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Fratello con la Diez: Federico Higuain

Alla Ricerca del Diez

Fratello con la Diez: Federico Higuain

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I più grandi hanno conosciuto el Pipa senior come giocatore, Jorge Higuain, che a cavallo tra gli anni settanta ed ottanta giocò come difensore per le più grandi squadre argentine e non, tra le quali il Brest, città bretone di Francia che diede alla luce uno dei suoi figli che il calcio italiano si sta godendo da tempo, ovvero Gonzalo Higuain, el Pipita. Ma, a Columbus, capitale americana dell’Ohio, il secondogenito di Jorge, Federico, si diverte a dettare passaggi con la maglia numero diez dei Columbus Crew, un emergente club di Major League Soccer che da anni si affaccia ai playoffs della massima competizione americana di calcio. Nonostante una carriera diametralmente opposta al fratello più piccolo costruitasi molto più in sordina del numero nove della Juventus, Federico è molto attaccato alla sua famiglia e non lesina parole d’amore per lo sport che primeggia nei pranzi di famiglia nel raffinato quartiere di Palermo, tra immensi giardini verdi ed il Rio Plata: 

“Vivo il confronto con mio fratello in maniera molto tranquilla, anche i giornalisti conoscono i nostri valori. Abbiamo avuto la chance di giocare ad alti livelli pur prendendo strade completamente diverse, tutto ciò viene vissuto in casa con molta allegria. Un tempo eravamo i figli di.. adesso non è più così ed in casa si respira sempre calcio. Ogni pranzo è un buon motivo per parlare di calcio e per confrontarci su quello che più ci piace di questo gioco. Gli altri due fratelli? Al più piccolo (Lautaro) non interessa, mentre Nicolas (il più, grande ora procuratore di Gonzalo) ci ha provato ma non gli è andata bene.” ha affermato per El Grafico.

Persona riservata che ama poco le telecamere ed i microfoni e preferisce far parlare i fatti, Federico Higuain è piuttosto concreto ed incarna in campo tutt’altro spirito, rispetto anche a Gonzalo: è infatti un Diez a tutti gli effetti, alto 172 centimetri, con un baricentro basso ed una tecnica da playmaker avanzato che gli permettono di essere il classico trequartista in un 4-2-3-1 o una seconda punta che ama svariare in un 4-4-2: poche finte spettacolari, tanta qualità e quantità.

A 33 anni la velocità e lo scatto di un tempo sono andati persi, ma l’argentino riesce a controbilanciare il tutto grazie alla sua immensa tecnica palla al piede aprendo spesso il campo ai suoi compagni: durante l’annata 2017 di MLS, ha segnato 9 gol in 31 presenze tra stagione regolare e playoffs, sfornando anche 10 assist totali che hanno permesso al norvegese Ola Kamara di diventare uno degli attaccanti più efficaci della competizione (19 reti). Tra le migliori caratteristiche dell’argentino ci sono i passaggi lunghi sulla corsa dei compagni, il dribbling ed il tiro da fuori. Un Higuaìn in salsa completamente diversa che dopo tanto girovagare in Argentina è finalmente diventato un pilastro dei Columbus, squadra nella quale milita dall’annata 2012 e nella quale ha già dipinto gol bellissimi.

“Non mi piace parlare tanto e rilasciare interviste: ci sono atleti che sono a loro agio con questo genere di cose ma io non cerco mai di fare più di quello che devo. Anche in trasferta, mi piace uscire soprattutto nelle città che mi ispirano di più, come Vancouver o Chicago. Qui ho avuto una sorta di processo interiore, di crescita, mi trovo bene nel club e penso di esser cresciuto da quando avevo venticinque o ventisei anni. E’ una cosa normale dell’essere umano quando affronta questo processo di maturazione cercare di avere una vita più sana in tutti gli ambiti” ammette in una delle poche interviste per Futbol a Uno a Uno.

Annata 2006/2007, gli “Higuains” si incontrano durante River Plate-Nueva Chicago.

