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Chi sul campo, chi in panchina: ecco che fine ha fatto quella bella Fiorentina!

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Chi sul campo, chi in panchina: ecco che fine ha fatto quella bella Fiorentina!

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Che fine ha fatto quella Fiorentina che fece sognare il popolo viola in una cavalcata Champions incredibile?
Quella banda di Prandelli fu vicina a compiere una vera e propria impresa chiudendo prima nel girone davanti a Liverpool, Lione e Debrecen e sfiorando il colpaccio contro il Bayern Monaco: tutti ricorderanno soprattutto la gara d’andata all’Allianz Arena non tanto per il risultato(2-1 per i bavaresi) quanto per gli errori arbitrali ai danni dei toscani che hanno poi compromesso l’intera qualificazione. Infatti la Fiorentina al ritorno tentò in tutti i modi di rimediare, vinse 3-2 ma non bastò in virtù del numero di reti in trasferta. Un percorso spezzato, bloccato, frenato malamente, da un Robben formato extraterrestre nel momento più bello. In un periodo in cui si aveva la netta impressione che quei ragazzi potessero davvero compiere qualsiasi impresa e raggiungere ottimi risultati senza porsi limiti.

C’È CHI RESISTE ANCORA…

Nessun calciatore di quella Viola è tuttora a Firenze ma molti resistono ancora e calcano palcoscenici importanti. Tra quelli rimasti nella nostra Serie A ci sono i difensori Lorenzo De Silvestri, pedina importante nel Torino e Manuel Pasqual, una delle bandiere del mondo gigliato, ora in forza all’Empoli, una trentina di chilometri dal Franchi. Il terzino sinistro ha riportato in serie A con la fascia di capitano al braccio gli azzurri grazie a un gran calcio condotto dal regista Andreazzoli. C’è poi chi  che dopo aver vestito  la fascia di capitano dei viola, ha proseguito la propria scalata in una Big come il Milan: Riccardo Montolivo. Ora il centrocampista è finito nel dimenticatoio nelle ultime due stagioni con i rossoneri dopo essere stato un punto cardine del centrocampo meneghino e anche della Nazionale proprio con Prandelli. Continuando a scandagliare tra chi ancora cerca emozioni in un rettangolo verde troviamo Gobbi che alla veneranda età di 38 anni nell’ultima estate non ha avuto la minima idea di smettere con il calcio ed ha visto nel Parma l’occasione per dire ancora la propria. Dainelli ha deciso di ripartire dalla B, dal Livorno alla corte del suo ex compagno di squadra Lucarelli.

In attività ci sono anche due balcanici: il serbo talentuoso ma discontinuo Adem Ljajic, quest’estate passato dal Torino al Besiktas, e il montenegrino Stevan Jovetic, uno dei fiori sbocciati sotto il sole di Firenze, che poi ha varcato i confini italiani con le avventure al Manchester City e al Siviglia inframezzate dall’esperienza poco positiva all’Inter. Ora l’autore delle doppiette contro Liverpool e Bayern Monaco in quel tour europeo pazzesco si è accasato al Monaco dove tenta di tornare alla ribalta nonostante i risultati non siano proprio diretti in questo verso. Infine per chiudere il cerchio non si può dimenticare Vargas, esterno dal piede mancino, buon dribbling e tiro potente dalla distanza. Il peruviano lasciò il segno anche in termini di gol conquistando un piccolo pezzo di storia viola nel percorso di Champions( a bersaglio nel 2-2 del preliminare contro lo Sporting Lisbona, nell’1-0 contro il Lione nei gironi, e con il primo gol nel 3-2 negli ottavi contro il Bayern). Ora Vargas è tornato a casa e milita nell’Universitario dove tutta la sua carriera ebbe inizio.

 

…E CHI SI ACCOMODA IN PANCHINA!

