La Coppa Italia giunge al termine con l’attesa finale tra Fiorentina e Inter. La squadra di Vincenzo Italiano, come quella di Simone Inzaghi ha la possibilità di disputare la prima finale della stagione. Entrambe proveranno a portare casa il terzo titolo della stagione in Italia, dopo che il primo è stato conquistato dai nerazzurri con la Supercoppa Italiana di gennaio, mentre il campionato è stato vinto in maniera anticipata dal Napoli.
“Innanzitutto l’orgoglio, di essere qui, di avere la Coppa vicino e di aver incontrato oggi il presidente Mattarella. Abbiamo davanti a noi un ostacolo durissimo, ovvero la finalista di Champions, ma daremo filo da torcere sicuramente ai nostri avversari. Voglio concentrarmi sugli ultimi due anni, a Moena due anni fa è partito un processo di crescita incredibile grazie alla disponibilità dei miei ragazzi. Non dobbiamo però accontentarci, abbiamo davanti a noi due finali e avversari molto difficili. Dovremo cercare di dare tutto noi stessi per ottenere qualcosa di straordinario“.
Vincenzo Italiano in conferenza stampa
“Chiaramente è una finale, ne ho giocate diverse e delle volte si era favoriti e altri sfavoriti. Domani affrontiamo una squadra in salute, nelle ultime 24 ha perso quattro volte e vinto quasi sempre. Sappiamo cosa troveremo, ci siamo affrontati tanti anni e quest’anno abbiamo vinto e perso. Si sono meritati due finali come noi, sarà aperta ma dobbiamo essere squadra ed essere bravi a reggere la partita. Si vivrà sul momento e sull’episodio, dobbiamo essere bravi a indirizzarla”.
Simone Inzaghi in conferenza stampa
CAPITOLO FIORENTINA
Una Fiorentina sempre in crescita quella di quest’anno, che ha conquistato all’ultimo minuto la finale della Conference League contro il Basilea. Gioco propositivo, pressing e riconquista veloce del pallone, continua ricerca del palleggio, qualità più importante delle squadre di Italiano. Nel percorso in Coppa Italia la Viola ha incontrato squadre alla portata, non sottovalutando mai l’avversario e interpretando alla sua maniera la partita contro Sampdoria, Torino e Cremonese.
Italia andrà a riproporre gli uomini chiave e quelli che sono cresciuti in stagione. Una difesa a 4 con Dodo, Milenkovic, Quarta e Biraghi. Una mediana con l’imprescindibile Amrabat e Castrovilli, ritornato in buon momento. In attacco e sulla trequarti confermati Ikoné sulla destra, tra le linee Bonaventura, sulla sinistra Nico Gonzalez e la punta Cabral.
Oltre al possesso palla importante per la Fiorentina ( seconda squadra in Serie A per percentuale ), la formazione di Italiano fa un affidamento importante al ruolo delle due corsie. Con la crescita di Dodo e l’incremento di minuti per Ikoné la fascia destra diventa il pericolo numero 1 per la squadra avversaria. Mentre dall’altra parte, vediamo come anche Biraghi tenda ad alzarsi ma con meno doti offensive del compagno brasiliano. Il capitano della squadra ha anche parlato durante la conferenza stampa del match:
“Difficile dire all’inizio che ci saremmo giocati due titoli, ma ero convinto che avremmo fatto una stagione importante e domani dobbiamo portare tutta Firenze dentro il campo. Ho sempre pensato, anche quando all’inizio facevamo fatica, e lo avevo detto, di rimanere uniti e seguire le indicazioni del mister. Riesce a tirar fuori le qualità di tutti i giocatori e in allenamento. Lo vedevo che ci mancava poco dovevamo solo aspettare che qualche compagno si adattasse al nuovo campionato e poi che tutti capissero quanto il calcio e la Fiorentina fossero importanti per i tifosi. Il tifoso fiorentino mette da parte la vita per la squadra.”
Cristiano Biraghi in conferenza stampa
Il dinamismo inoltre rende imprevedibili le giocate della Viola. Infatti il modulo cambia chiaramente a seconda delle due fasi, con quella difensiva che richiama sia Bonaventura e Castrovilli in questo caso, con questi ultimi che non avranno un ruolo fisso ma spesso tendono scambiarsi di posizione (la Fiorentina tra le linee utilizza per lo più Castrovilli e Bonaventura per gestire i tempi di gioco).
Con la costruzione dal basso, la Fiorentina ricerca tantissimo l’uscita dalla prima pressione avversaria, con i due difensori bloccati, i terzini trasformati in esterni di centrocampo e Amrabat utilizzati come sorta di regista. Il modulo del 4-3-3 dinamico e i vari inserimenti possono fare male al 3-5-3 nerazzurro.
CAPITOLO INTER
L’Inter arriva invece da una sconfitta che non atterra il morale del finale di stagione, con la finale di Champions League conquistata nell’Euro Derby contro il Milan ed una posizione in classifica che permette l’accesso alla stessa competizione il prossimo anno. Simone Inzaghi ha ritrovato fiducia ed i mezzi per risollevare giocatori e anche l’entusiasmo generale che si è creato intorno al club.
Tra una difesa completata ricostruita e riveduta con elementi di esperienza e solidità come Darmian e Acerbi, Onana in porta e l’ultimo rimasto dalla difesa a 3 formata ai tempi di Conte, Bastoni. Un centrocampo rinnovato dalla presenza di Mkhitaryan, Calhanoglu sempre più uomo chiave e Barella onnipresente. Se invece per l’esterno di destra Dumfries ci sono stati momenti no nella stagione, il quinto di sinistra Dimarco ha conquistato tutti a suon di prestazioni (suo il gol che ha portato l’Inter in finale nella semifinale precedente, quella di ritorno, contro la Juventus). In attacco, con un Dzeko esperto ma sempre pronto, è stata ritrovata l’armonia della Lu-La, con Lautaro capitano e sempre più leader ed un Lukaku che dopo i problemi fisici ha trovato la forma fisica e mentale per diventare decisivo in questa stagione.
L’Inter si presenta alla finale dell’Olimpico con il 3-5-2 tipico in questa stagione: difesa già annuanciata, centrocampo che vedrà Brozovic come regista e Lautaro Dzeko in attacco. In porta, il capitano Samir Handanovic:
“Questa partita l’aspetto come le altre, sappiamo che siamo all’Inter per alzare i trofei e negli ultimi anni siamo tornati dove dobbiamo essere. La stagione non posso ancora definirla, perché non è finita. Queste due finali giudicheranno la stagione. […]
Quando perdi cresci anche, le sconfitte ti riportano alla realtà. Ti tolgono la superficialità che non bisogna avere. Le vittorie hanno portato autostima.”
Samir Handanovic in conferenza stampa