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Rimettersi in gioco

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Rimettersi in gioco

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Ci sono persone a cui Dio ha donato il talento di saper giocare a pallone, allo stesso tempo però ad alcune di queste gli ha affibbiato una sorta di nuvola di Fantozzi che non sembra mai andare via. Tra i colpiti c’è anche Pepito Rossi, una delle più grandi speranze calcistiche nostrane che ha visto i suoi sogni infrangersi quando ad infrangersi sono stati i legamenti delle sue ginocchia. Pepito ha subito 5 gravi infortuni nell’arco della sua sfortunata carriera, dopo essere rimasto svincolato, ecco che arriva la nuova occasione per rilanciarsi. Oggi dovrebbe arrivare a Genova per sostenere le visite mediche e firmare il contratto. Ballardini lo ha voluto fortemente per provare ad estrarre la sua squadra dalla tempesta della zona retrocessione.

I PRIMI CRACK

Il primo grave infortunio arriva nel 2011. Pepito è alla quinta stagione con il Villarreal che non se la sta passando al meglio. La squadra non rende come dovrebbe e sta iniziando un lento declino che porterà a chiudere il girone di Champions League a zero punti e la retrocessione in Segunda Division. Questa caduta è data anche dall’infortunio di Rossi che il 26 Ottobre di quell’anno vede il suo ginocchio cedere al Bernabeu. Il legamento crociato del ginocchio destro si è rotto. Dovrebbe recuperare in 6 mesi, ma quasi alla fine della riabilitazione, subisce la lesione dello stesso legamento. La sua stagione finisce con poche partite in tasca. Si conclude così anche la sua brillante carriera al Villarreal. Tuttora Rossi è il più grande marcatore della squadra spagnola con le sue 81 reti in 190 partite.

INFERNO ITALIANO

Nell’Ottobre seguente Pepito si sottopone all’ennesima operazione che lo priva di altri 4 mesi di calcio giocato. Le speranze di un ritorno in condizione per l’italoamericano iniziano a precipitare sempre di più. La Fiorentina però ci punta, decide di scommetterci per la stagione seguente. Nel mercato invernale del 2013 i Della Valle lo acquistano per ben 10 milioni. La riabilitazione è ancora lunga, ma l’obiettivo inizia a concretizzarsi sempre di più. Ritorna finalmente in campo nell’ultima giornata di quel campionato, la stagione seguente sarà per lui quella del riscatto. Sembra esserlo veramente perché in metà campionato diventa il capocannoniere della Serie A per distacco con 14 reti. È indimenticabile la sua tripletta contro la Juve che riporta la Fiorentina a trionfare finalmente contro gli acerrimi nemici. La nuvola di Fantozzi però non lo abbandona mai, il 5 Gennaio del 2014 il ginocchio destro fa ancora una volta crack. Resta quattro mesi fuori, cerca di fare il possibile per tornare in Nazionale a giocare il mondiale brasiliano. Nemmeno le 2 reti in quattro partite riescono a convincere Prandelli, Rossi resta a casa.

Sembrava essersi ripreso definitivamente, ma nel precampionato accusa una contrattura muscolare che denota un sovraccarico di quel ginocchio di cristallo. Salta un’intera stagione anche a causa di alcun affaticamenti muscolari durante la riabilitazione. Torna in campo nella stagione seguente. Gioca a sprazzi nella Fiorentina di Paulo Sousa, così a Gennaio decide di tornare in Spagna per provare a risalire ancora una volta la china.

 

PERSEGUITATO

Il Levante sfrutta l’occasione e porta a sé Pepito con un prestito con diritto di riscatto. L’altra squadra di Valencia non se la passa affatto bene, così punta su Rossi per provare a raggiungere la salvezza. Le 6 reti messe a segno dall’italoamericano non riescono a risollevare il Levante. La squadra spagnola retrocede e Pepito torna alla Fiorentina dato che non è stato formalizzato il suo riscatto. Alla Fiorentina non ha più spazio, ritorna così il richiamo della Spagna con il Celta Vigo che giocherà anche l’Europa League. Sembra una grande sfida per riscattarsi, ma non è più quel killer di una volta. Rossi segna solo 6 reti in 30 partite, la sfortuna però torna sempre e si accanisce su di lui. La giornata dopo aver segnato una tripletta, arriva l’ennesima rottura del legamento, questa volta però non è più il destro bensì il legamento sinistro. Sfortuna su sfortuna per Pepito che ora vede le sue speranza spegnersi sempre di più.

