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Gabriel Barbosa, il ritorno della stella di São Bernardo do Campo

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Gabriel Barbosa, il ritorno della stella di São Bernardo do Campo

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Esistono momenti nella carriera di un calciatore dove tutto il potenziale tecnico immagazzinato nelle gambe non riesce ad esprimersi nella sua interezza. Periodi, più o meno lunghi, in cui il calciatore si ritrova a dover affrontare un tunnel di problematicità che non sembra mostrare una fine. In momenti come questi, tuttavia, si evidenzia nella sua maggioranza lo spessore mentale di un’individualità. Sapersi rialzare, essere in grado di invertire completamente un trend negativo, non sono caratteristiche comuni fra le più eminenti personalità del gioco.

Gabriel Barbosa, o Gabigol, una volta approdato in suolo europeo con maglia interista, ha totalmente fallito l’opportunità di una sua definitiva consacrazione. Trovatosi a fronteggiare una nuova realtà, il calciatore non ha saputo destreggiarsi fra forti aspettative mediatiche e un differente tipo di calcio, certamente più strutturato rispetto a quello carioca. Nonostante ciò, una volta tornato in Brasile, la sua lucente stella è tornata a splendere, mostrando agli addetti ai lavori le caratteristiche che lo avevano erto, nel lontano 2016, come uno dei profili più intriganti del calcio mondiale.

UN TONFO INATTESO

Fonte: profilo Instagram ufficiale di Gabriel Barbosa

30 agosto 2016: l’Inter ufficializza l’acquisizione del talento di São Bernardo do Campo dal Santos per la cifra monstre di 29.5 milioni di euro. Un grosso investimento da parte della società milanese, giustificato però dallo spessore internazionale che il giocatore stava costruendosi in quel periodo. Gabriel Barbosa proveniva infatti da due stagioni ottime con la maglia del Santos, dove aveva collezionato un totale di 24 reti in 83 apparizioni a solamente 20 anni. Inoltre, il ct della nazionale brasiliana Dunga, nel maggio del 2016, lo aveva inserito nella lista di convocazione per la Copa America svoltasi negli USA. Un trasferimento, quindi, molto più che giustificato che celava dietro sé aspettative nei confronti del giocatore estremamente alte.

Gabigol, nella stagione 2016/2017, fa il suo debutto in campionato contro il Bologna il 25 settembre, ma si dovrà aspettare un intero girone prima di poter assistere alla sua prima marcatura, avvenuta proprio contro gli emiliani nel girone di ritorno. Il calciatore testimonia a più riprese un suo difficile ambientamento nel contesto interista e, molto più generalmente, italiano. Gli spazi concessi dalle difese nostrane sono di certo ridotti rispetto a quelle del campionato brasiliano e Gabriel Barbosa non riesce mai ad incidere marcatamente una volta entrato in campo. Neppure il continuo cambio di guida tecnica sembra portare giovamento ad un’annata scellerata per il giocatore. Barbosa rimarrà difatti quasi sempre in panchina sia con Frank De Boer che con Stefano Pioli e Stefano Vecchi.

Conclamata una sua non esplosione a Milano, la società decide dicederlo con la formula del prestito con diritto al Benfica. Eppure, nemmeno in Portogallo il giocatore riesce ad esprimersi al suo massimo e trovare spazio, vivendo probabilmente 6 mesi ancor più negativi rispetto alla precedente esperienza italiana. Un tunnel, buio, che non vede via d’uscita.

IL RITORNO A CASA

Fonte: profilo Instagram ufficiale di Gabriel Barbosa

Gabriel Barbosa decide di fare ritorno a casa, in Brasile, proprio nella società che gli aveva dato i natali calcistici e lo aveva interfacciato al grande calcio. Il Santos difatti decide di puntare nuovamente su di lui, prelevandolo dall’Inter sempre in prestito annuale. Inutile sottolineare come l’impatto con una piazza nella quale Gabriel si è sempre impersonificato sia stato immediato. Il ragazzo difatti segna subito al debutto, contro il Ferroviária nel Campionato Paulista 2018. Si ripete anche nella giornata seguente, contro il Sao Caetano, finendo per totalizzare 4 reti nelle 8 apparizioni al torneo. Il 15 aprile debutterà anche in campionato, andando in rete per la prima volta alla 4ª giornata contro il Paraná. Il controllo che Gabriel avrà del gioco durante tutto l’arco della stagione sarà totale. Il giocatore tornerà in pianta stabile ad essere la promessa che per lunghi anni si era vista proprio in terra carioca.

