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Gaetan Laborde, talento e classe targati Montpellier

Alla Ricerca del Diez

Gaetan Laborde, talento e classe targati Montpellier

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Iconica come un marchio, decisiva come una sentenza, magica come le stelle. Se si volesse riassumere l’importanza e la grandezza della maglia numero dieci in ambito calcistico, non si potrebbe far altro che scegliere questi tre aggettivi. La storia del Diez è legata indissolubilmente al successo, alla classe e alla magia. Una maglia indossata dai più grandi giocatori del passato, che hanno riscritto il modo di giocare a calcio, con un’interpretazione unica del gioco.
Vestirla é il sogno di tutti , l’ambizione per i più carismatici. Si perché la dieci è tecnica e maestria, ma anche uno stile di vita, che se non hai, rischi di soccombere alla pressione di portarla sulla schiena. La capacità di resistere, di sapersi prendere le giuste responsabilità, di guidare i compagni nei momenti di difficoltà, di creare il giusto feeling con i tifosi, sono tutte componenti fondamentali per chi indossa quella maglia, tanto importante quanto speciale.
In un’epoca in cui abbiamo avuto alcuni dei dieci più forti della storia del calcio, come Totti, o che ancora abbiamo la fortuna di vedere come Messi, Özil e Neymar, si stanno mettendo in mostra anche coloro che desiderano emergere definitivamente con quella maglia sulle spalle per farsi conoscere dal mondo intero.
Oggi la nostra rubrica vola In Francia, più precisamente a Montpellier, dove in una stagione fino ad ora scintillante per gli arancio-blu, sta venendo fuori in maniera superba tutto il potenziale di Gaetan Laborde, che dopo stagioni da meteora sembra aver finalmente trovato la sua dimensione.

SI TORNA A SOGNARE

Già, ad oggi il Montpellier sta vivendo una stagione straordinaria, al terzo posto con ben ventinove punti, dietro solo al Lille e all’innarivabile Psg. La risalita della squadra francese è avvenuta gradualmente e quest’anno sembra quello giusto per ritornare a competere ad alti livelli. Infatti dopo il titolo del 2012, vinto con una grande sfida contro gli stessi parigini, la società transalpina non è stata più in grado di regalare nuove gioie ai tifosi, né tantomeno una stabilità all’ambiente, andando incontro a vere e proprie disfatte e rischiando in diverse occasioni retrocessioni clamorose ed impronosticabili.
Quest’estate invece un mercato più ragionato ed una programmazione più seria e lungimirante, insieme all’ottima preparazione del mister Der Zakarian, si stanno rivelando determinanti e continuano a far provare ai tifosi un entusiasmo che sembrava esser andato via dallo Stade de la Mosson.
L’arrivo in estate di Laborde ha sicuramente pesato in positivo, così come il nuovo assetto tattico imposto dall’allenatore armeno. Un 3-4-1-2 solido in fase difensiva, e ben preparato a sfruttare ogni occasione per ripartire ed andare a segno, ma anche pronto a trasformarsi in un 5-3-2 per contenere e creare la giusta densità a centrocampo, o in un 3-4-3 molto offensivo, atto a sfruttare la grande velocità, condita da una tecnica superlativa, dei suoi attaccanti. Le pedine fondamentali della squadra, oltre al sopra citato Laborde, sono Mollet, il trequartista, e Skhiri, uno dei mediani, in grado però di svolgere anche il ruolo di esterno destro ogni qual volta venga proposto il tridente con ottimi risultati.
L’altro pezzo da novanta dei francesi però rimane Andy Delort, compagno di reparto di Laborde con il quale crea una coppia inarrestabile. I due fino ad oggi hanno messo a segno la bellezza di 14 reti, perfettamente bipartite con sette marcature personali per ognuno. Quello che più impressiona però di questo inizio di stagione, continua ad essere il loro grande feeling e la loro immensa capacità di saper scardinare le difese per poter arrivare più facilmente in zona gol, grazie anche alla bravura nello scambiarsi i ruoli in campo e nel non dare punti di riferimento agli avversari.
Questo nuovo duo delle meraviglie sta stupendo in maniera così inaspettata, da aver causato l’interesse, oltre che dello stesso Psg, anche di squadre del campionato inglese, ma ad oggi intanto il Montpellier si gode i suoi fiori più pregiati, pronti a sbocciare da un momento all’altro.