“Penso che avere un padre calciatore ti porti a capire il calcio nella sua essenza molto prima di altri” continua Il Pipa “io e Gonzalo abbiamo avuto la fortuna di conoscere tanti grandi amici di papà, grandi calciatori argentini di quegli anni, che venivano a cena da noi e non abbiamo mai avuto quel tipo di fanatismo verso le squadre o i giocatori come tanti tifosi. Dopodiché ci siamo immedesimati in questo sport ed abbiamo continuato a lottare per diventare anche noi dei calciatori. E’ stato un vantaggio? Non so, può essere, è diverso per ognuno di noi che alla fin fine deve compiere il proprio percorso.”   

Il River Plate non ci ha mai creduto troppo, Federico è dovuto scendere in seconda divisione con la Nueva Chicago per realizzare la prima grande stagione nella sua carriera e conquistare la promozione col club neroverde di Mataderos, a Buenos Aires. Il club scenderà nella stagione successiva ma il Pipa guadagnerà la possibilità di mettersi in gioco in Europa, nel Beşiktaş, gettandosi a 21 anni in un campionato in piena via embrionale nel 2007, in una delle squadre più sentite del paese che provava a rifondarsi dopo qualche anno di digiuno.

E’ un Federico Higuain in fase embrionale, che vestiva la maglia di numero nove come suo fratello, che nello stesso anno giunge a Madrid. “Se potessi rivivere le esperienze in Turchia ed in Messico adesso, con il mio modo di pensare, probabilmente le vivrei in maniera diversa. Ho avuto la fortuna di esordire in Champions ed in Libertadores in due città come Istanbul e Città del Messico con due maglie importanti come Beşiktaş ed America, posti in cui il calcio si vive con grande fervore” confessava per El Grafico.

Esaminando i suoi gol nella Nueva Chicago ed il suo arrivo trionfale al Beşiktaş, Higuain viene presentato come punta centrale dalla tecnica sopraffina. In neroverde aveva mostrato una grande bravura nel dialogare con i compagni e nel partire in profondità ma anche nel realizzare i cosiddetti gol di rapina, a pochi metri dal portiere con tocchi astuti e rapidi rispetto ai difensori avversari. Nell’America, secondo la maledizione del sette tanto decantata dai tifosi Azulcremas, chiude il semestre con 22 presenze tra campionato e coppa, con soli due gol. I messicani non lo riscattano ed egli fa ritorno a Buenos Aires, sulla sponda rossa di Avellaneda, ovvero nell’Independiente.

 Altro anno di transizione per la propria crescita personale, altro tempo perso per i critici. Anche qui Federico gioca poco e male, tanto da doversi spostare ancora, questa volta a Mendoza, ovvero nel Godoy Cruz. “Fu brutto non rispettare le aspettative che c’erano dopo il mio arrivo. Non ce l’ho con nessuno, le cose non andarono bene, nel calcio è così.”  Nel Tomba Higuain veste la maglia numero 7 e ritrova minuti, gol e fiducia grazie al turco Omar Asad, ex attaccante del Velez che permise alla squadra di giungere terza nel Clausura 2010, in un’annata nel quale bastava evitare la retrocessione. “Asad mi ha fatto resuscitare come giocatore: giocavo attaccante destro, mi volle posizionare attaccante e mi permise sia come minutaggio che come posizione di essere decisivo per la squadra, che funzionava perfettamente”. Da rapace, con tiri da fuori o giostrando il gioco dei suoi, il Pipita si mostra in tutto il suo splendore nell’annata 2010 iniziando, in maniera graduale ed intelligente, a comprendere quale sarà il suo futuro calcistico.

