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GP Cina: grandi distanze

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GP Cina: grandi distanze

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Se il GP del Bahrain aveva acceso speranze, quello di domenica in Cina ha riconsegnato grandi distanze. Si riassume così la storia della sfida mondiale tra Mercedes e Ferrari in questo inizio di campionato.

Il terzo appuntamento di quest’anno sul circuito di Shanghai non ha fatto altro che ristabilire i valori emersi nel primo Gran Premio. La Mercedes leader indiscussa capace di fare ciò che vuole e una Ferrari costretta addirittura a difendersi da un vigoroso Verstappen.

Start of the race

La Rossa di Maranello non solo deve subìre il duro confronto di risultati, ma anche ritrovare compatezza all’interno del box. Non ci poteva essere inizio peggiore per la scuderia italiana.

DOMINIO MERCEDES

Se i tempi della terza manche di qualifiche di ieri avevano lasciato presagire una corsa non scontata, le ipotesi in questo senso si sono frantumate già dopo pochi giri. Chi ha fatto gli straordinari mettendo la sveglia presto in questa domenica, si è potuto riaccomodare a letto già dopo una decina di minuti.

Tanto è bastato per capire l’andazzo della gara e il possibile vincitore. Le Frecce d’Argento hanno cominciato a imporre legge sin dall’inizio e considerati i distacchi dei primi giri era già complicato ipotizzare lotte in pista tra team diversi. Il gap man mano si è allargato sempre più rendendo vane anche possibili strategie legate ai pit-stop.

Era difficile immaginare pure un campione diverso da Lewis Hamilton. L’inglese ha tratto motivazione dalla sconfitta in qualifica, rara per lui, a maggior ragione se subìta dal compagno di box Bottas. È stata soprattutto questa la scintilla che ha gli dato energia: non riusciva ad accettare il fatto che a parità di macchina non fosse riuscito a conquistare la pole position.

Terza doppietta Mercedes di fila

Immediatamente, allo spegnimento dei semafori, è arrivata la reazione del campione del mondo in carica. Con uno scatto perfetto ha operato il sorpasso su Bottas al via prendendosi la testa della gara, che non è mai stata in discussione nel prosieguo per via della perfetta gestione del britannico.

Oggi si è avuta la certezza che Hamilton resta l’uomo da battere. Nonostante i due titoli consecutivi, i cinque totali, il pilota della monoposto numero 44 non ha nessuna intenzione di fermarsi. Quando subisce una sconfitta come ieri, riesce sempre a trovare la giusta motivazione. Quando comanda, risulta sempre impeccabile, come in questo GP di Cina. Ha lanciato, in pratica, un segnale al vicino di box, che in questo 2019 sembra aver più voglia di vincere: darà filo da torcere anche a lui.

La Mercedes non può far altro che sorridere: ci si aspettava un inizio difficile, invece dopo tre gare il vantaggio nella classifica costruttori sul secondo è già di 57 punti. Una sola parola: dominio.

LOTTA CON SE STESSA

Una grande distanza in classifica che non è soltanto frutto di meriti della Mercedes. Tanti sono i demeriti di una Ferrari, partita addirittura con il favore dei pronostici prima di riscoprirsi più piccola della rivale. In Cina è andata in scena un’altra prova opaca, dopo quella della gara inaugurale in Australia. Due sono stati i segnali preoccupanti: la gestione serena della Mercedes e la difesa dagli attacchi della Red Bull di Verstappen.

L’apprensione, inevitabilmente, ha portato addirittura confusione al muretto degli ingegneri. La Rossa, infatti, oggi, è stata talmente fragile che ha finito per fare una lotta con se stessa. Il riferimento è all’interno del box, che considerato il momento negativo non ha ancora trovato armonia. Anzi, le difficoltà hanno fatto esplodere la rivalità tra i due piloti con Leclerc che ha tanta voglia di fare.

La Ferrari, debole com’è in questo periodo, non sa dove sbattere la testa. Oggi ha dato l’impressione di provare strategie alla disperata che non hanno portato buoni frutti, tutt’altro. Non è stato tanto l’ordine di scuderia esibito al giovane monegasco per dare strada libera a Vettel, che riteneva di essere il più veloce, a far discutere. Piuttosto è stata la gestione dei pit-stop a non essere stata proprio chiara.

