Non sono passate neanche ventiquattro ore dalla chiusura delle porte del calciomercato ed è già tempo di scendere in campo. La Juventus affronterà alla 18:00 il Chievo Verona in trasferta davanti agli occhi di tutto il mondo e il motivo di questa megalomane affermazione si commenta da sola: Cristiano Ronaldo. Il costoso arrivo di CR7 in Italia è stata la punta di diamante di un mercato decisamente copioso di nobili trattative, come quelle che hanno portato Higuain al Milan, Nainggolan all’Inter e Pastore alla Roma. Eppure, sottotraccia, ci sono squadre che come al solito hanno investito su personaggi oscuri, acquistando giocatori dal nome poco noto ma dal potenziale ipoteticamente importante. Insomma, delle scommesse su cui qualcuno ha deciso che valeva la pena investire. Fra i 707 acquisti effettuati in Serie A dalle squadre italiane ecco cinque nomi di giocatori poco noti pronti a sorprendere l’Italia del calcio.
1. IGNACIO PUSSETTO (UDINESE)
Se il giocatore più costoso dell’Udinese è stato l’ex centrocampista del Crotone Rolando Mandragora (20 milioni), al contrario, si sa molto meno del secondo acquisto più caro della recente campagna acquisti dei friulani. Al nuovo ds Daniele Pradè sono serviti otto milioni per portare Ignacio Pussetto dall’Argentina all’Italia, strappandolo all’Huracan a metà luglio.
Già una presenza in Coppa Italia nella prima uscita ufficiale della squadra di Velazquez (Udinese-Benevento 1-2), Pussetto è un esterno destro particolarmente conosciuto in patria. Classe 1995, il giocatore argentino è reduce da un’importante stagione all’Huracan in Primera Division argentina, dove ha messo a segno 9 reti in 27 apparizioni; dopo aver giocato per tre anni all’Atletico de Rafaela (4 reti in 77 presenze) è passato al ben più blasonato club di Buenos Aires nella stagione 2016/2017. Di piede destro, Pussetto gioca prevalentemente come esterno destro o anche da punta centrale: come visto nelle amichevoli estive dell’Udinese, probabile che Pussetto venga posizionato sull’out di destra nel 4-2-3-1 di Velazquez. Le sue qualità sono il dribbling elegante e un gran destro, che nella scorsa stagione ha regalato ben sette assist ai compagni.
2. DUSAN VLAHOVIC (FIORENTINA)
La partenza di Diego Falcinelli ha lasciato sguarnito il ruolo di vice-Simeone: ovviamente, Corvino non ha perso occasione per regalare a Stefano Pioli una scommessa su cui lavorare. Alto 1,90 m, si ispira a Ibrahomovich. Ecco Dusan Vlahovic, attaccante della Fiorentina acquistato da Corvino quest’estate per 1,5 milioni dal Partizan Belgrado. Il giocatore serbo si era già allenato lo scorso novembre con i suoi attuali compagni per uno stage, mentre adesso, con la chiusura del calciomercato, vestirà definitivamente la maglia viola insieme ai compagni di reparto Giovanni Simeone e Andrea Graiciar.
Vlahovic è un centravanti molto fisico (appunto 1,90 metri), un classe 2000 con alle spalle due sole stagioni professionistiche, disputate entrambe con la maglia del Partizan di Belgrado; 18 presenze e tre reti nella prima, nessuna in otto presenze nella seconda. Visto il curriculum abbastanza carente, quello che ha attirato le attenzioni sul giovane centravanti viola è stato il precampionato agli ordini di Pioli, che ha svolto alla grande sul campo risultando il secondo miglior marcatore nelle amichevoli estive dopo Giovanni Simeone.
3. MARLON (SASSUOLO)
Fra i tanti giovani che su cui il Sassuolo ha scelto di puntare c’è spazio per un nuovo innesto dalla dimensione internazionale. Oltre all’uruguagio Lemos e a Gianmarco Ferrari, De Zerbi potrà contare pure sul giovane Marlon, difensore centrale brasiliano preso dal Barcellona B. Gli emiliani si sono assicurati il classe 1995 che nello scorso campionato ha giocato in prestito nel Nizza, in Francia, dopo le esperienze al Barcellona B e in Brasile alla Fluiminense.
