Fülle. In italiano abbondanza. La nazionale tedesca, qualificatasi alla Confederations Cup dopo il trionfo al mondiale brasiliano, ha dimostrato di possedere una ricchezza ed un’abbondanza di talenti spropositata.
Il tecnico Löw ha deciso di portare con sé in Russia un gruppo nuovo di ragazzi. Un esperimento, voluto dal tecnico tedesco, che ha come chiaro obiettivo quello di testare nuovi possibili convocati per il Mondiale russo del 2018. Ecco allora che non sono apparsi nella lista dei convocati giocatori come Neuer, Hümmels, Boateng, Gündogan, Kroos, Özil, Khedira, Müller. La rosa scelta per la spedizione russa ha un’età media di 24,8 anni. Ragazzi giovani, talentuosi e già pronti a livello internazionale.
RUOLO SCOMODO
Chi meglio di noi, un noi inteso come italiani, può capire la difficoltà di nascere e crescere come portiere quando davanti a sé si ha un’icona, un simbolo. Così come succede per gli eredi di Gianluigi Buffon, anche i portieri tedeschi devono fare i conti con la difficile (e praticamente impossibile) concorrenza con Manuel Neuer. E dire che la scuola tedesca in questi ultimi anni è riuscita a “sfornare” prodotti molto validi anche tra i pali.
Bernd Leno è uno di questi. Il portiere del Bayer Leverkusen classe 1992 si sta confermando su ottimi livelli sia a nel panorama nazionale, in Bundesliga, che in quello internazionale, in Champions League. Quest’anno il portiere tedesco ha giocato 34 partite (3060 minuti totali), subendo 55 reti. Ovviamente i numeri di Leno sono da valutare in relazione alla difesa della squadra allenata prima da Schmidt e poi da Korkut. La formazione della Renania in questa stagione non è riuscita a confermare quanto di buono fatto nelle annate precedenti, e il dodicesimo posto in graduatoria ne è la dimostrazione. Nonostante ciò il portiere scuola Stoccarda è riuscito a mantenere 6 volte inviolata la propria porta, con la media di 1,48 parate ogni gol subito.

Altro profilo molto interessante è quello di Marc-André Ter Stegen. Anche lui classe 1992, anche lui già stabilizzato su ottimi livelli con il proprio club: il Barcellona. La squadra catalana nel 2014 spese ben 12 milioni per strapparlo al Borussia M’Gladbach. L’anno scorso il tedesco aveva duettato per tutto l’arco della stagione con Claudio Bravo. Ter Stegen infatti era stato scelto come “portiere di Coppa”, mentre Claudio Bravo come “portiere di campionato”. Al termine dell’annata le presenze in Liga erano 7, mentre quelle in Champions League 10. Quest’anno Luis Enrique, successivamente alla cessione di Bravo al City, ha deciso di puntare con decisione sul tedesco, affidandogli le chiavi della porta per tutte le competizioni.
Il più anziano, ma forse il meno contemplato nelle gerarchie di Löw è Kevin Trapp. Il portiere del Paris Saint-Germain, dopo che nella passata stagione si era confermato come titolarissimo della squadra parigina, quest’anno ha faticato maggiormente a mantenere il ruolo di titolare inamovibile. Sono 24 infatti le presenze del classe 1990. Per quindici volte in campionato, e per quasi tutti i gironi di Champions League, Alphonse Areola è riuscito a rubargli il posto.
CONTINUA CRESCITA
Il reparto difensivo tedesco è in continua crescita. Oltre alle due certezze assodate, che rispondono ai nomi di Mats Hümmels e Jerome Boateng, il movimento tedesco è riuscito anche a rimpiazzare una figura come Lahm, ritiratosi dopo il mondiale brasiliano. Kimmich e Hector hanno confermato, già durante EURO2016, di essere due giocatori assolutamente affidabili. Soprattutto il primo (senza voler fare accostamenti esagerati) ha ricordato per la sua duttilità proprio Philippe Lahm. Anche Hector, dopo la sua prima grande partecipazione ad un torneo internazionale come gli europei, ha dimostrato di poter diventare uno dei capisaldi della difesa tedesca del futuro. Il reparto centrale per la Confederations Cup è stato affidato ad Antonio Rüdiger e Shkodran Mustafi. Il centrale della Roma, dopo la sfortunata esperienza della rottura del crociato a pochi mesi dagli europei francesi, è tornato in grandissima forma, confermandosi come uno dei difensori più forti del nostro campionato. Mustafi invece in estate ha deciso di cambiare aria, e di abbandonare Valencia direzione Londra. Wenger aveva individuato nell’ex Sampdoria il profilo giusto per migliorare finalmente, e forse definitivamente, il reparto arretrato dei Gunners. In teoria la linea difensiva composta da Kimmich, Rüdiger, Mustafi e Hector dovrebbe essere quella titolare, nonché maggiormente completa e complementare. I terzini garantiscono spinta, tecnica, corsa, mentre i due centrali sono molto attenti sull’uomo, ma allo stesso tempo anche veloci.
Per completare il reparto Löw ha deciso di chiamare il giovane e promettente centrale del Borussia Dortmund Matthias Ginter. Il difensore 22enne quest’anno è stato uno dei pilastri difensivi della squadra di Tuchel, disputando 29 partite. I numeri dicono che questo ragazzo ha tutte le carte in regola per dare un seguito alla crescita della scuola difensiva tedesca: 28 tackle vinti, 77% di successo nei tackle e 61% di duelli aerei vinti. Insieme a lui ci sono Benjamin Henrics, terzino 20enne del Bayer Leverkusen, Marvin Plattenhardt, esterno sinistro difensivo dell’Herta Berlino e Niklas Sule, giovane centrale dell’Hoffenheim da poco acquistato dal Bayern Monaco.

