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Non solo anima e cuore

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Non solo anima e cuore

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È stato il miglior Milan della stagione.

Velato ma soprattutto fondato ottimismo che penetra anche dalle parole specchio dei fatti.

Dal 3 dicembre effettivamente qualcosa è cambiato. Non solo anima e cuore.
Il Milan in Gattuso ha trovato un milanista ma soprattutto – nonostante perplessità d’avvio – un allenatore.
L’impatto di Rino sul mondo Milan è stato facilitato dal salto a priori su malcontenti probabili in caso di altro nome. Progressi, leggeri ma evidenti, e risultati con soluzione di continuità hanno poi alimentato la fiamma di alleggerimento dell’ambiente che l’anima e il cuore rossonero di Rino già in partenza aveva affievolito.

TATTICAMENTE PARLANDO

Fin dall’insediamento e dall’esordio il 3 dicembre, ovvie variazioni a un Milan povero e approssimativo si erano percepite.

A livello tattico in primis.
Nessuna sperimentazione, nessun tentativo ma solo certezza e continuità. Ma soprattutto 4.

Definitivi ossequi all’infruttuosa base a 3 e saluti di benvenuto a un più solido, conosciuto e certo 4-3-3 che tanti elogi aveva fatto conquistare la passata stagione e che la Supercoppa Italiana aveva fatto alzare.
Un 4-3-3 con una base solida, con un vero zoccolo duro in netta antitesi delle 23 formazioni diverse nelle 23 partite guidate da Montella. Soluzione di continuità che come ovvio aiuta e fluidifica la manovra interpretata quasi sempre dagli stessi personaggi saldando alchimie e movimenti.

Solidità e ordine analizzati qui in alcuni frame del 2-1 interno contro la Lazio, apogeo del Milan gattusiano fin qui.

La densità sicuramente la caratteristica lampante a protezione dei propri 16 metri e con addirittura tutti e 11 gli uomini sotto-palla nella propria trequarti. Un’immagine esemplificativa di un dato che fa riflettere sui cambiamenti e sull’impronta che Gattuso ha dato al suo Milan.

Su tutte la percettibile migliorata condizione atletica rispetto alla più recente epoca Montella. Con l’aeroplanino i km totali percorsi a partita non hanno mai superato i 112,5 mantenendo una media a partita di 105,882 km (tradotto nel 19esimo piazzamento della Serie A nella classifica speciale).
Gattuso ha dato netta inversione di marcia privilegiando innanzitutto la condizione fisica.

Come intensità devono migliorare.

Detto fatto.
Il nuovo Milan infatti ha toccato apici di 114 km complessivi percorsi nei 90 minuti di Firenze e superato i 115 a Crotone risollevandosi di due posizioni nella classifica dedicata. In sole 8 gare. La media percorsa prima della gara con Lazio era salita a 117,018 km. Non è impensabile che oggi sia ancora più elevata.

Dato questo che ovviamente risente delle due filosofie di calcio completamente opposte.

La mia metodologia è del tutto diversa, sono diverso nei concetti di gioco rispetto a Montella. Va benissimo avviare l’azione dal basso ed usare il palleggio, ma è ovvio che poi occorre fare qualcosa di diverso.

Logico infatti correre di più se la palla l’hanno gli altri. In tal senso la differenza di pensiero sull’articolazione della manovra è evidente tra il passato e il presente in panchina del Milan. Ben più convincete quella attuale. Lontani sembrano oggi i diktat di Milanello di manovra e “bel giuco“.

Sempre a voler prendere come sostegno delle tesi il successo interno contro la Lazio, l’immagine suggerisce un altro cambiamento miglioramento apportato da Gattuso e dal ritorno al 4-3-3.
La squadra è tornata ad essere oggettivamente più corta e ordinata in campo.
Nel confronto con Montella balena il dato secondo cui nelle 8 gare con Rino in panchina il Milan in campo ha sempre avuto una lunghezza tra i 30,7 e i 33,5 metri.
Il confronto è disarmante ripescando i dati della gestione della Montella quando la squadra è andata da un minimo di 26,7 ad un massimo di addirittura 42,7 metri di lunghezza in campo.
In tal senso metodologie di allenamento, la perseveranza (e forse maniacalità) di Gattuso hanno fatto la differenza e prodotto risultati.

Nel rapportare il dato alla “miglior partita stagionale” è ancora più chiaro quanto detto.
Le due linee sono nette, ordinate e ben distinte a riprova di maggior ordine e solidità in campo.

