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Panchina Roma: i pro e i contro di una scelta

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Panchina Roma: i pro e i contro di una scelta

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La Roma si appresta a nominare il nuovo allenatore per la prossima stagione. La squadra giallorossa, generalmente guidata a migliaia di km di distanza direttamente dagli Usa dal presidente Pallotta, non ha riposto una concreta fiducia nel lavoro pur buono elargito da Claudio Ranieri, il quale saluta nuovamente la sua amata Roma dopo soltanto mezza stagione, dopo il subentro ad Eusebio di Francesco.

ROBERTO DE ZERBI

Non è un segreto che le piste più calde per sostituire l’allenatore romano prendano i nomi di Roberto De Zerbi e di Paulo Fonseca, entrambi in scadenza nel giugno 2020 con le rispettive squadre (Sassuolo e Shakhtar Donetsk). Il portoghese appare in vantaggio nella corsa alla panchina giallorossa, ma vediamo nel dettaglio la storia e i caratteri di gioco di questi due profili.

Roberto De Zerbi (Fonte: profilo ufficiale Instagram Roberto De Zerbi)

Il gioco di De Zerbi, sia nell’esperienza di Benevento, sia nell’ultima in terra emiliana, è stato apprezzato per la capacità di saper proporre un gioco propositivo e offensivo, mantenendo un occhio di riguardo ed attenzione per la crescita dei giovani: principi pressoché costanti all’interno della sua filosofia. La stagione appena terminata alla guida del Sassuolo generalmente è stata positiva, la squadra si è classificata all’undicesimo posto. Dinanzi a 41 partite totali in tutte le competizioni il Sassuolo ha trovato la vittoria in 11 occasioni, non tantissime ma comunque necessarie al raggiungimento di una tranquilla salvezza. Sommando tutte le partite fra le squadre accennate De Zerbi è stato in panchina 173 volte con una media di 1,01 punti a partita.

Numeri alla mano, l’esperienza fra le panchine della squadre professionistiche di Foggia, Palermo, Benevento e Sassuolo.

È anche vero che nel caso di De Zerbi parliamo di un allenatore di appena 39 anni, segnato particolarmente (sotto il punto di vista dei risultati) soprattutto fra la difficilissime parentesi di Palermo e Benevento. Mai sotto discussione invece il suo lavoro, frutto di costanti studi conditi di passione, da quando decise di recarsi a Monaco di Baviera per assistere personalmente agli allenamenti di Pep Guardiola fino al lavoro quotidiano in terra emiliana.

PAULO FONSECA

Paulo Fonseca (Fonte: profilo ufficiale Instagram Paulo Fonseca).

Il percorso di crescita vero e proprio di Paulo Fonseca si esprime al massimo in Ucraina, dove a partire dal maggio 2016 sostituisce l’incredibile e storico ciclo di Lucescu alla guida dello Shakhtar. La squadra che solo l’anno prima gli aveva regalato la sua prima delusione europea. Tuttavia, a fronte di tre campionati, una Coppa d’Ucraina e una Supercoppa d’Ucraina, il cammino europeo sarà deludente. La squadra termina terza nel girone di Champions League, con 6 punti, due in meno del secondo classificato Lione, dietro ancora il colosso di prima fascia Manchester City. Successivamente relegati in Europa League vengono eliminati ai sedicesimi dalla sorprendente Eintracht di Francoforte.

Media punti di Paulo Fonseca fra Prima Divisione portoghese e calcio ucraino.

STILI DI GIOCO

Il calcio di De Zerbi è fortemente influenzato dall’allenatore del Manchester City, Pep Guardiola. Il modulo prediletto e più utilizzato è un 4-3-3 mirato ad un possesso palla pulito ovunque egli alleni, tutto ciò ulteriormente caratterizzato da un uomo di fiducia del centrocampo, ossia un playmaker, utilizzando un termine cestistico, che sia in grado non solo di recuperare o gestire il pallone nella fase di possesso, ma che sia anche intelligente tatticamente per posizionarsi sempre correttamente. Si tratta di una duttilità di gioco che vede protagonisti nel caso dell’ultima stagione di Serie A uomini di fiducia come il capitano Magnanelli o il giovane 1998 Locatelli. In questo senso, nel caso diventasse De Zerbi l’allenatore della Roma, sarà quindi importante il recupero e la consacrazione nella prossima stagione di due giocatori come Lorenzo Pellegrini e Bryan Cristante, oltre che la rinascita calcistica di N’Zonzi, il quale fu acquistato come mediano davanti alla difesa, ma che quest’anno ha dimostrato pochissimo. Abbiamo parlato dell’importanza degli esterni, sia offensivi che difensivi, il gioco di De Zerbi offre occasione di proporsi ma anche ampio margine di scelta, riscontrabile nello stile di gioco di Berardi, schierato alto a destra nel 4-3-3 e spesso cercato dai propri compagni con la possibilità di provocare pericolo calciando col mancino. El Shaarawy primo su tutti, anche se non l’unico nella rosa giallorossa, che fa del tiro a giro sul palo più lontano e del dribbling verso la porta un suo punto di forza avrebbe quindi chance di prendere ispirazione e ripetere la buona stagione appena conclusa.