Con una fiducia pienamente ritrovata ed un tipo di gioco favorevole, Gabriel Barbosa finisce per siglare 19 gol in 42 apparizioni. Il rendimento, inizialmente altalenante, si è innalzato a partire dal cambio di allenatore della rosa. Con la venuta di Cuca l’ex Inter trova una libertà di movimento maggiore, potendo ampiamente esprimersi senza dover obbligatoriamente seguire dei predefiniti dettami tattici. Chiuda la regale annata con il titolo di capocannoniere del campionato e il “Pallone d’Argento“, riconoscimento dato al miglior attaccante della competizione.

I NUMERI CON IL FLAMENGO

Fonte: profilo Instagram ufficiale di Gabriel Barbosa

Nonostante ciò, il Santos decide di non confermare la sua permanenza in rosa. A fiutare quindi l’affare è il Flamengo, che con la solita formula del prestito secco si assicura le prestazioni sportive del ragazzo. Rimanendo sempre in terra natia, il giocatore può dare continuità alle prestazioni della stagione passata, cambiando solamente leggermente il suo modo di intendere il gioco. Il tecnico della squadra, Jorge Jesus, lo schiera come prima punta. Tuttavia, senza eccessivi dubbi, si può dire che Gabriel agisca come punta estremamente atipica, spaziando su tutto il fronte offensivo e non concedendo particolari punti di riferimento alle difese avversarie.

Normale vederlo ricevere palla soprattutto sulla zona destra del campo, improvvisando ubriacanti dribbling ed arrivando in porta con estrema facilità. Nel Flamengo, ad oggi, appare come l’accentratore di tutte le maggiori velleità offensive della squadra. Gabigol si è erto a trascinatore della rosa, non solamente però da un punto di vista sportivo, quanto mentale. Il giocatore ha sempre mostrato evidenti lacune caratteriali, tuttavia con il passare del tempo ha inteso quanto un equilibrio di base potesse giovare alle sue prestazioni.

I suoi numeri, dunque, sono solamente una naturale conseguenza di quanto affermato in precedenza. Con il Flamengo in campionato ha effettuato ben 9 reti in 10 partite. Il suo peso, inoltre, rimane ingente anche a livello internazionale. In Copa Libertadores il ragazzo è andato in gol in ben 4 occasioni, delle 7 totali. Se davvero Gabigol continuasse con questo trend realizzativo, allora si potrebbe seriamente discutere su un suo possibile ritorno in Europa, magari proprio in quest’Inter affetta (ad oggi) da grandi lacune offensive. Inoltre, a condire tutto ciò, si può ipotizzare che il rendimento della squadra di Rio de Janeiro potrebbe ulteriormente issarsi, dati gli arrivi di calciatori del calibro di Filipe Luis, Rafinha, Gerson, Vitinho, De Arrascaeta ed un possibile arrivo di Mario Balotelli. E chissà come possano incidere sul rendimento dell’attaccante di proprietà dell’Inter.

RITORNO EUROPEO?

Gabigol sta compiendo un percorso di progressiva maturazione non tanto sportiva quanto personale. I numeri del campione li aveva già testimoniati sin dalla più tenera età, ma mancava da colmare il gap comportamentale. Passo non ancora totalmente riuscito, ma di certo prossimo alla venuta.

