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Hamšík spegne 32 candeline: la Top 10 dei suoi goal

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Hamšík spegne 32 candeline: la Top 10 dei suoi goal

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Nella vita si può cambiare qualsiasi cosa: puoi cambiare amore, partito politico, amicizia, opinione, finanche la religione. Ma l’unica cosa che non cambierai mai è la fede per la tua squadra.

Marek Hamšík non scucirà mai dal cuore lo scudetto azzurro del Napoli nemmeno quando, a 8.500 chilometri (questa la distanza esistente tra il centro di Napoli e lo stadio del Dailiang Yifang), vestirà un’altra maglia. Una trattativa che sembrava prima chiusa, poi saltata, infine nuovamente riaperta e conclusa: al Dalian, alla fine, Marek è andato per davvero. Una storia dal finale dolce amaro, regalataci dall’amore spasmodico del calciatore per la città e per i suoi colori, amore forte al punto di fargli capire quando fosse il momento di lasciare.

ANIMA E CUORE

Il capitano, che conta 520 presenze con la maglia azzurra che fu di Maradona, ha scelto così il percorso personale: un buen reitiro fatto di ponti d’oro e pollo in salsa agrodolce, lasciando la sua amata Napoli con il ricordo fresco e vivo negli occhi dei suoi ultimi lampi azzurri. Lampi accecanti di talento cristallino che lo hanno portato a segnare con la maglia del Napoli la bellezza di 121 goal, capocannoniere della storia azzurra davanti al Santo Diego Armando Maradona, primatista di presenze e per dodici anni anima, cuore e infine capitano acclamato da un popolo intero.

TOP 10

Oggi Hamšík spegne 32 candeline e non potevamo non ripercorrere il suo percorso di crescita attraverso i migliori goal segnati con la maglia del Napoli. Dalla Samp alla Samp dunque, punto di inizio e svolta epocale con cui Marekiaro celebra il sorpasso alla leggenda Diego. Il viaggio al posto del passeggero con Marek da dove poteva iniziare se non da Napoli, in quel settembre del 2007 quando di sinistro spiazzò Pelizzoli facendo vibrare per la prima volta il San Paolo.

1 – BENVENUTO MAREKIARO

È il primo, bellissimo goal con la maglia azzurra in Serie A. Il primo in assoluto lo aveva segnato al Cesena nel giorno di ferragosto sfoderando la prima grande prestazione della sua pluriennale carriera sotto al Vesuvio.

Lavezzi appoggia di spalla verso il numero diciassette che scambia con Zalayeta e in un fazzoletto salta il diretto avversario infilando alle spalle del portiere blucerchiato. Tecnica, quantità e qualità in questo primo lampo in maglia azzurra

2 – BREAK CON IL LIVORNO

Stagione 2009/2010, la terza in maglia azzurra per lo slovacco che a fine stagione metterà a segno la bellezza di dodici goal. Questo uno dei più belli dell’anno, segnato al San Paolo contro il Livorno.

Controllo orientato con palla che si alza quel tanto che basta per permettere l’accelerazione decisiva: tre uomini lasciati sul posto e scavetto finale. Capolavoro di Marek Hamšík.

3 – IL TOCCO SOTTO

Caratteristica fondamentale di Marek Hamšík è il tocco sotto: qui il Napoli della stagione 2009/2010 stava volando ad altissima quota e il goal, su splendido assist di Quagliarella, testimonia lo strapotere del numero diciassette in maglia azzurra.

Quagliarella si accentra da sinistra e vede l’inserimento di Hamšík che davanti al portiere biancoceleste sfodera una freddezza glaciale e con un preciso pallonetto insacca il pallone del pareggio partenopeo.

4 – AL VOLO

Mentre Juventus e Milan si giocavano la corsa Scudetto, il Napoli iniziava il proprio percorso per diventare grande e Marek Hamšík continuava, imperterrito a segnare. Saranno dodici alla fine dell’anno, quinto anno consecutivo in doppia cifra, numeri mostruosi per il centrocampista acquistato dal Brescia.

