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ESCLUSIVA - FIFA 19: parola agli esperti

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ESCLUSIVA – FIFA 19: parola agli esperti

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FIFA 19 sta arrivando. Il videogioco sviluppato da Electronic Arts, società statunitense che produce per lo più giochi di carattere sportivo (ma non solo), uscirà il prossimo 28 settembre. Tra le novità del titolo spicca sicuramente l’acquisizione delle licenze della Serie A TIM e la presenza sulla copertina di un Cristiano Ronaldo in divisa bianconera.

Abbiamo contattato tre dei massimi esponenti della community italiana di FIFA, IcePrinsipe, Insa e Dr Whi7es, chiedendo loro cosa pensino dell’arrivo del massimo campionato italiano su FIFA19 e del mondo degli e-Sports, termine che designa il mondo dei videogiochi a livello competitivo, organizzato e professionistico.

 

ICEPRINSIPE, IL CAMPIONE PRONTO AL RISCATTO

Daniele Paolucci, noto ai più con il nick di “Iceprinsipe”, nasce a Roma il 15 aprile 1996. In giovane età approda nel settore giovanile della Roma, dove gioca stabilmente da centrocampista. Dopo aver lasciato il calcio giocato nel 2014, si avvicina ai videogames, ed in particolare a FIFA, titolo del quale è innamorato sin da piccolo.

Inizia nel 2015 un percorso molto impegnativo nel mondo degli e-Sports. Raggiunge l’apice con la vittoria  degli Europei del 2017 di Madrid, battendo in finale il favoritissimo player Spencer “Huge Gorilla” Ealing. Da molti è considerato il miglior giocatore italiano e nella Top 10 del mondo.

FIFA 18 ha deluso le aspettative di quasi tutta la community. Cosa si aspetta dal titolo in arrivo?

FIFA offre sempre tantissime interessanti novità per quanto riguarda le varie modalità di gioco. Il problema cruciale del gioco dello scorso anno è stato un gameplay non molto entusiasmante. Da questo punto di vista mi  aspetto davvero tanto, è la caratteristica che va migliorata più di tutte le altre. A causa dello scarso realismo dei risultati, troppo spesso tennistici, una buona fetta di pubblico ha abbandonato il gioco verso gennaio. Spero vivamente che le cose cambino e in questo senso sono sicuro che verranno fatti grandi passi avanti.

La nuova stagione è alle porte: quali sono i suoi obiettivi?

Il 2017 è stato un anno straordinario per me. Il 2018 un po’ meno. Ho comunque raggiunto degli ottimi risultati ma credo non ci si debba mai accontentare. Voglio tornare ad essere competitivo come due anni fa e dare filo da torcere ai miei avversari. In questo momento sono in pausa, ma dal 28 settembre si ricomincia alla grande. Mi impegnerò al massimo per ripagare la fiducia e l’affetto di chi mi ha sempre sostenuto.

Chi è il Numero Diez tra i player di FIFA? E non vale fare il proprio nome.

Assolutamente Nicolas 99. L’argentino ha dimostrato ampiamente di essere il più forte ed il più costante. Nonostante non abbia vinto il Mondiale, in tutte le competizioni di qualificazione ha espresso un gioco superiore agli altri. Credo che attualmente sia il migliore per distacco.

NICOLO’ INSA MIRRA, NEL SEGNO DELLA ROMA

Nato a Milano il 13 giugno 1994, Nicolò Mirra è un professional player da molto tempo. Ha, infatti, un glorioso passato come giocatore di “Gears of War”. Solo successivamente è approdato – e con successo – su FIFA. Negli ultimi anni è stato tra i migliori player italiani e nel suo curriculum spicca la chiamata nel team e-Sports della As Roma e nei Fnatic, uno dei roster e-Sports più famosi al mondo.

 

All’attività di pro, affianca un grande impegno su Youtube, piattaforma sulla quale carica gameplay e vlog. E’ stato anche il primo player italiano ad entrare nel network “EA Game Changers”, progetto che prevede una stretta collaborazione tra gli sviluppatori del gioco, youtubers e players.

