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Felipe Anderson saluta la Serie A per accasarsi al West Ham

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Felipe Anderson saluta la Serie A per accasarsi al West Ham

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Dopo un lungo corteggiamento il West Ham è riuscito a strappare Felipe Anderson alla Lazio di mister Inzaghi. Il calciatore brasiliano approda nel campionato inglese per la prima volta in Premier League dopo 5 stagioni nella Capitale, ovviamente sponda Lazio, tra infortuni e buone prestazioni, gol e tanti assist. La società londinese paga i 38 milioni più bonus chiesti da Lotito per lasciar partire il talentuoso ex numero 10. Nella giornata odierna Anderson effettuerà le visite mediche per poi accodarsi al gruppo guidato da Manuel Pellegrini, già rinforzato enormemente grazie agli acquisti di Yarmolenko e Wilshere, provenienti rispettivamente dal Borussia Dortmund e dall’Arsenal. Soltanto qualche giorno fa la trattativa sembrava dovesse saltare, invece il club londinese ha impresso l’ultima accelerata decisiva per il trasferimento del giocatore.

PRODOTTO DI UN CALCIO IN ESPANSIONE

Calciatore classe ’93 dal talento cristallino, alto quanto basta per poter sfondare nel suo ruolo, è esploso in Brasile, precisamente nel Santos, fucina di fenomeni pronti a compiere il grande passo verso la tanto amata Europa. L’esempio lampante è quello di Neymar, cresciuto e maturato come il suo connazionale proprio tra le fila dei bianconeri. Trequartista che preferisce agire nella zona centrale dell’attacco, è stato anche impiegato come ala in un tridente offensivo ottenendo discreti risultati. Molto agile e veloce nello stretto, riesce a superare il suo diretto avversario nella maggior parte dei casi senza incartarsi con giocate appariscenti. Altra sua caratteristica che lo contraddistingue è la capacità di ricevere, spalle alla porta, la palla sul sinistro per poi spostarsela sul destro e calciare in tempo ridottissimo scaricando un missile terra aria se cerca la potenza, una perla graziosa ad insaccarsi verticalmente nel sette quando vuole la precisione.

Oltre ad avere un tiro e una coordinazione rari come un diamante nel calcio odierno, ha sia un’ottima conduzione della sfera che un piazzamento rasente la perfezione. Tutto ciò gli permette di farsi trovare quasi sempre smarcato, in allerta per scattare sul filo del fuorigioco ed infilare con un colpo solo difesa e portiere. Insomma un giocatore fenomenale se parte centralmente, ma allo stesso tempo non disdegna il gioco sulle fasce forte della sua duttilità in campo che permette, quasi sempre, di creare superiorità numerica attirando tutta su di se l’attenzione dei difensori, per poi cambiare gioco dalla parte opposta regalando l’assist vincente al suo compagno.

QUINQUENNIO ITALIANO

Felipe Anderson abbandona la Lazio dopo 5 anni a ritmi elevatissimi nonostante qualche infortunio di troppo che non gli hanno permesso di incidere in maniera trasversale sulle stagioni trascorse all’ombra del Colosseo. Con la casacca laziale ha collezionato ben 177 gettoni fra campionato, Coppa Italia, Supercoppa ed Europa League andando in gol (41 reti in totale) con un’alta frequenza per gli standard da trequartista. Con l’abito da uomo assist ha servito ben 42 passaggi che poi sono stati tramutati in marcature dal suo compagno di squadra, soprattutto quando a finalizzare era un certo Miroslav Klose.

Impiegato spesso come ala di un attacco a tre, indifferentemente se a destra o a sinistra, è stato molto determinante se messo a partita in corso vista l’enorme qualità di spaccare in due la gara con il suo dribling fulmineo e la sua velocità da centometrista. Purtroppo, gli screzi con la società e l’ultima stagione giocata sottotono hanno dato la stangata decisiva per la cessione a titolo definitivo. A settembre inizierà la nuova avventura nel campionato più spettacolare e ricco del mondo.

Obrigado Felipe!

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Calcio Internazionale

Le partite del giorno – venerdì 9 giugno 2023

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Il calcio, si sa, non si ferma mai: ogni giorno, da ogni angolo del pianeta, giocatori di tutto il mondo sono pronti, con le proprie giocate sul rettangolo verde, a regalare emozioni ai tifosi. Numero Diez vi presenta quindi le principali gare che ci attendono nella giornata di oggi.