Vera e propria perla della cineteca azzurra di Hamšík: assist di Inler e girata al volo di destro che lascia interdetti avversari e compagni. Goal bellissimo dell’azzurro.

5 – IL TIRO A GIRO

Uno dei goal da antologia di Marek Hamšík: stagione 14/15, il Napoli arriverà fino alle semifinali di Coppa Italia quando si arrenderà alla Lazio di Stefano Pioli, ma la perla dello slovacco sarà una dei tredici goal totali messi a segno in quella stagione.

Hamšík si sposta a sinistra e punta il diretto avversario: dribbling secco che lo porta verso l’interno e tiro di destro all’incrocio dei pali. San Paolo in delirio per il goal del capitano.

6 – E SIAMO A CENTO

Il goal numero 100 non poteva che essere di pregevole fattura: lo sfidante è il Chievo che in quel momento della stagione 2016/2017 era a un solo punto dai Partenopei. Saranno otto i goal al termine della stagione per il centrocampista.

Smarcamento offensivo sulla sinistra e tiro a incrociare col mancino che trafigge il portiere avversario insaccandosi all’incrocio dei pali. Calciare di destro o di sinistro non fa differenza per il capitano del Napoli.

7 – IL COLPO DI TESTA

Specialità della casa? Non proprio, ma il numero di goal di testa messi a segno da Hamšík è comunque considerevole: 13 sui 121 totali messi a segno in maglia azzurra. Questo uno dei più belli, con cui aprì la gara vinta contro il Bologna nella stagione 16/17.

Il cross di Callejon premia l’inserimento sul secondo palo di Hamšík che in tuffo beffa portiere e difensore indirizzando la palla nell’angolo lontano.

8 – DIEGO ARMANDO MARADONA

Annus Domini 2017/2018: Hamšík metterà a segno 15 goal in 49 partite raggiungendo (e poi superando) la leggenda Diego Armando Maradona. Il goal numero 115 della sua storia col Napoli lo consacra nell’Olimpo dei calciatori azzurri.

Mertens si libera sulla sinistra e serve un pallone centrale al suo capitano: Hamšík non sbaglia e col destro fa 115 in carriera con il Napoli.

9 – MAREK HAMŠIK È LEGGENDA

Dalla Sampdoria alla Sampdoria: se il primo goal in Serie A con il Napoli Hamšík lo aveva segnato alla squadra di Genova, ecco che anche il goal con cui supera definitivamente Maradona arriverà contro i blucerchiati. Non uno dei più belli, ma sicuramente uno dei più importanti.

Sempre Mertens a rifinire e Hamšík a concludere: come per il goal con cui aveva raggiunto Diego, anche per superarlo il numero diciassette si avvale della collaborazione del calciatore belga in versione assist man.

10 – THE LAST ONE

Ultimo in ordine di tempo e unico segnato nella stagione 2018/2019: il tramonto di Hamšík emana luce azzurra in ogni dove, appena prima di partire alla volta del Sol Levante.

Calcio d’angolo battuto da sinistra e mischia in cui il Capitano si fa trovare pronto: sono 121 con la maglia azzurra in una storia d’amore lunga dodici stagioni.

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Kvaratskhelia in dubbio per l’Atalanta: oggi la decisione

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kvaratskhelia napoli

Nella giornata di oggi Khvicha Kvaratskhelia farà ritorno a Napoli. Nel corso del match contro la Grecia che è poi valso la qualificazione a EURO24 con la sua Georgia, l’esterno sinistro è stato costretto ad uscire dal campo a causa di un dolore all’inguine. La sua nazionale ha poi vinto lo stesso ai calci di rigore. La sua presenza contro l’Atalanta resta ancora in dubbio.

