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Hagi, nel nome di papà

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Hagi, nel nome di papà

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Il 1965 è l’anno delle rivoluzioni, sostanzialmente in tutto il globo terrestre: il Canada cambia bandiera nazionale apponendo una foglia d’acero al centro di essa, l’Italia autorizza, tramite il Sacrosanctum Concilium, l’utilizzo della lingua nata sulle rive dell’Arno all’interno delle messe cattoliche e Martin Luther King è a capo di una delle più grandi manifestazioni per i diritti civili in Alabama.

A Febbraio, però, nella fredda Sacele, nasce uno dei calciatori più forti di tutti i tempi che ha visto la propria alba in Romania. Il piccolo Gheorghe ha il pallone nel sangue e fin dalla tenera etá di 10 anni si diletta sul terreno di gioco. Farul Costanza sarà la sua dimora per 6 anni nelle giovanili, tranne la parentesi con i giallo-blu del Luceafarul Bucarest. All’età di 17 anni torna a Costanza, pronto per esordire in prima squadra.

 

profilo IG: @fcfarulconstanta1920

LA NASCITA DEL MITO

Quei piedi eleganti contraddistinguerebbero chiunque, figuriamoci un calciatore in grado di riempire gli occhi di sinfonie con il suo tocco. Numero 10, spalle larghe e classe sopraffina: tutto questo è Hagi.

La prima stagione siglacentri in 18 partite, dispensando numerosi assist ai compagni. Le sue geometrie fanno innamorare milioni di appassionati e, soprattutto, l’etere calcistico romeno. L’  FC Sportul Studentesc Bucarest mette occhi, soldi e mani sul talento dei Carpazi.

In 3 stagioni riesce ad ottenere una media di un gol ogni due partite ed arriva il primo vero salto di qualità. La piccola curiosità è che qui Hagi doveva rimanere, solamente, per una partita: la finale di SuperCoppa Uefa. Il 24 Febbraio 1987 allo Stadio Louis II di Monaco lo Steaua si gioca il trofeo contro la Dinamo Kiev. Gli 8456 spettatori non possono che ammirare come il numero 10 romeno riesce ad incantare ed annichilire gli ex-sovietici.

È il quarantaquattresimo minuto quando il signor Agnolin indica prima la porta e dopo il centrocampo: è 1 a 0 per la Steaua Bucarest. Hagi regala il gol vittoria e permette a Stefan Iovan di alzare il trofeo al cielo. Il classe ’65 rimase per quattro stagioni con i Vitezistii. Media-gol pazzesca e talento degno del miglior artista, diventa per tutti il Maradona dei Carpazi. Il Re è riuscito a caricarsi sulle spalle le speranze di un popolo intero, sfidando i potenti del calcio con la dedizione e con la classe innata.

I 76 centri nella massima serie di uno dei paesi più belli del centro Europa fanno da cornice ai 3 campionati conquistati in patria. Il suo mito nasce e si costruisce perché è un calciatore umile fuori dal campo, che mette la presunzione solo nelle sue giocate. Italia 90 sarà uno dei crocevia più importanti per lui e non solo…

profilo IG: @10Georghehagi

REGELE IL GIOCATORE RE(G)ALE

Il re dei Carpazi gioca il Mondiale sul velluto e trascina la sua nazionale con maestria, grazie a delle prestazioni maiuscole. Quel 10 sulla schiena sembra avere un valore ancora più alto se ad indossarlo è uno come Gheorghe. Milan, Bayer Monaco e, non solo, rimangono folgorati ed innamorati da così tanto talento ma soprattutto dalla passione con cui accarezza il pallone.

A fine torneo sceglie di firmare per la squadra reale: Hagi è del Real Madrid. I paragoni con i grandi del calcio non si contano neanche più ed inizia a diventare proprio lui quel metro di paragone. John Toshack gli affida per prima il numero 14, la codificazione del gioco totale di Crujiff. 