Matthias Ginter
QUALITÀ AL POTERE
Il centrocampo tedesco convocato da Löw non pecca sicuramente di qualità. Goretzka su tutti, centrocampista 22enne dello Schalke 04, ha già dimostrato, nelle 5 presenze con la nazionale maggiore, di avere le capacità e il talento per poter stare al passo con giocatori importanti come Kroos e Khedira. Altro profilo interessantissimo è Julian Brandt, centrocampista offensivo del Bayer Leverkusen, che quest’anno in Renania ha messo a segno 3 gol, ma soprattutto ha fornito 8 assist per i compagni. Lo stesso Emre Can già da qualche stagione si mette in mostra in Premier League con la maglia del Liverpool. Il centrocampista di origini turche, quest’anno è stato importantissimo per la cavalcata Champions dei Reds. Can ha dimostrato inoltre di avere delle ottime capacità realizzative, siglando 5 gol. Julian Draxler ormai non ha bisogno di presentazioni. Il giocatore del PSG è sicuramente l’elemento di maggiore caratura ed esperienza internazionale all’interno della rosa tedesca.

L’incredibile gol di Emre Can contro il Watford
Grande occasione la Confederations Cup per Sebastian Rudy. Il neo-centrocampista del Bayern Monaco, dopo essere stato escluso all’ultimo dalla lista dei 23 per EURO2016, ha la possibilità di mostrare il suo valore in una competizione internazionale. Anche Kerem Demirbay, centrocampista mancino di origini turche dell’Hoffenheim, si è meritato la chiamata di Löw dopo aver realizzato 6 gol e 8 assist in questa stagione.
OPERAZIONE FUTURO
In attacco l’obiettivo di Löw è duplice: crescere e mantenere il trend di giocatori giovani e tecnici, ma allo stesso tempo cercare di trovare alternative nel ruolo di prima punta. Al momento Mario Gomez rappresenta l’unica certezza nel ruolo di attaccante centrale. Al posto del giocatore del Wolfsburg Löw ha sempre optato per soluzioni adattate, ad esempio quella di Müller prima punta. Tra giocatori giovani e promettenti ed altri già esperti, il tecnico tedesco deve cercare di scovare chi possa fare al caso suo per ereditare il posto di Gomez. Il primo nome è quello di Timo Werner, attaccante classe 1996 del Lipsia, che quest’anno ha messo a segno 21 gol in 31 presenze. Anche Sandro Wagner rientra nei profili da tenere in considerazione, nonostante non sia più un ragazzino dati i 29 anni di età. Wagner nel’Hoffenheim ha segnato 11 gol in 31 presenze.

Timo Werner, autore di 21 reti stagionali.
Stindl e Younes rappresentano soluzioni differenti. Il primo (capitano del Borussia M’Gladbach), nonostante gli 11 gol stagionali, preferisce ricoprire il ruolo di seconda punta, più che quello di attaccante centrale; il secondo invece, reduce da una grande stagione con l’Ajax, è più un esterno offensivo.
A tutti questi nomi vanno aggiunti i due infortunati, che non hanno potuto prendere parte alla spedizione russa, ovvero Diego Demme, centrocampista del Lipsia, e nientemeno che Leroy Sané, attaccante del Manchester City.
La Germania sta attraversando una grande generazione di talenti, forse la più grande della sua storia. Löw può permettersi di lasciare a casa i “big” e puntare su coloro i quali trovano meno spazio.
In poche parole abbondanza. Fülle.