Non ha mollato mai, nemmeno quando era svincolato, ha continuato a riabilitarsi ed allenarsi in USA con alcune squadre della MLS, fino ad arrivare alla fatidica chiamata di Ballardini. Spera di tornare veramente Pepito, probabilmente lo speriamo vivamente tutti quanti, in bocca al lupo Giuseppe!

https://www.youtube.com/watch?v=NekltLjByrE

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Coppa Italia

Pronostico Fiorentina-Parma, statistiche e consigli per la partita

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Pronostico Fiorentina-Parma

PRONOSTICO FIORENTINA-PARMA, STATISTICHE E CONSIGLI PER LA PARTITA – Mercoledì 6 dicembre, alle ore 21:00, la Fiorentina incontra il Parma per gli ottavi di finale di Coppa Italia, in un match che può nascondere insidie. Scopriamo, dunque, il pronostico per la partita insieme a qualche statistica e qualche consiglio per gli scommettitori.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

Partiamo dai padroni di casa. La Fiorentina ha vissuto tanti alti e bassi nell’ultimo periodo, con alcune cadute evitabili, come contro l’Empoli, ma anche vittorie prestigiose, come quella di Napoli. La squadra di Italiano si è imposta nel corso dell’ultima giornata per 3-0 contro la Salernitana e ha preparato al meglio la partita di Coppa Italia. Vedremo se la preparazione sarà ripagata anche dal verdetto del campo.

Il Parma viene da sei vittorie in otto partite nell’ultimo mese. Gli uomini di Pecchia procedono spediti verso la risalita nel massimo campionato e si trovano, ad oggi, a pari punti – 33 – col Venezia. Gli emiliani stanno facendo molto bene e ora sognano anche i quarti di finale di Coppa Italia, un risultato che sarebbe importantissimo per il loro morale. In mezzo c’è la Viola, che avrà tutte le intenzioni di battere i crociati.

IL PRONOSTICO DI FIORENTINA-PARMA

Per quanto sulla carta l’esito sembri scontato e i pronostici siano tutti a favore della Fiorentina, spesso la Coppa Italia ha regalato sorprese. Attenzione, dunque, al Parma, che vorrà fare uno scherzetto agli avversari. Per questo, non consigliamo alcun segno fisso, bensì una giocata sul numero complessivo di gol. Il pronostico che potrebbe essere meno rischioso e pagare di più è il MULTIGOL CASA 2-4, in quota 1.62. Benché l’esito finale non sia scontato, la Viola, infatti, potrebbe andare a segno più volte, data la tendenza dei giocatori di Italiano a tenere palla. In alternativa, anche il segno GOL, quotato, invece, 1.75 sui principali bookmakers, potrebbe essere fruttuoso, dato che entrambe le squadre sono decisamente inclini al gol.

PROBABILI FORMAZIONI

Fiorentina (4-2-3-1): Christensen; Kayode, Martinez, Ranieri, Parisi; Mandragora, M.Lopez; Ikone, Barak, Sottil; Nzola. All. Italiano

Parma (4-3-2-1): Chichizola; Delprato, Osorio, Circati, Di Chiara; Bernabé, Hernani, Estevez; Mihaila, Man; Benedyczak. All. Pecchia

 

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ESCLUSIVE

ESCLUSIVA – L’agente di Ikwuemesi: “Si sta adattando alla Serie A, la Salernitana sta lavorando nella giusta direzione”

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La Salernitana sta affrontando un periodo delicato, in piena lotta per la permanenza in Serie A. Nell’ultima giornata di campionato, i granata sono usciti sconfitti dal Franchi perdendo 3-0 contro la Fiorentina. Nonostante la sconfitta anche abbastanza netta, però, i campani sono reduci da un momento anche abbastanza positivo. A risollevare il morale infatti sono il pareggio preziosissimo in casa del Sassuolo e, soprattutto, la prima vittoria in campionato arrivata all’Arechi contro la Lazio.

Uno dei volti di quest’ultimo periodo in casa Salernitana, è sicuramente Chukwubuikem Ikwuemesi. Arrivato quest’estate dagli sloveni del Celje, l’attaccante nigeriano sotto la gestione Inzaghi sta trovando spazio ed anche i primi gol della sua avventura italiana. Per scoprirne di più sul classe 2001, noi della redazione di Numero Diez abbiamo intervistato Thaddeus Kennedy Idama, agente del calciatore facente parte del KCG Sporting Management.

Di seguito, la nostra intervista ESCLUSIVA.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A THADDEUS KENNEDY IDAMA, AGENTE DI IKWUEMESI

Parto chiedendole la sua opinione sul momento attuale di Ikwuemesi alla Salernitana.

“Sta provando a dare il massimo. Essendo calciatore giovane, che proviene da un campionato non molto noto in Europa, sta cercando di adattarsi. Credo farà meglio sul lungo termine”.

Crede che la Salernitana riuscirà a centrare l’obiettivo salvezza?

“Siamo in attesa di scoprirlo, perché la Salernitana è una buona squadra, staff e dirigenti hanno il compito di gestire la situazione e lo stanno facendo molto bene. Il club non sta ottenendo il miglior risultato, ma spetta all’organismo che lo rappresenta fare la cosa giusta. Credo siano nella giusta direzione“.

Di recente Ikwuemesi ha segnato il suo primo gol in Serie A, contro il Sassuolo. Quali sono state le sensazioni a riguardo?

