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Gelhardt, da Bielsa per diventare una stella

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Gelhardt, da Bielsa per diventare una stella

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Gelhardt

Solitamente i giovani calciatori esordiscono nel calcio professionistico in punta di piedi. Spesso il timore di sbagliare li condiziona, pertanto evitano di rischiare giocate e cercano di fare cose semplici ma giuste. Non è questo il caso del talento di cui oggi parlerà Numero Diez.

L’esordio di Joe Gelhardt in Premier League, con la maglia del Leeds, è stato a tratti devastante. Attaccante inglese del 2002, dopo aver giocato uno scampolo di partita contro il Southampton, lo scorso 23 ottobre è entrato in campo al 63’ nel match contro il Wolverhampton. Il suo ingresso in campo è stato all’insegna della personalità e della sfacciataggine, con le quali è riuscito immediatamente a mostrare la sua qualità tecnica fuori dal comune.

 

ESORDIO MEMORABILE

Con il Leeds sotto di un gol, Marcelo Bielsa decide di mandarlo in campo al posto di Mateusz Klich, aumentando il peso offensivo degli undici. L’impatto in campo è devastante. Dopo pochi minuti, nei pressi del limite dell’area avversaria, chiama un rapido uno-due a Rodrigo per poi sfiorare la traversa con un violentissimo sinistro. Nei minuti successivi ci riprova: su una verticalizzazione di Dallas lui attacca la profondità tagliando tra i due difensori avversari, controlla la palla di testa e calcia nuovamente di sinistro ma la palla finisce nuovamente sul fondo.

In pieno recupero, invece, decide di prendere personalmente in mano la situazione. Riceve palla sulla trequarti offensiva spalle alla porta e si gira in velocità saltando con un tunnel un avversario del calibro di Ruben Neves. Punta caparbiamente la porta avversaria, nonostante sia chiuso da tre avversari, e con una finta riesce ad incunearsi nell’unico varco disponibile per arrivare di fronte al portiere avversario. Semedo lo stende e l’arbitro indica il dischetto; dagli 11 metri Rodrigo non sbaglia ed il Leeds raggiunge la parità.

 

Non sazio, all’ultima azione prova a regalare ad i suoi la vittoria: conduce palla nei pressi del vertice sinistro dell’area avversaria, ma il suo sinistro piazzato viene deviato in corner. Finisce la partita tra gli applausi dei suoi tifosi ed i complimenti del Loco Bielsa, che sa bene come contribuire alla crescita di una nuova stella. L’esordio in Premier sicuramente fa ben sperare…

PRIMI PASSI

Fin da piccolo la sua passione per il calcio è stata viscerale. Dopo aver militato tra i giovanissimi dell’Everton e del Tranmere Rovers, all’età di 10 anni si trasferisce al Wigan. Fu anche cercato dal Liverpool, squadra di cui è sempre stato tifoso, ma il trasferimento sfumò. La sua crescita è graduale ed il club comprende di avere tra le fila un ragazzino con qualità eccelse.

Nel 2017 il Wigan gli offrì una borsa di studio per permettergli di continuare il percorso all’interno del club. Nell’agosto 2018, invece, firma il suo primo contratto da professionista. L’esordio tra i professionisti arriva il 27 aprile 2019 in Championship nel match Birmingham City-Wigan, a soli 16 anni ed 11 mesi, grazie al mister Paul Cook. Altro coach fondamentale per il suo percorso di crescita è stato Anthony Barry, che ora fa parte dello staff di Thomas Tuchel al Chelsea, il quale ha sempre speso parole dolci per Gelhardt.

Joffy ha la possibilità di diventare un giocatore davvero importante. Ha la capacità di risolvere le partite e di essere decisivo nei momenti che contano. E’ una dote che non molti giovani possiedono. E’ un ragazzo esemplare che ama giocare a calcio e quando uno scende in campo con questa fame e con questo entusiasmo troverà sicuramente il modo per eccellere”.

Nel 2019, con le giovanili del Wigan, vince l’EFL Youth Alliance League e la Youth Alliance Cup. Alla sua seconda apparizione ‘tra i grandi’, contro l’Hull City, mette a segno il suo primo gol. Nella stagione 2019-20 si affaccia più volte in prima squadra, spesso entrando in campo nei minuti finali, collezionando complessivamente 18 presenze. Tuttavia a fine stagione è costretto a lasciare il Wigan. La gravosa situazione economica del club, che era retrocesso in League One in seguito ad una cospicua penalizzazione (12 punti), rese la sua cessione pressoché obbligatoria.