Nonostante ciò, Gabigol ha già mostrato di avere evidenti difficoltà ad agire in un calcio molto più fisico, che concede meno spazi sia territoriali che di gioco. Come affermato anche da Stefano Borghi, probabile che il giocatore resti uno dei più grandi talenti del Sud-America, ma fallisca prontamente in campo europeo. Chissà che però un suo ritorno in Europa, con meno clamore mediatico, possa trargli parecchio giovamento. Potrebbe essere questo il caso del calcio dell’est europeo, con mete quali Russia o Ucraina. Proprio in Ucraina, precisamente nello Shakhtar Donetsk, svariati talenti grezzi brasiliani hanno trovato una totale consacrazione, rendendosi successivamente protagonisti nei grandi palcoscenici europei.

(Fonte immagine copertina: profilo Instagram ufficiale di Gabriel Barbosa)

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Il Barcellona punta Savinho del Girona: la situazione

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Xavi

BARCELLONA SAVINHO – Il Girona è una delle sorprese più significative di questa prima metà di stagione. Il club catalano ha sorpreso tutti, soprattutto per quel che riguarda la continuità dei risultati ottenuti, che ha permesso loro di restare nelle posizioni élitarie della classifica de LaLiga.

Ovviamente, le ottime prestazioni dei giocatori cruciali della rosa di Michel hanno attirato l’interesse dei top club del calcio mondiale, come nei casi di Tsygankov, DobvykHerrera e Savinho. In particolare, su quest’ultimo è forte l’attenzione dei rivali conterranei del club, ossia il Barcellona. Infatti, secondo quanto riportato da Diario Sport, i blaugrana hanno già avuto un confronto con gli agenti del giocatore, cercando di comprendere la disponibilità dell’approdo del giocatore presso il Camp Nou.

Al momento non si parla di cifre, né di trattativa avviata tra il Barcellona e Savinho, sottolineando la mancanza di punti di vista del giocatore stesso e del club proprietario del cartellino, focalizzato sul proseguimento di un sogno fiabesco.

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La Fiorentina punta la Roma: in dubbio Nico Gonzalez, ma non è l’unico a rischio

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Dopo la vittoria ai calci di rigore con il Parma ed essere riuscita ad accedere ai quarti di finale della Coppa Italia, la Fiorentina deve tornare a concentrarsi sul campionato e sull’imminente impegno con la Roma.

Vincenzo Italiano affronta Josè Mourinho nel match di domenica sera dell’Olimpico ed entrambe le squadre cercano un posto in zona Champions. I Viola, sesti, vogliono tentare il sorpasso sui giallorossi, al momento al quarto posto, sperando in un passo falso del Napoli in casa della Juventus. Il tecnico dei toscani deve però fare i conti con gli infortunati e con dei giocatori che in questo momento sono in dubbio, tra cui Nico Gonzalez.

LA SITUAZIONE INFORTUNI IN CASA FIORENTINA

Secondo quanto riportato dall’Ansa, le condizioni di Nico Gonzalez devono essere valutate nei prossimi giorni. L’attaccante argentino ha saltato Salernitana e Parma perché alle prese con un risentimento muscolare e la sua presenza con la Roma non è certa. L’obiettivo dei Viola è quello di recuperarlo per il delicato match dell’Olimpico e vogliono attendere fino a sabato per capire la situazione.

Non solo il Bicho, anche Ikonè e Kouamè sono a rischio per la partita con i giallorossi. Il primo ha un po’ di febbre, mentre l’ivoriano ha accusato un fastidio al ginocchio. Si appresta invece a tornare in campo Lucas Martinez Quarta, squalificato per il turno di coppa.

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Angelozzi sul mercato al Frosinone: “Reinier è venuto grazie a Braida”

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In questo avvio di Serie A, una delle sorprese del campionato è sicuramente il Frosinone. I Ciociari sono una delle 3 neopromosse e sono al momento al dodicesimo posto con 18 punti. A trascinare i gialloblù ben distanti dalla zona retrocessione è Eusebio Di Francesco, un allenatore in cerca di riscatto e bravo nel lavorare con una rosa giovane.