La Ferrari si è ritrovata al punto di doversi difendere da Verstappen, il primo dei big a fermarsi per il cambio gomme. La scuderia di Maranello ha risposto immediatamente al giro successivo rispetto all’olandese per evitare un possibile “undercut“. La scelta del pilota, tuttavia, è stata errata. Anzichè chiamare il primo dei due a precedere il pilota della Red Bull (Leclerc), messo, quindi, nelle condizioni di essere il più pericolante, è stato richiamato inizialmente Vettel.

Al giro dopo il pit-stop del tedesco, richiamare Leclerc avrebbe portato a soli svantaggi. Così dal muretto, hanno temporeggiato il cambio gomme per formulare una strategia diversa o sperando nell’ingresso della safety-car. Alla fine, però, è andata male e Leclerc è stato costretto a rientrare ai box quattro giri dopo il compagno tornando in pista alle spalle di Verstappen.

La sua gara è stata, dunque, compromessa considerato che la decisione ha influenzato anche quella del secondo pit-stop. Se, invece, fosse stato richiamato per il pit prima Leclerc e solo dopo Vettel, ci sarebbero state più probabilità di vedere entrambe, e non una, le Ferrari davanti a Verstappen.

Certo, si parla comunque di un quarto posto mancato, anche se le scelte sembrano aver minato la compatezza interna, diventata ora un’altra esigenza. Problemi su problemi che rivelano il grande ritardo che ha la Ferrari, diventato pesante in classifica. Vettel, davanti a Leclerc per un solo punto, ne ha 31 in meno di Hamilton.

LA GARA DEGLI “ALTRI”

Nella gara degli “altri” ci sono da registrare importanti risultati. Daniel Ricciardo, dopo due ritiri, si è piazzato al 7° posto, subito dopo i big. Corsa di grande sostanza da parte di Kimi Raikkonen, che ha fatto la differenza con un’efficace gestione delle gomme arrivando nono, essendo partito dalla tredicesima piazza.

Il migliore, tuttavia, è stato il giovane Albon. Il thailandese ha mostrato grande potenziale e personalità prendendo la bandiera a scacchi da decimo dopo la partenza dalla pit-lane a seguito di un incidente nelle prove libere. Insieme a Norris, è il migliore rookie di queste prime gare.

 

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Coppa Italia

Pronostico Fiorentina-Parma, statistiche e consigli per la partita

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Pronostico Fiorentina-Parma

PRONOSTICO FIORENTINA-PARMA, STATISTICHE E CONSIGLI PER LA PARTITA – Mercoledì 6 dicembre, alle ore 21:00, la Fiorentina incontra il Parma per gli ottavi di finale di Coppa Italia, in un match che può nascondere insidie. Scopriamo, dunque, il pronostico per la partita insieme a qualche statistica e qualche consiglio per gli scommettitori.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

Partiamo dai padroni di casa. La Fiorentina ha vissuto tanti alti e bassi nell’ultimo periodo, con alcune cadute evitabili, come contro l’Empoli, ma anche vittorie prestigiose, come quella di Napoli. La squadra di Italiano si è imposta nel corso dell’ultima giornata per 3-0 contro la Salernitana e ha preparato al meglio la partita di Coppa Italia. Vedremo se la preparazione sarà ripagata anche dal verdetto del campo.

Il Parma viene da sei vittorie in otto partite nell’ultimo mese. Gli uomini di Pecchia procedono spediti verso la risalita nel massimo campionato e si trovano, ad oggi, a pari punti – 33 – col Venezia. Gli emiliani stanno facendo molto bene e ora sognano anche i quarti di finale di Coppa Italia, un risultato che sarebbe importantissimo per il loro morale. In mezzo c’è la Viola, che avrà tutte le intenzioni di battere i crociati.