https://youtu.be/sVSbPL6nDz4

Poche parole, di tanta sostanza, da pensatore del calcio che ci permette di immedesimarci nei discorsi di casa Higuain, quelli da filosofia del calcio che Jorge ama intrattenere con i propri figli, fatti di concretezza, quella che ha trasmesso ai due anche sul campo. “Non è questione di età, io non sono mai stato veloce né fisico ma ho sempre curato la fase finale ed offensiva di una squadra, permettendo ad altri di segnare. Sono però del parere che in quegli anni, dal 2006 in poi, con la vittoria italiana al mondiale, sia sparita la figura del Diez vero e proprio a causa del 4-4-2. Mi sono ritrovato a giocare attaccante, come tanti miei colleghi con le mie caratteristiche, con pochi gol perché non era il mio ruolo molto semplicemente. Con Guardiola penso che il Diez abbia ritrovato la giusta figura ed importanza sul campo.” Parole al miele per questo ruolo e per quello che rappresenta: “Chiunque giochi in attacco sogna di avere questo ruolo: divertirsi con la palla, creare qualcosa di diverso, cambiare il corso delle cose. E’ quello che un attaccante ama fare ed è quello che provo a fare tutti i giorni dando il meglio, come qualsiasi lavoratore. Ecco perché penso che la critica, soprattutto in Argentina, sia esagerata. Veniamo etichettati spesso come traditori o paragonati agli assassini. Si esagera, facciamo un lavoro anche noi e non conosco nessuno che si alza la mattina per farlo al peggio.”

Futuro incerto, probabilmente relazionato al calcio visto l’amore infinito e senza nulla in cambio che Federico trasuda dalle sue parole. E per un Gonzalo che si diverte a segnare e scaldare i cuori italiani c’è un Federico pronto ad ispirare poesia da ogni suo tocco ad un popolo relativamente giovane calcisticamente come quello statunitense. Essere Higuain, sul campo e fuori, è uno stile di vita.

 

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Chi è Karim Konaté, il nuovo prodigio del Salisburgo

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CHI È KARIM KONATÈ – Si chiama Karim Konaté, gioca con il RB Salisburgo ed è uno dei calciatori più promettenti in circolazione. Nel 2021 è stato inserito nella lista annuale delle 60 migliori promesse al mondo dal quotidiano The Guardian. La nazionalità ivoriana ha portato gli addetti ai lavori a paragonarlo a Didier Drogba. Ma andiamo a scoprire chi è Konaté e quali sono le sue caratteristiche principali.

CHI È KARIM KONATÈ? LE CARATTERISTICHE

Prima di delineare quella che è stata la sua breve carriera fino ad ora, andiamo a scoprire quali sono le caratteristiche di Konaté. È un centravanti duttile, che può ricoprire sia il ruolo di prima punta che quello di esterno offensivo. Nonostante la sua altezza limitata (178 centimetri) riesce ad essere pericoloso anche di testa grazie ad un’ottima elevazione. Il suo piede preferito è il destro.

LA CARRIERA DI KARIM KONATÈ

È nato a Koumassi in Costa d’Avorio nel 2004. Lì ha iniziato la sua carriera notato da alcuni osservatori dell’ASEC Mimosas. Il club ivoriano lo ha aggregato in Prima Squadra nella stagione 2020-2021, anno in cui L’ASEC è tornato alla vittoria del campionato a tre anni di distanza dall’ultima volta. Konaté ha contribuito con 7 reti. Il ragazzo si è reso protagonista anche nella sfortunata spedizione dell’ASEC nella CAF Champions League siglando 3 reti in 4 gare e nella Coppa della Confederazione. Il 1 luglio 2022 è arrivato in Europa, comprato dal RB Salisburgo per circa 3.5 milioni di euro. L’ivoriano è stato subito mandato in prestito al Liefering, ma il 31 dicembre 2023 è tornato al Salisburgo. Durante le amichevoli estive ha realizzato una doppietta nella sfida contro l’Inter, vinta dai nerazzurri 4-3, e riaffronterà il club italiano nei gironi di Champions League.

Konaté fa parte della rosa della nazionale ivoriana dal 2021. Ha esordito il 3 settembre 2021 nella gara delle Qualificazioni ai Mondiali terminata 0-0 contro il Mozambico, subentrando a Sebastien Haller. Inoltre, ha ricevuto la convocazione per la Coppa d’Africa 2022 senza, però, disputare neanche un minuto.

Il paragone con Drogba sarà un fardello complicato da portare sulle spalle, ma il tempo è dalla sua parte. Nel frattempo il Salisburgo se lo gode.

