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Fiorentina-Basilea, Italiano: "Vogliamo la finale, Cabral è recuperato"

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Fiorentina-Basilea, Italiano: “Vogliamo la finale, Cabral è recuperato”

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Vincenzo Italiano, tecnico della Fiorentina, ha parlato quest’oggi in conferenza stampa per presentare il match contro il Basilea, in programma domani alle ore 21:00 al Franchi e valido per la semifinale d’andata di Conference League. Queste le sue dichiarazioni.

SEMIFINALE RAGGIUNTA“Il percorso è stato molto lungo, dal difficile playoff contro il Twente al girone e poi tutte le altre sfide a eliminazione diretta, abbiamo giocato tantissime partite. Una finale europea manca da tempo a Firenze e noi, tutti insieme, dobbiamo regalare questo sogno ai tifosi“.

IL BASILEA – “Abbiamo analizzato bene i nostri avversari, hanno grande qualità, ma soprattutto doti caratteriali. Due volte rischiavano di uscire e poi hanno sempre recuperato, questa loro forza ci metterà in difficoltà. Spero molto nello stadio e nei tifosi, tutti insieme creeremo loro problemi”.

LA FORMAZIONE E I SINGOLICabral non è venuto a Napoli per una botta al piede, ma si è allenato con noi ed è recuperato, non ha avuto problemi e spero possa essere al 100%. Ormai ha capito l’ambiente italiano e segna con continuità, a Basilea ha fatto molto bene e per lui sarà una partita speciale. Terracciano aveva qualche linea di febbre stamattina, abbiamo voluto tenerlo a riposo e non farlo uscire, credo sia recuperabile. Non sarà della partita Sottil per un problemino, mentre Brekalo è rientrato, se non gioca è perché ci sono tante alternative. Il ragazzo però è recuperato al massimo anche se non ha avuto un problema di poco conto”.

IL MOMENTO DELLA FIORENTINA“Arriviamo bene, ora segniamo tanto. Prendiamo ancora qualche gol di troppo, ho insistito su questo con i ragazzi, più di qualcuno lo potevamo evitare. Ci vuole attenzione e furore in queste partite giocate in 180 minuti. Ci fa piacere che la gente ci veda come favoriti, ma dobbiamo dimostrarlo sul campo. Non posso dire se lo siamo veramente o meno, non è facile giocarsi certe partite in due round e lontano da casa, con stadi caldi. Il percorso però è stato ottimo, ci avviciniamo con fiducia alle partite che contano, sentiamo l’entusiasmo dei tifosi e ci teniamo”. 

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ESCLUSIVA – Roggero: “McTominay straordinario, Garnacho è un talento. Giovani poco utilizzati in Italia? È un problema sociale, non solo del calcio”

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Garnacho Rovesciata

La 15ª giornata di Premier League volge al termine. Il turno infrasettimanale, infatti, si chiuderà questa sera con le sfide Everton-Newcastle e Tottenham-West Ham. Le gare già disputate hanno espresso verdetti di rilievo: su tutti, la prova di forza dell’Aston Villa di Emery contro il Manchester City, il 2-1 del Manchester United sul Chelsea targato McTominay e la rimonta da capogiro dell’Arsenal sul campo del Luton (3-4 al 97′). La situazione in classifica è più equilibrata che mai: la capolista è proprio la formazione di Arteta (36 punti), a +2 sul Liverpool secondo e a +4 sull’Aston Villa terzo. I campioni in carica del City sono al momento a quota 30: la squadra di Guardiola ha conquistato solo 3 punti nelle ultime 4 e non vince in campionato da oltre un mese.

Nicola Roggero, giornalista e telecronista di Sky Sport, è intervenuto ai nostri microfoni per tracciare il proprio bilancio e dire la sua su alcune individualità. Ma non solo: Roggero ha inoltre motivato le ragioni legate all’affermazione di tanti giovani nel campionato inglese e commentato la possibile decisione dell’IFAB (organo che modifica le regole del calcio) di introdurre in Premier le espulsioni a tempo. Di seguito l’intervista completa a Nicola Roggero.

L’INTERVISTA A NICOLA ROGGERO

Forse mai quest’anno era regnato tanto equilibrio in vetta dopo 15 giornate. In zona Champions e in ottica titolo ci sono varie squadre candidate: qual è cresciuta maggiormente rispetto alla passata stagione? 

“La squadra più cresciuta è l’Aston Villa. Quando arrivò Emery era in zona retrocessione, oggi è terza in classifica. È un risultato straordinario. Fin dove si può spingere? Bisogna valutare che la rosa non è completa come quella di altre squadre, ma non mi sorprenderei se al termine del campionato l’Aston Villa finisse tra le prime quattro”.

