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GP Spagna: dominio Mercedes, passo indietro Ferrari

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GP Spagna: dominio Mercedes, passo indietro Ferrari

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La Formula 1 di quest’anno assume sempre più le sembianze di una serie tv di ventuno puntate. La storia di questo Mondiale è imprevedibile, ogni gara scompiglia le carte in tavola. I fattori esterni alla lotta la animano risultando il più delle volte decisivi. Perdersi un solo episodio del film di codesta stagione significherebbe non capire poi il prosieguo della trama.

Nei primi appuntamenti mondiali la Ferrari aveva dato un’ottima impressione. Dopo la vittoria australiana, la Rossa ha centrato tre volte di fila la pole position. Solo in Bahrain ha portato però al trionfo perché in Cina e Azerbaigian è imbeccata negli imprevisti. Nonostante gli ultimi risultati la macchina di Maranello si presentava alla prima corsa europea in buonissime condizioni.

La rivale Mercedes invece era di tutt’altro umore. Basta vedere l’espressione di Lewis Hamilton a Baku, dove pur trionfando non era contento come sempre. Questione di fortuna, non di prestazione della sua monoposto. Questa, infatti, nelle quattro gare iniziali è apparsa la lontana parente di quella dello scorso anno.

Gli scenari mondiali sembravano poter cambiare quest’anno. La Ferrari a comandare, la scuderia tedesca a inseguire, era il programma che si stava delineando. È arrivato però il GP di Spagna che ha ribaltato tutto.

Le Frecce d’Argento sono tornate dominatrici. Lewis Hamilton ha rivestito i panni di “The Hammer” sfoderando una forza schiacciante che non ha lasciato scampo a nessuno. La gara è stata come quella dei vecchi gloriosi tempi, in solitaria, da capo assoluto della corsa, come mai era accaduto nel 2018. La vittoria è stata netta, nettissima, indiscussa già dopo un paio di giri. Il gap dagli altri (20 secondi dal secondo, 27 da Vettel) impressiona per le previsioni fatte.

Il trionfo del britannico sarebbe potuto essere in discussione solo se Bottas non avesse perso la seconda posizione in partenza. Il finlandese, accodatosi a Vettel, ha dovuto sudare con il tedesco, anche per la pista che non favorisce i sorpassi. Poi quando si è ripreso il secondo posto e ha avuto pista libera ha potuto mostrare tutto il suo grande potenziale. Il passo era identico a quello del compagno, a certificare come le Mercedes abbiano riacquisito la loro grande forza.

Allo stesso tempo la Ferrari ha fatto un deciso passo indietro sul piano prestazionale. Il decimo di ritardo in qualifica lasciava presagire una gara combattuta. Tutt’altro. La Rossa è stata incapace di innescare una lotta con la monoposto avversaria, anche sui tempi al giro. Il passo gara è stato lento, di più pure della Red Bull. Secondo posto momentaneo sfumato insieme al terzo per un secondo pit stop, non previsto.
Dopo la gara Sebastian Vettel ne ha spiegato il motivo:

Le nostre gomme non duravano quanto agli altri, come ad esempio a Bottas. Non potevamo ricalcare la loro strategia, abbiamo dovuto fermarci, dopodiché abbiamo perso due posizioni dai piloti che sono riusciti a star fuori. Inoltre abbiamo perso un po’ di tempo al pit stop

La Pirelli in Spagna ha portato pneumatici con un battistrada più sottile di 0,4 mm

Già, le gomme. La Pirelli in Catalunya ha portato pneumatici con battistrada più sottile di 0,4 mm. Sembra un’eresia, ma in Formula 1 fa tanto. Questa decisione, presa in corso d’opera, ha scatenato le polemiche. Ha favorito infatti la Mercedes, che ha così risolto i suoi problemi di blistering e di messa in temperatura delle gomme. Non ha giovato d’altro canto alla scuderia italiana, in grande difficoltà con le nuove gomme sin dal venerdì.