UNA NUOVA SFIDA

Il Leicester era uno dei club maggiormente interessati al calciatore, ma la trattativa non ebbe esito felice. Alla fine il calciatore si trasferì al Leeds, che versò nelle casse del Wigan circa 2 milioni di euro. Importante fu il ruolo svolto da Victor Orta, DS del Leeds, che convinse il giovane calciatore a sposare l’ambizioso progetto tecnico. Con la squadra del presidente italiano Andrea Radrizzani ha firmato un contratto quadriennale.

Dopo una stagione passata a fare la differenza in Premier League 2, mettendo a referto 11 gol e 3 assist, quest’anno Gelhardt è sempre più coinvolto nell’orbita della prima squadra. Il suo debutto ufficiale avviene nel terzo turno di Carabao Cup contro il Fulham; in quest’occasione mostra tutta la sua personalità presentandosi dal dischetto e segnando nella lotteria dei calci di rigore, nella quale il Leeds avrà la meglio.

A fine partita il Loco Bielsa dirà:

È un giocatore che crea sempre situazioni pericolose. È più un finalizzatore che un costruttore di gioco ma ha le qualità per superare l’avversario e finalizzare l’azione“.

Le aspettative nei suoi confronti, in seguito allo straripante impatto contro il Wolverhampton, sono decisamente alte. Inoltre l’infortunio di Patrick Bamford potrebbe offrirgli importanti occasioni per diventare nel breve un elemento importante della squadra.  Di recente è anche entrato nel giro dei convocati della nazionale Under 21 di mister Lee Carsley.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Gelhardt ha sempre affermato di ispirarsi al suo idolo, El Niño Fernando Torres. Molti addetti ai lavori, tuttavia, l’hanno spesso paragonato a Wayne Rooney per la sua struttura fisica e per l’esplosività. Alto 1,79 metri, è ben piazzato fisicamente e possiede anche una velocità non indifferente.

È principalmente una prima punta ma è in grado di svariare su tutto il fronte offensivo, pertanto è funzionale a molteplici schieramenti tattici. Caratteristiche che nell’immediato saltano all’occhio sono l’aggressività e la prorompenza nell’uno contro uno, in quanto abbina la sua tecnica ad una potenza fisica impressionante. Con tocchi rapidi e precisi riesce a trovare quegli spazi giusti che gli permettono di calciare meglio. Dopo aver catalizzato su di sé l’attenzione dei difensori avversari, con il suo controllo palla riesce elegantemente a superare anche le marcature più feroci. Tira da ogni posizione, a volte di potenza ed altre volte a giro.

Contro il Liverpool U23 ha segnato un gol memorabile da centrocampo, fantastica espressione di personalità ed intuito. A prescindere dalla zona di campo è il finalizzatore della squadra, in quanto la sua cattiveria agonistica gli permette di trovarsi sempre al posto giusto. Possiede il classico egoismo dell’attaccante, per il quale si associa poco ai suoi compagni di squadra soprattutto negli ultimi 16 metri.

Il suo sguardo è costantemente rivolto alla porta avversaria, e la sua abilità nello smarcarsi è degna dei più grandi numeri 9. Caratteristica è la sua giocata con la quale finge di attaccare l’area piccola per poi farsi trovare a rimorchio dopo aver eluso la difesa avversaria. Inoltre spesso si abbassa per condurre palla, per poi cercare il guizzo anche tra le difese più chiuse.

Tra le mani Marcelo Bielsa si trova un nuovo diamante allo stato grezzo, che deve essere raffinato per poter brillare sempre di più. Kalvin Phillips e Raphinha, attraverso gli insegnamenti del mister argentino, hanno raggiunto uno status di calciatore internazionale, oltre ad essere diventati dei punti fermi delle rispettive nazionali. Gelhardt, recependo le direttive di uno degli allenatori più preparati ed iconici del calcio, può raggiungere livelli alti anche in tempi brevi.

Fonte immagine di copertina: diritto Google creative commons

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Condizioni ancora critiche per Joe Barone: il comunicato della Fiorentina

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Barone

Continuano le ore di attesa e speranza in casa viola a seguito delle condizioni di Joe Barone. Il DG della Fiorentina aveva accusato il malore a poche ore dalla gara tra Atalanta-Fiorentina di ieri, domenica 17 marzo. Il calcio d’inizio ci sarebbe dovuto essere stato alle 0re 18.00, in concomitanza con quello dell’Olimpico per Roma-Sassuolo. L’allarme generato dallo spiacevole evento ha portato alla scelta più logica di tutte: il rinvio della partita a data da destinarsi. Il dirigente viola p attualmente ricoverato del reparto di terapia intensiva del San Raffaele di Milano. Tutte le attenzioni del caso sono ora rivolte alle condizioni di Joe Barone, su si è espressa questa mattina la stessa Fiorentina, con un comunicato ufficiale.