Magnanelli, smista il pallone, cercando Pol Lirola o l’esterno di turno. (Fonte: Canale Ufficiale Youtube Serie A Tim).

Berardi calcia pericolosamente col mancino partendo da destra. L’azione terminerà col gol di Locatelli su respinta di Cragno. (Fonte: Canale Ufficiale Youtube Serie A Tim).

Il calcio di Fonseca invece parte da un 4-3-2-1 di base, l’allenatore portoghese così come De Zerbi ama un gioco rapido e di possesso secondo una filosofia chiara: cercare il dominio contro qualsiasi avversario. Per questo motivo, anche in questo caso, è vitale il ruolo del centrocampista che si abbassa, riceve e smista palloni. Esempio perfetto è l’ex giocatore dello Shakhtar di Fonseca, Fred, ceduto successivamente al Manchester United per una cifra intorno ai 3o milioni. La sacralità della fase iniziale del possesso palla, la prima uscita: si tratta di un vero e proprio punto di rottura dettato da un netto cambio di accelerazione e apertura verso gli esterni. Il modulo è molto vario, similmente all’allenatore bresciano predilige il lavoro degli esterni sia bassi che alti per garantire alla squadra una maggiore ampiezza. Interessante anche il punto in comune dell’ala esterna d’attacco. Riscontrabile sotto diversi aspetti il paragone fra il lavoro di Marlos e quello di Berardi del Sassuolo, entrambi mancini, cercano lo spazio verso il centro, più precisamente la porta. Soprattutto per questo motivo, per la fase conclusiva è necessario citare il lavoro di squadra. Gli attaccanti inoltre sono i primi difensori col 4-3-2-1 di partenza del tecnico portoghese (nella prima fase di uscita col pallone o anche soltanto nei primi tocchi di palla della difesa avversaria) che si trasforma all’occorrenza in un 4-4-2 con le pedine offensive che si stringono.

Marlos, mancino, trova il gol accentrandosi e partendo da destra.
(Fonte: canale Youtube ufficiale Shakhtar Donetsk).

Uscita di palla con Fred.
(Fonte: canale Youtube ufficiale Shakhtar Donetsk).

Riassumendo, a favore del tecnico bresciano c’è un’immensa conoscenza del campionato italiano e una invidiabile passione tattica, favorevole per un ”bel gioco” tanto raccomandato in ogni dove, tanto ambito e omaggiato da tantissimi tifosi. Un altro punto importante è la concretezza dei risultati. Come abbiamo avuto modo di vedere le esperienze di De Zerbi a parte la fantastica cavalcata di Foggia, non culminata in promozione in Serie A soltanto per dettagli, non hanno però portato tantissimi punti. Dopo tanti pro a favore di un allenatore veramente valido bisogna anche riconoscere i punti a sfavore per conto di entrambi. Per quanto concerne Fonseca, pesa su di lui il fatto di non conoscere perfettamente il campionato nel quale si imbatterebbe.