Molti calciatori della formazione di Prandelli appesi gli scarpini al chiodo hanno comunque sentito il richiamo del pallone e non hanno saputo resistere. Adrian Mutu sicuramente a Firenze non se lo dimenticano, anche per gli alti e bassi dal punto di vista dei rapporti con la società costretta persino a metterlo fuori rosa nel gennaio 2011 per un mese per inadempienze contrattuali. Dopo anni a sfondare le reti l’attaccante rumeno è tornato in patria e ora ricopre il ruolo di direttore generale della Dinamo Bucarest, club in cui ha anche militato dal 1998 al 2000. Un’esperienza nel cuore della società che anche il compagno di reparto Alberto Gilardino sta in parte vivendo. Il violinista campione del mondo con l’Italia nel 2006 ha iniziato la sua carriera come direttore tecnico nonché vice-allenatore nel Rezzato, piccolo comune della provincia di Brescia e piccola società del panorama lombardo attualmente in piena corsa promozione nel gruppo B in Serie D.


Sempre sui campi da calcio ma in altre vesti ritroviamo anche Marco Donadel che in seguito alla recente rescissione del contratto con i canadesi del Montreal Impact ha fatto ritorno al centro sportivo Campini con il ruolo di collaboratore nel settore giovanile con l’importante compito di far crescere e germogliare piccoli uomini e campioni. Ha smesso nel 2014 invece Martin Jørgensen che subito fa venire alla mente quella busta di 500€, quasi una presa in giro, con cui la Viola dovette “accollarsi” il centrocampista danese nella compartecipazione con l’Udinese( che non offri alcunché). Danese che poi ha infilato 151 presenze con la maglia gigliata ottenendo una bella rivincita e dimenticando quella busta che lo aveva paragonato ad un oggetto di poco valore. Ora da qualche anno è stabile nello staff tecnico della sua nazionale di cui da calciatore è stato un pilastro superando i cento gettoni. Si chiude questa ricerca interessante con Marchionni: acquistato dai dirigenti della Fiorentina nello scambio con la Juventus per Felipe Melo, adesso ha intrapreso il percorso da allenatore sulla panchina della Carrarese assistendo Silvio Baldini.

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Coppa Italia

Pronostico Fiorentina-Parma, statistiche e consigli per la partita

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Pronostico Fiorentina-Parma

PRONOSTICO FIORENTINA-PARMA, STATISTICHE E CONSIGLI PER LA PARTITA – Mercoledì 6 dicembre, alle ore 21:00, la Fiorentina incontra il Parma per gli ottavi di finale di Coppa Italia, in un match che può nascondere insidie. Scopriamo, dunque, il pronostico per la partita insieme a qualche statistica e qualche consiglio per gli scommettitori.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

Partiamo dai padroni di casa. La Fiorentina ha vissuto tanti alti e bassi nell’ultimo periodo, con alcune cadute evitabili, come contro l’Empoli, ma anche vittorie prestigiose, come quella di Napoli. La squadra di Italiano si è imposta nel corso dell’ultima giornata per 3-0 contro la Salernitana e ha preparato al meglio la partita di Coppa Italia. Vedremo se la preparazione sarà ripagata anche dal verdetto del campo.

Il Parma viene da sei vittorie in otto partite nell’ultimo mese. Gli uomini di Pecchia procedono spediti verso la risalita nel massimo campionato e si trovano, ad oggi, a pari punti – 33 – col Venezia. Gli emiliani stanno facendo molto bene e ora sognano anche i quarti di finale di Coppa Italia, un risultato che sarebbe importantissimo per il loro morale. In mezzo c’è la Viola, che avrà tutte le intenzioni di battere i crociati.

IL PRONOSTICO DI FIORENTINA-PARMA

Per quanto sulla carta l’esito sembri scontato e i pronostici siano tutti a favore della Fiorentina, spesso la Coppa Italia ha regalato sorprese. Attenzione, dunque, al Parma, che vorrà fare uno scherzetto agli avversari. Per questo, non consigliamo alcun segno fisso, bensì una giocata sul numero complessivo di gol. Il pronostico che potrebbe essere meno rischioso e pagare di più è il MULTIGOL CASA 2-4, in quota 1.62. Benché l’esito finale non sia scontato, la Viola, infatti, potrebbe andare a segno più volte, data la tendenza dei giocatori di Italiano a tenere palla. In alternativa, anche il segno GOL, quotato, invece, 1.75 sui principali bookmakers, potrebbe essere fruttuoso, dato che entrambe le squadre sono decisamente inclini al gol.