La logicità dei passaggi che esponiamo è perenne. Dal focus sulla distanza nella foto precedente – traslando sugli esterni l’oggetto di osservazione – altra rivoluzione si manifesta nella posizione di Suso e Çalhanoğlu in sessione di non possesso. Esterni di centrocampo. Non mere ali. A beneficio di solidità difensiva.
Il sacrificio il punto su cui sembra essersi soffermato Gattuso. La paradossale retrocessione con il Pisa l’anno scorso con il primato di miglior difesa trova riscontro nella maniacalità – ancora una volta – dedicata alla fase difensiva.
D’altronde i campionati si vincono con la miglior difesa.

GOL NUOVI

Appurato il miglioramento difensivo passato anche dalla valorizzazione e crescita dei singoliBonucci e Calabria su tutti – un ulteriore miglioramento, seppur minimo ad analizzare i dati, è avvenuto quando di “buttarla dentro” si parla.

Anche qui il gioco di fiducia e “resurrezione” dei singoli è stato fondamentale.
Prima di tutto Biglia finalmente entrato in condizione – almeno fisica – e pian piano sempre meno lontano parente di quello originale biancoceleste. Nelle partite contro Atalanta e Crotone, Lucas, è stato il migliore a livello di chilometri percorsi. Resurrezione la sua che passa inevitabilmente e prima di tutto da una condizione atletica decisamente approssimativa nella prima parte dell’anno e in netto e continuo miglioramento.

A proposito di singoli, i più autentici capolavori di Gattuso sono stati dipinti dalla metacampo in su.

Se dietro il collettivo è stato il successo, davanti invece è passato dal ritrovamento di prestazioni da parte di Bonaventura – fondamentale e necessario era ritrovare uno dei giocatori di maggiore qualità e continuità di prestazioni – della rinascita di Kessiè pian piano sempre più vicino alle prime impressioni rossonere tardo-estive e forse soprattutto dal tanto atteso Çalhanoğlu la cui partita con la Lazio – ancora una volta – conferma la crescita di una pedina fondamentale finalmente trovata. Il plus – che però non si limita agli ultimi due mesi – è ovviamente Cutrone. Lieta sorpresa nella povertà realizzattiva dell’attacco rossonero.

Povertà realizzativa che non trova però appoggio nelle premesse di gara. Dall’inizio di dicembre infatti Gattuso ha fatto alzare il numero di tiri vero la porta – 46 – facendo meglio del Napoli, capolista nella classifica di collusioni a rete (4 tiri in meno), e della coppia Juventus-Lazio a 3 tiri di distanza.

È tanto evidente che la presenza in area sia migliorata da far – forse – anche cambiare idea a Berlusconi sul poi non così necessario passaggio a 2 punte.

Il frame della rete di Bonaventura alla Lazio è esemplare. Al di là del mal posizionamento della difesa biancoceleste, sono 4 i giocatori portati in area dal Milan. Oltre a Çalhanoğlu e Cutrone, fondamentali sono gli inserimenti proprio del 5 rossonero e di Kessiè (ritrovata risorsa in tema di inserimenti – si veda il secondo gol a Cagliari).

Oltre alle immagini anche i numeri testimoniano quanto sostenuto. I tocchi in area avversaria sono aumentati da inizio dicembre e dopo la gara contro il Cagliari hanno portato il Milan al 3° posto di tale classifica. Al 4° posto invece in quanto a occasioni create per partita.
Numeri che però rendono apparentemente inspiegabile il piazzamento nella reale classifica e il 10° attacco della Serie A – nelle stesse partite del dopo gara con il Cagliari, la Lazio ha realizzato 23 gol. Solo 8 quelli rossoneri.
Tutto regolare però anche qua ad analizzare il passato di Gattuso. Tradizionalmente le sue squadre infatti hanno manifestato avidità di gol.
Il cavillo rossonero che risiede nella assente cinicità, nella fame e nella mancanza di cattiveria sottoporta tanto lamentata.

Si aprono così dibattiti e discussioni sul reale impatto delle milionarie spese di Kalinic e Andrè Silva (anche a Udine rei di errori notevoli sottoporta).
Se per il portoghese effettivamente sembra non esserci uscita dal tunnel di digiuno totale da gol in cui si è infilato – almeno in campionato – per il croato serve riflessione più ampia.
Appurata la pochezza offerta in zona gol il silenzioso contributo croato alla manovra è inopinabile. Unico centravanti a riuscire a giocare con la squadra e permettere il corale sviluppo di gioco.
Non ci si dimentichi del rigore procurato a Cagliari e dell’assist per il decisivo 2-1 di Kessie.