A ventidue anni Marlon ha già 57 presenze in Europa, di cui tre con la maglia del Barcellona di Messi (all’attivo pure una presenza in Champions League). Abile nell’anticipo e eccellente nell’impostazione, Marlon è un difensore moderno a cui tuttavia manca il rapporto col gol (mai segnato una rete da quando gioca nei professionisti); nel 2015 ha fatto parte della spedizione under 20 del Brasile che ha perso la finale del Mondiale di categoria contro la Serbia. Un gran prospetto per il Sassuolo, peccato per un dettaglio: il Barcellona ha preteso la clausola di recompra.
4. KRZYSZTOF PIATEK (GENOA)
Fra i migliori giocatori dei campionati dell’est Europa, Krzysztof Piatek è pronto ad assaggiare il competitivo campionato italiano. Arrivato al Genoa per 4 milioni dal Cracovia Krakov, il centravanti polacco ha segnato addirittura quattro gol nella prima uscita ufficiale col Grifone contro il Lecce, formazione di Serie B.
Nato nel 1995, il centravanti polacco è una punta centrale e il Genoa lo ha preso per quella posizione; tuttavia Ballardini lo ha più volte schierato come esterno durante le amichevoli, ruolo che ha già dimostrato di fare in passato. Proprio il suo curriculum esprime i numeri di un eccellente giocatore, che ha segnato 21 gol in 36 apparizioni nella scorsa stagione risultando il terzo miglior marcatore della recente edizione del campionato polacco. Con il Genoa, nell’unica uscia ufficiale, ha giocato come punta centrale in mezzo a Pandev e Kouamè, fungendo fa perno centrale del 3-4-3 di Ballardini. Nel personale poker segnato al Lecce c’è tutto il repertorio del giocatore polacco: velocità, inserimento e soprattutto colpo di testa, arma letale di Piatek già affilata per la Serie A.
5. DIJKS (BOLOGNA)
Nonostante la nobile provenienza e un bagaglio tecnico importante, Mitchell Dijks era uno dei giocatori meno esaltati dell’Ajax delle scorse stagioni. Classe 1993, il terzino sinistro è stato uno dei primi acquisti del nuovo Bologna di Inzaghi e come i precedenti giocatori qui presentati – a parte Marlon – pure lui ha già esordito in Coppa Italia con la sua nuova divisa.
Dijks ha all’attivo ben 80 partite con l’Ajax, annoverando, oltre a un campionato d’Olanda vinto, pure 8 apparizioni in Europa League. Durante il suo percorso iniziale coni Lancieri, Dijks è stato un titolare fisso e lanciato in prima squadra da Frank De Boer. Nella sua carriera compare pure una stagione nella Championship inglese al Norwich City (15 presenze), oltre che a due stagioni in prestito in Olanda (Heerenveen e Willem II). Alto 1,94 m, Dijks è arrivato a Bologna a parametro zero dopo che nella scorsa stagione aveva collezionato solo 9 presenze con l’Ajax. In Italia per riscattarsi, il terzino sinistro olandese si candida a essere una rivelazione di questo campionato. A proposito, ha già fatto la storia: è il primo giocatore olandese a giocare nel Bologna.
Durante la trasmissione TvPlay, Giuseppe Mascara, ex giocatore del Catania, si è raccontato. In particolare, sono stati trattati dei temi come giocatori e allenatori che ha incontrato nella sua carriera. Tanta emozione nel ricordo di quando Kakà gli diede la sua maglia. Mascara è anche entrato nei radar di due top club europei, ma l’affare non andò in porto.
LE PAROLE DI MASCARA
SU BERARDI –“Lui è uno dei pochissimi che gioca un calcio come quello che piace a me. Fa l’uno contro uno, se lo sbaglia lo rifà”.