LE CONDIZIONI DI KVARATSKHEILA

Come riporta Il Mattino, Kvaratskhelia sarà valutato nelle prossime ore dallo staff del Napoli. La speranza è che si tratti solo di un affaticamento muscolare. Se così dovesse essere la sua presenza in campo per la sfida contro l’Atalanta non sembra essere in discussione. Se invece si dovesse trattare di uno stiramento il georgiano dovrà stare ai box per qualche settimana. il Napoli aspetta il rientro di Kvaratskhelia per capire se sarà necessaria o meno una risonanza magnetica. Vedendo i video che sono circolati sui profili social dello stesso georgiano, che lo ritraevano festeggiare coi compagni, la speranza è che davvero non sia nulla di grave. Il popolo azzurro dovrà restare con il fiato sospeso ancora per qualche ora. Ricordare l’importanza della sfida contro l’Atalanta è quasi superfluo: si potrebbe trattare infatti dell’ultima chance per la Champions League.

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Calcio Internazionale

Futuro Lewandowski: l’Arabia un’opzione ma attenzione all’Atletico

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Barcellona Lewandowski

Il futuro di Robert Lewandowski è molto incerto. I media spagnoli parlano da qualche settimana di un interesse molto forte da parte dell’Arabia Saudita. Si parla addirittura di un’offerta da 100 milioni di ingaggio, cifre folli che potrebbero far vacillare l’attaccante polacco. Secondo quando riporta Sport ES però, su Lewandowski ci sarebbe anche un interesse di un altro club spagnolo: l’Atletico Madrid. Nonostante la rivalità sportiva tra Barcellona e Atletico, le due società hanno spesso fatto affari insieme, quindi quest’operazione non sembra del tutto impossibile.

Lewandowski non sembra voler andare via da Barcellona, ma il club catalano sta prendendo in considerazione una sua possibile cessione, in quando per contratto, l’ingaggio del giocatore è destinato a salire con il passare degli anni. Il classe ’88 ha segnato 20 gol e fornito 9 assist in 39 partite totali: numeri ancora una volta super. La carta d’identità però recita 35 anni e anche per questo motivo il Barcellona potrebbe decidere di sacrificare il suo bomber per puntare su un giocatore più giovane come Vitor Roque, andando ad allinearsi con la politica del club degli ultimi anni.

Una cosa è certa: chiunque riuscirà ad accaparrarsi il contratto di Lewandowski sarà autore di un affare. Basterà solo aspettare per vedere con quale maglietta segnerà una valanga di gol il prossimo anno.

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Calcio Internazionale

ESCLUSIVA – Andrea Compagno, dalla chiamata in Nazionale di Mancini all’avventura in Cina

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Andrea Compagno

Andrea Compagno si è da poco trasferito in Cina, al Tianjin Tiger Football Club, lasciando lo Steaua Bucarest dopo 1 anno e mezzo di gol e grandi soddisfazioni personali. Compagno è nativo di Palermo, nel quale gioca con le giovanili della squadra della città prima di trasferirsi al Catania. Inizia dunque il suo girovagare per l’Italia, sempre giocando nei vari gironi della Serie D, ma senza mai incidere veramente. La sliding doors della sua carriera porta il nome di San Marino, dove va a giocare accasandosi al Tre Fiori.

All’ombra del Titano Compagno vince campionato e coppa, venendo eletto nella stagione 2018/2019 miglior giocatore straniero e capocannoniere del campionato con 22 gol. Trova anche il tempo di segnare il suo primo gol internazionale durante i preliminari di Europa League. Tutto ciò gli vale la chiamata del Craiova, nella Serie B romena, che vince al primo tentativo. L’impatto in SuperLiga è ottimo, tanto da convincere lo Steaua Bucarest (oggi FCSB) a comprarlo per 1.5 milioni di euro, più una clausola del 10% sulla futura rivendita. Nel 2022 è il miglior marcatore italiano nei massimi campionati europei, con Mancini, allora CT della Nazionale, che confida ai media di seguirlo.