Come può l’e-Sports d’impronta calcistica avvicinarsi maggiormente a chi non conosce questo mondo?

Indubbiamente campionati nazionali paralleli a quelli reali di calcio sarebbero un ponte importante. Basti pensare alla e-MLS e alla e-Ligue1. Credo che sarebbe una buona idea organizzare le partite virtuali in concomitanza con i match reali e lavorare su side activities attorno a questi eventi. Nello stesso stadio sarebbero presenti fan per entrambe le partite (calcio ed e-Sports). Inoltre direi che un altro elemento chiave saranno le nazionali e le Olimpiadi, che sembrano piuttosto vicine a concedere l’ingresso ufficiale agli eSports. Alcuni Paesi hanno già provveduto ad allestire le loro squadre, è il caso della Svezia del mio compagno di team Zimme.

Quali sono i suoi obiettivi per la prossima stagione?

Su Youtube voglio continuare a migliorare la qualità dei contenuti. Essendo parte del network “EA Game Changers” e del primo “FIFA Player Council” della storia, sono sicuro che riuscirò a regalare video molto interessanti. Per quanto riguarda l’e-Sports, l’obiettivo finale di qualunque giocatore è il Mondiale e lavorerò affinchè ciò possa accadere. Sono grato alla Roma e ai Fnatic per aver creduto in me. Voglio ringraziarli attraverso i risultati e le ottime prestazioni negli eventi a cui parteciperò.

DR WHI7ES, IL TUTTOLOGO DI FIFA

Nato a Villasanta (MB) l’11 agosto 1993, Marco Bianchi è una figura di straordinaria importanza all’interno della community italiana di FIFA. Seguitissimo su Twitch e Youtube, Dr Whi7es (nick con il quale si firma) realizza contentuti sul web, come video o live streming, attraverso i quali affronta FIFA con un approccio tecnico.

Marco è l’amico al quale chiedere consigli riguardo FIFA, come ad esempio:”Meglio il 4-3-3 o il 4-3-1-2? Martial o Sanè?”. Oltre all’impegno profuso sui suoi profili, è il responsabile del canale di Spaziogames e , spesso, si occupa delle telecronache degli eventi e-Sports del titolo targato EA.

Si è molto vociferato riguardo ad una e-Serie A in FIFA 19. Per lei è fattibile una sua creazione?

L’unica cosa che posso dire sulla e-Serie A è che a giugno, durante un’assemblea della Lega Calcio, le squadre hanno dato mandato esplorativo per poter organizzare qualcosa in futuro. Difficile comunque si faccia qualcosa per FIFA 19. Nel nostro campionato solo Roma, Parma, Sampdoria e Genoa hanno giocatori sotto contratto. Oltretutto sarebbe difficile coinvolgere le milanesi, entrambe partner PES.

L’acquisizione delle licenze della Serie A potrebbe portare ad un aumento delle vendite?

Non credo che le licenze di Serie A possano spostare tantissime copie. Quello che conta davvero è la presenza delle licenze delle singole squadre, cosa che su FIFA non è mai stato un problema. Un vero boost delle vendite si avrebbe, secondo me, con un trattamento stile Premier League: grafiche ufficiali, tutti gli stadi e volti dei giocatori scansionati. Per gli stadi è impossibile, dato che sono tutti molto vecchi e non appartengono alle società. Sui volti stiamo facendo passi in avanti, anche se troppi giocatori, anche di discreta importanza, somigliano poco alla controparte reale. Attualmente – e di sicuro sarà così per molto altro tempo ancora – FIFA è migliore di PES.

 Recentemente ha provato la demo di FIFA 19 a Colonia. Prime impressioni?

