Altra milanese. Altra buona Fiorentina. Altro 1-1. Si può sintetizzare così l’anticipo pre-epifania in scena ieri al Franchi, tra Fiorentina e Inter. I viola, come contro il Milan la scorsa domenica, comandano la partita in quasi tutta la sua totalità, ma fanno fatica al momento di concludere. Rischiano di portare a casa un bicchiere vuoto, con Icardi che porta improvvisamente in vantaggio i nerazzurri, ma il gol dell’altro bomber argentino di giornata, Simeone, costringe la squadra di Spalletti a dividere la posta in palio.
Riassumiamo i punti salienti del match di ieri e vediamo come approcciano le due squadre alla sosta invernale.
LA PARTITA
Per affrontare la sponda nerazzurra di Milano, che ha vissuto per sei mesi nella scorsa stagione, Pioli propone lo stesso 4-3-3 visto il weekend scorso: unico cambio, Chiesa dal primo minuto al posto di Gil Dias. Un solo cambio di formazione anche per Spalletti, decisamente più sorprendente: Candreva in panchina, al suo posto Joao Mario. Scelta che vacilla tra il calo fisico dell’ex Lazio e l’ultima, disperata, chance di rilancio per il portoghese, che può tornare nel ruolo che lo ha visto protagonista in Nazionale e nello Sporting Lisbona.
Sin dai primi minuti la partita prende i binari dei viola. Due minuti ed è Astori il primo a minacciare la porta di Handanovic, con un colpo di testa su punizione che trova Simeone, che non riesce a controllare e vede la palla perdersi sul fondo. Pochi minuti dopo ha un’occasione ben più ghiotta Thereau, che coglie un cross di Chiesa in area ma conclude con troppa fretta, mandando molto alto sopra la traversa. Due lampi che non ricevono risposta dalla controparte nerazzurra: la squadra di Pioli inguaia gli avversari attraverso un pressing alto e organizzato che parte sin dagli attaccanti, con Simeone e Chiesa soprattutto che sembrano avere un demonio in corpo. Il Cholito è bravo ad abbassarsi e far salire la squadra, che sfrutta la distanza tra i reparti dei nerazzurri e arriva con facilità sulla trequarti. Al momento di concludere, però, i viola difettano di precisione.
L’Inter, dalla sua, è spezzata, lunga e compie innumerevoli errori di misura: Joao Mario va a ritmo tartarughesco, Perisic è un fantasma (in linea con le precedenti prestazioni), mentre Icardi aspetta invano un pallone in area di rigore. Borja Valero è l’unico esponente del centrocampo che cerca di essere il faro della manovra. Cancelo è per distacco l’uomo più pericoloso. Skriniar e Ranocchia devono ergersi a baluardi per contenere le folate dei padroni di casa. Sull’unico squillo nerazzurro, un colpo di testa di Perisic da centro area su cross di Cancelo che si spegne alto sulla traversa, si conclude il primo tempo.
Canovaccio che sembra non cambiare in apertura di primo tempo. La prima occasione è ancora viola, con Chiesa che sfodera un sinistro dal limite che si spegne a lato non di molto. Poi un lampo, sull’unica arma che sembra rimanere alla squadra di Spalletti: le palle inattive. Su punizione dai trenta metri, Cancelo pennella perfettamente per Icardi, che prima incorna di testa impegnando Sportiello, poi riesce a insaccare sulla ribattuta. È il 18° gol sui 35 realizzati dalla squadra: più del 50%, nessuno come l’argentino in Europa (42% per Kane, 41% per Lewandowski).
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La reazione della viola non si fa attendere, e Handanovic è costretto ai primi interventi di giornata: prima su una punizione di Biraghi che toglie dall’incrocio, poi su un cross di Chiesa che Skriniar liscia in pieno. Poi Badelj, di testa su angolo, e ancora Chiesa, con una conclusione mancina in area, vanno non molto lontani dal bersaglio grosso. Quasi per paradosso, però, le occasioni più nitide le ha l’Inter nel cercare il raddoppio: prima Borja Valero manca lo specchio da due passi su un lungo traversone di Perisic, poi Candreva, subentrato a Cancelo, salta Sportiello ma non riesce a insaccare a porta vuota da posizione defilata. Nel mezzo, Handanovic respinge un bel tentativo di Babacar in rovesciata. Inter che deve anche fare di necessità virtù, con Ranocchia che deve abbandonare il campo: entra Nagatomo, Santon scala a centrale.
Alla fine, la viola riesce a trovare il pareggio al 91′, beffando un’Inter che proprio non riesce a scrollarsi di dosso il periodo di digiuno: una conclusione sporca di Biraghi trova Eysseric, che appoggia a Simeone il quale, in scivolata, riesce a mettere il pallone sotto la traversa. Secondo gol consecutivo per il Cholito, dopo quello segnato ai rossoneri di Milano.
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Fiorentina e Inter escono dal Franchi con un punto ciascuno.
MIGLIORI E PEGGIORI