IL PRONOSTICO DI FIORENTINA-PARMA

Per quanto sulla carta l’esito sembri scontato e i pronostici siano tutti a favore della Fiorentina, spesso la Coppa Italia ha regalato sorprese. Attenzione, dunque, al Parma, che vorrà fare uno scherzetto agli avversari. Per questo, non consigliamo alcun segno fisso, bensì una giocata sul numero complessivo di gol. Il pronostico che potrebbe essere meno rischioso e pagare di più è il MULTIGOL CASA 2-4, in quota 1.62. Benché l’esito finale non sia scontato, la Viola, infatti, potrebbe andare a segno più volte, data la tendenza dei giocatori di Italiano a tenere palla. In alternativa, anche il segno GOL, quotato, invece, 1.75 sui principali bookmakers, potrebbe essere fruttuoso, dato che entrambe le squadre sono decisamente inclini al gol.

PROBABILI FORMAZIONI

Fiorentina (4-2-3-1): Christensen; Kayode, Martinez, Ranieri, Parisi; Mandragora, M.Lopez; Ikone, Barak, Sottil; Nzola. All. Italiano

Parma (4-3-2-1): Chichizola; Delprato, Osorio, Circati, Di Chiara; Bernabé, Hernani, Estevez; Mihaila, Man; Benedyczak. All. Pecchia

 

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ESCLUSIVE

ESCLUSIVA – L’agente di Ikwuemesi: “Si sta adattando alla Serie A, la Salernitana sta lavorando nella giusta direzione”

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La Salernitana sta affrontando un periodo delicato, in piena lotta per la permanenza in Serie A. Nell’ultima giornata di campionato, i granata sono usciti sconfitti dal Franchi perdendo 3-0 contro la Fiorentina. Nonostante la sconfitta anche abbastanza netta, però, i campani sono reduci da un momento anche abbastanza positivo. A risollevare il morale infatti sono il pareggio preziosissimo in casa del Sassuolo e, soprattutto, la prima vittoria in campionato arrivata all’Arechi contro la Lazio.

Uno dei volti di quest’ultimo periodo in casa Salernitana, è sicuramente Chukwubuikem Ikwuemesi. Arrivato quest’estate dagli sloveni del Celje, l’attaccante nigeriano sotto la gestione Inzaghi sta trovando spazio ed anche i primi gol della sua avventura italiana. Per scoprirne di più sul classe 2001, noi della redazione di Numero Diez abbiamo intervistato Thaddeus Kennedy Idama, agente del calciatore facente parte del KCG Sporting Management.

Di seguito, la nostra intervista ESCLUSIVA.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A THADDEUS KENNEDY IDAMA, AGENTE DI IKWUEMESI

Parto chiedendole la sua opinione sul momento attuale di Ikwuemesi alla Salernitana.

“Sta provando a dare il massimo. Essendo calciatore giovane, che proviene da un campionato non molto noto in Europa, sta cercando di adattarsi. Credo farà meglio sul lungo termine”.

Crede che la Salernitana riuscirà a centrare l’obiettivo salvezza?

“Siamo in attesa di scoprirlo, perché la Salernitana è una buona squadra, staff e dirigenti hanno il compito di gestire la situazione e lo stanno facendo molto bene. Il club non sta ottenendo il miglior risultato, ma spetta all’organismo che lo rappresenta fare la cosa giusta. Credo siano nella giusta direzione“.

Di recente Ikwuemesi ha segnato il suo primo gol in Serie A, contro il Sassuolo. Quali sono state le sensazioni a riguardo?

È stato un bel momento. A Sassuolo erano partiti molto bene, andando in vantaggio per 0-2. È stato comunque un buon risultato per la squadra. È un momento in cui hanno ripreso il controllo e hanno realizzato di poter tornare ad una situazione normale. Io so che chi è ai vertici della società sta facendo molto per assicurarsi di mettere i calciatori sulla buona strada. Poi vincere le partite (contro la Lazio, n.d.r.) è un sollievo per la squadra“.

Con l’arrivo di Inzaghi in panchina sembrerebbe esserci stata una svolta: 5 presenze da titolare e 2 gol in 7 partite. Com’è il rapporto con il tecnico granata?