Nel caso in cui uno dei due venisse ingaggiato come nuovo tecnico, dovrebbe affrontare un ambiente fortemente destabilizzato per via di numerosi motivi. Per prima cosa il mancato accesso alla Champions League 2019-20. Prendendo come esempio il gioco del domino, quando cade un pezzo tutti gli altri lo seguono immediatamente a ruota. Possiamo dire allo stesso modo per quanto riguarda la situazione fra l’asse Roma-Trigoria-Usa. Claudio Ranieri seppur raggiungendo i gironi di Europa League non è stato confermato alla guida della squadra, la società ha deciso di mettere alla porta Daniele De Rossi, uomo di spogliatoio e vita all’interno della dimensione giallorossa. Inoltre molti giocatori importanti, per primi Dzeko e Manolas vengono dati per sicuri partenti, col primo destinato alla rivoluzionaria Inter di Antonio Conte e il secondo spesso accostato alla Juventus insieme a Nicolò Zaniolo. Roma è una piazza difficilissima, ultimamente abituata ad essere presenza costante nell’Europa che conta e solo qualche anno fa diretta concorrente di una inarrivabile Juventus. Ipotizzando una Roma di Fonseca, la formazione non avrebbe del clamoroso. Inserendo i componenti della rosa della stagione appena trascorsa sarebbero primarie le funzioni di Florenzi e Kolarov da terzini a tutta fascia, fondamentali nella fase difensiva di contenimento quanto nella fase offensiva a sostegno degli esterni d’attacco El Shaarawy, Kluivert, Under e Schick. In particolare con gli ultimi tre (con tutto il rispetto per Stephan El Shaarawy, autore di una fantastica stagione, forse uno dei migliori) rispettivamente classe 1999, 1997 e 1996, giocatori giovani, da una parte con un allenatore abituato alla gestione di promesse del calcio e dall’altra con un tecnico dal profilo più europeo potrebbero ritrovare la strada giusta per poi forse un giorno conquistarsi lo spazio che meritano.

L’ufficialità arriverà a breve, questione di giorni se non ore, ma è oggettivo che Roma merita di tornare ai fasti di un tempo, per farci vivere magari notti come quelle contro il Barcellona in Champions.

Fonte immagine evidenza: profilo Instagram Paulo Fonseca

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Calciomercato

Non solo Popovic: il Milan osserva il 2007 Zohouri

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Milan

I rossoneri sono in cerca di nuovi giovani da inserire nel proprio vivaio ed entrano nel vivo del calciomercato. Il sito dedicato al calciomercato “Foot Mercato” lancia un’indiscrezione dalla Francia: nei giorni scorsi si sono incontrati i dirigenti del Diavolo e gli agenti del centrocampista classe 2007 Guy Noël Zohouri, in forza al Le Havre.

Titolare nell’U19 della compagine francese, spicca in particolare per le sue doti da incursionista, abbinate a tanta forza fisica e tecnica. Il contratto del giovane francese è in scadenza a giugno 2025, motivo per il quale il Milan sarà costretto a trattare con la società del ragazzo per poter aggiudicarsi le sue prestazioni.

La notizia di Zohouri esce appena dopo quella relativa ad un altro giovane che vestirà la maglia rossonera a gennaio: Matija Popovic, gioiello serbo classe 2006, si accaserà alla corte di Pioli a ridosso della scadenza di contratto con il Partizan Belgrado – sua attuale squadra – e firmerà un contratto fino al 2028 (solo dopo il compimento del suo 18esimo anno di età il prossimo 8 gennaio). In grado di ricoprire tutti i ruoli dell’attacco, è dotato di una grande velocità di azione – soprattutto considerando i suoi 195 cm di altezza – e di un gran bagaglio tecnico, tanto che il Milan ha dovuto superare la concorrenza di big europee come Real Madrid, Barcellona e Juventus.

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Coppa Italia

Lazio-Genoa, Gilardino: “Il rigore non concesso è visibile a tutti”

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Gilardino

LAZIO-GENOA GILARDINO – Il Genoa perde 1-0 contro la Lazio e viene eliminato dalla Coppa Italia. Nel finale di gara, però, i rossoblù protestano per un contatto in area di rigore tra Fini e Pellegrini. Nel post-partita, Alberto Gilardino ha parlato di questo episodio e della prestazione della sua squadra in conferenza stampa. Inoltre, il tecnico del Grifone e ha parlato anche delle condizioni di Albert Gudmundsson.

GILARDINO DOPO LAZIO-GENOA: “SODDISFATTO DELLA PRESTAZIONE, HO AVUTO RISPOSTE IMPORTANTI”

Di seguito, le dichiarazioni di Gilardino:

LA PRESTAZIONE – “Sono soddisfatto. In campo c’erano tanti ragazzi che hanno giocato poco o non hanno mai giocato, le risposte avute sono importanti. Era una prova. Poi Retegui ha messo altri minuti sulle gambe. Non mi sono piaciuti solo i primi dieci minuti del primo tempo, tanta paura e poca lucidità. Siamo venuti fuori alla distanza, creando occasioni. Adesso ci prepariamo per la partita di domenica“.

L’EPISODIO DEL RIGORE – “L’arbitro non ci ha dato spiegazioni, ma è visibile a tutti, quindi non voglio commentare”.