PROBABILI FORMAZIONI

Fiorentina (4-2-3-1): Christensen; Kayode, Martinez, Ranieri, Parisi; Mandragora, M.Lopez; Ikone, Barak, Sottil; Nzola. All. Italiano

Parma (4-3-2-1): Chichizola; Delprato, Osorio, Circati, Di Chiara; Bernabé, Hernani, Estevez; Mihaila, Man; Benedyczak. All. Pecchia

 

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ESCLUSIVE

ESCLUSIVA – L’agente di Ikwuemesi: “Si sta adattando alla Serie A, la Salernitana sta lavorando nella giusta direzione”

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La Salernitana sta affrontando un periodo delicato, in piena lotta per la permanenza in Serie A. Nell’ultima giornata di campionato, i granata sono usciti sconfitti dal Franchi perdendo 3-0 contro la Fiorentina. Nonostante la sconfitta anche abbastanza netta, però, i campani sono reduci da un momento anche abbastanza positivo. A risollevare il morale infatti sono il pareggio preziosissimo in casa del Sassuolo e, soprattutto, la prima vittoria in campionato arrivata all’Arechi contro la Lazio.

Uno dei volti di quest’ultimo periodo in casa Salernitana, è sicuramente Chukwubuikem Ikwuemesi. Arrivato quest’estate dagli sloveni del Celje, l’attaccante nigeriano sotto la gestione Inzaghi sta trovando spazio ed anche i primi gol della sua avventura italiana. Per scoprirne di più sul classe 2001, noi della redazione di Numero Diez abbiamo intervistato Thaddeus Kennedy Idama, agente del calciatore facente parte del KCG Sporting Management.

Di seguito, la nostra intervista ESCLUSIVA.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A THADDEUS KENNEDY IDAMA, AGENTE DI IKWUEMESI

Parto chiedendole la sua opinione sul momento attuale di Ikwuemesi alla Salernitana.

“Sta provando a dare il massimo. Essendo calciatore giovane, che proviene da un campionato non molto noto in Europa, sta cercando di adattarsi. Credo farà meglio sul lungo termine”.

Crede che la Salernitana riuscirà a centrare l’obiettivo salvezza?

“Siamo in attesa di scoprirlo, perché la Salernitana è una buona squadra, staff e dirigenti hanno il compito di gestire la situazione e lo stanno facendo molto bene. Il club non sta ottenendo il miglior risultato, ma spetta all’organismo che lo rappresenta fare la cosa giusta. Credo siano nella giusta direzione“.

Di recente Ikwuemesi ha segnato il suo primo gol in Serie A, contro il Sassuolo. Quali sono state le sensazioni a riguardo?

È stato un bel momento. A Sassuolo erano partiti molto bene, andando in vantaggio per 0-2. È stato comunque un buon risultato per la squadra. È un momento in cui hanno ripreso il controllo e hanno realizzato di poter tornare ad una situazione normale. Io so che chi è ai vertici della società sta facendo molto per assicurarsi di mettere i calciatori sulla buona strada. Poi vincere le partite (contro la Lazio, n.d.r.) è un sollievo per la squadra“.

Con l’arrivo di Inzaghi in panchina sembrerebbe esserci stata una svolta: 5 presenze da titolare e 2 gol in 7 partite. Com’è il rapporto con il tecnico granata?

