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Gabor Kiraly, il portiere con il pigiama

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Gabor Kiraly, il portiere con il pigiama

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Questo finale di stagione sta portando via dal nostro calcio diverse bandiere e colonne portanti del calcio: da De Rossi a Robben e Ribery, passando per Pellissier e Kompany. Oltre a questi nomi di maggiore risonanza, ce n’é uno che all’apparenza non dice niente ma che con una foto viene subito riconosciuto: è quello di Gabor Kiraly, portiere ungherese classe 1976 (quarantatré candeline spente il primo aprile), è ricordato soprattutto per il suo “pigiama”, ovvero per i pantaloni lunghi che era solito indossare durante le partite. Kiraly appende i pantaloni al chiodo dopo 26 anni di carriera e più di 800 partite giocate tra Ungheria, Inghilterra e Germania.

LA NASCITA DEL MITO

Cresciuto nell’Haladás, squadra della propria città (Szombathely), il giovane Kiraly si mette in mostra con delle buone prestazioni, ma ad attirare l’attenzione sono anche i suoi bizzarri pantaloni, una tuta grigia di una o due taglie più grandi, tanto brutta da vedere quanto fortunata per la carriera del portiere ungherese. La leggenda narra che al tempo delle prime partite da professionista con l’Haladás, Kiraly indossasse un normale pantalone nero e lungo, di quelli imbottiti che alcuni portieri usavano per attutire i colpi su campi particolarmente dissestati; un giorno, però, la consueta divisa non era pronta per la partita (si dice che la madre non avesse fatto in tempo a lavarla), così Kiraly dovette scendere in campo con una tuta diversa, grigia e molto più grande di lui. Ebbene l’Haladás vinse quella partita con una grande prestazione di Kiraly, che quindi, per scaramanzia, la mise anche nella partita successiva e in quella dopo ancora e così via, inanellando una serie di vittorie e buone prestazioni, così da convincersi a tenere quel pigiamone per tutta la propria attività agonistica, facendone il personale tratto distintivo

UNA VITA TRA I PALI

Indossato il pigiama, Kiraly non si mise a letto, ma diede inizio alla propria carriera, che lo vedrà trasferirsi dall’Ungheria alla Germania, direzione Berlino, sponda Hertha. Negli 8 anni in cui il portiere ungherese difese quella porta, l’Hertha Berlino visse l’ultimo dei suoi grandi periodi, vincendo per due volte la Coppa di Lega (nel 2001 e nel 2002) e partecipenado all’unica edizione della Champions League della propria storia, nella stagione 1999/2000, fermandosi però alla seconda fase a gironi con Porto, Barcellona e Sparta Praga (nella prima fase aveva avuto la meglio ai danni di Galatasaray e Milan). Nella stagione 1998/99 il portiere viene anche nominato miglior portiere nella Bundesliga. Nel 2004 si trasferisce in Inghilterra, dove gioca con Crystal Palace (con cui viene eletto miglior portiere della Premier), West Ham, Aston Villa e Burnley; alla fine, tra Premier League e Championship, colleziona 142 presenze sul suolo inglese. Nel 2008 poi torna in Germania come secondo portiere del Bayer Leverkusen, senza però giocare nemmeno un minuto, e passando, poi, l’anno successivo, al Monaco 1860, militante nella seconda serie tedesca. Infine, dopo una breve parentesi al Fulham, nel 2015, a 39 anni, torna all’Haladás, il club in cui aveva mosso i primi passi e in cui resterà fino alla fine della propria carriera. Nel frattempo, Kiraly diventa un perno nella nazionale ungherese, facendo il record di presenze (108 in quasi 18 anni di militanza) e diventando, nel 2016, il giocatore più vecchio ad aver mai disputato una gara nella fase finale di un Europeo, vincendo anche il premio come miglior portiere dei Playoff del torneo.