FALSO DIEZ

Laborde ha sempre svolto il ruolo di prima punta, dotato di grande movimento e di una tecnica sopraffina che fino ad ora lo hanno portato a fare carriera all’interno della Ligue One. La sua duttilità comunque gli permette di rendere al meglio anche in coppia con un altro attaccante- cosa che sta avvenendo ora al Montpellier- e all’occorrenza di ricoprire la corsia di sinistra, grazie alla sua grande rapidità e capacità di saltare l’uomo nello stretto. Nonostante la sua posizione tipica però , la dieci è sicuramente la sua maglia naturale, visto il modo pregiato con cui tratta il pallone, e la capacità di vedere spesso la porta, e di mandarci in continuazione i suoi compagni con palle geniali, come quella per Delort nel 2-2 contro il Rennais. Inoltre il fatto che ogni azione passi per i suoi piedi è sempre più segno di quanto in pochi mesi sia diventato faro e motore della sua squadra. L’esempio più chiaro di ciò non può che essere la performance di Laborde contro il Marsiglia, nella quale il francese, oltre che con una doppietta, ha chiuso la partita con ben 45 tocchi ed entrando in ogni manovra offensiva dei suoi.

Qui è riportata la partita pazzesca di Laborde con il Marsiglia. Il dieci ha percorso diverse volte il campo per farsi trovare dai suoi compagni in ogni posizione.

L’impressione è che il diez del Montpellier stia diventando sempre di più anche il leader carismatico della squadra, visto anche una maturazione a livello caratteriale raggiunta del tutto a soli ventiquattro anni. Le abilità tecniche mostrate a Bordeaux, dove però arrivarono appena nove gol in 57 partite con tanta (e troppa) discontinuità, sembrano essersi evolute perfettamente dal suo arrivo nella Francia meridionale. Ora bisognerà prestare molta attenzione alla sua crescita futura, con la possibilità di veder emergere un nuovo talento francese dalla Ligue 1, dopo già i diversi sfornati negli ultimi anni.

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Chi è Sudakov, il gioiello ucraino che piace alla Juventus

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Chi è Sudakov

CHI È SUDAKOV, IL GIOIELLO UCRAINO CHE PIACE ALLA JUVENTUS – Uno dei nomi più chiacchierati degli ultimi tempi è quello del centrocampista dello Shakhtar Heorhiy Sudakov. L’ucraino classe 2002 è attenzionato da tanti club europei. In particolare su di lui c’è la Juventus, che sta cercando almeno un rinforzo nella zona mediana del campo, possibilmente giovane, in attesa del rientro di Nicolò Fagioli e quello, più lontano, di Paul Pogba. Nelle prossimi giorni Cristiano Giuntoli potrà affondare il colpo, ma non sarà facile portare il calciatore a Torino a gennaio, a meno di un’offerta intorno ai 15 milioni di euro. Ma chi è Sudakov? Andiamo ad illustrare nel dettaglio le sue caratteristiche e a ripercorrere la sua carriera.

LE CARATTERISTICHE DI SUDAKOV

Sudakov è un centrocampista offensivo che agisce principalmente sulla trequarti, zona in cui riesce ad essere molto pericoloso grazie alla tecnica sopraffina abbinata ad un’ottima abilità. All’occorrenza può essere arretrato di qualche metro andando a coprire il ruolo di mezz’ala di inserimento.

LA CARRIERA DI SUDAKOV

Sudakov è il calciatore sul quale la nazionale ucraina baserà il suo futuro.

Il ragazzo cresce calcisticamente nel Metalist Kharkiv prima di entrare nelle giovanili dello Shakhtar a 17 anni. In questo momento la sua carriera sta vivendo l’ascesa decisiva dopo l’esordio in Champions League avvenuto nel 2020 al Santiago Bernabeu. Quel giorno gli ucraini fecero la storia riuscendo ad imporsi sul Real Madrid.

Ma come detto precedentemente, in questa stagione Sudakov si sta facendo notare al panorama calcistico europeo anche in Champions League, dove si è reso vero protagonista della sfida contro il Barcellona. Al termine della stessa è stato nominato migliore in campo.

I suoi numeri in questo inizio di stagione sono ottimi. Nel campionato ucraino Sudakov ha messo a segno 2 reti in 9 presenze, mentre nella massima competizione continentale conta 1 gol in 5 apparizioni.