Ciò che non è piaciuto alla Ferrari sono le modalità con cui si è arrivati a un cambiamento delle gomme. Il team principal Maurizio Arrivabene prima del via della corsa spiegava questo:

Non è nello stile né nel dna Ferrari lamentarsi, ma voglio fare solo una precisazione. Una cosa è essere informati, un’altra consultati. Noi siamo stati informati, non necessariamente consultati

Sulla gara di Barcellona vige dunque questa discussione, uno di quei fattori esterni di cui si parlava all’inizio. Non finisce tutto qui, anche dopo la bandiera a scacchi spagnola.
La polemica andrà avanti poiché le gomme della discordia saranno usate anche in Francia e Gran Bretagna. La lotta, incandescente, invece riprenderà tra due settimane nella cornice di Montecarlo, dove l’anno scorso la Ferrari fece doppietta.
Impossibile oggi dire cosa succederà nel prossimo appuntamento di una Formula 1 che sta diventando sempre più una serie tv. Genere: thrilling

PAGELLE

HAMILTON 10

Semplicemente perfetto. Ha ritrovato la sinergia con la sua Mercedes ed è tornato martello sia in qualifica che in gara, vinta da assoluto dominatore. La forza schiacciante mostrata in Spagna è un’importante segnale in ottica Mondiale. In classifica allunga a +17 sul rivale della Ferrari Vettel. Un week-end meraviglioso per lui.

BOTTAS 9

Se non avesse perso la posizione in partenza, poi recuperata, sarebbe stato lì davanti a duellare colpo su colpo con il compagno. Ha lottato con grinta per riprendersi il posto ai danni di Vettel. Il regalo Ferrari gli ha permesso di tirare fuori il grande ritmo che aveva. L’anno scorso ha acquisito esperienza, ora è diventato un gran pilota. Potrebbe inserirsi nel duello mondiale.

VERSTAPPEN 6.5

Per la prima volta quest’anno è riuscito ad arrivare al traguardo senza aver combinato grossi casini. Già questo è un buon risultato, festeggiato con il podio, conquistato sfruttando gli errori della Ferrari. Nel finale con l’alettone danneggiato è riuscito a tenere dietro Vettel.

VETTEL 4.5

Mai in gara, mai un giro veloce, nel finale non è riuscito neanche ad avvicinarsi a Verstappen. Il problema delle gomme è stato determinante nella sua corsa anonima. Dopo un inizio d’anno promettente sta perdendo colpi incappando in troppi imprevisti. La testa della classifica iridata ora è lontana 17 punti.

RICCIARDO 5

E’ arrivato alla bandiera a scacchi con un gap di ben 24 secondi dal compagno di squadra. E’ stata una gara sottotono per l’australiano che non è riuscito mai a incidere. Mezzo voto in più per il giro veloce della corsa ottenuto nel finale. Premio di consolazione

MAGNUSSEN 7

Mentre il compagno di squadra fa il pazzo, lui porta la Haas dove merita, subito dopo i team principali. Gara tranquilla, senza problemi

ALONSO 7.5

In una gara con pochi sorpassi a regalare un po’ di spettacolo è lui. Fa un gran sorpasso a inizio gara su Ocon, poi lotta con Leclerc uscendo vincitore. In partenza dall’ottava posizione era scivolato undicesimo. Non ha mollato mai e ha recuperato. E’ la quinta gara consecutiva in cui va a punti. Altra gara importante…

LECLERC 7.5

Dopo l’ottimo sesto posto raggiunto a Baku, si conferma. In qualifica va molto meglio del compagno di squadra accedendo alla Q2 in cui ottiene la quattordicesima piazza. Da qui in partenza riesce a salire nono. Combatte con tutti per racimolare dei punti e non si arrende facilmente anche al cospetto di Fernando Alonso. Arriva decimo e conquista un prezioso punto. Ericsson invece arriva dietro la Williams e la Toro Rosso. Pilota giovane interessante che sta già mostrando il suo grande valore