L’anno successivo diventa di nuovo padrone del suo destino rivestendosi della camiseta numero 10. I gol non sono tanto ma le geometrie non si discutono, è fondamentale nell’economoa del gioco. Si può sradicare una persona dal popolo ma non si può estirpare il popolo da dentro il cuore di una persona e così il romeno decide do accasarsi con le Rondinelle del Brescia. Il suo rendimento è un po’ altalenante ma i colpi non mancano mai. Un altro Mondiale (questa volta USA 94) diventa l’ennesimo crocevia, tanto che l’equipo del pueblo gli lancia segnali d’amore in estate.

Hagi e Barcellona è una di quelle storie d’amore degne del miglior romanziere, un re che difende la sua gente contro quel potere di cui faceva parte… è il simbolo della rivolta sociale. Passano appena due anni ed il profumo di una nuova emfatuazione si fa sempre più vivo.

LA FINE COME PRINCIPIO

La nuova terra promessa si chiama Turchia e quando la raggiungi a trentuno primavere non si può che essere consci al 200% di quello che si sta affrontando. Mai scelta fu più azzeccata, nonostante le diverse critiche ricevute. Con la maglia del Galatasaray, Hagi gioca le sue migliori stagioni, incorniciando dei veri e propri quadri d’autore. 4 Scudetti, 1 Coppa Uefa ed 1 Supercoppa Europea sono suoi trofei conquistati con i giallorossi.

L’amore per lui è smisurato e l’essenza del tifoso viene incarnata dal fantasista. La sua vittoria più bella, però, arriva il 22 Ottobre del 1998 e risponde al nome di Ianis. Chi sulla carta d’identità porta un cognome pesante, a maggior ragione, in un settore così maligno come il calcio si porta con sè un fardello non da poco. Mentre il Re di Sacele appemde gli scarpini al chiodo per prendere in mano penna e taccuino, il piccolo Ianis cresce a pane e pallone. Papà Gheorghe diventa nel 2001 CT di Mamma Romania per poi prendersi una pausa di due anni. Bursaspor, Galatasaray e Timosoara prima di rientrare nella capitale romena. Lui sulla panchina dello Steaua ed il figlio nelle fila delle giovanili. Il filo conduttore é sempre lo stesso…

Profilo FB: @GheorgheHagi

UN LEGAME INDISSOLUBILE

È pensiero comume puntare il dito verso i figli d’arte rei di avere una strada spianata o delle scorciatoie per arrivare alla meta. Raggiungere lo scopo o arrivare al proprio archè, però è tutt’altra cosa. Le 4 lettere che compongono il cognome di Ianis, risuonano di leggendaro in Romania. Il pargolo, forgiato dal Maradona dei Caroazi, cresce con la mentalità di dover lavorare il doppio degli altri. Il padre è uno dei 10 più forti del settore calcistico, lui ancira deve cominciare.

Dopo l’esperienza alle giovanili dello Steaua, passa all’Accademia Hagi per poi andare nella primavera della Fiorentina. È il 2014 quando il Vitorul Costanza decide di far dirigere la compagine nero-azzurra alla storia, che ci mette pochi giorni ad identificare nel figlio quel trequartista in grado di cambiare gli equilibri tattici. Il numero 7 sulle spalle, a dimostrazione di voler camminare con le oroprie gambe. I numeri ci sono e le prestazioni anche, 28 presenze e 2 reti lo descrivono come uno dei migliori prospetti. Il The Guardian lo inserisce nella lista dei migliori giocatori nati nel 1998.

Firenze lo formano caratterialmente. In Serie A il calcio molto complesso anche se hai talento… ritorna alla base, sotto l’ala paterna per spiccare il volo verso Genk. In Belgio regala numeri funambolici e gonfia la rete per 7 volte. Prima della pausa forzata viene girato in prestito ai Rangers.

 Glasgow si vive e si respira calcio tutti i giorni, questo può solo fare bene al giovane Ianis. Il legame ed il confronto con il padre lo accompagnerà per tutta la vita ma starà a lui trasformarsi e diventare il metro di paragone, come fatto da Re Gheorghe… il 10 di una generazione di romantici. 