La demo che ho provato alla Gamescom di Colonia mi è piaciuta molto. Sono state corrette le criticità del gameplay dello scorso capitolo (tiri rasoterra troppo efficaci, difesa della cpu troppo forte), aggiungendo alcuni strumenti che potranno dare un vantaggio a chi vuole un videogioco che simuli davvero il calcio. Prendiamo in considerazione le nuove tattiche. Ora possiamo davvero influenzare lo stile di gioco della nostra squadra, puntando sul possesso palla o sul contropiede, a seconda dei giocatori che ci ritroveremo davanti e che abbiamo a disposizione. City e Juventus giocano in maniera completamente diversa e, per la prima volta nella serie, ho avuto davvero la sensazione di affrontare squadre reali, con una propria identità tattica.

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ESCLUSIVA – Caturano si racconta: “Ronaldo il mio idolo, Fazio il difensore più forte mai affrontato”

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Corri, lotta e vinci: sono i tre imperativi imposti da Salvatore Caturano, bomber del Potenza Calcio, società militante nel Girone C della terza serie professionistica italiana. Il calciatore dei Leoni è riuscito a guadagnarsi la fiducia e l’affetto dell’intero ambiente, diventando così, in poco tempo, capitano della squadra del tecnico pozzogottese Giuseppe Raffaele.

CHI È SALVATORE CATURANO

Nasce a Napoli, il 3 luglio del 1990. La sua carriera tra i professionisti parte da Empoli quando, nel 2007, alla tenera età di sedici anni, fa il suo esordio in Serie A, in prima squadra, nella vittoria di Siena contro i bianconeri. Da quel momento in poi, sono numerose le avventure di Caturano tra Serie B e C: da Taranto, passando per Melfi e Lecce, fino all’esperienza di Cesena. Quest’ultima, lo vede protagonista delle sfide play-off dei cesenati, con due gol siglati e un assist fornito tra primo turno e ottavi. La sfida casalinga di ritorno contro il Monopoli risulterà, però, letale per gli uomini di Viali che subiranno un sonoro 0-3.

Oggi, al servizio del Potenza, con la fascia stretta la braccio, sta trascinando i potentini verso una salvezza tranquilla e, magari, in direzioni più prestigiose di classifica.

L’INTERVISTA INTEGRALE

La nostra redazione ha avuto il piacere di intervistare l’attaccante dei rossoblù, nonché uno delle punte più prolifiche del campionato italiano di Serie C.

Bomber ‘casalingo’ con ben dodici reti messe a segno al “Viviani”: una sentenza vera e propria per gli ospiti. Quanto incide la spinta dei tifosi sulle tue prestazioni?

“Direi tantissimo, perché, grazie ai tifosi, quando entri in campo al ‘Viviani’, è sempre una bella emozione. In particolare, quest’anno ho notato tanti giovani presenti sugli spalti e questo mi tocca molto. Sono felice di aver dato, finora, il mio contributo e spero di continuare così per questa gente. Loro rappresentano un elemento importantissimo“.

Ben quindici reti siglate finora, una in meno dei colleghi di reparto Biasci e Patierno. La quota venti non è così distante, così facendo batteresti il tuo record personale di marcature con la maglia del Melfi nella stagione 14/15 (diciotto gol). Credi di poterci riuscire?

“Assolutamente, sto lavorando per quello. Innanzitutto, per dare una mano alla squadra. È chiaro che sfatare questo tabù dei diciotto gol rappresenterebbe un’ulteriore soddisfazione personale, perché si tratterebbe di superare tanti gol. Ci sto provando e spero di riuscirci”.

Raccontaci di come hai vissuto il momento del gol ‘spaziale’ segnato alla Gelbison.

“In quel momento, quando mi è arrivato il pallone, ho fatto uno stop di petto a seguire e ho subito pensato al tiro. È stata chiaramente una bella esecuzione, ma anche fortunosa: calciare da quella distanza e segnare quell’eurogol, sinceramente, non me l’aspettavo. Quando ho visto la palla entrare, sono esploso dalla felicità. Un gol importante che ha portato i tre punti e credo che sia stato il coronamento di una magnifica giornata”.

Che ricordo hai dell’esordio in Serie A con la maglia dell’Empoli?