CONDIZIONI JOE BARONE – IL COMUNICATO DEI VIOLA

ACF Fiorentina comunica che il DG Joe Barone rimane ricoverato presso la terapia intensiva cardio-chirurgica dell’ospedale San Raffaele di Milano in condizioni cliniche critiche in conseguenza di un arresto cardiaco extra ospedaliero. Le funzioni vitali sono sostenute da tecniche di supporto meccanico artificiale. Ogni previsione prognostica è attualmente fuori luogo. La famiglia Barone, la famiglia Commisso e tutta la Fiorentina ringraziano il San Raffaele e tutta l’equipe del Professor Zangrillo per l’operato che è stato messo in atto fin dal primo momento“.

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Hellas-Verona-Milan, Okafor: “Sono a disposizione della squadra e del mister”

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Verona Milan formazioni ufficiali

Tra i protagonisti della partita delle 15:00 Hellas VeronaMilan, terminata per 1 a 3 in favore della squadra rossonera, troviamo l’attaccante svizzero classe 2000 Noah Okafor. L’attaccante nativo di Binningen, oggi è partito dal primo e nonostante non sia andato in gol, non ha deluso mister Pioli e i tifosi rossoneri fornendo una prestazione più che buona.

LE DICHIARAZIONI DI OKAFOR

PARTITA –Stiamo facendo bene, è stata una settimana ricca di vittorie e siamo felici ma dobbiamo rimanere coi piedi per terra, oggi siamo felici di aver vinto su un campo ostico, sono a disposizione della squadra e del mister, posso giocare a destra o davanti, con o senza Leao, siamo amici e ci troviamo bene insieme, ma io sono pronto per giocare ovunque e aiutare la squadra come posso fare”. 

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Le ufficiali di Roma-Sassuolo: le scelte di De Rossi e Ballardini

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Resoconto Roma Brighton

LE UFFICIALI DI ROMA-SASSUOLO – Nel turno delle 18:00 la Serie A ci offre un match che, soprattutto per questo momento della stagione, è di vitale importanza per i rispettivi obiettivi delle compagini che scenderanno in campo. Parliamo di Roma-Sassuolo, in cui saranno in gioco punti che ridefiniranno sia le zone europee che quelle di bassissima classifica di Serie A.

Alle 18 sarebbe stata in programma anche Atalanta-Fiorentina. Il match del Gewiss, però, è stato rinviato a data da destinarsi dopo il malore che ha colpito il DG Viola Joe Barone, ricoverato d’urgenza al San Raffaele di Milano.

COME ARRIVANO ROMA E SASSUOLO

Per quanto riguarda Roma-Sassuolo, i capitolini ricercano la vittoria per rimanere in scia del Bologna (quarto in classifica) e difendersi dall’insidia Atalanta, che nel caso di una vittoria contro la Viola agguanterebbe il quinto posto superando proprio la squadra di De Rossi.

Il Sassuolo ha invece estremo bisogno dei tre punti per sradicarsi dalla morsa della zona retrocessione e giungere così a 26 punti, che distaccherebbe la zona rossa dagli emiliani di un solo punto.

LE UFFICIALI DI ROMA-SASSUOLO

Roma (4-3-3): Svilar; Karsdorp, Mancini, Llorente, Spinazzola; Cristante, Paredes, Pellegrini; Aouar, El Shaarawy; Lukaku. All. De Rossi.

Sassuolo (4-2-3-1): Consigli; Viti, Erlic, Ferrari, Pedersen; Racic, Matheus Henrique; Defrel, Obiang, Laurienté; Pinamonti. All. Ballardini.

 

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Frosinone-Lazio 2-3, le pagelle: Cheddira si merita il gol, impatto da MVP per Castellanos

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Castellanos, giocatore della Lazio e Simone Romagnoli, giocatore del Frosinone, Serie A, Coppa Italia

Fischio finale al Benito Stirpe, Frosinone-Lazio 2-3 il risultato finale. Grande ingresso di Castellanos, che entra e ne fa due, decidendo la partita. Nel primo tempo aveva aperto le danze Lirola, pareggiato poi da Zaccagni. A riaprire la partita invece la rovesciata sotto porta di Cheddira.

