano come due gocce d’acqua. E vedendo l’incredibile carriera del pluridecorato centrale spagnolo, questo paragone può solo che rendere orgogliosi.

CHI É PAU CUBARSÍ – LA NUOVA EPOCA DEL BARCELLONA

CHI É PAU CUBARSÍ – Mister Xavi farà queste dichiarazioni dopo l’esordio di Cubarsí: “Ha molto talento. È un ragazzo concentrato e responsabile. Credo che non abbia mai perso un pallone. Segnerà un’epoca, proprio come Lamine Yamal. Continuiamo a costruire la squadra con giocatori giovani. Con loro dobbiamo costruire il futuro di questo club”. 

Se a coprirti di questi elogi e responsabilità è il centrocampista spagnolo probabilmente più forte della storia, allora significa che possiedi qualcosa di speciale, che gli altri non hanno. Così come Lamine Yamal, Pedri e Gavi; sono questi i capisaldi della nuova epoca del Barcellona. I frutti della Masia sono pronti a far risorgere il Barça dal periodo più cupo della sua storia, con l’obiettivo di riportarlo lassù in alto, dove gli spetta di diritto: sul tetto d’Europa.

Nella situazione in cui si ritrova, la stragrande maggioranza delle società sarebbe collassata su se stessa. Ma si sa, la Catalogna è differente da tutto il resto, così come il Barcellona. Ecco perché è “Mes que un club”.

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I convocati della Serie A per la sosta nazionali di marzo 2024

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Serie A TIM - pallone

I CONVOCATI DELLA SERIE A PER LA SOSTA NAZIONALI – Archiviata l’ultima giornata di Serie A, è tempo di pensare alle Nazionali. Chi prepara la Copa America, chi EURO2024 e chi all’Europeo deve ancora qualificarsi. Giovedì andranno infatti in scena le semifinali dei tre gruppi delle squadre rimaste in corsa per andare in Germania: Polonia-Estonia e Galles-Finlandia (Gruppo A), Bosnia-Ucraina e Israele-Islanda (Gruppo B), Georgia-Lussembrugo e Grecia-Kazakistan (Gruppo C).

Due amichevoli, invece, per l’Italia, entrambe negli Stati Uniti: Italia-Venezuela, giovedì 21 marzo alle ore 22.00, ed Ecuador-Italia, domenica 24 marzo alle ore 21.00. La Serie A, nel frattempo, tornerà in campo il 30 marzo. Nel mentre, il punto sui convocati della Serie A per la sosta nazionali, squadra per squadra.

I CONVOCATI DELLA SERIE A PER LA SOSTA NAZIONALI

ATALANTA – Ademola Lookman (Nigeria), Charles De Ketelaere (Belgio), Isak Hien (Svezia), Emil Holm (Svezia), Teun Koopmeiners (Olanda), Marten de Roon (Olanda), Giorgio Scalvini (Italia), Marco Carnesecchi (Italia), Matteo Ruggeri (Italia Under 21), Mario Pasalic (Atalanta), Berat Djimsiti (Albania), Aleksey Miranchuk (Russia), El Bilal Touré (Mali), Sead Kolasinac (Bosnia)

BOLOGNA – Victor Kristiansen (Danimarca), Stefan Posch (Austria), Jhon Lucumì (Colombia), Michel Aebischer (Svizzera), Remo Freuler (Svizzera), Dan Ndoye (Svizzera), Oussama El Azzouzi (Marocco), Lewis Ferguson (Scozia), Riccardo Calafiori (Italia Under 21), Giovanni Fabbian (Italia Under 21), Riccardo Orsolini (Italia), Lukasz Skorupski (Polonia), Mihajlo Ilic (Serbia Under 21), Kacper Urbanski (Polonia Under 21), Santiago Castro (Argentina Under 23)

CAGLIARI – Yerry Mina (Colombia), Adam Obert (Slovacchia), Gaetano Oristanio (Italia Under 21), Matteo Prati (Italia Under 21), Eldor Shomurodov (Uzbekistan), Gianluca Lapadula (Perù), Pantelis Hatzidiakos (Grecia)

EMPOLI – Etrit Berisha (Albania), Sebastian Walukiewicz (Polonia), Bartosz Bereszynski (Polonia), Razvan Marin (Romania), Jacopo Fazzini (Italia Under 21), Stiven Shpendi (Albania Under 21), Saba Goglichidze (Georgia Under 21)

I CONVOCATI DELLA SERIE A PER LA SOSTA NAZIONALI

I CONVOCATI DELLA SERIE A PER LA SOSTA NAZIONALI

I CONVOCATI DELLA SERIE A PER LA SOSTA NAZIONALI

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Gli impegni dell’Italia durante la sosta nazionali

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i 5 migliori marcatori della Nazionale

ITALIA SOSTA – L’Europeo si avvicina ed è tempo dell’ultima sosta per le nazionali prima dell’importantissima competizione di quest’estate. L’Italia di Spalletti diventerà il titolo conquistato a Euro 2020 (giocato nel 2021) e l’obiettivo è quello di arrivarci al meglio. La sosta comincerà domani, 18 marzo e terminerà nel weekend di Pasqua, quando Napoli e Atalanta apriranno la trentesima giornata di campionato. Andiamo però a vedere quali saranno gli impegni dell’Italia nel corso di queste settimane.