“Era una caldissima giornata di maggio. Mi trovavo in panchina, seduto accanto a Vittorio Tosto che durante la partita mi diceva: ‘Oggi farai l’esordio’. Io lo guardavo incredulo e pensavo che non potesse mai accadere. Poi, a fine primo tempo, mister Cagni mi chiamò: ‘Caturano, vai a scaldarti’. In quel momento, non riuscivo a rendermi conto di dove fossi; ho iniziato il riscaldamento sperando di entrare, ma già durante quegli istanti sentivo un’emozione fortissima attraversarmi. Poi, quando il mister mi ha richiamato per le ultime indicazioni, ho iniziato a sentire le gambe tremare; quando sono entrato non sentivo più niente. Ho provato una sensazione davvero indescrivibile: è stato magnifico“.

Qual è stato e qual è tuttora il giocatore a cui ti ispiri maggiormente?

“Il mio idolo da sempre è Ronaldo il ‘Fenomeno’. Del calcio moderno, direi Benzema: il centravanti d’eccellenza. Riesce a fare tutto: possiede tecnica e tempi d’inserimento. A volte lo si guarda con gli occhi a cuoricino”.

Qual è il difensore più forte che tu abbia mai affrontato?

“Ho avuto il piacere e l’onore di affrontare la Roma, in Coppa Italia, all’Olimpico con la maglia dell’Entella. Quindi ti dico Fazio. Al tempo, era un armadio a tre ante (ride, ndr). Non riuscivo nemmeno a stargli vicino, con una manata mi spostava. Provavo ad attaccarlo alle spalle, ma niente, non riuscivo a saltarlo“.

Poco più di un mese fa hai firmato il rinnovo di contratto col Potenza fino al 2025. Stai trascinando, da capitano, la squadra a suon di gol, assist e buone prestazioni. Quali sono le tue aspirazioni future con la maglia rossoblù?

“Sicuramente il fatto che questa società mi abbia dato una fiducia così grande, che sto cercando di ripagare nel migliore dei modi, mi fa sentire onorato. Far parte di questa società, gruppo, famiglia, per me, rappresenta una grande soddisfazione. Spero di poterne far parte il più a lungo possibile. Qui non manca nulla per vivere l’esperienza calcistica nel migliore dei modi: ho a che fare con persone oneste, rispettose e ne sono realmente felice“.

Con una classifica cortissima, una vittoria, o una sconfitta, può stravolgere le sorti del campionato. Con la dovuta cautela, credi che la squadra possa riuscire a salire sul treno play-off?

“Assolutamente. Cercheremo, già sabato contro la Juve Stabia, di archiviare l’obiettivo prefissato a inizio anno, ossia la salvezza. È chiaro che, dopo aver raggiunto uno scopo, si cerca di alzare ulteriormente l’asticella, provando, magari, a salire sul treno dei play-off. Credo che ci siano tutte le carte in regola per farlo, quindi ci proveremo fino alla fine“.

Sei certamente uno degli attaccanti migliori della Serie C. Col passare degli anni hai vissuto esperienze differenti che ti hanno aiutato a crescere come giocatore e come uomo. Il Caturano di oggi, guardandosi dietro, cambierebbe qualcosa del proprio passato?

Cambierei l’atteggiamento avuto nei primi anni, dopo l’esordio in Serie A, dove mi sono un po’ esaltato, sentendomi dunque già realizzato. Ora, a trentadue anni, col senno di poi, avrei cambiato la mentalità, poiché probabilmente avevo le possibilità per rimanere in quella categoria, nel calcio vero. Con l’atteggiamento avuto, invece, ho bruciato l’opportunità di continuare quel percorso. Ad oggi, però, per ciò che ho fatto nell’attuale categoria mi posso ritenere soddisfatto”.