SIMBOLO DI UN’ERA

Con l’addio di Kiraly se ne va un’altra colonna di un calcio che ormai non c’è più, un calcio romantico, fatto di passione e sregolatezza, lontano dalle regole del marketing e dalla retorica estetica. “Antieroe” del calcio, che, nell’epoca dei vari Cristiano Ronaldo e Neymar, emblemi del perfetto calciatore, quasi dei moderni eroi epici “kalós kai agathós” -, Kiraly andava oltre tutto questo, con quel suo pigiamone sgangherato, brutto a vedersi, infilato a forza dentro i calzettoni, sporco, grande e contrario a qualunque canone di bellezza cui noi siamo abituati. Un amore per il proprio lavoro e la propria passione che va oltre ogni questione meramente economica.

“Ringrazio il calcio per avermi insegnato ogni cosa e per avermi reso una persona migliore. Ho combattuto con onore, ho sempre voluto raggiungere il massimo e mi sono adattato ad ogni missione con umiltà.”

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Carlos Augusto: “Sono stato sempre umile, non ho mai mollato. E sull’Inter…”

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Carlos Augusto
L’Inter si prepara alla sfida di questa sera contro l’Udinese. L’obiettivo principale dei nerazzurri rimane quello di rispondere presente alla vittoria di ieri sera della Juventus, che avendo la meglio sul Napoli è balzata momentaneamente in cima alla classifica.

Alcuni dubbi di formazione per mister Simone Inzaghi, alle prese con alcune assenze pesanti soprattutto nelle retrovie. In dubbio la presenza di Alessandro Bastoni, che ha saltato la trasferta di Napoli dell’ultimo turno in via precauzionale e dovrebbe essere arruolabile per il match odierno. In caso di fortfait, spazio a Carlos Augusto.

Proprio il brasiliano è intervenuto al Match-day Programme ufficiale dell’Inter parlando della sua carriera: dai primi passi mossi in patri fino all’arrivo in Italia, l’esperienza formativa a Monza e infine il salto di qualità compiuto nell’ultima sessione di calciomercato. Di seguito le parole di Carlos Augusto.

ORIGINI – “Appena ho iniziato a giocare ho chiesto a mio papà di iscrivermi in una scuola calcio, poi a 15 anni ho capito che sarei potuto diventare un calciatore professionista. Sono stato umile, ho sempre lavorato tanto e non ho mai mollato e questo mi ha portato fino a qui. Per me l’amore per il calcio è la cosa più importante, mi piace giocare, allenarmi, poi quando si arriva allo stadio e si vedono tutti i tifosi che incitano la squadra, solo questo ti dà una carica incredibile”.

INIZI IN BRASILE – “Sono diversi i momenti che hanno segnato il mio percorso, la consapevolezza acquisita a 15 anni, poi la finale vinta con la Primavera in Brasile, ricordo che c’erano 45.000 tifosi, abbiamo vinto ed è stato importante. Il primo gol con la Prima Squadra è un altro momento che non dimenticherò, è stato nel match contro la Chapecoense, ricordo che non riuscivo neanche a parlare dopo perché ero troppo felice e sono andato a festeggiare con la mia famiglia”.

APPRODO ALL’INTER – “L’Inter è una squadra importantissima, è un onore indossare questa maglia. Da qui sono passati grandi campioni, Ronaldo è stato devastante, è quello che mi ha ispirato e poi c’è stato Roberto Carlos che nel mio ruolo è stato incredibile. Fuori dal calcio Michael Jordan è un punto di riferimento, è stato impressionante come professionista e come persona, ho letto molto su di lui. Non si è mai arreso e anche quando era il migliore del mondo ha sempre voluto migliorarsi. Cos’è importante per me? La famiglia e la squadra che sono concetti molto simili, conta essere uniti e aiutarsi, soprattutto nei momenti difficili”.