La chiamata del tecnico arriva, con la dirigenza dello Steaua Bucarest che riceve la notifica dell’inserimento del loro attaccante nella lista dei pre-convocati di marzo 2023. Andrea Compagno vive il momento più alto della sua carriera, ma inspiegabilmente, all’alba della corrente stagione, arriva la rottura con la società. Il vulcanico presidente dello Steaua, George Becali, cambia improvvisamente opinione su Compagno. Tante le parole dette e riportate dai giornali romeni sulla trattativa che lo ha portato in Cina, ma in esclusiva per l’Italia, Compagno ha spiegato a noi di Numero Diez come sono andate realmente le cose, ripercorrendo questi mesi così difficili per lui. Inevitabile porre uno sguardo su quello che è stato il suo passato, sulle tante fatiche fatte per arrivare dove è oggi, ma anche sul suo futuro, in un altro continente e con la solita voglia di migliorarsi giorno dopo giorno.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA SERIE D E L’ALL IN CON SAN MARINO

In Italia hai giocato in Serie D, spostandoti dal Sud al Nord sin da molto giovane, con contratti che specialmente all’inizio ti obbligavano ad andare a fare la spesa con la calcolatrice. Che consiglio ti senti di dare a quei ragazzi che stanno vivendo oggi quel tuo momento?

Quello è stato un periodo bello e brutto allo stesso tempo. Lì vedi più passione di quella che trovi a livelli più alti. Andando avanti nella mia carriera ho visto molti giocatori con la pancia piena, che mi hanno fatto pensare a quanti miei vecchi compagni di squadra avrebbero pagato per essere al loro posto. Quello che a me ha salvato è stato vivere nel mio sogno, nella incondizionata fiducia di potercela fare. Vivevo, mi allenavo e giocavo come se fossi in Serie A. Neanche quando prendevo 400 euro al mese la mia testa è andata a cercare altro, un qualcosa di più sicuro. Fondamentale poi è stata la perenne voglia di migliorarmi. Ce l’ho ancora adesso e penso che ce l’avrò fino all’ultimo giorno della mia vita“.

Lo snodo cruciale della tua carriera è stato scegliere di andare a giocare a San Marino. Nonostante non fosse una lega di livello, era un campionato che ti permetteva di giocarti le coppe europee, cosa che nel CV di un calciatore fa la differenza.

Sono coincise due cose. La risoluzione di un problema alle ginocchia in primis, una condropatia rotulea, grazie a un medico di Palermo che ha capito quale fosse il problema. Fino a quel momento io mi ero abituato all’idea di dover giocare a calcio con il dolore. E poi essendo a San Marino mi stavo giocando un trofeo e l’accesso ai preliminari delle coppe europee, cosa che mi galvanizzava. Ho fatto molto bene, trovando anche il gol in Europa e riuscendo ad aprirmi le porte per l’estero“.

Dopo tutto il tuo percorso, dopo tutte le fatiche che hai dovuto affrontare, cosa ha voluto dire per te essere nella lista dei convocati della Nazionale campione d’Europa?  

Ancora adesso mi vengono i brividi a pensarci. Era un buon momento della stagione con lo Steaua, eravamo in una buona posizione in classifica e a coronamento del momento arriva la chiamata. Mi cercavano tutti, ma a me non piace stare sotto i riflettori, volevo essere concentrato sul campo e sulla squadra. Sono orgoglioso se ripenso a ciò che ho fatto e ciò che ho ottenuto, per me era impensabile. L’unico rimpianto è stato poi che la convocazione in sé non si è concretizzata, per cui non ho mai varcato i cancelli di Coverciano. Farlo penso che avrebbe donato a qualche direttore di squadre di Serie A un pizzico di coraggio in più sullo scommettere su di me la scorsa estate. Rimane però tutto così bello e magnifico che per me è impossibile dargli un’accezione negativa“.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – L’ESCLUSIONE SENZA PREAVVISO ALLO STEAUA

Il tuo trasferimento dallo Steaua Bucarest ha molto a che fare con i rapporti compromessi con il presidente. La sua opinione su di te quando cambia e perché?

