Due settimane fa ho segnato un gol all’Empoli evitando la sconfitta del Cagliari, ma questo è il calcio. Adesso cercherò di fare gol qui a Empoli. È la piazza giusta per ripartire.
Queste le parole rilasciate da Diego Farias nella conferenza stampa di presentazione di gennaio, ufficializzando il suo passaggio dal Cagliari all’Empoli. Col senno di poi si può di certo affermare che le sue speranze si siano pienamente realizzate. In Toscana è diventato subito un perno offensivo della squadra e proprio la sua continuità di prestazioni sta regalando all’Empoli una corsa ad un’insperata salvezza. Ma cosa è cambiato rispetto alla prima metà di stagione vissuta a Cagliari? Quali sono i cambiamenti tattici apportati su di lui dai suoi nuovi tecnici?
SCARSO RENDIMENTO E INSODDISFAZIONE GENERALE
Analizzando solamente i freddi numeri, si può notare come Diego in 16 apparizioni abbia solamente siglato 3 reti. Numeri non entusiasmanti ma che bisogna rapportare con l’utilizzo che Maran faceva del giocatore. Chiuso da Joao Pedro e Pavoletti, il calciatore ex Chievo Verona era un perenne subentrante e, chiaramente, non sempre riusciva ad avere un impatto decisivo sulla partita. Inoltre è stato spesso schierato in porzioni di campo non propriamente consoni alle sue qualità. Maran gioca un calcio che prevede l’utilizzo delle 2 punte, ed un trequartista che agisce dietro i due giocatori offensivi. Farias presenta qualità sostanzialmente da seconda punta, se non addirittura da ala. A Cagliari gli veniva chiesto, quando schierato, di disimpegnarsi da punta al fianco di Leonardo Pavoletti, giocando quindi molto più vicino alla porta. Compito che di certo Farias può assolvere, non però nel migliore dei modi.
A Cagliari la stampa parla un po’ troppo, io sono tranquillo e so quello che posso dare. Quando gioco riesco a esprimere le mie qualità, se sto in panchina è difficile.
Questa frase, detta dal giocatore nel post-partita di Empoli-Napoli, gara vinta dalla propria squadra per 2-1 (con Farias autore anche di una rete) certifica un rapporto con la piazza che pian piano stava sempre più andando a sgretolarsi. Complice un suo rendimento non eccelso in svariate stagioni, tifosi e addetti ai lavori stavano iniziando a vedere il ragazzo con occhi diversi, pronti a subissarlo di critiche al minimo errore. Chiaramente un ambiente così ostile non era di certo stimolante per il giocatore che, cambiando squadra, ha ritrovato una tranquillità sia emotiva che sportiva che da tanto non avvertiva.
UN CAMBIAMENTO TANTO TATTICO QUANTO MENTALE

Riproponendo la medesima analisi numerica precedente, ad Empoli Farias ha disputato 15 presenze, condite da 4 reti e 5 assist. Numeri forse non eccessivamente rilevanti ma che testimoniano come il giocatore abbia ritrovato una qualità di prestazione che sembrava ormai persa. Sia Iachini prima, che Andreazzoli successivamente, hanno fortemente puntato sul giocatore brasiliano. Questo sostanzialmente per due ragioni. In primis, l’Empoli non presenta in rosa giocatori offensivi di spessore, eccezion fatta per Caputo. Farias ha incontrato quindi poca concorrenza ed è riuscito a guadagnarsi un ruolo da titolare sin dalla sua prima partita. In secondo luogo, il gioco della formazione toscana va a favorire le qualità del ragazzo. Con un’impronta fortemente contropiedista, Farias può esaltarsi negli spazi ed aumentare considerevolmente il suo bottino realizzativo. La coppia formata con Francesco Caputo, inoltre, è un perfetto completamento di ciò che necessita la squadra. Nel 3-5-2 disegnato da Andreazzoli, Farias è quel tipo di calciatore che si abbassa sino alla trequarti per andare a ricevere il pallone, agendo da vero e proprio regista avanzato. Caputo invece attacca maggiormente la profondità, rendendosi pericoloso negli ultimi 20 metri del campo.
Empoli rappresenta, senza eccessivi dubbi, una piazza meno esigente rispetto a Cagliari. In Sardegna sono ormai abituati a vedere la propria squadra stanziare in pianta stabile nel massimo campionato e, di conseguenza, tifosi e appassionati pretendono un rendimento molto alto. Ad Empoli invece è tutto differente. L’ambiente è conscio dell’alternanza che la squadra compie quasi ogni annata fra Serie A e serie cadetta. Andreazzoli è tornato a dare un’identità alla squadra. Squadra che adesso, oltre a racimolare importantissimi punti salvezza, sta anche esprimendo un gioco esteticamente assai intrigante. Farias in un contesto del genere, molto più sereno, dove è libero di lavorare senza ingenti pressioni, sta trovando una sua sistemazione ideale.
E ADESSO?
Il futuro del calciatore, ad oggi, è molto incerto e dipende profondamente dall’esito dell’ultima partita di campionato. Qualora l’Empoli dovesse riuscire a strappare dei punti contro l’Inter, guadagnandosi così la permanenza in Serie A, l’Empoli avrà l’obbligo di riscatto a 2.5 milioni. Se invece dovesse retrocedere in Serie B, il riscatto sarà solo opzionale. Sarà quindi la società di Fabrizio Corsi a valutare il percorso del ragazzo e a scegliere se investire la somma citata precedentemente. Anche se non venisse riscattato, tuttavia, è probabile una sua non permanenza a Cagliari. Ormai il rapporto fra ambiente e giocatore si è scalfito indelebilmente e sarà quindi compito della dirigenza sarda trovare una nuova sistemazione a Diego. Sistemazione che Farias potrebbe facilmente selezionare, soprattutto considerata la bella seconda parte di stagione che il giocatore ha disputato.
Pur possedendo un’alta tecnica di base, il giocatore non è mai riuscito a disputare stagioni realmente incisive, eccezion fatta per l’annata in B col Cagliari. Avere la possibilità di interfacciarsi con un’intera annata in Serie A, da titolare, sicuramente può allettare alquanto il ragazzo. Rimanesse nel massimo campionato con l’Empoli, di certo le prospettive di un’ulteriore crescita sportiva si infittiscono. Pur essendo ormai un giocatore di categoria, permane quella sensazione di non aver visto ancora il suo massimo potenziale.