SU POLITANO – “Un altro così è Matteo Politano. Forse un altro che si avvicina è Zaccagni della Lazio. Tutta gente che sulla fascia puntano l’uomo. Berardi farebbe bene anche alla Juve, se uno è forte si porta dietro le sue qualità anche nelle grandi squadre”.
SU SIMEONE – “Si vedeva che il Cholo avrebbe fatto strada. Preparava le partite calcolando nei minimi particolari tutto quello che poteva succedere sia quando hai la palla che quando non ce l’hai. Nel 2011 era già avanti coi tempi”.
IL RICORDO DI MASCARA AL NAPOLI –“Ero arrivato a 32 anni e volevo rimanere a Catania. Il contratto era in scadenza e la proposta per il rinnovo non arrivava, oggi domani, oggi domani… e alla fine ho accettato di andare al Napoli. In quegli anni avevo ricevuto diverse offerte ma sono sempre voluto rimanere a Catania. Non ho nessun rammarico verso i dirigenti però. Nel 2009, stagione in cui feci 14 gol. ebbi varie proposte, anche dal Manchester City e dal PSG, che non erano le squadre che sono oggi, ma pur sempre club blasonati. Anche il Bayer Leverkusen. Alla fine non andarono in porto. In Italia sono stato vicino alla Lazio”.
LA MAGLIA DI KAKÀ – “Ho avuto la fortuna di affrontare diversi campioni ma tra tutti gli aneddoti quello che ricordo con più affetto riguarda Kakà. Gli chiesi la maglia a Milano dopo un Milan-Catania e lui senza nessun problema me l’ha data, poi al ritorno fu lui a venire da me per chiedermela”.
La Fiorentina di Vincenzo Italiano ha vinto per 2-1 contro il Genk e ha archiviato la questione qualificazione. L’allenatore della viola ha parlato ai microfoni di Sky Sport dopo il match. Di seguito, le parole di Italiano.
UNA VITTORIA IMPORTANTE – “Grandissimo secondo tempo. All’intervallo abbiamo detto che stavamo lasciando qualche situazione di troppo a loro. Abbiamo concesso un gol, ma abbiamo reagito subito e poi nel secondo tempo abbiamo giocato bene. Il secondo gol è arrivato su una giocata corale. Dobbiamo ancora giocare l’ultima, per chiudere primi nel girone”.
PRESTAZIONE DI BELTRAN – “Ai ragazzi dico sempre: o si gioca o si subentra, nessuno è dimenticato e tutti devono dare il massimo. Oggi sono entrati tutti bene e sono contento, perché ho visto davvero un bel secondo tempo”.
PARISI FUORI RUOLO – “Oggi mettere insieme Mina e Kayode con pochi minuti nelle gambe non me la son sentita. Ho messo Yerri, per poi sfruttare Kayode a gara in corso. La strategia ci ha dato ragione, bravo Kayo nel farsi trovare pronto sulla palla di Beltran e va ringraziato Parisi perché si sta adattando da quella parte”.
IL GOAL SUBITO – “Parisi era in inferiorità e non doveva muoversi. Mina doveva avvicinarsi e, ogni volta che commettiamo un mezzo errore, subiamo sempre gol. C’è da lavorare su queste cose”.
COME MIGLIORARE LA SQUADRA – “Soprattutto su situazioni come sul gol preso e sbloccando i nostri attaccanti. Dobbiamo lavorare su questo, dopo essere andati in Ungheria perché è importante arrivare primi”.
La Roma ha pareggiato per 1-1 contro il Servette fuori casa, e l’allenatore José Mourinho si è presentato ai microfoni di Sky Sport per niente soddisfatto, con una vena molto critica verso alcuni giocatori. Di seguito, le sue parole:
LE PAROLE DI MOURINHO
PERSA UN’OPPORTUNITÀ –“E’ stata un’occasione importante ma è anche importante l’inizio del secondo tempo. E’ una cosa che succede spesso. Un peccato che non ci sia una camera vostra all’intervallo perchè io martello sempre su questa situazione di entrare nella ripresa contro una squadra che perde 1-0, che gioca in casa e che attaccherà sotto i suoi tifosi. Logico che nel secondo tempo c’è questo atteggiamento dell’avversario e noi siamo stati superficiali nel modo di interpretare questi momenti della partita. Ci sono anche giocatori che hanno perso un’opportunità”.