ITALIA-VENEZUELA

ITALIA SOSTA – Ad aprire quella che può essere definita come una breve tournée americana sarà la sfida contro il Venezuela. La Nazionale giocherà al Chase Stadium di Fort Lauderdale, in Florida. L’impianto è lo stadio di casa dell’Inter Miami di Lionel Messi e Luis Suarez e gli Azzurri giocheranno proprio lì la loro prima amichevole. Un impegno importante per cominciare a giudicare il livello dei giocatori in vista dell’Europeo e per fare qualche esperimento di formazione. Diverse le novità tra i convocati, su tutti Lucca, che sta disputando un’ottima stagione con la maglia dell’Udinese. Il calcio d’inizio contro il Venezuela è in programma alle 22:00 italiane di giovedì 21 marzo.

ECUADOR-ITALIA

ITALIA SOSTA – La seconda e ultima amichevole dell’Italia nel corso di questa sosta per le nazionali sarà contro l’Ecuador, altra compagine sudamericana. La sfida della Red Bull Arena di Harrison, stadio di casa del New York Red Bulls, è in programma domenica 24 marzo alle ore 21:00 italiane. Orari accettabili dunque per tutti i tifosi italiani che vorranno seguire la propria Nazionale anche dalla distanza. L’ultima sosta delle nazionali prima dell’Europeo sta per cominciare e Spalletti spera di prepararsi al meglio per provare a difendere il titolo vinto da Roberto Mancini a Wembley contro l’Inghilterra. Ricordiamo per altro che quelle contro Venezuela ed Ecuador non saranno le ultime amichevole prima dell’inizio di Euro 2024. A giugno, infatti, l’Italia giocherà contro Turchia e Bosnia Erzegovina per sciogliere gli ultimi dubbi di formazione.

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Dove vedere Atalanta-Fiorentina in tv e streaming

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Atalanta le probabili formazioni

DOVE VEDERE ATALANTA-FIORENTINA – In attesa di Inter-Napoli, la Serie A si prepara al big match tra Atalanta e Fiorentina, di scena domani sera alle ore 18:00. Gara dal sapore di Europa, con i toscani che in caso di vittoria raggiungerebbero a quota 47 i bergamaschi. In ogni caso, per entrambe l’obiettivo sarà lo stesso: vincere per sperare nella Champions.

L’Atalanta ospita i viola reduce dall’importante rimonta sullo Sporting Lisbona. Rimonta targata dalla coppia Lookman-Scamacca, non convocato da Spalletti per gli impegni della Nazionale. Il sorteggio di venerdì ha poi sancito l’avversario per i quarti di Europa League: il Liverpool di Klopp. L’andata l’11 aprile ad Anfield, il 18 il ritorno al Gewiss Stadium. In caso di passaggio del turno, la squadra di Gasperini sfiderà la vincente tra Benfica e Marsiglia.

Fiorentina che invece si è potuta accontentare di un pareggio contro il Maccabi Haifa, forte della vittoria per 3-4 in Israele. Ancora in gol Barak, dopo la rete dell’andata, che manda un segnale forte a mister Italiano in vista della trasferta di Bergamo. Alla squadra gigliata invece l’urna ha sancito l’accoppiamento con il Viktoria Plzen. Prima la trasferta in Repubblica Ceca, poi il ritorno all’Artemio Franchi.

DOVE VEDERE ATALANTA-FIORENTINA IN TV E STREAMING

Atalanta-Fiorentina si giocherà domenica 17 marzo alle ore 18:00. Il match si potrà seguire in streaming grazie all’app di DAZN, mentre in televisione sarà possibile guardare la partita tramite Smart TV (sull’applicazione di DAZN) oppure su Zona DAZN 1 (canale 214) e Zona DAZN 2 (canale 215) di Sky, previa attivazione.

PROBABILI FORMAZIONI

ATALANTA (3-4-2-1): Carnesecchi; Scalvini, Hien, Kolasinac; Holm, De Roon, Pasalic, Ruggeri; Koopmeiners, Lookman; De Ketelaere. All. Gasperini

FIORENTINA (4-2-3-1): Terracciano; Kayode, Milenkovic, Martinez Quarta, Biraghi; Arthur, Duncan; Gonzalez N., Beltran, Sottil; Belotti. All. Italiano

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