Dopo la stagione dei 21 gol, per cui per me era inimmaginabile in quel momento un cambio di opinione sul mio conto. Inoltre aveva deciso di giocare con il falso 9. Un attaccante con le mie caratteristiche non era più quello che voleva, secondo lui non ero neanche da Steaua Bucarest. Ha fatto si che giocassero punte centrali dei calciatori non abituati a quel ruolo pur di non mettere me. Sono stati 6 mesi d’inferno da questo punto di vista, ma i tifosi mi hanno sempre dimostrato il loro affetto. Mi dispiace per come si è chiusa, se proprio avessi dovuto lasciare lo Steaua, l’ideale sarebbe stato farlo d’estate. Dopo i tanti gol e la chiamata di Mancini, sarebbe stato perfetto andare in crescendo, aumentando l’importanza del campionato“.

C’è stata una concreta opportunità durante quel periodo di fare questo salto di qualità?

Il mio obiettivo era quello di andare in un campionato che fosse più competitivo agli occhi della Serie A, che rimane il mio sogno. Quello olandese o quello belga sarebbero stati perfetti. Un’offerta come quella che desideravo era anche arrivata, dall’Heerenveen in particolare. Offrirono 1.5 milioni, ma il presidente rilanciò a 2. In quel frangente non voleva cedermi, l’obiettivo era entrare nei gironi della Conference League. Nel momento in cui non ci riuscimmo, si convisse del fatto che in campionato avrebbe voluto quel famoso falso 9. Tutto questo però è accaduto poco dopo aver rifiutato l’offerta dell’Heerenveen. Erano arrivate anche proposte dall’Italia, dalla Serie B, ma sentivo che non fosse la tappa ideale per il mio percorso“.

E come mai se il tuo obiettivo è giocare un giorno in Serie A, hai deciso di rifiutare la cadetteria? Per certi versi ti avrebbe avvicinato al suo raggiungimento. 

Se fossi sceso in una lega di secondo livello, avrei poi avuto problemi se un un giorno avessi scelto di tornare all’estero. La Serie B è un campionato di assoluta importanza, con molta più qualità di quella che ne è la sua considerazione in altri paesi, ma fuori dall’Italia si concentrano su altro. Prima di te guardano altri 100 mila giocatori che giocano in campionati di serie superiori, anche se di livello inferiore alla B. Stare all’estero mi ha dato tanto, non voglio perderlo. Oltre quelle c’erano state offerte dal Kazakistan e dall’Ungheria, ma non avrei alzato il livello rispetto la Romania come volevo“.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA VERITÀ SULLA TRATTATIVA CON IL KONYASPOR

I giornali romeni hanno riportato anche dell’offerta del Konyaspor, in Turchia, che però avresti rifiutato nonostante saresti stato in un campionato con diversi ponti per la Serie A. 

Proprio per tutto il discorso che abbiamo fatto finora sul prestigio del campionato, io do subito la mia disponibilità quando vengo a sapere di quest’offerta da 150 mila euro che avevano fatto al club. Era una trattativa ben avviata, ma sono mancate le condizioni per chiuderla“.

È stata fatta uscire la notizia per la quale l’offerta del Konyaspor non fosse di 150 mila euro, ma di circa mezzo milione, e che tu avessi rifiutato la destinazione preferendo lo stipendio cinese. 