AOUAR IL PROBLEMA? – “Non parlo di Aouar. Parlo di giocatori in generale. Ci sono anche giocatori che sono partiti dalla panchina e in campionato chi parte dalla panchina hanno una buona concentrazione, in queste partite specialmente fuori casa la gente non sia abituata a stare in panchina e quando entra non riesce a migliorare la squadra. Non penso sia un dramma giocare i playoff, è difficile ma è una motivazione giocare una partita contro una squadra che viene dalla Champions. Ci sarà un’altra partita all’Olimpico esaurito, non voglio fare di questo secondo posto un dramma. Per me è molto più drammatico un’altra opportunità di qualche giocatore persa e un atteggiamento che si ripete quando entriamo in campo nel secondo tempo e stiamo vincendo”.
UNA SPIEGAZIONE – “Non la capisco. Ho giocato 150 partite di Champions, che sono più (fra virgolette) importanti di queste e la motivazione di giocare queste partite è altissima. Sembra che ci sia gente che non ha una grande storia in Europa e gioca queste partite in modo superficiale. C’è gente che è sempre lì, sono sempre gli stessi, novanta minuti di concentrazione e poi c’è gente che è un po’ superficiale”.
CRISTANTE IN DIFESA – “Sì, ma se manca uno gioca lui. Lui è un grande esempio per gli altri a questo livello, gioca con una concentrazione altissima. Paredes ha fatto un’altra partita molto seria, è un campione del Mondo, gioca qui senza superficialità, poi c’è gente che si sente confortata con questa superficialità”.
CHI PAGHERÀ DELLA SITUAZIONE – “Da noi non puoi far pagare, lo può fare Guardiola, da noi c’è solo l’allenatore che può martellare… io continuerò a martellare su questa gente. Il gruppo è fantastico, gente buona, gente seria, che ama la Roma, ma sono in una zona di conforto. Se in casa riusciamo a instillare questa mentalità nella squadra, fuori casa è più difficile, ovviamente potevamo vincere lo stesso”.
L’IMPORTANZA DEI GIOCATORI NOMINATI – “Abbiamo questi ragazzi ma anche gente superficiale. E’ poca responsabilità di dirmi che vogliono giocare. Hanno perso un po’ la voce. Se qualcuno bussa alla porta del mio ufficio e mi dice che vuole giocare di più, gioca di più quando gli altri sono morti. Perchè la gente che risponde è sempre la stessa”.
Ieri, prima del match tra Real Madrid e Napoli, Aurelio de Laurentiis, ha parlato delle varie possibilità relative possibile nuovo stadio dei partenopei.
La prima opzione è sicuramente quella di acquistare il Maradona e ristrutturarlo a spese della società di ADL. Se il comune non permetterà ciò, allora si virerebbe verso una tra Pompei e Caserta. Di seguito, le sue parole a Radio Goal, un programma di Kiss Kiss Napoli.
NUOVO STADIO –“Abbiamo un complesso sportivo che non è mai stato completato, De Laurentiis lo conosce anche. E’ adiacente al confine con gli scavi. Sarebbe, naturalmente, un piacere, ma non ne ho mai parlato con De Laurentiis”.
DISPONIBILITÀ VERSO IL NAPOLI –“Siamo accoglienti e disponibili con tutti e lo saremo anche con De Laurentiis e i tifosi del Napoli. C’è un area di 100mila metri quadrati, ma la sede del campo è già realizzata. Non fu completato quel campo perché stavamo facendo una manifestazione d’interesse. Se ADL è interessato siamo disponibili a riceverlo”.
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