CAMPIONATO PRIMAVERA 1

Ore 20:30 Lecce-Fiorentina

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Calciomercato

Il Milan pesca in Spagna: occhi su Chukwueze

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La decisione di Gerry Cardinale di interrompere il rapporto di lavoro con Paolo Maldini e Ricky Massara è stato un fulmine a ciel sereno per tutto il popolo rossonero. Sebbene il calciomercato non sia ancora iniziato ufficialmente, la nuova dirigenza del Milan sta comunque sondando il terreno per diversi soluzioni soprattutto nel reparto avanzato.

Per rinforzare l’attacco, i rossoneri sono interessati a Samuel Chukwueze, esterno nigeriano di proprietà del Villarreal. L’attaccante 24enne ha giocato 50 partite stagionali fra Liga, Conference League e Copa Del Rey, segnando 11 reti complessive e fornendo ben 13 assist ai propri compagni di squadra e secondo Sky Sport è un profilo seguito con interesse dal Diavolo.

La richiesta degli spagnoli è molto alta, ma il Milan c’è e ha avviato i primi contatti per provare a chiudere il primo colpo di mercato.

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Calciomercato

Il Manchester City fa sul serio per Kovacic: le ultime

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Kovacic

Si accende il calciomercato del Manchester City che, a causa della probabile perdita di Gundogan a parametro zero, si starebbe muovendo per prendere Kovacic. Quello che potrebbe essere l’approdo di Kovacic alla corte di Pep Guardiola dipenderà, soprattutto, dalla decisione in merito al futuro del centrocampista tedesco. La scelta verrà presa insieme alla società solo dopo la finale di Champions League contro l’Inter.

Nel mentre però il calciatore del Chlesea sembrerebbe essere il profilo preferito dai Citizens e infatti secondo Fabrizio Romano, la trattativa per portare Kovacic a Manchester è molto concreta. Negli ultimi giorni si sono svolte discussioni positive, con i Blues che hanno aperto a una possibile cessione e con il calciatore che ha già accettato di vestire la maglia del City.

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Finisce la stagione del Pescara: il Foggia trionfa ai calci di rigore

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dichiarazioni Zeman

Il pareggio di quattro giorni ha dimostrato l’equilibrio e la sfacciataggine di due squadre capaci di offendere e trovare soluzioni di qualsiasi specie. In uno stadio Adriatico sold out (record di presenze stagionali), Pescara e Foggia si affrontano per la gara di ritorno valevole per le semifinali playoff di Serie C. Ci si gioca una finale, uno degli appuntamenti più importanti della stagione.

Zeman si presenta alla partita con una formazione rimaneggiata, facendo addirittura a meno di Plizzari (infortunato), Mesik, Palmiero e Delle Monache. Al centro dell’attacco torna Lescano con Cuppone spostato sull’esterno, mentre c’è Aloi in mezzo al campo. Tra i pali spazio al classe 2003 Andrea D’Aniello, alla seconda presenza stagionale. Per gli ospiti fuori gli squalificati Di Noia e Kontek, con Delio Rossi che può contare su una panchina cortissima causa infortuni.

PESCARA-FOGGIA: IL RACCONTO DELLA PRIMA FRAZIONE

Pronti via inizio da sogno degli uomini di casa: Rafia pennella sulla testa di Cuppone che insacca Dalmasso e porta avanti subito il Delfino. Dopo due minuti il Foggia è costretto già a inseguire, con addirittura due gol da segnare per poter passare il turno. I primi dieci minuti sono un monologo Pescara, ma i rossoneri in ben due occasioni vanno vicinissimi al gol del pareggio con Bjarkason prima e Ogunseye dopo.

Col passare dei minuti il Foggia guadagna metri, con i biancazzurri che concedono il pallino del gioco pronti a sfruttare gli spazi in ripartenza. La partita è subito caldissima, con ritmi altissimi e capovolgimenti di fronte improvvisi da una parte e dell’altra. Come sempre, a fare il bello e il cattivo tempo è Hamza Rafia: altro cross di esterno destro perfetto per Lescano che però liscia clamorosamente il pallone e manca l’appuntamento col gol del 2 a 0.

Le occasioni però arrivano a raffica: Bjarkason sbaglia ancora davanti a D’Aniello, sulla ripartenza Gozzi si fa tutta la fascia e pesca Cuppone che però sbaglia l’aggancio e getta alle ortiche un’occasione enorme. I ritmi sono frenetici, con i quinti del Foggia che fanno malissimo alla difesa abruzzese costretta a concedere qualcosa sulle discese di Costa e Bjarkason. Al 38′ arriva anche la prima ammonizione della partita, dopo un’intervento pericoloso di Di Pasquale su Merola.