Da quale squadra si aspetta qualcosa in più per quelle che sono le potenzialità della rosa?

“Direi su tutte il Manchester United. È una squadra che ha speso una quantità di denaro impressionante sul mercato, ma fatica a essere protagonista. Ha avuto una prestazione molto buona ieri sera con il Chelsea, ma direi che è stata una sorta di eccezione all’interno dell’anno. Per il resto è spesso stato deludente, soprattutto nel confronto con le altre big. Contro il Chelsea è stata la prima vittoria contro una squadra tra le prime dieci in classifica. È una stagione fino a questo momento deficitaria”.

Su Garnacho: la rovesciata d’autore contro l’Everton è stato un colpo da fuoriclasse. Qual è il suo punto di vista sul ragazzo?

È un grande talento, ha ancora bisogno di continuità. Deve razionalizzare le sue abilità e non eccedere nella giocata ad effetto, ma senza dubbio sarà un protagonista per lo United negli anni a venire. È molto giovane e ha potenzialità altissime, ultimamente ha sempre più spazio in prima squada. Sarà uno dei giocatori cui affidare il futuro di questo club”.

Scott McTominay: cannoniere dello United, decisivo anche ieri sera con la doppietta al Chelsea. È lui che più di ogni altro, in questo momento, rappresenta l’anima e lo spirito dello United?

“Con il club lui è cresciuto, incarna la filosofia di Old Trafford. Non si arrende mai, ha un vero spirito scozzese di combattività, ma è sorprendente quanti gol faccia. È il capocannoniere della squadra in campionato e della Scozia alle qualificazioni europee. Definirlo un giocatore di combattimento è limitativo, è un calciatore che si sta rivelando straordinario“.

Ieri hanno trovato il gol Cole Palmer (2002) e Hinshelwood, classe 2005. Nel turno precedente, si sono affermati Colwill (2003, Chelsea), Buonanotte (2004, Brighton) e Koleosho (2004, Burnley). Lo stesso Garnacho, di cui abbiamo parlato in precedenza, deve ancora compiere 20 anni. Sono solo casi o in Inghilterra i giovani sono effettivamente trattati in modo diverso rispetto all’Italia da allenatori e società?

“Io penso che il problema non sia solo del football italiano, ma della società italiana. Quest’ultima considera giovani gente con trenta e rotti anni. Gli altri Pasi analizzano le situazioni dal punto di vista del talento. Se uno ha le qualità, a prescindere dall’età, emerge. Nel nostro paese non è così, si rimane giovani a vita e non si dà mai veramente fiducia. È il motivo per cui tanti ragazzi, che potrebbero essere utili, sono costretti ad emigrare e non sono a disposizone del nostro Paese. È un problema sociale, generale. Il mio pensiero è che la responsabilità sia la totale immaturità e ignoranza del calcio italiano, dove si pensa sempre di poter crescere. È un problema di mentalità che non è solo del calcio: nel calcio è acuito perché il calcio in Italia è molto ignorante. È in antitesi con lo sport. Lo sport ha questo privilegio: con il talento puoi emergere, ma in Italia non succede”. 

L’IFAB (organismo che modifica le regole del calcio) ha deciso di portare avanti l’idea dell’espulsione “a tempo”, ovvero una sorta di cartellino “arancione” per punire irregolarità particolari come i falli tattici. Tale norma potrebbe essere testata in Premier nella prossima stagione. Se regolamentata, potrebbe essere un’opzione valida e “giusta”?

Certo. Come al solito il calcio arriva molto dopo le altre discipline sportive. È una norma che da molti anni c’è nel rugby, in cui si valuta che può essere corretta un’espulsione a tempo. Io sono assolutamente a favore. Non mi stupisce che sia l’Inghilterra la prima a varare questa possibilità. È vero che loro sono molto conservatori per quanto riguarda il gioco, ma poi in realtà sono molto aperti alle novità punitive. Sono chiusi alle novità negative, tipo il VAR, una cosa che dovrebbe essere dimenticata e seppellita. Ma sull’espulsione a tempo sono d’accordissimo, il rugby ha dimostrato che è una cosa che funziona. Fa ridere che nel calcio non si sappia quanto si giochi, ormai nel recupero abbiamo recuperi extra….basterebbe applicare il tempo effettivo e si smetterebbe con mille pantomime”.

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Un avversario dell’Inter scommette sui nerazzurri: “Possono tornare in finale di Champions League”

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Solet, il difensore del Salisburgo scomette sull'Inter

Anche quest’anno Il Salisburgo ha dato dimostrazione della bontà del suo progetto legato ai giovani. Uno degli ultimi talenti emerso con grande forza è Oumar Solet che nella squadra austriaca sta diventando uno dei punti di riferimento a suon di prestazioni da leader. Il suo super momento gli ha permesso di sviluppare una lunga intervista a Goal.com, dove ha analizzato molti temi. Tra gli argomenti trattati, il difensore francese ha parlato anche di alcune squadre italiane, tra cui l’Inter, per cui prevede un’altra grande stagione.