SU IMMOBILE – “Ciro ha fatto un percorso incredibile. Sono contento che abbia raggiunto questi traguardi. Lo conosco bene, anche a livello umano, e si merita tutto questo. È un simbolo per la Lazio e questo mondo. Mi auguro che possa giocare ancora tanti anni. In Nazionale? Lo dovreste chiedere a mister Spalletti. Ciro ha delle qualità incredibili, le ha dimostrate ovunque. Io ho Retegui che credo possa diventare importante per l’Italia, ha tutto e ha ancora tanti margini di miglioramento”.

DRAGUSIN STA MIGLIORANDO – “Sì, una crescita notevole nell’ultimo anno. Un netto miglioramento sotto il punto di vista dell’attenzione e della personalità, ma anche dell’impatto fisico”.

SU GUDMUNDSSON – “Mi auguro che massimo giovedì sia in gruppo per riaverlo domenica a disposizione a Monza. Oggi Messias è rimasto a riposo, anche Badelj lo abbiamo tenuto per domenica. Dobbiamo stringerci e rimanere compatti in questo momento. Per salvarci però dobbiamo andare forte anche in allenamento”.

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Coppa Italia

La Lazio supera il Genoa: sarà derby di Coppa Italia con la Roma?

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lazio

LAZIO COPPA ITALIA – Questa sera la Lazio, allo Stadio Olimpico di Roma, ha battuto il Genoa nella sfida degli ottavi di finale di Coppa Italia: decisiva la rete di Matteo Guendouzi in avvio di partita, precisamente al 5′ di gioco. Il centrocampista francese, servito perfettamente da Luca Pellegrini, apre il piattone destro e fulmina Nicola Leali con un destro a fil di palo. Poi la formazione biancoceleste ha amministrato il vantaggio senza correre troppi rischi (anzi, è andata più volte vicina alla rete del raddoppio), vincendo di misura 1-0, eliminando il Grifone e approdando così ai quarti di finale di Coppa Italia. L’unica nota storta della serata riguarda l’infortunio di Gustav Isaksen, costretto al cambio al 27′ del primo tempo a causa di un problema muscolare. Ora, gli uomini di Maurizio Sarri sono attesi dal derby capitolino?

PROBABILE DERBY LAZIO-ROMA AI QUARTI DI COPPA ITALIA

La Lazio conoscerà il suo avversario nei quarti di Coppa solo mercoledì 3 gennaio quando, alle 21.00, sempre all’Olimpico, si giocherà Roma-Cremonese. La vincente di questa sfida (il cui esito, almeno sulla carta, appare scontato, visto che si affronteranno una big del campionato di Serie A contro una squadra che, attualmente, milita in Serie B) sfiderà proprio la Lazio martedì 9 gennaio.

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Coppa Italia

Lazio-Genoa 1-0, le pagelle: Guendouzi illumina, male Martin

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Feyenoord-Lazio

PAGELLE LAZIO-GENOA – La Lazio passa in casa contro il Genoa e stacca il biglietto per gli ottavi. Ai biancocelesti basta un ispirato Guendouzi contro un Genoa che ci prova ma non risulta mai pericoloso.

LE PAGELLE DELLA LAZIO

Provedel 6: qualche parata di poca rilevanza nella prima frazione. Attento nel seguire l’andamento del gioco ed intervenire in anticipo su alcuni palloni velenosi.

Hysaj 6,5: il primo tempo domina così come i suoi compagni di reparto sulla zona di competenza di destra. Con i suoi passaggi a rubare tempo agli avversari permette alla Lazio di giganteggiare in mezzo al campo.

Patric 6: impreciso a volte in fase di chiusura ma per il resto non deve affrontare grandi pericoli (Dal 65′ Marusic 6: buon impatto nella gara. Non sbaglia un passaggio).

Gila 5,5: subisce la qualità di Kutlu per tutto il primo tempo. Impreciso su alcune dinamiche difensive che avrebbero potuto costare caro alla Lazio. Perde uno scontro vitale in area contro Retegui ma si rifà salvando miracolosamente il tiro dell’argentino.

Pellegrini 6,5: entra con l’atteggiamento giusto e lo dimostra la palla anticipata prima, e poi servita perfettamente per Guendouzi che la mette in porta.

Guendouzi 8,5: il tuttofare di questa Lazio. Sulla trequarti per raccogliere il (bel) suggerimento di Pellegrini e sfornare il gol del vantaggio, come mezz’ala per disegnare linee di passaggio geometriche e in difesa per raccogliere i palloni degli avversari. Onnipresente in mezzo al campo. Mente e braccio di quasi ogni azione offensiva della Lazio. Manca la stella di Luis Alberto ma a splendere questa sera è lui.

