38 partite giocate, 26 vittorie, 8 pareggi e 4 sconfitte. Pochi numeri ma sufficienti per raccontare una stagione che a Napoli difficilmente dimenticheranno. È vero, non è stato alzato nessun trofeo e non si è giocata nessuna finale di Champions, eppure è un anno da record. Una delle più belle stagioni di sempre nella storia di questo club. È il punto di arrivo ma allo stesso tempo quello da cui ripartire il prossimo anno.
AMBIZIONI ED OBIETTIVI A INIZIO STAGIONE
La scorsa estate, in quel periodo di mezzo tra gli ultimi giorni del calciomercato e l’attesa per l’inizio del campionato, si raccontava di un grande Napoli. Con la Gazzetta dello Sport tra le mani, il Napoli considerando arrivi e partenze, era tra le squadre favorite alla vittoria dello scudetto. O meglio, vista l’eterna superiorità e l’abitudine a vincere della Juventus, era tra le prescelte per provare a fermare la vecchia signora. Nonostante i più scettici considerassero la partenza di Higuain come la più grande disfatta della storia, l’attacco azzurro ha assorbito completamente il trauma della cessione, viaggiando ad una media di poco più di 2 gol a partita. Ha messo in mostra il miglior gioco d’Italia ed è stato per buona parte del campionato, l’unica alternativa credibile per la vittoria finale. In Europa ha dominato i primi due avversari nel girone di Champions League, ma poi (beffata anche del destino) ha dovuto arrendersi davanti allo strapotere del Real Madrid.
Il Napoli, insomma, non può e non deve essere considerata una squadra mediocre.
LA REALTÀ DI QUANTO ACCADUTO
Il 19 marzo si giocava Empoli-Napoli. Doppietta di Insigne e gol di Martens: 3-2. Dopo quella sera, il Napoli non si prende soltanto una semplice vittoria. Grazie ai gol segnati, Martens, Insigne e Hamsik diventano gli unici tre ad aver raggiunto la doppia cifra nei cinque maggiori campionati del mondo. Sì, esatto, anche meglio della MSN del Barcellona o dell’attacco del Real Madrid. Un record sorprendente se consideriamo lo strapotere e l’attitudine al gol dei migliori attaccanti europei. Difficile da credere soprattutto se ce l’avessero raccontato questa estate, quando Higuain ha preso le sue valigie e si è trasferito a Torino. Eppure non era così lontanamente impossibile da immaginare, per una squadra che ad inizio stagione è stata costruita per avere il maggior numero possibile di opzioni dal centrocampo in avanti. I tre hanno fatto ricredere tutti, avvisandoli che non c’era tempo per i rimpianti. Hanno preso per mano il Napoli e l’hanno portato avanti a suon di gol.
Insigne veniva da due stagione in cui doveva dimostrare tutto a tutti. L’ha fatto. È stato l’anno della consacrazione, dopo un momento iniziale più delicato in cui ha avuto qualche problemino per sbloccarsi a livello mentale. Poi, da novembre in avanti ha mostrato la determinazione e l’amore di uno che Napoli ce l’ha nel cuore. Martens è stato determinante nel volersi trovare un posto da titolare e si è calato in un ruolo non suo, quello della punta centrale, mettendosi al servizio dei compagni e interpretandolo perfettamente. È passato da falso 9 a miglior attaccante centrale del campionato nel giro di pochissimi mesi. È stata per lui una stagione ricca di gol, in cui ha sfiorato il titolo di capocannoniere. E infine Hamsik, che vicino ai suoi 30 anni ha giocato forse la più bella stagione della sua carriera al Napoli. Sempre con la consapevolezza di quanto valga portare quella fascia al braccio. Oggi la città è tutta sua.
Sicuramente i partenopei sono una squadra consapevole di poter competere alla pari con quasi tutti. Soprattutto grazie a un’organizzazione che ha pochi eguali in Europa, frutto della compattezza e del gioco che il suo condottiero Maurizio Sarri ha saputo imprimere nei suoi. In particolare credendoci fino all’ultimo. Lo hanno dimostrato le ultime giornate di campionato. Dopo il pari per 2-2 con il Sassuolo, la squadra ha ottenuto cinque vittorie consecutive, provando (alla fine inutilmente) il sorpasso sulla Roma a +1. 
VOTO E GIUDIZIO FINALE
Il Napoli gioca quasi a memoria ed è un piacere per chi lo osserva. L’uscita del pallone dalla difesa è precisa, la superiorità numerica in zona palla e le rotazioni rendono fluida la manovra, ci sono diverse soluzioni in ampiezza e si creano spazi per le combinazioni veloci tra la punta e le mezze ali. Non è facile difendersi dall’attacco del Napoli, così come è complesso attaccare, soprattutto se la squadra è in un buon momento di forma fisica.
Voto: 7