LE PAROLE DI SOLET

OCCHI SULL’INTER – “Possono certamente tornare in finale di Champions. È una squadra che può sorprendere ogni avversario. Non è la favorita numero uno, ma per come gioca e gestisce le partite può farlo. Possono segnare un goal e chiudersi. Hanno un grande carattere e un’ottima difesa. Stanno facendo un ottimo lavoro”.

L’ATMOSFERA DI SAN SIRO E LA PARTITA CONTRO L’INTER – “È stata una bellissima esperienza. Ma quello che penso veramente dell’Inter è che non dobbiamo dimenticare che l’anno scorso ha giocato la finale di Champions League. Bisogna avere maggiore considerazione dei nerazzurri”.

IL COMMENTO SU OKAFOR – “Secondo me non sta deludendo. È stato un trasferimento importante per lui. Deve solo essere paziente. Il Milan è una grande squadra, con grandi giocatori. Sono certo che i tifosi si lasceranno presto convincere da lui. Sta giocando poco, ma crescerà il suo impiego”.

L’AMICO KRISTENSEN, LA SUA AVVENTURA A ROMA E LE PAROLE SU MOU – “Rasmus è un amico. È un buon terzino destro e sta facendo grandi cose. Gli auguro davvero il meglio. José Mourinho può essere davvero di grande aiuto per la crescita dei giovani. È uno per cui vuoi davvero combattere. Una grandissima sensazione. Con un allenatore così si può solo migliorare“.

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Clamoroso in Brasile: il Santos retrocede per la prima volta nella storia

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SANTOS RETROCESSIONE – Questa notte si è giocata l’ultima giornata del campionato brasiliano, il Brasileirao. Se al vertice della classifica si è confermato il Palmeiras di Endrick, già vincitore nella scorsa stagione, sul fondo è arrivato un verdetto storico. A causa della sconfitta interna per 1-2 con il Fortaleza, e delle contemporanee vittorie di Bahia e Vasco de Gama, rispettivamente su Atletico Mineiro e Red Bull Bragantino, il Santos è clamorosamente retrocesso nella seconda divisione brasiliana.

I bianconeri si trovavano al 15esimo posto e sarebbe bastato eguagliare lo stesso risultato di una tra Bahia e Vasco de Gama per ottenere la salvezza, ma la squadra del tecnico Marcelo Fernandes non è riuscita a portare a casa i tre punti. Si tratta di una retrocessione storica, perché il Santos è la prima volta in 111 anni di storia del club. La squadra che ha visto campioni del calibro di ‘O ReiPelé e Neymar Jr aveva sempre militato in massima serie, ma la disastrosa stagione giocata ha portato a questo terribile epilogo.

SCONTRI AL TERMINE DEL MATCH

Come prevedibile, questa retrocessione ha causato il caos: già nel finire del match i tifosi locali, scatenati, hanno lanciato bombe carta, petardi e hanno spinto l’arbitro a fermare il gioco in anticipo, con la squadra avversaria che è rientrata subito, di corsa, negli spogliatoi, mentre quella di casa è rimasta in campo, inconsolabile. Sono dovuti intervenire anche i militari per evitare invasioni di campo che poteva portare anche a rischi per l’incolumità dei calciatori. Poi, fuori dall’impianto, i tifosi hanno dato fuoco a diversi oggetti, tra cui anche autovetture e pullman. La polizia è stata costretta a ricorrere allo spray al peperoncino per sedare questa rivolta.

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Bundesliga

Altra impresa del Saarbrucken: dopo il Bayern eliminato anche l’Eintracht in Coppa di Germania

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Eintracht Francoforte

Continua la favola del Saarbrucken, club della terza divisione tedesca, che, dopo il Bayern Monaco, ha eliminato anche l’Eintracht Francoforte in Coppa di Germania.

Le reti di Brunker e Kerber hanno permesso alla formazione di Rudiger Ziehl di battere l’Eintracht, che ha anche chiuso la gara in inferiorità numerica per l’espulsione di Futkeu.

Un mese fa il Saarbrucken aveva eliminato a sorpresa il Bayern Monaco. In quella occasione i ragazzi di Tuchel non erano riusciti a gestire il vantaggio di Muller e avevano subìto la rimonta firmata Sontheimer e Gaus.

Ai quarti di finale il Saarbrucken sarà atteso da un’altra impresa contro la vincente di Stoccarda-Borussia Dortmund.

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