Ordine, densità, intensità, fame e cattiveria i diktat portati da Gattuso – non solo anima e cuore . I miglioramenti ci sono e sono notevoli ma appena sufficienti…

Il problema è che stiamo rincorrendo, un pareggio ci può stare ad Udine, ma poi a guardare la classifica sembra che non stiamo facendo nulla.

Qualcosa dal 3 dicembre effettivamente è cambiato.
Il Milan con Gattuso ha trovato un milanista ma soprattutto un allenatore.

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Calcio Internazionale

Italia-Inghilterra 1-2, le pagelle del match: Kane nella storia, Retegui cinico

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Italia Retegui

L’Italia inizia con molta foga e si porta in avanti con convinzione mettendo in apprensione l’Inghilterra. La squadra di Southgate però risponde subito andando in rete al 13′: Bellingham con una bordata impegna Donnarumma e sul conseguente calcio d’angolo, Rice in mischia insacca il gol del vantaggio. Gli azzurri perdono fiducia e l’Inghilterra va vicino al raddoppio prima con Bellingham che non arriva su un cross di Kane e poi con Phillips che calcia dal limite fuori di poco. Sul finire del primo tempo il secondo gol arriva: mano di Di Lorenzo e Kane dal dischetto non sbaglia.

L’Italia inizia il secondo tempo con un altro piglio. Pellegrini dopo pochi minuti ha una buona opportunità ma spara alto da ottima posizione. Dopo qualche minuto arriva pure il gol: assist del giocatore della Roma che trova Retegui solo in area che segna in diagonale. L’Italia continua a spingere trovando un’incredibile qualità nel palleggio che nel primo tempo era completamente assente. A dieci minuti dalla fine viene espulso Shaw ma l’Italia non trova la forza di pareggiare.

LE PAGELLE DELL’ITALIA

Donnarumma 6: subito chiamato a una gran parata su Bellingham non può nulla sul gol di Rice. Il rigore di Kane è imparabile e predica nel deserto con delle parate che limitano il passivo.

Di Lorenzo 5: oggi Grealish è in gran forma e non gli permette di spingere e giocare come fa col Napoli. Il suo fallo di mano regala il raddoppio all’Inghilterra.

Toloi 5: si perde Rice nell’azione del gol arrivando in contrasto troppo tardi. Risulta troppo timido in generale e anche i suoi passaggi non trasmettono sicurezza alla squadra.

Acerbi 5,5: l’Inghilterra non lo pressa lasciandolo impostare e palleggiare ma lui spesso è impreciso e prevedibile. Il centrale dell’Inter prova a limitare i danni ma anche nella fase difensiva è in difficoltà.

Spinazzola 6,5: è in buona forma e in generale riesce a raggiungere spesso la trequarti avversaria proponendosi bene anche in fase offensiva. Dialoga bene con Gnonto dopo l’ingresso del giocatore del Leeds United.

Barella 6: combatte su tutti i duelli e non si dà mai per vinto. Col passare dei minuti perde fiducia anche lui e abbassa il suo raggio d’azione mentre nella ripresa torna sui suoi livelli. (dal 62′ Cristante 6: viene messo in mediana con compiti di regia e interdizione, si fa rispettare e partecipa all’assalto finale).

Jorginho 5: schermato dai centrali inglesi non ha modo di gestire il gioco come lui sa fare. Viene servito poco e male tanto che perde alcuni palloni in zone pericolose. (dal 69′ Tonali 6: piazzato a centrocampo prova a farsi vedere in zona offensiva costringendo i centrocampisti inglesi a retrocedere).

Verratti 6,5: prova a mettere ordine a centrocampo dove c’è molta confusione e soprattutto nel secondo tempo trova le giuste geometrie per dirigere bene l’azione italiana. (dal’88 Scamacca s.v.)

Berardi 5: non ha modo di mettersi in mostra e rimane stretto nella morsa tra Shaw e i centrocampisti. Si fa vedere poco e non trova mai il tiro. (dal 62′ Politano 6: entra bene in partita scaldando il pubblico del Maradona con delle belle accelerazioni).