Fonte immagine in evidenza: sito ufficiale Potenza Calcio

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Champions League

ESCLUSIVA – Ciccio Graziani: “Avrei convocato Zaccagni in Nazionale. In Champions vedo meglio il Napoli”

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Ciccio Graziani

FrancescoCiccioGraziani è un uomo di calcio senza tempo in Italia. L’abbiamo visto in campo da calciatore, in panchina da allenatore e negli studi televisivi come ospite ed opinionista. Il suo palmares vanta diversi trofei come il Mondiale del 1982, lo scudetto con il Torino del 1975 e due Coppe Italia con la Roma, nel 1984 e 1986. Ha parlato in esclusiva ai microfoni di Numero Diez toccando diversi temi, dalla Nazionale, alla Serie A e le coppe europee.

Giovedì tornerà in campo l’Italia, Mancini ha sorpreso cambiando tanto con le convocazioni. Secondo lei da quali giocatori dovrebbe ripartire la Nazionale?

“Può ripartire dallo zoccolo duro della rosa, ho visto che ha chiamato anche tanti ragazzi nuovi. Rientriamo in una competizione europea e sarebbe importantissimo iniziare da subito con una bella vittoria”.

Questione Retegui. Sono stati giorni pieni di classiche polemiche all’italiana, secondo lei è giusto puntare anche su giocatori del genere con doppio passaporto o avrebbe preferito un calciatore al 100% italiano?

“L’abbiamo già fatto con altri calciatori, grazie a nonni, cugini e parenti. Se fossi stato in Mancini avrei dato uno sguardo anche a Zaccagni, ma non so se la mancata chiamata sia stata una presa di posizione sulle sue convocazioni in passato, dove aveva fatto un po’ storcere il naso. Vedremo su Retegui, siamo tutti curiosi di osservarlo in campo: ne parlano tutti molto bene”.

Venerdì scorso ci sono stati i sorteggi di Champions League. Per le italiane potrebbe essere una stagione storica, chi vede meglio tra Inter, Milan e Napoli?

“Sicuramente il Napoli, è la squadra che ci da maggiori speranze e potenzialità. Gioca il miglior calcio e sta dimostrando di essere la più forte, tra le italiane può essere la mina vagante per la vittoria finale“.

Oltre alla Champions ci sono anche Juventus e Roma in Europa League e Fiorentina in Conference, cosa si aspetta da queste tre squadre?

“La Juventus è quella che in Europa League potrebbe fare meglio, anche se la Roma potrebbe avere un cammino un po’ più semplice. La Fiorentina può essere una papabile finalista”.

La lotta scudetto in Serie A sembra ormai chiusa da tempo, mentre la zona Champions è parecchio calda. Secondo lei quali italiane giocheranno la Champions League il prossimo anno?

“Ogni domenica possono cambiare tranquillamente tutte le posizioni di classifica. Oggi chi ha preso più vantaggio è la Lazio, il Milan e la Roma sono le più attardate. Occhio alla Juventus che se continua a fare punti potrebbe rientrare nella corsa, ma attenzione anche all’Atalanta che si è riportata molto vicina. Sarà una lotta fino all’ultima giornata, la situazione cambia un po’ come cambia il tempo. Vedremo come reagiranno Milan, Roma ed Inter alle loro battute d’arresto, però in questo momento la Lazio è quella che si è avvantaggiata più di tutti”.

Ha giocato tanti anni al Torino, come giudica la stagione dei granata fino ad oggi? La qualificazione in Europa è ancora possibile o è destinata a rimanere un sogno?

“Il fatto che stia lottando per un posto in Europa è già positivo. Bisogna vedere poi con la Juventus, che ormai si è riportata in posizione ottimale rispetto a Bologna, Torino e Fiorentina. La vedo dura, però ci sta provando”.

Immagina di copertina: ANSA

 

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ESCLUSIVA – Clemenza si racconta: “Alla Juve ho vissuto anni bellissimi, in Italia bisogna aspettare i giovani”

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Clemenza

ESCLUSIVA CLEMENZA – La nostra redazione di Numero Diez ha avuto il piacere di intervistare in esclusiva Luca Clemenza, ex primavera della Juventus e attuale calciatore della Virtus Entella. Nell’intervista che vi proponiamo abbiamo parlato di diversi temi tra cui il suo passato ai bianconeri e l’esordio tra i professionisti. Ecco di seguito l’intervista completa.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A LUCA CLEMENZA

Iniziamo dai primi passi. Tu hai militato diversi anni nelle giovanili della Juventus. Qual è il ricordo più bello di quella parentesi? Come era quell’ambiente?