FROSINONE-LAZIO – LE PAGELLE DEI CIOCIARI

Turati 6.5: un bel riflesso su un tiro ravvicinato ma defilato di Immobile. Sul secondo gol avrebbe potuto avere un posizionamento migliore. Parata straordinaria su Luis Alberto invece, che gli vale mezzo voto in più da sola.

Zortea 6: nel primo tempo mette il pallone sulla testa di Lirola per sbloccarla. Nel secondo si fa sovrastare da Castellanos, che ribalta la partita.

Okoli 5: sul primo gol si perde clamorosamente il taglio di Zaccagni.

Romagnoli 5.5: si vede che è lui a coordinare le manovre difensive, ma ciò non basta. Sia nel risultato della gara, sia per poter prendere una sufficienza.

Lirola 6: sua la rete che illude il pubblico di casa (dal 80′ Valeri SV).

Mazzitelli 5.5: nei primi 45′ tocca più di una palla, cercando imbucate e tiri in porta. Secondo tempo completamente asettico invece (dal 62′ Seck 6: entra cercando di riportare propulsione offensiva per i suoi).

Barrenechea 5: poche verticalizzazioni e pochi palloni recuperati.

Brescianini 5.5: è quell’uomo in più in area o al limite che getta un po’ di confusione nella retroguardia avversaria. Non a caso Lirola salta dietro le sue spalle. Neanche lui però si salva oggi (dal 91′ Reinier SV).

Soulé 5.5: che questo girone di ritorno dovesse avere un altro tenore rispetto il primo ormai era cosa chiara a tutti. Stasera però si è visto qualche strappo, ma nulla di più.

Cheddira 7: prima protegge ogni pallone più o meno pulito che gli arrivano addosso, poi segna uno strameritato gol a livello personale (dal 90′ Cuni SV).

Gelli 6.5: grande partita del 14, che spreca poco e gestisce bene i palloni ricevuti (dal 80′ Kaio Jorge SV).

Di Francesco 5.5: un voto che è lo specchio di molte partite del Frosinone. Ottimo primo tempo, anche qualcosa oltre, ma poi manca sempre altro per fare punti. Adesso però la retrocessione fa davvero paura.

FROSINONE-LAZIO – LE PAGELLE DEI CAPITOLINI

Mandas 5.5: una parata importante al 88′, ma poca tranquillità con i piedi, cosa che sarebbe costata il pareggio del Frosinone se non fosse stato per il fuorigioco.

Marusic 5: uno di quelli che sembrava più intimorito dal momento che la Lazio sta attraversando.

Casale 5: impreciso e poco impattante nella difesa di Martusciello.

Romagnoli 5.5: ironia della sorte si potrebbe fare lo stesso discorso fatto con il Romagnoli dall’altro lato. L’elemento su cui si affida la difesa, ma oggi non era la giornata delle retroguardie.

Pellegrini 5: è su di lui che Pirola prende il tempo per il gol dell’iniziale vantaggio ciociaro (dal 46′ Lazzari 6: energia che mancava da quella parte).

Guendouzi 6: grande traccia disegnata per pescare Zaccagni di fronte Turati per il pareggio biancoceleste.

Cataldi 5: nervoso e inconcludente, non a caso la sua partita non dura neanche 1 ora (dal 46′ Vecino 6: come con Lazzari, Martusciello mette in campo un giocatore che ha donato più garanzie ai compagni).

Luis Alberto 6.5: a tratti fa vedere che la sua qualità è superiore a tutti i convocati, da una parte e dall’altra. Non prende un voto più alto solo perché su di lui Turati compie un miracolo.

Felipe Anderson 5.5: la squadra, quando provava a sfondare, lo faceva dal lato opposto. Molto sterile oggi il brasiliano (dal 82′ Isaksen SV).

Immobile 5: l’unica chance avuta la spara addosso il portiere avversario, decidendo di fare un tocco in  più quando avrebbe potuto colpire di prima e avere un angolo di tiro migliore (dal 56′ Castellanos 8: entra e tira tre volte. La prima volta segna, la seconda Turati respinge, con la terza fa doppietta) .

Zaccagni 6.5: il migliore dei titolari, è lui che pareggia l’incontro e aumenta la fiducia dei compagni (dal 86′ Kamada SV).

Martusciello 6.5: si porta a casa i 3 punti in quella che è stata l’unica volta da allenatore della Lazio. Tudor erediterà da lui una rosa un po’ più felice di quando è arrivata a Frosinone.

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