Dopo aver seguito tutto il percorso all’interno della nazionale ucraina, il centrocampista ha esordito in Prima Squadra il 23 maggio 2021. Da quella data ha collezionato 12 presenze e 1 rete.

 

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Chi è Rokas Pukstas, il nuovo talento del calcio americano

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Chi è Rokas Pukstas

CHI È ROKAS PUKSTAS, IL NUOVO TALENTO DEL CALCIO AMERICANO – Tra le nuove frontiere del calcio ci sono gli Stati Uniti. Gli USA negli ultimi anni stanno alimentando il palcoscenico del calcio europeo con numerosi profili. Tra i campionati maggiormente affollati c’è la Serie A, in cui militano Christian Pulisic, Timothy Weah, Weston McKennie e Yunus Musah. A questi negli scorsi mesi si sarebbe potuto aggiungere anche il giovane Rokas Pukstas, che era finito nel mirino di alcuni club del campionato nostrano come Roma e Milan.

CHI È ROKAS PUKSTAS: CARRIERA

Rokas Pukstas è nato il 25 agosto 2004 a Stillwater, in Okahoma, negli Stati Uniti. Oltre a quella statunitense, gode anche della nazionalità lituana: suo padre Mindaugas ha rappresentato la Lituania nelle Olimpiadi del 2004. Cresciuto calcisticamente negli Stati Uniti, durante la sua formazione ha fatto anche un’esperienza nella Barça Academy, in Arizona. Il suo approdo in Europa è avvenuto nel settembre 2020 durante il periodo del Covid. Vari i club che avrebbero voluto accaparrarselo, ma la sua scelta è ricaduta sull’Hadjuk Spalato.

Il club croato è rinomato per essere uno dei settori giovanili migliori del Vecchio Continente. In Croazia Pukstas si è messo in mostra prima nelle giovanili dello Spalato con cui ha realizzato 13 reti e due assist in 32 partite. Durante la scorsa stagione si è fatto conoscere anche dal Milan, contro cui ha realizzato una rete nella semifinale di Youth League. Sempre durante la scorsa annata è arrivato anche il debutto in prima squadra con cui ha realizzato finora 7 reti e tre assist in 36 presenze.

CHI È ROKAS PUKSTAS: NAZIONALE

Con gli USA, invece, finora è arrivato fino alla nazionale U20, con cui ha finora giocato 12 partite in cui ha realizzato due reti. Una di queste è arrivata durante l’ultimo Mondiale di categoria, dove gli Stati Uniti sono stati eliminati ai quarti di finale contro l’Uruguay: Pukstas ha segnato una rete nella gara degli ottavi contro la Nuova Zelanda.

CHI È ROKAS PUKSTAS: CARATTERISTICHE TECNICHE

Alto 181 cm, Rokas Pukstas può occupare varie posizioni in campo: mediano, trequartista, centrale di centrocampo e anche ala destra. Il primo è il ruolo prediletto. Il classe 2004 è un centrocampista box to box con un grande senso del gol e tempismo negli inserimenti. Caratteristiche per cui in molti lo paragonano a Mario Pasalic.

Fonte immagine di copertina: profilo Instagram Rokas Pukstas

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Chi è Joao Neves, l’ultimo protagonista del derby de Lisboa

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Chi è Joao Neves

CHI È JOAO NEVES – Nell’ultimo turno del campionato portoghese è andato in atto il derby de Lisboa, la classica sfida tra Benfica e Sporting. Gli ospiti sembravano avere la partita in mano grazie alla rete di Gyokeres, ma nel finale succede di tutto. Il Benfica, infatti, trova due gol negli ultimissimi minuti di recupero, con Joao Neves e Tengstedt. Oggi parleremo del centrocampista portoghese, l’ultimo gioiello delle Aquile.

CHI È JOAO NEVES: DAL BENFICA AL BENFICA

Joao Neves nasce il 27 settembre 2004 a Tavira, comune portoghese nei pressi di Faro. I primi passi sul campo li compie proprio nel club del suo paese ma nel 2016 – a poco più di 12 anni – viene subito preso in carico dal settore giovanile del Benfica. L’ingresso in prima squadra arriva nel 2022, con l’esordio in campo il 30 dicembre, dove entra nel finale contro il Braga. Il debutto in Champions arriva, invece, pochi mesi dopo contro il Bruges. Joao Neves inizia ad avere sempre più spazio grazie, anche, alla partenza nel mercato invernale di Enzo Fernandez, che lascia scoperto un posto a centrocampo. Oggi il portoghese è uno dei pilastri della squadra nonostante la giovane età, complice soprattutto la grande fiducia che il club ha riposto in lui.