Il ricordo più stretto che mi tengo è il gol che ho fatto al Benfica in una tournée americana con la prima squadra. Io ho fatto 7 anni nelle giovanili della Juventus. Tutto l’ambiente bianconero è davvero unico e quello che ho vissuto è stato tutto perfetto e penso che non ci sia posto migliore per un giovane che ci sta affacciando nel mondo del calcio“.

Passiamo dal tuo debutto tra i professionisti. Tu hai esordito con l’Ascoli in Serie B nella stagione 2017-18: come sono state le tue emozioni quell’anno?

“All’Ascoli è stata la mia prima esperienza al difuori del contesto Juve, e non nego che all’inizio questa cosa mi spaventava un po’. Ho vissuto quell’anno in modo eccezionale anche perché ho giocato tante partite e siamo riusciti a ottenere una salvezza inaspettata, soprattutto perché nessuno credeva in noi. Quella stagione mi ha fatto crescere sotto diversi aspetti, anche perché mi sono ritrovato subito protagonista sebbene avevo poche aspettative essendo stata la mia prima stagione in Serie B”.

Ad un certo punto hai deciso di andare al Sion. Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto ad andare in Svizzera? Come viene interpretato lì il concetto di calcio?

“Sicuramente ha inciso la presenza sulla panchina di Fabio Grosso. Avevo diversi dubbi su un trasferimento così prematuro all’estero, ma quando mi ha chiamato per andare a giocare al Sion mi ha convinto subito anche perché mi ha parlato molto bene di quel campionato. In Svizzera il calcio è molto diverso rispetto alla Serie B o alla Serie C italiana perché le partite sono molto meno tattiche e si cerca di interpretare un calcio più offensivo. Anche quell’anno per me è stato di grande aiuto perché sono cresciuto molto sotto l’aspetto fisico, anche se ho avuto diversi problemi fisici”.

Fabio Grosso ti ha allenato sia alla Juventus Primavera che proprio al Sion, è stato un allenatore che ha inciso sulla tua ancora breve carriera?

“Grosso è stato molto importante nella mia crescita. Soprattutto nei primi anni di Primavera è riuscito a rendermi subito protagonista e ha creduto tanto in me. Sicuramente è stato il tecnico che mi ha plasmato come calciatore, anche se tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno insegnato qualcosa come Serse Cosmi“.

Tu hai esordito anche con la Nazionale minore fino all’under 20. Che pensiero hai sui giovani in Italia?

“Secondo me c’è bisogno di fare diversi gli step. L’impressione che mi da il calcio italiano è che noi chiamiamo “giovani” calciatori che hanno 24 anni mentre se pensiamo in Inghilterra, tanti classe 2000 sono già titolari inamovibili nelle loro squadre. Bisogna abbattere questo stereotipo di caricare il giovane di responsabilità e di giudicarlo subito, anche perché alla lunga le qualità vengono sempre fuori”.

Passiamo al presente e parliamo della tua Virtus Entella che sta facendo un campionato fantastico. Come valuti fino a questo momento la vostra stagione ? Quali sono gli obiettivi della squadra?

“La nostra stagione fino a questo momento è davvero ottima. Avendo già fatto la Serie C, penso di non aver mai fatto parte di un organico così forte anche perché siamo un gruppo veramente unito, aldilà di chi gioca titolare o chi parte dalla panchina. Il nostro obiettivo quest’anno è ovviamente quello di arrivare in Serie B senza passare dai play-off anche se all’inizio non è stata facile. Tutte le partite sono difficili, ma stiamo dimostrando il nostro valore ogni settimana come la partita contro la Reggiana”.

Per concludere, quali sono i tuoi prossimi obiettivi personali?