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Chi è Payero, il nuovo centrocampista argentino dell’Udinese

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Chi è Payero

CHI È PAYERO – Con un colpo inaspettato, nell’ultimo giorno utile, l’Udinese ha acquistato dal Middlesbrough Martín Payero, centrocampista argentino. Il classe ’98 si è trasferito in Italia per 3 milioni di euro più bonus.

CHI È PAYERO – IL SUO PASSATO

Payero comincia la sua carriera professionistica nel Banfield, club che lo ha cresciuto a partire dalle giovanili. La sua gavetta termina all’età di 19 anni, con l’esordio nella prima squadra del club argentino. Nella stagione 2019/2020 comincia ad entrare nei radar di diverse squadre europee alla luce delle ottime prestazioni fornite. Ad avere la meglio nella corsa al giocatore è il Middlesbrough, che paga quasi 7 milioni di euro per portarlo in Inghilterra.

La sua prima stagione nel calcio europeo non è delle migliori: il giocatore colleziona 13 presenze e segna 1 gol. Numeri che non bastano per meritarsi il posto nel Middlesbrough nella stagione successiva: Payero torna in Argentina, al Boca Juniors. Trasferimento azzeccato: gioca con continuità, ben 31 presenze stagionali, 5 gol e 1 assist a referto. Il giocatore vince anche campionato e Supercoppa argentina, oltre a giocare in Copa Libertadores, accumulando esperienza in grandi palcoscenici.

Dopo il Boca, Payero torna in Inghilterra, dove il Middlesbrough lo valuta nel precampionato. Risposta positiva dell’argentino, che ha anche la possibilità di giocare in Carabao Cup.

Tuttavia, la chiamata dell’Udinese arrivata alla fine del mercato fa vacillare giocatore e club. L’accordo viene trovato, così l’argentino in questa stagione giocherà nel massimo campionato italiano.

CHI È PAYERO – CARATTERISTICHE TECNICHE

Payero nasce come mezzala che, all’occorrenza, può alzarsi sulla trequarti di campo. Piede destro, specialista dei calci piazzati, è anche molto veloce. Nelle gerarchie dell’Udinese potrà ambire a giocare al posto di uno tra Samardzic e Lovric.

Nell’annuncio ufficiale dell’acquisto l’Udinese ha evidenziato tre sue particolari qualità:

Qualità, corsa e predisposizione al gol, il centrocampo bianconero si arricchisce con l’arrivo di Martin Payero“.

Payero rappresenta di certo l’ennesima scommessa con cui fare una grossa plusvalenza.

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Chi è Gourna-Douath, il giovane mediano che ha stregato Inzaghi

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Gourna-Douath

CHI È GOURNA-DOUATH, IL GIOVANE MEDIANO CHE HA STREGATO INZAGHI – Il mercato dell’Inter non è ancora finito, e Inzaghi aspetta altri colpi per rinforzare la rosa. L’ultimo nome è quello di Lucas Gourna-Douath, mediano del Salisburgo. Il centrocampista classe 2003 potrebbe essere un ottimo innesto davanti alla difesa data la sua stazza (1,85 m), ma andiamo a conoscerlo più nel dettaglio.

LE CARATTERISTICHE

Gourna-Douath è un mediano moderno, roccioso, alto 185 cm, che potrebbe posizionarsi nella posizione che era di Brozovic, davanti al trio difensivo. Il francese del 2003 potrebbe essere pronto per il salto di qualità, e la finalista dell’ultima Champions League potrebbe essere la soluzione giusta, data anche la mancanza di una vera e propria alternativa a Calhanoglu. Inzaghi necessita di qualcuno in grado di giocare in quella posizione, dopo la partenza del croato direzione Al-Nassr, e il classe 2003 potrebbe essere una scommessa interessante.