“Gli dico che dipende tutto dall’impostazione professionale. Il ragazzo è un professionista e conosce i suoi obblighi in campo. L’allenatore è stato un professionista di altissimo livello da calciatore. Sono contento perché metterà Ikwuemesi nelle condizioni migliori e lo preparerà per le partite. Inzaghi è stato un giocatore di punta, un top player. Quando giocava, ai suoi tempi, io tifavo la Juventus e lo guardavo tanto. L’ho guardato tanto all’Atalanta quando ha segnato 15 gol in Serie A prima di trasferirsi alla Juventus. Quindi lo conosco molto bene. Quando un’ex attaccante allena il tuo calciatore, che è anche lui un attaccante, secondo me è una cosa positiva. Sono felice di vedere Inzaghi fare le cose giuste da allenatore. Poi il calciatore ha l’obbligo di rispettarlo. È questa la sua responsabilità quando scende in campo”.

Tornando invece alla trattativa che ha portato Ikwuemesi alla Salernitana: com’è nata? Ci sono retroscena?

“Per me non c’è stato nessun aspetto negativo. Eravamo tutti d’accordo nel fargli accettare questa nuova sfida. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma quando un giocatore focalizza la mente su qualcosa è possibile. Quindi io penso che abbia deciso di andare in Serie A e noi, dopo, siamo andati a cogliere la sfida. Sapevamo che fosse  piuttosto impegnativa, ma finora tutto bene. Si abituerà a questa situazione e, a lungo termine, otterrà risultati”.

Qual è invece il sogno per il futuro?

“Ogni giocatore ha un sogno per il futuro. Noi li lasciamo a loro. Lui ha l’ambizione di diventare un top player, di giocare club famosi. Al momento siamo concentrati prima sulla Salernitana, e poi dopo lui pensa al suo meglio. Poi lasciamo che il futuro svolga il suo ruolo”. 

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram kcg_project

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Thauvin torna protagonista e si confessa: “Andai a giocare in Messico perché soffrivo di depressione”

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Thauvin

Un gol e un assist nelle ultime due partite per Florian Thauvin, indubbiamente uno degli uomini di maggior classe e talento a disposizione di Cioffi. La missione salvezza, in questa stagione, non sembra scontata come in altre annate per l’Udinese, che dovrà affidarsi anche (e non poco) al sinistro del francese, campione del mondo nel 2018. Neanche il più grande trionfo immaginabile nella carriera di un calciatore può però colmare i demoni interiori di una persona, come ammesso da Thauvin nel corso di un’intervista a Canal+.

DEPRESSIONE – Tre mesi prima di lasciare l’Olympique Marsiglia andai da una persona specializzata su consiglio di alcuni amici, che mi ascoltò e mi fece scoppiare a piangere. In quel momento capii di non stare bene. Ero nella fase iniziale ma già accertata di depressione. Per quello poi decisi di andare in Messico, per stare più tranquillo e avere meno pressioni nel giocare da parte di tifosi e media”.

UN PASSO INDIETRO – “Atleticamente mi sentivo al meglio, ma dal punto di vista mentale ero a pezzi. Quando questa persona mi ha fatto rendere conto della mia situazione, ho deciso che era meglio fare un passo indietro per la mia serenità. Per questo poi scelsi di andare a giocare al Tigres, in Messico”.

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Furia De Laurentiis dopo Napoli-Inter: telefonate alla Federcalcio per protestare

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De Laurentiis

Il Napoli, dopo un inizio di campionato altalenante e l’esonero di Garcia, ci si aspettava un cambio di rotta imminente. Occasione sfumata nel match di ieri giocato al Maradona contro l’Inter, perdendo per 3-0. Tuttavia secondo quanto riportato da Il Mattino, De Laurentiis sembrerebbe essersi infuriato al punto da chiamare la Federcalcio e l’AIA per protestare, riguardo la direzione gara con i nerazzurri. La scelta di non far presentare Mazzarri ai microfoni, prediligendo silenzio totale, sarebbe stata proprio la sua, dopo aver accerchiato il direttore di gara nel tunnel per cercare di ottenere delle spiegazioni, invano.

Gli episodi che avrebbero scatenato l’ira del patron partenopeo sarebbero due. Il primo per un mancato rigore concesso per un presunto fallo di Acerbi su Osimhen. Il secondo a causa della decisione di non annullare il primo gol di Calhanoglu per un fallo in precedenza di Lautaro su Lobotka.

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