Fonte immagine di copertina: immagine di produzione Numero Diez

 

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Giovani per il futuro

Chi è Olijars, il giovanissimo figlio d’arte neo-acquisto dell’Atalanta

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CHI È JEGORS OLIJARS – È notizia di ieri l’acquisto da parte dell’Atalanta del classe 2008 Jegors Olijars, interessante prospetto lettone che ha deciso di firmare il suo primo contratto da professionista della sua carriera con la Dea (erano interessate anche Ajax, Atletico Madrid e Borussia Dortmund) e di crescere nel vivaio nerazzurro. Scopriamo chi è Olijars in questo articolo.

CHI È OLIJARS: CALCIATORE IN UNA FAMIGLIA DI SPORTIVI

Jegors Olijars è una punta centrale dotata di grande fisicità (alta 193 cm) e con grandi potenzialità, che ha dimostrato pienamente in patria e anche nelle squadre giovanili della Nazionale nord-europea. Si può dire che lo sport era nel destino di Jegors, nato in una famiglia di campioni di vari sport. Dal padre campione di corsa a ostacoli – ha vinto un Europeo nel 2006 a Goteborg, medaglia d’argento invece nel 2002 a Monaco e di bronzo al Mondiale di Valencia 2008 – alla madre tennista, passando per il nonno che, invece, ha partecipato a un’Olimpiade, il giovane è portatore di un’eredità di successo e dedizione allo sport che in pochi possono vantare. Starà al 16enne, ora, tenere alto il nome della famiglia cercando di affermarsi nel calcio che conta. Si tratta del primo calciatore lettone nella storia dell’Atalanta.

Fonte immagine in evidenza: profilo X Filippo Maggi

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Calciomercato

Futuro di Zurkowski ancora incerto: difficile il riscatto dell’Empoli dallo Spezia

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zurkowski empoli

ZURKOWSKI EMPOLI – Szymon Zurkowski si sta ritrovando all’Empoli. Dopo il periodo difficile tra Fiorentina e Spezia, il polacco è tornato all’Empoli nel mercato di riparazione e ha avuto un impatto molto importante sulla stagione dei toscani, con 4 gol nelle prime due uscite in maglia azzurra – memorabile la tripletta segnata contro il Monza alla prima da titolare, dopo la rete all’esordio contro il Verona – che lo rendono tuttora il miglior marcatore stagionale dell’Empoli nonostante l’arrivo a metà campionato. Il suo rendimento è un po’ calato nelle ultime settimane, in cui – complice un infortunio alla caviglia – è apparso lievemente in ritardo, ma l’Empoli vorrebbe puntare su di lui anche nella prossima stagione.

ZURKOWSKI RESTA ALL’EMPOLI? IL RISCATTO È DIFFICILE

Sarà difficile, però, confermare il classe ’97 in rosa: la formula con cui si è trasferito nella finestra invernale, infatti, è quella del prestito con diritto di riscatto fissato a 5 milioni di euro ed esercitabile dagli azzurri a fine stagione. Questa valutazione, però è considerata eccessiva dai dirigenti del club toscano, che sembrano propensi a non esercitare il riscatto del polacco per poi trattare con lo Spezia per un nuovo accordo. La volontà dell’Empoli sarebbe quella di ottenere un nuovo prestito, ma resta da vedere se lo Spezia è disposto a rimandare in prestito il calciatore senza monetizzare da una sua cessione. Bisogna anche considerare, però, che in caso di cessione a titolo definitivo c’è una percentuale abbastanza importante che lo Spezia dovrebbe riconoscere alla Fiorentina, club da cui ha acquistato il calciatore nel 2023.

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Calcio Internazionale

Xabi Alonso sempre più vicino alla permanenza al Leverkusen: niente Bayern Monaco e Liverpool

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xabi alonso

XABI ALONSO – In Germania c’è una squadra che sta per spezzare l’egemonia degli ultimi anni del Bayern Monaco. Si tratta del Bayer Leverkusen dell’ex bavarese Xabi Alonso, che si trova al primo posto in classifica a +10 proprio dal Bayern secondo. Quando mancano soltanto otto giornate al termine del campionato, la Bundesliga sembra ormai nelle mani dei rossoneri.

Il Bayern Monaco, che in estate si separerà da Thomas Tuchel, è alla ricerca di un allenatore per la prossima stagione, e tra i nomi che circolano uno dei più insistenti è proprio quello di Xabi Alonso, che però è legato fino al 2026 con il Leverkusen, che non sembra avere alcuna intenzione di liberarlo in direzione Monaco di Baveria.

