La debacle sulla panchina della Nazionale e il conseguente linciaggio mediatico subito hanno reso Giampiero Ventura il villain del calcio italiano, degno di ciò che fu Joker per Batman o Venom per Spiderman. Gli errori commessi nei 14 mesi in azzurro hanno da una parte enfatizzato i limiti tecnici e caratteriali del tecnico ligure e dall’altra sotterrato, anche ingiustamente, tutto ciò che di buono avevafatto nella sua longeva carriera. Dopo mesi passati tra il silenzio e qualche sporadica apparizione sulle tribune della Serie A, a quasi un anno dalla drammatica notte di San Siro, Ventura è tornato in panchina e ha deciso di farlo in una piazza depressa e con una squadra che naviga in acque torbide: il Chievo Verona.
Il matrimonio tra uno dei (se non il) tecnici più odiati della storia calcistica italica e la società che, dopo un’estate tribolata, non ha di certo conquistato grandi simpatie, nasconde in sè un certo fascino e non fa che aggiungere altro pepe al nostro campionato. Per Ventura trasmettere la sua particolare idea di gioco e ridare stabilità mentale ai gialloblu sarà un’impresa tutt’altro che semplice ma, come le sue esperienze ci hanno insegnato, la provincia è l’ambiente nel quale meglio si sa esprimere.

424 0 352?
Le due migliori esperienze del Ventura allenatore, quelle di Bari e Torino, sono state caratterizzate nel primo caso dalla presenza dell’estroso quanto discusso 424 e nel secondo dal più quadrato 352. Le analogie che in campo hanno questi due moduli corrispondono con quelli che sono i must del calcio venturiano: giocare verticale, l’ossessiva ricerca dell’ampiezza e la presenza di due attaccanti capaci di combinare sul lungo e nello stretto.
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L’unica certezza, almeno per adesso, pare essere quella di voler accantonare l’insipido 433 proposto in queste prime 8 giornate da Lorenzo D’Anna e cercare di ridare un’identità di gioco chiara alla sua squadra per scollarsi di dosso quell’umiliante -1 e dare il via alla lunga rimonta.
TRA UOMINI CHIAVE E POSSIBILI SORPRESE
Il reparto offensivo clivense conta un centravanti fisico come Stepinski, uno dinamico come Meggiorini (a segno nell’azione precedente con la maglia del Bari), un funambolo come Pucciarelli e il sempreverde Pellissier. Questa abbondanza non creerà problemi al tecnico ligure nell’impostare la sua squadra su un attacco a 2 e, per caratteristiche, la coppia Pucciarelli-Stepinski pare quella più complementare.
A mantenere il velo del mistero su quello che potrebbe essere lo schieramento tattico dei clivensi sono la difesa e il centrocampo. In mezzo al campo la presenza di un giocatore di palleggio come Birsa fa crescere l’ipotesi di 352, con lo sloveno reinventato mezzala offensiva, Rigoni, Hetemaj e Obi a giocarsi il posto di mezzala di contenimento e Radovanovic in mediana. Sugli esterni Ventura potrebbe giocarsi la carta Giaccherini, jolly adattissimo alla sua idea di calcio e uomo di maggiore qualità presente in rosa. Se da una parte l’ex Juventus avrebbe il compito di attaccare, rifornire le punte e creare superiorità numerica, sull’altra fascia non è da escludere l’ipotesi di vedere Cacciatore o Depaoli in versione Darmian granata.
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Con questa GIF integrativa sintetizziamo l’idea che ha Ventura di servirsi anche dei difensori per verticalizzare alle spalle delle linee avversarie e creare gioco. Nella rosa del Chievo ovviamente non troverà una copia del suo figlio calcistico Leonardo Bonucci, ma la capacità di giocare il pallone con i piedi sarà un requisito fondamentale per i futuri titolari. Nenad Tomovic, iniziato alla costruzione dal basso da Montella, avrà il posto assicurato e il suo essere particolarmente incline ad una difesa a 3 ci spinge a pensare che la bagarre potrebbe essere per altre due maglie titolari. Conoscendo anche la predilezione dell’ex Torino verso i giovani, Bani e Barba potrebbero completare la linea difensiva a discapito di Rossettini e Cesar.
PROBABILE FORMAZIONE: (3412) – Sorrentino; Tomovic, Barba (Rossettini), Bani; Giaccherini, Radovanovic, Obi (Rigoni), Cacciatore (Depaoli); Birsa; Stepinski, Pucciarelli (Meggiorini)
RICONQUISTARE QUALCHE CUORE
Dopo una carriera lunga e logorante caratterizzata da alti e bassi, nelle vesti di CT dell’Italia Giampiero Ventura è entrato nella storia dalla porta sbagliata, sporcando indelebilmente il suo nome. Ma sebbene le conseguenze di quel fallimento siano state catastrofiche, a settant’anni tondi tondi ha deciso di rimettersi in gioco e, come da lui specificato, lo ha fatto senza esitare nemmeno per un secondo. L’impresa per salvare la barca sempre più vicina al naufragio di Igor Campedelli pare ardua, per molti impossibile, ma per il villain del calcio italiano questa è forse l’ultima occasione per imporre il suo tanto predicato credo calcistico e, soprattutto, per riconquistare qualche cuore.