“Nel breve ovviamente desidero tornare alla mia migliore forma e lasciarmi alle spalle questo brutto infortunio per aiutare i miei compagni a salire in Serie B. Come prossimo obiettivo, vorrei giocare in Serie A“.

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Champions League

ESCLUSIVA – La verità sul caos del do Dragão per Porto-Inter: il racconto di Biapri

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Dopo ormai 24 ore Porto-Inter è ancora nell’occhio del ciclone. A far discutere però non è la partita sul campo, ma il pessimo trattamento riservato ai tifosi nerazzurri da parte del Porto e dalla polizia portoghese. Ne abbiamo parlato con Biapri, influencer e tifoso interista presente ieri sera all’Estadio do Dragão, che ci ha fornito la sua testimonianza diretta sull’accaduto.

BIGLIETTI VENDUTI E SITUAZIONE IL GIORNO DELLA PARTITA

BIGLIETTI VENDUTI – “Il settore ospiti era pieno, con tremila biglietti venduti. La richiesta, però, era alta e molti tifosi interisti erano riusciti ad acquistare biglietti in altri settori, tramite VPN o amici che vivono all’estero. Quasi tutti vicini al settore ospiti, soltanto alcuni erano lontani o dalla parte dei tifosi del Porto”. 

LA SITUAZIONE DURANTE LA GIORNATA – “In mattinata è uscito un comunicato del Porto che vietava ai tifosi interisti di entrare allo stadio, se non nel settore ospiti. Io ho parlato con l’Inter e ho saputo che il coordinamento stava parlando con le autorità locali per trovare una soluzione. Questa sembrava essere stata trovata, l’accesso sarebbe stato consentito ma in modo neutrale: senza bandiere, sciarpe o magliette nerazzurre”. 

COSA É SUCCESSO FUORI DAL DO DRAGÃO?

IL CAOS PRIMA DELLA PARTITA – “Tutte queste promesse non sono state mantenute: quando tutti gli interisti, con biglietto in settori neutrali, si sono presentati ai loro varchi non sono stati fatti entrare. Le indicazioni della polizia hanno portato tutti questi tifosi verso il settore ospiti, dove c’era già una grande calca creata dalle tremila persone con biglietto regolare. C’era una grossa scalinata, ma arrivati in cima chi aveva un biglietto per un altro settore veniva mandato indietro. A questo punto, tra chi doveva tornare indietro e chi voleva andare avanti, si è bloccato tutto. La polizia spingeva da entrambi i lati, con la gente nel mezzo. Ad un certo punto hanno creato un varco laterale per permettere la discesa a chi era costretto ad indietreggiare, c’era una confusione incredibile. Chi non poteva entrare nel settore ospiti è stato portato in una sorta di recinto”.

Io, personalmente, una volta avuto il biglietto dal mio Inter Club mi sono buttato in questa scalinata. Un mio amico, con il certificato di invalidità, non è stato aiutato dalla polizia e si stava sentendo male. Alla fine, verso il decimo del primo tempo, siamo arrivati sopra e ci hanno fatto passare perché avevamo il biglietto nel settore ospiti. Questo era già completamente pieno, ho dovuto lottare per trovare un varco ed intravedere la partita. Ci sono anche dei casi particolati: ho incontrato due italiani con un biglietto vicino agli ultras del Porto, ma sono riusciti a cammuffarsi e non avere problemi. Un gran numero di tifosi è rimasto fuori, anche del mio Inter Club, io sono stato fortunato”.

TENSIONE CON LA POLIZIA – “La polizia era molto rude e dava informazioni sbagliate, perché erano loro stessi a mandare la gente verso il settore ospiti. Premevano molto, non ci sono stati scontri ma c’era tanta tensione. Il popolo interista, nonostante tutto, si è comportato benissimo”. 

BIGLIETTI NON VALIDI –Molti hanno avuto il sospetto che il Porto abbia annullato e rivenduto il proprio biglietto, perché una volta arrivato al tornello era considerato come non valido“.

Immagine di copertina: Gianlucadimarzio.com

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