LE PAROLE DI HOENESS SU XABI ALONSO

Intervenuto ai microfoni di Das Erste, il presidente onorario del Bayern Monaco Uli Hoeness è intervenuto proprio sull’argomento, mostrandosi molto pessimista sul possibile approdo in panchina del tecnico spagnolo nella prossima stagione. Di seguito, le sue dichiarazioni: “La vedo molto dura prendere Xabi Alonso, per non dire impossibile. Credo resti al Leverkusen“.

ANCHE IL LIVERPOOL VA OLTRE E PENSA AD AMORIM

Oltre al Bayern Monaco, anche il Liverpool – che in estate saluterà Jurgen Klopp – è una delle squadre più interessate a Xabi Alonso. A questo punto però, viste anche le dichiarazioni di Hoeness, i due club dovranno con ogni probabilità virare su altri profili. Per la panchina degli inglesi, in questo momento, il nome più caldo sembrerebbe essere quello dell’attuale tecnico dello Sporting Lisbona Ruben Amorim.

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Calcio Internazionale

Chi è Cavan Sullivan, la stellina del calcio USA già nell’orbita del Manchester City

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CHI È CAVAN SULLIVAN – Pensate, a malapena 14 anni, ritrovarvi già sui media calcistici, oltre ad essere in orbita Manchester City, club che al momento domina i riflettori europei. Questo è il mondo di Cavan Sullivan, talento classe 2009 dei Philadelphia Union, che ha esordito con tanto di assist in MLS Next pro. Ormai nel calcio la ricerca del talento parte da età sempre più basse, soprattutto nei campionati esteri, dove i giovani talenti che impressionano gli scout vengono convinti a firmare, o corteggiati, già giovanissimi. Un esempio può essere l’acquisto di Paez da parte del Chelsea, nella scorsa stagione. Ora è invece il turno di Sullivan, trequartista di pura classe che ha addosso gli occhi della migliore squadra del miglior campionato al mondo: la Premier League. 

DAGLI USA ALL’INGHILTERRA

Proprio con la costante scoperta e crescita di talenti sempre più giovani, non è facile impressionare. Eppure, nessuno può evitare di guardare un quattordicenne che, all’esordio coi grandi, si iscrive addirittura al tabellino degli assistman. Parliamo comunque di un giocatore che fa parte della Philadelphia Union Academy da quando ha a malapena 11 anni. Alto 1,58 e in possesso di doppia nazionalità (Americano e tedesco), Sullivan ha fatto parlare di sè con un’etichetta pesantissima. La definizione di ‘nuovo Messi‘ è ovviamente prematura, eppure il talento è cristallino ed innegabile.

Del resto, il Manchester City sembra avere già accordo con società e giocatore, mancano soltanto le firme di rito. Le regole sui trasferimenti e sul lavoro minorile non permetteranno comunque al ragazzo di raggiungere i Citiziens prima dei 18 anni. Per propiziarne il percorso di crescita, la decisione comune tra le società è di tenerlo in patria, dove arriverà ad esordire in MLS. Dopodichè potrà partire per l’Europa. Sicuramente il nome di Cavan Sullivan è destinato a catturare sempre di più l’attenzione nel corso degli anni, anche perchè prima di raggiungere il nostro calcio bisognerà attendere ancora qualche anno.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Parlando di un giocatore molto giovane, è difficile darne un quadro generale completo. Nonostante ciò si può tranquillamente asserire che stiamo per vedere un talento innato dal punto di vista tecnico. L’obiettivo sarà quello di sgrezzarsi nei prossimi anni a livello tattico, affrontando gradualmente un calcio più fisico. Il piede è il mancino, proprio come quel fenomeno generazionale che ha portato ad un altro livell0 il numero 10, che ora milita proprio in MLS all’Inter Miami: Lionel Messi. Sullivan dà la sensazione di poter essere un giocatore abile nello stretto e palla al piede, veloce e tecnicamente impeccabile. Ma solo il tempo potrà dirci dove può arrivare questo ragazzo.

Fonte immagine in evidenza: profilo IG Cavan Sullivan

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