CHI È JOAO NEVES: CARATTERISTICHE

Joao Neves è alto 1,74 m e gioca davanti alla difesa, solitamente in coppia con Florentino o Kokcu. Il portoghese è uno che vuole sempre la palla, trova sempre gli spazi giusti e, soprattutto, abile in fase di palleggio, coinvolgendo tutti i reparti. Non è uno che entra sempre nel tabellino dei marcatori, ma gli unici due gol realizzati in prima squadra sono entrambi pesanti, poiché realizzati contro lo Sporting. Il primo è arrivato nell’ultimo derby della scorsa stagione, che è valso il pareggio al 94′. Il secondo, come già detto, è arrivato in circostanze abbastanza simili, sempre durante il derby de Lisboa e sempre a fine partita. Oggi Joao Neves è, sicuramente, uno dei prospetti più interessanti in Europa, su cui pare abbia già messo gli occhi il Manchester United. Il Benfica, però, è sempre bottega cara, come dimostra la lunga trattativa per cedere Enzo al Chelsea.

 

Immagine di copertina: joao_neves87 (Instagram)

 

 

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Chi è Pietro Comuzzo, il 2005 viola che ha esordito con Italiano

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Pietro Comuzzo

CHI È PIETRO COMUZZO, IL 2005 VIOLA CHE HA ESORDITO CON ITALIANO – Classe 2005 ma già presenze europee e in Serie A. Pietro Comuzzo ha scalato le gerarchie della Fiorentina e di Vincenzo Italiano, ritagliandosi qualche minuto in campionato e giocando gran parte del match di Conference League, vinto dai toscani per 6-0 contro il Cukaricki. Il giovane classe 2005 ha sorpreso i tifosi, gli addetti ai lavori, e lo stesso allenatore ex Spezia tanto da schierarlo per 82′, seppur dovuto entrare per l’emergenza causata dall’infortunio di Kayode.

CHI È PIETRO COMUZZO

Giovanissimo terzino, nasce a San Daniele del Friuli e inizia a calcare i primi campi da calcio prima al Tricesimo e poi nelle prestigiose giovanili dell’Udinese. Gli bastano un paio di anni per trovare poi spazio nella primavera della Fiorentina dal 2019. Diventa tra i prospetti più importanti della sua età, giocando per l’U17 dei viola e, nel frattempo, venendo convocato dalla Nazionale U17. Accumula esperienza e scala le gerarchie sia del club sia della Nazionale. Nella passata stagione grandi coinvolgimento nel campionato primavera dei toscani, in cui Comuzzo ha raccolto 30 presenze con oltre 2200′ giocati, tutti da difensore centrale. Nella Nazionale invece viene convocato dall’U18, giocando da titolare due partite contro Francia e Romania.

L’ESORDIO IN CAMPIONATO E IN CONFERENCE

Le ottime prestazioni lo portano ad essere osservato attentamente dalla prima squadra e da Vincenzo Italiano. L’occasione arriva l’8 ottobre: sul 3-1 per i viola, nella sorprendente vittoria contro il Napoli, arriva la possibilità di scendere in campo per il classe 2005. Solo un 1′ per lui, ma la grande emozione e occasione di poter calcare i campi di Serie A, e non sarebbe stata l’ultima. La grande responsabilità arriva in Conference League, dopo l’infortunio di Kayode, Italiano sceglie lui nel ruolo di terzino destro per sostituirlo. Partita di grande sostanza e sicurezza, esordio europeo che non ha mostrato alcun limite di inesperienza e paura negli occhi del difensore.

Comuzzo si è fatto trovare pronto, e Italiano ha deciso così di dargli un altro piccolo assaggio di campionato, nella vittoria dei toscani contro il Bologna, in cui Comuzzo ha giocato un’altra manciata di minuti. 

                                                                                                                                                   foto copertina: Profilo Instagram ufficiale – Pietro Comuzzo

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