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Big della Premier pronte all’assalto per Calhanoglu: la posizione dell’Inter

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Calhanoglu

Uno degli uomini copertina dello scoppiettante inizio di stagione dell’Inter è Hakan Calhanoglu. Da quando Inzaghi lo ha reinventato regista, il turco è diventato perno inamovibile della mediana nerazzurra. Centrocampista tuttofare, infallibile dal dischetto, Calhanoglu conta già 6 gol in questo primo scorcio di campionato, di cui l’ultimo ha spalancato la strada verso la vittoria contro il Napoli. Il rendimento del giocatore ex Milan non è passato inosservato all’estero, dove non mancano le lusinghe per il turco, soprattutto dalla Premier League. Infatti, secondo quanto riferisce l’edizione odierna di Tuttosport, due big del massimo campionato inglese sarebbero pronte a farsi avanti in estate per Calhanoglu. Trattasi nel dettaglio di Chelsea e Liverpool.

La posizione dell‘Inter è però piuttosto netta: Calhanoglu non si tocca, a meno di offerte da capogiro. I nerazzurri sono tutelati da un contratto, recentemente firmato, che lega l’ex rossonero all’Inter fino al 2027. D’altra parte, il turco si è calato alla perfezione nella realtà nerazzurra e il rapporto con compagni e allenatore è ottimo. Cambiare aria significherebbe un azzardo anche per lo stesso giocatore che dell‘Inter è ormai uno dei leader tecnici. Già la scorsa estate, gli interessamenti dall’Arabia non fecero breccia nella testa di Calhanoglu che in questo momento è pienamente focalizzato sulla conquista delle suo primo scudetto.

Le intenzioni delle parti sembrano quindi ben chiare e nonostante l’Inter, per esigenze di bilancio, possa privarsi di un big quest’estate, Calhanoglu non è affatto in discussione. Il sodalizio tra il turco e l’Inter sembra destinato ad andare avanti.

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Si ferma Vlahovic: costretto al cambio in Juventus-Napoli

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La Juve si allena davanti ai tifosi

Problemi per Dusan Vlahovic durante Juventus-Napoli, il serbo è stato sostituito al 70° minuto al suo posto Milik. Secondo quanto riportato da DAZN, potrebbe essere un falso allarme e solamente questione di crampi o indurimento del muscolo.

La Juventus è in vantaggio 1-0 grazie al gol di testa di Gatti, il terzo in stagione.

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Ancora problemi per Baldanzi: potrebbe saltare anche Empoli-Lecce

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Baldanzi

BALDANZI – Lunedì alle 18.30 ci sarà il calcio di inizio di Empoli-Lecce. Partita delicata in chiave salvezza, con due squadre che si trovano attualmente fuori dalle zone più calde ma a ridosso di quest’ultime. L’Empoli in primis, in quanto è solo a +1 rispetto il terzultimo posto con i suoi 11 punti. Lecce che invece respira di più con il suo 13esimo posto a 16 punti. I toscani quest’anno stanno giocando senza il totale contributo del suo talento più brillante. Stiamo parlando di Tommaso Baldanzi, che finora ha saltato 4 partite nelle prime 14 e spesso si è dovuto accontentare della panchina. Sempre la caviglia a dare fastidio al trequartista italiano, sia nel primo stop, sia in quello attuale.

L’EMPOLI SENZA BALDANZI – LA SITUAZIONE

Tra ottobre e novembre rimase fermo per una settimana, ora siamo già a un mese ai box. La distorsione subita a inizio dicembre potrebbe costargli anche la prossima sfida del Castellani. Secondo Tuttomercatoweb il numero 33 sta andando incontro alla possibilità  di non indossare una casacca da titolare, ma non solo. Per lui potrebbe esserci la non convocazione e quindi la non disponibilità per la quindicesima giornata. Questa sarebbe un’altra brutta notizia che incrementerebbe le note negative dell’inizio di stagione del giocatore dell’Under 21 dell’Italia.

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