È stato un bel momento. A Sassuolo erano partiti molto bene, andando in vantaggio per 0-2. È stato comunque un buon risultato per la squadra. È un momento in cui hanno ripreso il controllo e hanno realizzato di poter tornare ad una situazione normale. Io so che chi è ai vertici della società sta facendo molto per assicurarsi di mettere i calciatori sulla buona strada. Poi vincere le partite (contro la Lazio, n.d.r.) è un sollievo per la squadra“.

Con l’arrivo di Inzaghi in panchina sembrerebbe esserci stata una svolta: 5 presenze da titolare e 2 gol in 7 partite. Com’è il rapporto con il tecnico granata?

“Gli dico che dipende tutto dall’impostazione professionale. Il ragazzo è un professionista e conosce i suoi obblighi in campo. L’allenatore è stato un professionista di altissimo livello da calciatore. Sono contento perché metterà Ikwuemesi nelle condizioni migliori e lo preparerà per le partite. Inzaghi è stato un giocatore di punta, un top player. Quando giocava, ai suoi tempi, io tifavo la Juventus e lo guardavo tanto. L’ho guardato tanto all’Atalanta quando ha segnato 15 gol in Serie A prima di trasferirsi alla Juventus. Quindi lo conosco molto bene. Quando un’ex attaccante allena il tuo calciatore, che è anche lui un attaccante, secondo me è una cosa positiva. Sono felice di vedere Inzaghi fare le cose giuste da allenatore. Poi il calciatore ha l’obbligo di rispettarlo. È questa la sua responsabilità quando scende in campo”.

Tornando invece alla trattativa che ha portato Ikwuemesi alla Salernitana: com’è nata? Ci sono retroscena?

“Per me non c’è stato nessun aspetto negativo. Eravamo tutti d’accordo nel fargli accettare questa nuova sfida. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma quando un giocatore focalizza la mente su qualcosa è possibile. Quindi io penso che abbia deciso di andare in Serie A e noi, dopo, siamo andati a cogliere la sfida. Sapevamo che fosse  piuttosto impegnativa, ma finora tutto bene. Si abituerà a questa situazione e, a lungo termine, otterrà risultati”.

Qual è invece il sogno per il futuro?

“Ogni giocatore ha un sogno per il futuro. Noi li lasciamo a loro. Lui ha l’ambizione di diventare un top player, di giocare club famosi. Al momento siamo concentrati prima sulla Salernitana, e poi dopo lui pensa al suo meglio. Poi lasciamo che il futuro svolga il suo ruolo”. 

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram kcg_project

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Thauvin torna protagonista e si confessa: “Andai a giocare in Messico perché soffrivo di depressione”

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Thauvin

Un gol e un assist nelle ultime due partite per Florian Thauvin, indubbiamente uno degli uomini di maggior classe e talento a disposizione di Cioffi. La missione salvezza, in questa stagione, non sembra scontata come in altre annate per l’Udinese, che dovrà affidarsi anche (e non poco) al sinistro del francese, campione del mondo nel 2018. Neanche il più grande trionfo immaginabile nella carriera di un calciatore può però colmare i demoni interiori di una persona, come ammesso da Thauvin nel corso di un’intervista a Canal+.

DEPRESSIONE – Tre mesi prima di lasciare l’Olympique Marsiglia andai da una persona specializzata su consiglio di alcuni amici, che mi ascoltò e mi fece scoppiare a piangere. In quel momento capii di non stare bene. Ero nella fase iniziale ma già accertata di depressione. Per quello poi decisi di andare in Messico, per stare più tranquillo e avere meno pressioni nel giocare da parte di tifosi e media”.

UN PASSO INDIETRO – “Atleticamente mi sentivo al meglio, ma dal punto di vista mentale ero a pezzi. Quando questa persona mi ha fatto rendere conto della mia situazione, ho deciso che era meglio fare un passo indietro per la mia serenità. Per questo poi scelsi di andare a giocare al Tigres, in Messico”.

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Furia De Laurentiis dopo Napoli-Inter: telefonate alla Federcalcio per protestare

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De Laurentiis

Il Napoli, dopo un inizio di campionato altalenante e l’esonero di Garcia, ci si aspettava un cambio di rotta imminente. Occasione sfumata nel match di ieri giocato al Maradona contro l’Inter, perdendo per 3-0. Tuttavia secondo quanto riportato da Il Mattino, De Laurentiis sembrerebbe essersi infuriato al punto da chiamare la Federcalcio e l’AIA per protestare, riguardo la direzione gara con i nerazzurri. La scelta di non far presentare Mazzarri ai microfoni, prediligendo silenzio totale, sarebbe stata proprio la sua, dopo aver accerchiato il direttore di gara nel tunnel per cercare di ottenere delle spiegazioni, invano.

Gli episodi che avrebbero scatenato l’ira del patron partenopeo sarebbero due. Il primo per un mancato rigore concesso per un presunto fallo di Acerbi su Osimhen. Il secondo a causa della decisione di non annullare il primo gol di Calhanoglu per un fallo in precedenza di Lautaro su Lobotka.

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