Retegui 6,5: mostra qualche buon movimento ma viene sovrastato fisicamente dai centrali inglesi. Non molla nonostante sembrasse una serata difficile e segna un bel gol al debutto.

Pellegrini 6,5: da esterno sinistro incide e prova ad accentrarsi per aiutare il centrocampo senza grande successo. Nella ripresa cambia atteggiamento ed è una spina nel fianco costante. Serve un bell’assist a Retegui. (dal 69′ Gnonto 6: ha un buon impatto sul match creando apprensione sulla sinistra e mettendo dei palloni interessanti in area).

All. Mancini 6: l’Italia ritrova la sua identità solo nel secondo tempo. La mancata qualificazione al Mondiale segna ancora le sicurezze azzurre ma lui sta provando in tutti i modi a migliorare le cose.

 

LE PAGELLE DELL’INGHILTERRA

Pickford 6: gioca bene con i piedi e non può nulla sul gol di Retegui. Per il resto fa qualche buon’uscita e amministra bene la difesa.

Walker 6: elemento tattico della difesa inglese ha il compito non facile di contenere le avanzate di Spinazzola ma limita bene i danni.

Stones 6: ferma il tiro di Retegui e poi si limita a far iniziare l’azione offensiva. Non viene sollecitato particolarmente dall’Italia e compie una prova sicura.

Maguire 5,5: in marcatura su Retegui è infallibile nel primo tempo ma poi nella ripresa sbaglia l’uscita da cui nasce il gol azzurro.

Shaw 5: spinge con costanza a sinistra e lascia in ombra Berardi. Trova buone combinazioni con i centrocampisti e Grealish ma nel secondo tempo rovina tutti venendo espulso in pochi minuti.

Phillips 5,5: non si vede molto a centrocampo e svolge per lo più una partita tattica in mezzo al campo. Ha avuto anche un’importante occasione ma non ha trovato lo specchio della porta.

Rice 7: trova il gol in maniera furba in mezzo a tante gambe. Per il resto in fase di interdizione è un guerriero quasi insuperabile davanti alla difesa.

Bellingham 7: le sue progressioni sono impressionanti ed è lui con le sue falcate ad accelerare l’offensiva inglese. Un suo tiro viene respinto ottimamente da Donnarumma ma in generale la sua posizione è dominante sul campo. (dal 85′ Gallagher s.v.)

Grealish 5,5: è in forma e mette in grande difficoltà la fascia destra dell’Italia. Sbaglia clamorosamente il 3-0 e da quel momento il suo rendimento cala fino a scemare. (dal 69′ Foden s.v.) (dal 81′ Trippier s.v.)

Kane 7: propizia il primo gol con un tiro respinto e poi guadagna un rigore che lui stesso trasforma. Segna il gol storico che lo rende il più grande cannoniere del nazionale inglese.

Saka 6: interagisce bene con i compagni senza provare troppo l’uno contro uno ma preferendo partecipare alla manovra con movimenti che non danno riferimento agli italiani. (dal 85′ James s.v.)

All. Southgate 6,5: ha trovato il sistema giusto per l’Inghilterra e ora dovrà solo preparare al meglio l’ultimo assalto a un tanto agognato trofeo, ovvero l’Europeo del 2024. Rimane clamoroso però il calo nel secondo tempo ed inspiegabile il cambio di Foden.

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Il report dell’allenamento odierno del Lecce: ai box Pongracic, differenziato per Dermaku

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Lecce

Al rientro dalla sosta per le nazionali, il Lecce affronterà l’Empoli in campionato. La squadra di Baroni si è ritrovata questo pomeriggio sul campo dell’Acaya per riprendere gli allenamenti e per preparare al meglio la gara. Questo il comunicato pubblicato sul sito del club salentino.

DIECI ASSENTI“Nel pomeriggio i giallorossi hanno ripreso la preparazione sul campo dell’Acaya nella settimana in cui si osserva la sosta di campionato. Assenti per gli impegni con le rispettive Nazionali i calciatori Banda, Ceesay, Colombo, Falcone, Gallo, Gendrey, Hjulmand, Helgason e Voelkerling. Assente anche Pongracic, impegnato in fase fisioterapica e ricondizionamento mentre Dermaku ha proseguito nel lavoro personalizzato di ricondizionamento. Domani allenamento al mattino sul campo dell’Acaya”.