“Gli dico che dipende tutto dall’impostazione professionale. Il ragazzo è un professionista e conosce i suoi obblighi in campo. L’allenatore è stato un professionista di altissimo livello da calciatore. Sono contento perché metterà Ikwuemesi nelle condizioni migliori e lo preparerà per le partite. Inzaghi è stato un giocatore di punta, un top player. Quando giocava, ai suoi tempi, io tifavo la Juventus e lo guardavo tanto. L’ho guardato tanto all’Atalanta quando ha segnato 15 gol in Serie A prima di trasferirsi alla Juventus. Quindi lo conosco molto bene. Quando un’ex attaccante allena il tuo calciatore, che è anche lui un attaccante, secondo me è una cosa positiva. Sono felice di vedere Inzaghi fare le cose giuste da allenatore. Poi il calciatore ha l’obbligo di rispettarlo. È questa la sua responsabilità quando scende in campo”.

Tornando invece alla trattativa che ha portato Ikwuemesi alla Salernitana: com’è nata? Ci sono retroscena?

“Per me non c’è stato nessun aspetto negativo. Eravamo tutti d’accordo nel fargli accettare questa nuova sfida. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma quando un giocatore focalizza la mente su qualcosa è possibile. Quindi io penso che abbia deciso di andare in Serie A e noi, dopo, siamo andati a cogliere la sfida. Sapevamo che fosse  piuttosto impegnativa, ma finora tutto bene. Si abituerà a questa situazione e, a lungo termine, otterrà risultati”.

Qual è invece il sogno per il futuro?

“Ogni giocatore ha un sogno per il futuro. Noi li lasciamo a loro. Lui ha l’ambizione di diventare un top player, di giocare club famosi. Al momento siamo concentrati prima sulla Salernitana, e poi dopo lui pensa al suo meglio. Poi lasciamo che il futuro svolga il suo ruolo”. 

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram kcg_project

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Thauvin torna protagonista e si confessa: “Andai a giocare in Messico perché soffrivo di depressione”

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Thauvin

Un gol e un assist nelle ultime due partite per Florian Thauvin, indubbiamente uno degli uomini di maggior classe e talento a disposizione di Cioffi. La missione salvezza, in questa stagione, non sembra scontata come in altre annate per l’Udinese, che dovrà affidarsi anche (e non poco) al sinistro del francese, campione del mondo nel 2018. Neanche il più grande trionfo immaginabile nella carriera di un calciatore può però colmare i demoni interiori di una persona, come ammesso da Thauvin nel corso di un’intervista a Canal+.

DEPRESSIONE – Tre mesi prima di lasciare l’Olympique Marsiglia andai da una persona specializzata su consiglio di alcuni amici, che mi ascoltò e mi fece scoppiare a piangere. In quel momento capii di non stare bene. Ero nella fase iniziale ma già accertata di depressione. Per quello poi decisi di andare in Messico, per stare più tranquillo e avere meno pressioni nel giocare da parte di tifosi e media”.

UN PASSO INDIETRO – “Atleticamente mi sentivo al meglio, ma dal punto di vista mentale ero a pezzi. Quando questa persona mi ha fatto rendere conto della mia situazione, ho deciso che era meglio fare un passo indietro per la mia serenità. Per questo poi scelsi di andare a giocare al Tigres, in Messico”.

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Furia De Laurentiis dopo Napoli-Inter: telefonate alla Federcalcio per protestare

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De Laurentiis

Il Napoli, dopo un inizio di campionato altalenante e l’esonero di Garcia, ci si aspettava un cambio di rotta imminente. Occasione sfumata nel match di ieri giocato al Maradona contro l’Inter, perdendo per 3-0. Tuttavia secondo quanto riportato da Il Mattino, De Laurentiis sembrerebbe essersi infuriato al punto da chiamare la Federcalcio e l’AIA per protestare, riguardo la direzione gara con i nerazzurri. La scelta di non far presentare Mazzarri ai microfoni, prediligendo silenzio totale, sarebbe stata proprio la sua, dopo aver accerchiato il direttore di gara nel tunnel per cercare di ottenere delle spiegazioni, invano.

Gli episodi che avrebbero scatenato l’ira del patron partenopeo sarebbero due. Il primo per un mancato rigore concesso per un presunto fallo di Acerbi su Osimhen. Il secondo a causa della decisione di non annullare il primo gol di Calhanoglu per un fallo in precedenza di Lautaro su Lobotka.

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