RAIKKONEN 4

Anonimo per tutto il week-end. Ha sofferto le nuove gomme, più del compagno. In qualifica ha commesso un errore ed ha accumulato un distacco dal compagno di squadra di tre decimi, mezzo secondo dal poleman. Oggi invece non si è visto praticamente mai. Ha concluso persino la gara anzitempo per un calo di potenza. Di male in peggio

GROSJEAN 0

Va in testacoda e mantiene il piede sull’acceleratore mettendo fuori gara Hulkenberg e Gasly. La sua manovra è inspiegabile, inaccettabile ed estremamente pericolosa. Al momento non ha ancora conquistato un punto, nonostante una Haas con un buon potenziale. Occorre farsi due domande…

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Flash News

Jankto si racconta: “Coming out? Volevo mandare un messaggio, è andata molto bene”

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sampdoria, Jankto è in partenza

JANKTO – Dopo le esperienze al Getafe e allo Sparta Praga, Jakub Jankto ha scelto di tornare a giocare in Italia, dove aveva vestito le maglie di Udinese e Sampdoria, e iniziare un’avventura con il Cagliari. Il centrocampista ceco è stato intervistato da ESPN e ha parlato della sua nuova squadra, dei tifosi e del suo coming out annunciato qualche mese fa. Di seguito le sue parole riportate da TuttoCagliari.

LE DICHIARAZIONI DI JANKTO

IL COMING OUT – “La gente vuole che io sia il capitano di una certa comunità. Io dico sempre: guardate, io rispetto tutti, tutta la comunità, tutte le persone. Ma io voglio solo concentrarmi su me stesso, sulla mia squadra, sul Cagliari, forse anche sulla Nazionale. Non posso decidere per gli altri. Se vogliono parlare, bene, parlino. Volevo solo dare un messaggio a tutti. Penso che sia andata molto, molto bene. È finita lì. Volevo solo dare un messaggio e, sì, ora andiamo avanti”.

LO SPOGLIATOIO – “Di calcio. C’è differenza tra lo spogliatoio e il campo di allenamento. Dipende anche dalle persone: con i ragazzi di 18, 19, 20 anni forse non si può parlare di politica. Quando si è giovani, c’è un po’ di paura, troppo rispetto. Ora sono più rilassato, ho più esperienza. Ho una responsabilità maggiore. Ma non mi sento un capitano. Leonardo Pavoletti, Viola, Gianluca Lapadula: questi sono i leader. Un’ora prima della partita siamo qui a pensare a quello che può succedere”.

I TIFOSI –“I tifosi sono vicini: intensi, rumorosi, un 12° giocatore. Quando ci siamo trovati in una brutta situazione, non hanno fischiato, non hanno detto nulla. Invece ci sostengono. Qualche settimana fa, eravamo sotto per 3-0 e abbiamo sentito questa energia. Abbiamo vinto 4-3”.

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Coppa Italia

Pronostico Fiorentina-Parma, statistiche e consigli per la partita

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Pronostico Fiorentina-Parma

PRONOSTICO FIORENTINA-PARMA, STATISTICHE E CONSIGLI PER LA PARTITA – Mercoledì 6 dicembre, alle ore 21:00, la Fiorentina incontra il Parma per gli ottavi di finale di Coppa Italia, in un match che può nascondere insidie. Scopriamo, dunque, il pronostico per la partita insieme a qualche statistica e qualche consiglio per gli scommettitori.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

Partiamo dai padroni di casa. La Fiorentina ha vissuto tanti alti e bassi nell’ultimo periodo, con alcune cadute evitabili, come contro l’Empoli, ma anche vittorie prestigiose, come quella di Napoli. La squadra di Italiano si è imposta nel corso dell’ultima giornata per 3-0 contro la Salernitana e ha preparato al meglio la partita di Coppa Italia. Vedremo se la preparazione sarà ripagata anche dal verdetto del campo.