Al 41′ il Pescara va a un passo dal raddoppio: calcio d’angolo perfetto per la corrente Brosco che incorna e centra in pieno la traversa. Lescano qualche minuto dopo impensierisce Dalmasso con un destro secco appena dentro l’area. Si chiude così dunque la prima frazione, con il Pescara avanti 1 a 0 ma reo di aver sciupato moltissime occasioni per chiudere la pratica.

PESCARA-FOGGIA: IL RACCONTO DEL SECONDO TEMPO

Rossi attinge subito dalla panchina, inserendo Vacca al posto di un Petermann in ombra. Il secondo tempo ripercorre il primo, con il Foggia che sfiora subito il pari con un tacco al volo: miracolo di D’Aniello, uno dei protagonisti indiscussi tra le fila casalinghe. Arrivano altre brutte notizie però per l’allenatore romagnolo, costretto a far entrare Garattoni a causa di un infortunio muscolare di Bjarkason.

A fare la partita adesso è il Foggia, cosciente che il cronometro non è suo amico, non riuscendo però mai a impensierire più di tanto la retroguardia biancazzurra. La prima vera occasione arriva al minuto 65: Boben e D’Aniello non si intendono e Garattoni tenta il pallonetto che si spegne sul fondo. Zeman si accorge della stanchezza dei suoi e opta per un triplo cambio inserendo Vergani, Mora e Delle Monache.

I cambi danno subito i suoi frutti, col Pescara che trova la rete del raddoppio al 70′ con Merola imbeccato da una giocata fantastica del classe 2005. Il direttore di gara Monaldi però interrompe i festeggiamenti annullando il gol per fuorigioco, tra i fischi dell’Adriatico. L’ex allenatore di Palermo, Bologna e Sampdoria prova il tutto per tutto, togliendo Costa e inserendo un altro attaccante come Iacoponi.

Al 78′ gli ospiti si lamentano per un contatto su Garattoni, ma il VAR non richiama l’arbitro di Macerata lasciando la valutazione del campo. La tecnologia viene interpellata nuovamente qualche giro di orologio dopo, negando il rigore agli ospiti per una posizione di fuorigioco in fase di impostazione. Zeman butta dentro anche Desogus, cambiando tutto il trio offensivo per sfruttare le possibili occasioni in ripartenza. Il Foggia però, come ci ha abituato quest’anno, non molla mai: all’ultimo minuto di gioco sponda di Ogunseye e Rizzo firma il gol del pareggio che vale i supplementari.

PESCARA-FOGGIA: I SUPPLEMENTARI

I primi 5 minuti scorrono lisci ma poi il solito Rafia decide di caricarsi il Pescara sulle spalle con una giocata al limite e cross morbido con l’esterno: Desogus mette giù, finta e piazzato che non lascia scampo a Dalmasso. Col passare dei minuti il Foggia si apre e Delle Monache sfiora il gol su un’altra invenzione di un ispirato Desogus.

Rossi rischia il tutto per tutto inserendo Odjer e Rutjens  al posto di Di Pasquale e Schenetti. Le offensive del Foggia però si fermano tutto contro la retroguardia biancazzurra, con un Brosco autore di una partita stratosferica nella sua metà campo. I rossoneri però non vogliono abbandonare il sogno Serie B e al 10′ minuto del secondo tempo supplementare trovano la zuccata vincente di Markic da calcio d’angolo che vale il 2 a 2. Si va dunque ai calci di rigore, in una vera e propria lotteria fatta di nervi freddezza dal dischetto.

Markic segna il primo con qualche brivido, stesso esito per Mora che spiazza Dalmasso. Il secondo rigore spetta a Garattoni che tira altissimo sopra alla traversa. Il Pescara ha l’occasione per portarsi in vantaggio ma Cancellotti emula l’avversario. Gli errori continuano a fare da padroni con Ogunseye che non trova la porta. Rafia invece non sbaglia e porta il Delfino sul 2 a 1. È la volta di Peralta che sceglie lo stesso angolo del tunisino e spiazza D’Aniello. Dalmasso ipnotizza Aloi e rimette tutto in bilico, mentre Vacca e Vergani non sbagliano. Si va ad oltranza e il primo a calciare è Rutjens con l’estremo difensore biancazzurro che sfiora ma non riesce a parare. L’errore decisivo è dell’uomo che aveva riacceso la partita nel supplementare: Desogus apre troppo il piattone e il Foggia vola alla finale playoff contro il Lecco.

 

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