Rovella 6: la verticalità di passaggio è una delle sue miglior qualità e lo fa vedere anche in questa partita. Si vede di più nel secondo tempo e il suo apporto alla manovra è buono (Dall’80’ Cataldi 6: entra per far respirare l’ex Monza e lo sostituisce portando avanti i suoi compiti).

Kamada 5: scompare per 79′ poi lancia con grande qualità Immobile. Il suo unico highlight di partita (Dall’80’ Basic 5,5: ha da subito la palla del match point ma la spreca con un tiro telefonato per Leali).

Isaksen 6: gioca poco meno di mezz’ora e tanto basta per capire che è in fiducia. Accusa un fastidio che non gli permette di continuare e viene sostituito (Dal 27′ Felipe Anderson 5,5: non incide nel match, giocando più per lo sviluppo della manovra).

Castellanos 6: l’impressione è quella che il suo compito lo ha portato a termine. Interpreta bene il ruolo di falso 9 aprendo zone di campo per i compagni (Dal 65′ Immobile 6: la Lazio si aggrappa a lui per provare a chiudere il match. Una sola occasione su suggerimento di Kamada ma Leali respinge. Bene nei duelli individuali).

Pedro 6: solita partita da mina vagante per l’instancabile ala esperta spagnola. Dà tanto in campo, aiuta la squadra ed è un grande grattacapo per la difesa del Genoa, soprattutto nella ripresa.

Sarri 6,5: la sua Lazio vince una gara dominata qualitativamente anche se non riesce a chiuderla. Avrebbe potuto risparmiare qualche energia ma riesce comunque a passare il turno.

LE PAGELLE DEL GENOA

Leali 6: può poco sul gol di Guendouzi. Para un tiro insidioso di Immobile e poco altro, il resto lo fa la difesa.

Vogliacco 5,5: soffre l’offensiva laziale. Male negli scontri aerei, bene nei passaggi (Dall’83’ Fini 5,5: corre, tanto, ed entra in campo con discreto carattere, forse troppo, perché viene ammonito dopo qualche minuto per un’entrata in ritardo su Cataldi).

Dragusin 6: Gilardino gli affida le chiavi del trittico difensivo e il classe 2002 ripaga con una prestazione sufficiente. Buona maturità calcistica in fase di costruzione male nei duelli difensivi. Cala nella ripresa (Dal 69′ De Winter 6,5: alza la qualità difensiva del Genoa. Bene nei disimpegni).

Matturro 5,5: spesso i suoi lanci lunghi finiscono nelle mani degli avversari. La sua zona di competenza è una delle più colpite dalla tempesta Guendouzi e l’uruguaiano ne risente (Dal 61’Haps 6: prova a spingere sulla sinistra non scaturendo mai, però, un’azione pericolosa).

Hefti 5,5: la fascia destra del Genoa è quella più redditizia in termini di spinta, anche se non risultano mai effettivamente pericoloso.

Jagiello 6: fa quello che può contro una Lazio ispirata e gli riesce spesso bene. (Dal 61′ Malinovksi 6: entra e prova a risollevare le speranze del Genoa grazie ai suoi spunti)

Kutlu 6,5: vince il mismatch contro Gila sull’esterno di sinistra. Nella prima frazione gli attacchi più rilevanti passano soprattutto dalle sue giocate. Cala leggermente nel secondo tempo ma è sempre uno dei protagonisti della fase offensiva genoana.

Thorsby 6,5: si vede poco ma il suo è un apporto fondamentale per il gioco del Genoa. Bene nei dribbling, nei tackle ne esce spesso vincitore ed è uno dei migliori dei suoi.

Martin 5: una partita imprecisa sotto il punto di vista di passaggi e tentativi di tiro. Non una prestazione memorabile.

Galdames 5,5: la sua pericolosità viene neutralizzata dalla difesa della Lazio. Riesce a fare poco oltre a qualche conclusione fioca dalla distanza.

Retegui 6,5: non gli arrivano molti palloni, per cui si mette a disposizione della squadra in fase di costruzione e lo fa bene. Pericoloso nella ripresa con un buono scatto nell’area di rigore avversaria ma l’intervento di Gila rovina tutto (Dal 69′ Puscas 5: impalpabile lì davanti).

Gilardino 5,5: il suo Genoa le prova tutte ma la Lazio neutralizza bene i principali pericoli, tra tutti Retegui. Il suo percorso in coppa finisce qui mentre adesso, in campionato, arriverà un calendario pesante.

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