Il Parma viene da sei vittorie in otto partite nell’ultimo mese. Gli uomini di Pecchia procedono spediti verso la risalita nel massimo campionato e si trovano, ad oggi, a pari punti – 33 – col Venezia. Gli emiliani stanno facendo molto bene e ora sognano anche i quarti di finale di Coppa Italia, un risultato che sarebbe importantissimo per il loro morale. In mezzo c’è la Viola, che avrà tutte le intenzioni di battere i crociati.

IL PRONOSTICO DI FIORENTINA-PARMA

Per quanto sulla carta l’esito sembri scontato e i pronostici siano tutti a favore della Fiorentina, spesso la Coppa Italia ha regalato sorprese. Attenzione, dunque, al Parma, che vorrà fare uno scherzetto agli avversari. Per questo, non consigliamo alcun segno fisso, bensì una giocata sul numero complessivo di gol. Il pronostico che potrebbe essere meno rischioso e pagare di più è il MULTIGOL CASA 2-4, in quota 1.62. Benché l’esito finale non sia scontato, la Viola, infatti, potrebbe andare a segno più volte, data la tendenza dei giocatori di Italiano a tenere palla. In alternativa, anche il segno GOL, quotato, invece, 1.75 sui principali bookmakers, potrebbe essere fruttuoso, dato che entrambe le squadre sono decisamente inclini al gol.

PROBABILI FORMAZIONI

Fiorentina (4-2-3-1): Christensen; Kayode, Martinez, Ranieri, Parisi; Mandragora, M.Lopez; Ikone, Barak, Sottil; Nzola. All. Italiano

Parma (4-3-2-1): Chichizola; Delprato, Osorio, Circati, Di Chiara; Bernabé, Hernani, Estevez; Mihaila, Man; Benedyczak. All. Pecchia

 

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ESCLUSIVE

ESCLUSIVA – L’agente di Ikwuemesi: “Si sta adattando alla Serie A, la Salernitana sta lavorando nella giusta direzione”

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La Salernitana sta affrontando un periodo delicato, in piena lotta per la permanenza in Serie A. Nell’ultima giornata di campionato, i granata sono usciti sconfitti dal Franchi perdendo 3-0 contro la Fiorentina. Nonostante la sconfitta anche abbastanza netta, però, i campani sono reduci da un momento anche abbastanza positivo. A risollevare il morale infatti sono il pareggio preziosissimo in casa del Sassuolo e, soprattutto, la prima vittoria in campionato arrivata all’Arechi contro la Lazio.

Uno dei volti di quest’ultimo periodo in casa Salernitana, è sicuramente Chukwubuikem Ikwuemesi. Arrivato quest’estate dagli sloveni del Celje, l’attaccante nigeriano sotto la gestione Inzaghi sta trovando spazio ed anche i primi gol della sua avventura italiana. Per scoprirne di più sul classe 2001, noi della redazione di Numero Diez abbiamo intervistato Thaddeus Kennedy Idama, agente del calciatore facente parte del KCG Sporting Management.

Di seguito, la nostra intervista ESCLUSIVA.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A THADDEUS KENNEDY IDAMA, AGENTE DI IKWUEMESI

Parto chiedendole la sua opinione sul momento attuale di Ikwuemesi alla Salernitana.

“Sta provando a dare il massimo. Essendo calciatore giovane, che proviene da un campionato non molto noto in Europa, sta cercando di adattarsi. Credo farà meglio sul lungo termine”.

Crede che la Salernitana riuscirà a centrare l’obiettivo salvezza?

“Siamo in attesa di scoprirlo, perché la Salernitana è una buona squadra, staff e dirigenti hanno il compito di gestire la situazione e lo stanno facendo molto bene. Il club non sta ottenendo il miglior risultato, ma spetta all’organismo che lo rappresenta fare la cosa giusta. Credo siano nella giusta direzione“.

Di recente Ikwuemesi ha segnato il suo primo gol in Serie A, contro il Sassuolo. Quali sono state le sensazioni a riguardo?