I protagonisti dell’abbraccio che vedete in foto, Simeone e Chiesa, sono i volti copertina di questa Fiorentina: giovane, vogliosa, gagliarda. L’argentino mostra la solita garra facendo un grande lavoro per la squadra nel primo tempo, lottando con due “giganti” come Ranocchia e Skriniar. Viene premiato nel finale di gara dal gol del pareggio. Chi non viene premiato dal gol è Chiesa, unico cruccio della sua gara. Mette in continuo affanno Santon sulla destra (e poi Nagatomo sulla sinistra, nei minuti finali) puntando, crossando e tirando. In tutto questo corre anche per due, rincorrendo come un indemoniato qualunque cosa si muova dalle sue parti.

A strappare consenso tra le fila dei nerazzurri è ancora il triangolo difensivo Handanovic–Ranocchia–Skriniar: il portiere sloveno mette i guanti ovunque può, i due centrali non concedono, difatti, nessuna occasione netta ai viola, nonostante la mole di gioco creata dalla squadra di Pioli. Skriniar conferma il suo valore, dimostrando di poter fare da guida al reparto anche in assenza di Miranda. Ranocchia prosegue una mini striscia di prestazioni positive: forse ancora troppo poco per definirlo recuperato, ma se non altro sta dimostrando di poter essere utile alla causa. Ancora buone risposte da Joao Cancelo, che fornisce l’assist vincente a Maurito ed è, in generale, l’uomo più attivo e il più brillante fisicamente (d’altronde è rimasto in naftalina fino ad un mese fa).

I peggiori in campo sono soprattutto due, entrambi desaparecidos nerazzurri. Per Joao Mario la trasferta di Firenze poteva essere l’ultimo dentro o fuori, e i 65 minuti giocati confermano quanto mostrato nelle precedenti uscite: un giocatore lento, demotivato, quasi con la testa altrove. In una sola parola: indisponente. Un acquisto fallimentare targato Kia Joorabchian, sbagliato sin dal principio, sin dal momento in cui trovargli una collocazione in campo. Perisic non combina molto di più, se non fosse per i suoi consueti lampi che spesso gli permettono di lasciare il segno: non sfrutta un bel cross di Cancelo nel primo tempo, Borja Valero non sfrutta un suo traversone nel secondo. Comunque troppo poco. E viene da chiedersi: qual è il vero Perisic?
CONSIDERAZIONI FINALI
La Fiorentina arriva la sosta vedendo probabilmente il bicchiere mezzo vuoto, dopo due prestazioni convincenti con le due milanesi che l’hanno vista però raccogliere solo due pareggi. Segnali però convincenti dal punto di vista del gioco e dello spirito, per una squadra stravolta in estate che ora sta trovando continuità di prestazioni e risultati (9 utili consecutivi in campionato). Lieta novella il ritorno al gol di Simeone, a segno per due partite consecutive dopo essere stato a digiuno per quattro giornate. Seguendo questa onda lunga, i viola possono competere fino alla fine per un posto in Europa.
L’Inter accoglie la sosta con un sospiro di sollievo: due pareggi consecutivi con Lazio e Fiorentina che non possono far sorridere, ma che danno un buon segnale dal punto di vista della tenuta difensiva, in attesa dei ritorni di Miranda e D’Ambrosio. Cancelo, con le ultime prestazioni, è passato da oggetto misterioso a risorsa, anche se ora Spalletti avrà il dilemma sulla sua collocazione (Al posto di D’Ambrosio con l’ex Toro a sinistra? Alto a destra? Riserva di lusso?). Da ritrovare, fisicamente, quasi tutti gli altri: i centrocampisti, sulle gambe e imprecisi nelle ultime uscite, e gli esterni, da cui i nerazzurri non possono prescindere. In tutto questo, si cercherà nella sessione di mercato di rimediare alle carenze non colmate in estate: ovvero, un quarto centrale e un centrocampista offensivo, in grado di fornire imprevedibilità e ritmo. Senza illudersi in miracoli e ripartendo dal lavoro, perché le parole di Icardi in post-partita suonano come un allarme:
“Abbiamo vinto tante partite ma in quest’ultimo mese ci è mancato un po’ lo spirito, un po’ la voglia di fare bene e lottare. Si sente la mancanza di questi aspetti anche negli allenamenti: dobbiamo assolutamente ritrovarli. Bisogna lavorare”.