Infatti, nella sessione di mercato estiva Guido Angelozzi ha costruito una squadra di giocatori di talento e che vogliono crescere senza troppe pressioni per lanciarsi nella propria carriera. Fino ad ora l’operato del Direttore Sportivo ha portato i frutti sperati e il dirigente del Frosinone si è raccontato ai microfoni di Sky Sport. Di seguito le sue parole riportate da gianlucadimarzio.com.

LE DICHIARAZIONI DI ANGELOZZI

LA SUA SQUADRA – “Per me il Frosinone è il Real Madrid”

LA CARRIERA – “Sono stato sempre in società povere e mi sono sempre inventato diversi tipi di operazione. Qundo devi scegliere un giocatore guardo sempre come si allena, come si comporta e se ci posso parlare provo a capire le sue ambizioni. È importante il contatto diretto con la persona per capire tanti aspetti”

MATIAS SOULE’ – “Lo abbiamo corteggiato come si fa con una bella donna, con telefonate e inviti a cena del procuratore. Quest’anno abbiamo fatto un altro tipo di filosofia: prendiamo dei ragazzi in prestito, così se va bene ci salviamo ma se va male non ci inguaiamo economicamente”.

ARIEDO BRAIDA – “Un procuratore mi manda il profilo di Reinier e pensavo fosse impossibile prenderlo al Frosinone. Un giorno in un pranzo c’era anche Ariedo Braida e gli chiedo, visto il suo rapporto con Ancelotti di contattarlo lui. Allora viene fuori che lo potevano mandare a giocare ma dovevano decidere dove. Quindi due giorni dopo Ancelotti ha chiamato Ariedo dicendogli che aveva parlato bene di noi. Reinier aveva parlato con Kaio Jorge perché non sapeva cosa fosse il Frosinone, gli ha spiegato che è una società piccola ma bella, una famiglia, quindi è venuto e ci sta dando delle soddisfazioni”.

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Jankto si racconta: “Coming out? Volevo mandare un messaggio, è andata molto bene”

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sampdoria, Jankto è in partenza

JANKTO – Dopo le esperienze al Getafe e allo Sparta Praga, Jakub Jankto ha scelto di tornare a giocare in Italia, dove aveva vestito le maglie di Udinese e Sampdoria, e iniziare un’avventura con il Cagliari. Il centrocampista ceco è stato intervistato da ESPN e ha parlato della sua nuova squadra, dei tifosi e del suo coming out annunciato qualche mese fa. Di seguito le sue parole riportate da TuttoCagliari.

LE DICHIARAZIONI DI JANKTO

IL COMING OUT – “La gente vuole che io sia il capitano di una certa comunità. Io dico sempre: guardate, io rispetto tutti, tutta la comunità, tutte le persone. Ma io voglio solo concentrarmi su me stesso, sulla mia squadra, sul Cagliari, forse anche sulla Nazionale. Non posso decidere per gli altri. Se vogliono parlare, bene, parlino. Volevo solo dare un messaggio a tutti. Penso che sia andata molto, molto bene. È finita lì. Volevo solo dare un messaggio e, sì, ora andiamo avanti”.

LO SPOGLIATOIO – “Di calcio. C’è differenza tra lo spogliatoio e il campo di allenamento. Dipende anche dalle persone: con i ragazzi di 18, 19, 20 anni forse non si può parlare di politica. Quando si è giovani, c’è un po’ di paura, troppo rispetto. Ora sono più rilassato, ho più esperienza. Ho una responsabilità maggiore. Ma non mi sento un capitano. Leonardo Pavoletti, Viola, Gianluca Lapadula: questi sono i leader. Un’ora prima della partita siamo qui a pensare a quello che può succedere”.

I TIFOSI –“I tifosi sono vicini: intensi, rumorosi, un 12° giocatore. Quando ci siamo trovati in una brutta situazione, non hanno fischiato, non hanno detto nulla. Invece ci sostengono. Qualche settimana fa, eravamo sotto per 3-0 e abbiamo sentito questa energia. Abbiamo vinto 4-3”.

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