Tutte cavolate, sia le cifre sia il fatto che l’offerta del Konyaspor fosse arrivata insieme a quella cinese. Si era semplicemente inserita una persona che per puro interesse personale prometteva al presidente di fargli arrivare un’offerta più alta dalla Turchia, ma non ce ne era più nessuna in realtà. In Cina stava per arrivare il capodanno cinese, e mi avrebbero dovuto tesserare per forza prima di questa scadenza. Per colpa di questo contrattempo stavo rischiando di non ultimare in tempo i dettagli con il Tianjin“.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA CINA COME NUOVA TERRA DA CONQUISTARE

Non ti ha spaventato la fuga dei grandi nomi che c’è stata negli ultimi anni dal campionato cinese nel momento in cui lo hai scelto? 

Non posso esserne spaventato. Quelli erano giocatori che percepivano stipendi molto lontani dalla mia situazione. È un’opportunità importante per me, ci sono solo 5 posti per gli stranieri per squadra, e le speranze che ripongono in questi sono alte. Per questo è difficile vedere dei contratti lunghi, ma anche solo entrare nel campionato è complicato“.

Cosa ti ha sorpreso in questi primi mesi lì?

Il livello degli stranieri è molto alto, ma anche tra i cinesi vedo buone individualità. Certo, le mie sono solo prime impressioni, sono appena arrivato, ma è chiaro che loro stiano investendo tanto. Hanno degli stadi enormi e all’avanguardia, nella città dove sono io ce n’è uno da 30 mila posti e un altro da 60 mila. Non hanno però la cultura del centro d’allenamento come casa base, noi ci alleniamo direttamente allo stadio per esempio. È diverso da quello a cui ero abituato. Quello che certamente dimostrano è tanto entusiasmo e tanta organizzazione, che si riflette anche in allenamento. Prepariamo ogni situazione, calci piazzati, rimesse laterali… sto lavorando sulla tattica molto più qui che in passato“.

La Cina porta 4 squadre alla Champions League asiatica, che oltre a essere un’altra competizione internazionale a cui potresti prendere parte, ti potrebbe far vivere delle esperienze con giocatori incredibili. Quanto speri di ritrovarti a giocare il prossimo anno con personaggi del calibro di CR7?

Se non è lui ce ne sono tanti altri. Qui c’è un entusiasmo incredibile anche solo per il campionato, non oso immaginare cosa vorrebbe dire fare la Champions. Sono sincero, come ho fatto appena arrivato in Romania, me la voglio vivere giorno per giorno. Ragiono partita dopo partita con la volontà di farmi apprezza qua come fatto altrove“.

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Hazard torna a giocare: disputerà la Kings World Cup

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Direttamente dalla pagina X della Kings League, Eden Hazard ha annunciato in un video-annuncio la sua partecipazione alla Kings League di Gerard Piqué. Nella descrizione del contenuto pubblicato si legge inoltre la frase Il ritiro non è per tutti.

L’ANNUNCIO

“Si è parlato molto del motivo per cui ho lasciato il calcio. Ma io sono sicuro di una cosa: giocherò la Kings World Cup“.

A meno di un anno di distanza dall’addio al calcio professionistico, l’ex Real Madrid ha comunicato la scelta di iniziare questo nuovo capitolo della propria vita, comunicando che farà parte del team Deptorstra FC, guidato dalla streamer Celine Dept (la più seguita in assoluto su YouTube nel 2023), in occasione del torneo di calcio a 7 in programma il 26 maggio in Messico. La competizione si concluderà l’8 giugno.

Oltre ad Hazard, anche Rio Ferdinand è entrato a far parte di questo contesto relativamente nuovo, composto da altre stelle del passato come Zlatan Ibrahimovic, Mario Gotze e Neymar. L’ex bandiera del Manchester United sarà infatti co-presidente del team Five FC, insieme a Jeremy Linch (freestyler e content creator con oltre 50 milioni di follower su tutti i suoi social).

Il torneo vedrà la partecipazione di 32 squadre qualificate, che voleranno in America centrale per disputare la competizione.

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