È stato un bel momento. A Sassuolo erano partiti molto bene, andando in vantaggio per 0-2. È stato comunque un buon risultato per la squadra. È un momento in cui hanno ripreso il controllo e hanno realizzato di poter tornare ad una situazione normale. Io so che chi è ai vertici della società sta facendo molto per assicurarsi di mettere i calciatori sulla buona strada. Poi vincere le partite (contro la Lazio, n.d.r.) è un sollievo per la squadra“.

Con l’arrivo di Inzaghi in panchina sembrerebbe esserci stata una svolta: 5 presenze da titolare e 2 gol in 7 partite. Com’è il rapporto con il tecnico granata?

“Gli dico che dipende tutto dall’impostazione professionale. Il ragazzo è un professionista e conosce i suoi obblighi in campo. L’allenatore è stato un professionista di altissimo livello da calciatore. Sono contento perché metterà Ikwuemesi nelle condizioni migliori e lo preparerà per le partite. Inzaghi è stato un giocatore di punta, un top player. Quando giocava, ai suoi tempi, io tifavo la Juventus e lo guardavo tanto. L’ho guardato tanto all’Atalanta quando ha segnato 15 gol in Serie A prima di trasferirsi alla Juventus. Quindi lo conosco molto bene. Quando un’ex attaccante allena il tuo calciatore, che è anche lui un attaccante, secondo me è una cosa positiva. Sono felice di vedere Inzaghi fare le cose giuste da allenatore. Poi il calciatore ha l’obbligo di rispettarlo. È questa la sua responsabilità quando scende in campo”.

Tornando invece alla trattativa che ha portato Ikwuemesi alla Salernitana: com’è nata? Ci sono retroscena?

“Per me non c’è stato nessun aspetto negativo. Eravamo tutti d’accordo nel fargli accettare questa nuova sfida. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma quando un giocatore focalizza la mente su qualcosa è possibile. Quindi io penso che abbia deciso di andare in Serie A e noi, dopo, siamo andati a cogliere la sfida. Sapevamo che fosse  piuttosto impegnativa, ma finora tutto bene. Si abituerà a questa situazione e, a lungo termine, otterrà risultati”.

Qual è invece il sogno per il futuro?

“Ogni giocatore ha un sogno per il futuro. Noi li lasciamo a loro. Lui ha l’ambizione di diventare un top player, di giocare club famosi. Al momento siamo concentrati prima sulla Salernitana, e poi dopo lui pensa al suo meglio. Poi lasciamo che il futuro svolga il suo ruolo”. 

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram kcg_project

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Thauvin torna protagonista e si confessa: “Andai a giocare in Messico perché soffrivo di depressione”

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Thauvin

Un gol e un assist nelle ultime due partite per Florian Thauvin, indubbiamente uno degli uomini di maggior classe e talento a disposizione di Cioffi. La missione salvezza, in questa stagione, non sembra scontata come in altre annate per l’Udinese, che dovrà affidarsi anche (e non poco) al sinistro del francese, campione del mondo nel 2018. Neanche il più grande trionfo immaginabile nella carriera di un calciatore può però colmare i demoni interiori di una persona, come ammesso da Thauvin nel corso di un’intervista a Canal+.

DEPRESSIONE – Tre mesi prima di lasciare l’Olympique Marsiglia andai da una persona specializzata su consiglio di alcuni amici, che mi ascoltò e mi fece scoppiare a piangere. In quel momento capii di non stare bene. Ero nella fase iniziale ma già accertata di depressione. Per quello poi decisi di andare in Messico, per stare più tranquillo e avere meno pressioni nel giocare da parte di tifosi e media”.

UN PASSO INDIETRO – “Atleticamente mi sentivo al meglio, ma dal punto di vista mentale ero a pezzi. Quando questa persona mi ha fatto rendere conto della mia situazione, ho deciso che era meglio fare un passo indietro per la mia serenità. Per questo poi scelsi di andare a giocare al Tigres, in Messico”.

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