Quello che si direbbe il canto del cigno della carriera di Francesca Schiavone arriva dalla Colombia, dove sabato scorso, a quasi 37 anni, si è aggiudicata il suo ottavo titolo. Non si tratta certo del titolo più importante della sua carriera, ma le permette di scalare molte posizioni in classifica, 64 per la precisione, arrivando al 102esimo posto. Classifica attuale che le permette anche di partecipare al Roland Garros senza passare dalle qualificazioni.
PARTECIPAZIONE AL ROLAND GARROS AL VELENO
Partecipazione al Roland Garros che per la leonessa non era certa data la sua situazione di classifica e soprattutto viste le polemiche delle settimane scorse. Pare infatti che l’organizzazione dello Slam parigino non sarebbe stata propensa a concedere una wild card ad una ex campionessa del torneo quale è Francesca, ma che ne avrebbe già accordata a Maria Sharapova. Scelta discutibile visto che la russa è rientrante da una squalifica per doping, anche se Masha è sicuramente un nome molto più appetibile per il pubblico rispetto a Francesca.
I GRANDI RICORDI DI PARIGI
Il Roland Garros porta subito grandi ricordi nella mente di Francesca che a Parigi ha raggiunto il punto più alto della sua carriera. Non possiamo infatti dimenticare l’edizione del 2010 quando la leonessa ruggì sulla terra rossa parigina riuscendo ad aggiudicarsi un titolo impensabile, battendo l’australiana Sam Stosur in finale. Francesca con quel titolo divenne la prima italiana ad aggiudicarsi uno Slam, raggiunta poi dall’amica Pennetta nel 2015. Ricordi meno belli porta l’edizione successiva, quando nel 2011, raggiunse nuovamente la finale a Parigi ma venne sconfitta dalla cinese Li.
NON PARLIAMO DI ROMA
Oltre alle polemiche internazionali del Roland Garros, Francesca è protagonista anche di polemiche in casa azzurra. La direzione degli Internazionali d’Italia, con a capo il numero uno della FIT Binaghi, ha deciso di non assegnare una wild card alla leonessa. Una notizia che ha fatto indignare non poco gli appassionati di tennis, oltre alla stessa Francesca, che meriterebbe un po’ più di riconoscimento dalle autorità sportive per quanto fatto in carriera.
CUORE E GRINTA, LA SINTESI SUA CARRIERA
Come sappiamo bene, si tratta dell’ultimo anno di Francesca e la vittoria di ieri racchiude tutto quello che ci ha fatto vedere nella sua carriera. La Schiavone, poco dotata fisicamente, ha costantemente sopperito a questa sua mancanza con la sua grinta e la voglia di non mollare mai un punto. Marchio di fabbrica dell’azzurra è sempre stata la sua imprevedibilità nel gioco sia nel cambio di rotazioni che nelle sue discese a rete. Punti di forza che l’hanno ancora di più distinta da apprezzare maggiormente in un’epoca tennistica in cui la potenza e la forza fisica la fanno da padrone.
UNA CARRIERA LUNGA CHE FA BENE AL TENNIS ITALIANO?
Questa vittoria di Francesca però può essere considerata un’arma a doppio taglio per il tennis italiano. Se da un lato la vittoria di un torneo fa sempre piacere, dall’altro la domanda lecita è: “E’ normale che le nostre speranze tennistiche siano tutte rivolte su una 37enne?”. Il punto è proprio questo, il tennis italiano a livello femminile urge di un ricambio generazionale, non si può più fare affidamento sull’esperienza di Francesca, Errani o Vinci. Emblematica è la situazione in cui si trova la squadra di Fed Cup. Dopo i fasti del decennio passato, con ben 3 vittorie proprio grazie alla generazione d’oro Schiavone, Pennetta, Vinci, Errani, senza dimenticare Mara Santangelo, ora la squadra azzurra si ritrova a doversi giocare lo spareggio per rimanere nel World Group II (la serie B per intenderci). Purtroppo la situazione non sembra rosea perché la sola Giorgi, tra alti e bassi, sembra essere in grado di poter tenere alta la bandiera azzurra.
UNA BANDIERA PRONTA A SALUTARE
Come detto questo si tratta dell’ultimo anno di Francesca, una campionessa che ha portato in alto il tennis italiano come non mai grazie ai suoi risultati sia singoli che di squadra e che sembrava essere pronta a salutare senza troppo rumore. Così non sarà dopo la vittoria di Bogotá perché vincere un titolo dopo 2 anni, alla soglia del 37esimo compleanno, non è da tutti. Giocare senza pressioni non può che fare bene alla Schiavone che può togliersi altre soddisfazioni da qui alla fine dell’anno. Noi non pretendiamo nessun acuto dalla nostra leonessa, anzi la possiamo solo ringraziare per le gioie che ci ha regalato nella sua lunga carriera.