 

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La conferenza di Mancini: “Con l’Inghilterra una classica, Retegui mi ricorda il primo Batistuta”

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Italia

In vista della partita d’esordio delle qualificazioni ad Euro 2024 contro l’Inghilterra, in programma domani alle ore 20:45, ha parlato il CT dell’Italia Roberto Mancini in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni.

FORMAZIONE “Abbiamo giocato con un modulo diverso nelle gare di Nations League. Si potrebbe anche cambiare, ma nel 4-3-3 ci sentiamo a nostro agio, soprattutto per giocare una partita molto propositiva. Dipenderà da noi, dobbiamo cercare di fare ciò che abbiamo fatto e quindi ritornare a vincere, tornare a essere quelli che siamo stati prima”.

L’INGHILTERRA“Ormai è diventata una classica, l’Inghilterra è una delle migliori squadre al mondo. Ha una lista di giocatori straordinari, anche domani sarà una gara molto difficile. Noi cercheremo di fare la nostra partita, ma non sarà semplice per entrambe“.

RETEGUI“Arrivare così dall’Argentina all’Italia, e non in una squadra di club, non è semplice. Un po’ di tempo ci vuole, ma il ragazzo è educato e sveglio. È un centravanti bravo e giovane, abbiamo una grande fiducia e dobbiamo dargli un po’ di tempo. È un centravanti classico, vedo che molti lo paragonano a Denis. Io mi ricordo quando Batistuta arrivò in Italia, lo ricorda. Chiaramente è un ragazzo giovane e ha bisogno di tempo e di crescere. Credo non ci metterà molto ad ambientarsi”.

IL NAPOLI E IL MARADONA“La Nazionale quando è venuta a Napoli è sempre stata aiutata dal pubblico. Per noi è la prima gara di qualificazione e quindi dobbiamo disputare una buona partita, trascinarli. Il Napoli ha sempre fatto cose ottime, s’è sempre qualificato in Europa e ha sempre lottato per il vertice. Quest’anno è il momento più bello, la squadra gioca davvero bene, è una squadra che potrebbe fare qualsiasi cosa. Non diciamo nulla, siamo un po’ scaramantici: le squadre italiane in Europa possono fare bene, ma con qualche italiano in più sarebbe meglio“.

IL RICORDO DI VIALLI“È una grande emozione perché è la prima volta senza Vialli. Noi l’abbiamo avuto nel gruppo ed è stata una grande fortuna. È un grande dispiacere, le persone come lui saranno sempre vicine, sono persone immortali”. 

PROBLEMI TRA I TIFOSI“Io non sono della polizia. Generalmente sono sempre stati gli ospiti a creare problemi. La partita di calcio è sempre un momento di gioia per tutti e se i tifosi ospiti si comporteranno bene, io non credo ci saranno problemi“. 

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Tacconi lascia l’ospedale, i medici: “Percorso sorprendente”

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Italia

Finalmente buone notizie sulle condizioni di salute di Stefano Tacconi. L’ex portiere azzurro, colpito da un’emorragia cerebrale lo scorso 22 aprile 2022, ha lasciato l’ospedale dove era ricoverato da quasi un anno e proseguirà la riabilitazione in una struttura vicino casa. A dichiararlo è stato il dottor Luca Perrero, direttore di Neuroriabilitazione dell’Ospedale di Alessandria. Queste le sue parole riportate dalla Gazzetta dello Sport.

LE CONDIZIONI -“Il percorso di Stefano Tacconi è stato sorprendente, con un progressivo miglioramento dal punto di vista motorio, respiratorio e cognitivo, grazie alla collaborazione di tutto il team infermieristico e della sua Coordinatrice, fisioterapico, logopedico, psicologico e degli oss. Sicuramente la tenacia, l’impegno, l’umore e la notevole prestanza fisica hanno facilitato il recupero, che in questi mesi ha visto un lavoro costante su tutti i piani, utilizzando sia le palestre sia i laboratori occupazionali della struttura, dove ha espresso capacità e interessi, come quello per la cucina, che erano presenti nella sua vita quotidiana precedente all’episodio traumatico”.

Anche la famiglia Tacconi ha voluto rivolgere un ringraziamento speciale a tutto lo staff medico dell’ospedale.

LA LETTERA DELLA FAMIGLIA“Il Borsalino ci è entrato nel cuore e nell’anima. Un grazie di cuore a tutto lo staff dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, a quello del Borsalino e, specialmente, a Laura, la fisioterapista che ci ha seguito dal primo all’ultimo giorno”.

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