LA CARRIERA

La carriera del giovane centrocampista comincia nelle giovanili del Saint-Étienne, in Francia, per poi esordire in prima squadra in Ligue 1 il 17 settembre 2020 entrando dalla panchina contro lo Strasburgo. Da quel momento le presenze aumentano sempre di più, e nella stagione 2020/21 sono ben 30 le apparizioni nel massimo campionato francese, senza reti o assist. L’anno dopo diventa titolare fisso dei biancoverdi e trova la sua prima rete ufficiale in Ligue 1 contro il Marsiglia, in un match perso 4-2. Nella passata stagione, Gourna-Douath ha giocato con il Salisburgo in Austria, esordendo anche in Champions League, nello stesso girone del Milan. Nonostante diversi infortuni, gioca con continuità e aiuta la squadra a vincere il campionato austriaco.

LA NAZIONALE

Gourna-Douath gioca per la nazionale francese fin dalle giovanili. Nel 2018 ha cominciato la sua carriera in nazionale con la Francia U16, ma ha collezionato diverse presenze anche l’U17 e l’U19, mentre non è stato convocato per il Mondiale U20 della scorsa estate. Per vederlo in nazionale maggiore bisognerà aspettare ancora un po’, ma sarà sicuramente uno dei suoi obiettivi per le prossime stagioni.

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Chi è Adingra, l’ultimo gioiello del Brighton di De Zerbi

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Chi è Simon Adingra

CHI È ADINGRA – È in corso, in questo weekend, la prima giornata della nuova stagione di Premier League, inaugurata venerdì dal Manchester City. Nella giornata di sabato si sono svolte altre sei partite, tra cui quella del Brighton, che ha esordito in casa contro il Luton Town. Per la squadra di Roberto De Zerbi non poteva esserci inizio migliore. I gabbiani, infatti, hanno ottenuto una schiacciante vittoria per 4-1, rovinando il ritorno in Premier degli avversari. Alla festa ha contribuito anche l’esordiente Simon Adingra, a segno dopo soli 10 minuti dal suo ingresso.

CHI È ADINGRA – DALLA DANIMARCA AL BRIGHTON

Simon Adingra nasce il 1 gennaio 2002 ad Abidjan, ex capitale della Costa d’Avorio. È proprio nel suo paese natale che muove i suoi primi passi da calciatore, precisamente alla Right to Dream Academy. Quest’ultima è una delle accademie calcistiche più note in Africa, da cui è uscito anche il ghanese Mohammed Kudus, oggi all’Ajax.

Nel gennaio del 2020, per Adingra arriva la prima chiamata dall’Europa. Il Nordsjaelland, infatti, decide di aggregarlo nelle giovanili, dove realizzerà 5 gol e 6 assist in 12 partite. Il 18 aprile 2021, invece, c’è l’esordio con gol in prima squadra, che vale il pareggio contro il Copenhagen. Adingra ci mette poco a farsi notare: in 31 partite mette a referto 9 gol e 4 assist, attirando l’interesse del Brighton.

Gli inglesi, nell’estate del 2022, decidono di investire 8 milioni per l’ivoriano, mandandolo poi in prestito al Saint-Gilloise. In Belgio mette in mostra tutte le sue qualità, arrivando addirittura a terminare la stagione con 15 gol e 15 assist. I numeri non passano inosservati nemmeno alla nazionale ivoriana, con cui esordisce il 17 giugno.

Quest’estate, quindi, ritorna a Brighton, dove De Zerbi gli garantisce spazio già dalle prime amichevoli, fino ad arrivare alla giornata di ieri, in cui Adingra realizza un sogno: esordio e gol in Premier League.

CHI È ADINGRA – CARATTERISTICHE

Adingra nasce come ala offensiva, capace di giocare su entrambe le fasce. Essendo destro, l’ivoriano predilige la trequarti di sinistra, dove ha giocato il maggior numero di partite in carriera. L’esperienza in Belgio lo ha reso un giocatore molto duttile, venendo schierato anche in mezzo al campo come mezz’ala di sinistra. Per via del suo fiuto del gol, Adingra è stato anche schierato come punta centrale. De Zerbi, quindi, ha a disposizione un ragazzo pieno di risorse tecniche e tattiche, grazie alle quali riuscirà ad emergere anche in un contesto più elevato, come il campionato inglese.

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