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Ianis Hagi, nel nome del padre

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Ianis Hagi, nel nome del padre

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Il suo viso ancora fanciullesco che somiglia, inevitabilmente molto, a chi ha già detto tutto. Nei suoi occhi la speranza di ricalcare almeno qualcuna delle orme lasciate sul prato dall’uomo sullo sfondo. Uno degli autori che ha scritto la storia. Genio e carisma che hanno distribuito magia e si sono fatti anima e cuore di un popolo, creando un’identità tra tifosi, giocatore e nazione capace di trascendere il reale. Questo, nonostante sia solo un dolce ricordo che accompagna un romanticismo duro a morire, aiuta. Aiuta sempre. Per tornare a credere in qualcosa. Credere di poter rivivere la magia perduta. Ianis Hagi nel nome di Gheorghe Hagi.

FIGLIO DELLE STELLE

Non basta essere il figlio di chi ha scritto la storia del calcio, di chi ha inciso il nome su quel pallone di cuoio scolorito, di colui che ha ricevuto il dono divino di avere un piede in grado di calcare la luna, mentre i tifosi fantasticavano sul pianeta Terra. E così, carico di aspettative, a partire dal nome di battesimo, Ianis nasce con il sigillo di essere figlio del Maradona dei Carpazi, personificazione di uno sport e incipit emotivo di milioni di persone. Come il padre raggiunge il Bel Paese, anche se in età più tenera, esperienza che non si rivela totalmente positiva. Solitamente buon sangue non mente, ma non è il caso della sua avventura in Viola dove, a volte per colpa propria, a volte perché il sangue non sembra buono come si pensava, fallisce miseramente. E allora il numero 10 ci riprova sotto i riflettori, durante quelle torride serate di giugno.

Fonte: profilo ufficiale Instagram di Ianis Hagi

ALTRO GIRO, ALTRA CORSA

Nella testa del ragazzo continua a rimbombare il pensiero giustificativo: “Mi pento di non aver avuto altra strada, ma non di aver percorso la mia”. Si mette alle spalle il passato, le cadute, le sconfitte. Torna a casa, al Viitorul Costanza, dove riaccende una speranza che mano a mano si trasforma in forza e consapevolezza. Senza la paura di cadere, ma con la voglia di volare, conquista a suon di grandi prestazioni il palcoscenico più importante per quelli della sua età: l’Europeo Under21 in Italia.

Va a segno per ben due volte nei gironi, esattamente il 18 giugno nella partita vinta per 4-1 contro la Croazia, ed il 21 giugno nell’incontro valido per la seconda giornata vinto 4-2 ai danni dell’Inghilterra. La stella inizia a brillare di luce propria. Dopo il passaggio del girone la stella di Hagi si è dovuta spegnere in semifinale contro la Germania. Ma la storia di Ianis non finisce qui, il tempo sarà la sentenza. La trequarti campo intanto è diventata il suo habitat naturale, e un’intera nazione è pronta a scommettere tutto su di lui, proprio come fu trent’anni fa.

Fonte: profilo ufficiale Instagram di Ianis Hagi

ESSERE GIOVANI

Ianis, dal canto suo, ha imparato a vivere indipendentemente dalle etichette, a godersi il gioco che tanto ama nell’incoscienza della sua giovinezza, a prescindere dalle pressioni di un cognome così pesante. Perché essere giovani è principalmente questo, avere ancora il volto immerso nel teatro dei sogni, dove il sognatore è sempre l’attore protagonista. Andare fiduciosi nella direzione della vita che si è sempre immaginata. Tenere aperto l’oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo promette tempesta. Essere più persone potenziali, senza dover ancora sceglierne una. Voler cambiare il mondo, credendo che anche da soli si possa compiere qualcosa di importante. Avere il cuore colmo di coraggio, amore ed innocente ingenuità. Essere giovani vuol dire mostrare le proprie emozioni, senza timore, istintivamente. Vuol dire essere Ianis Hagi, gonfiarsi il petto, e caricarsi una nazione sulle spalle, senza paura, con grande coraggio ed un pizzico di follia. Non c’è cosa più bella di essere giovani. Non c’è cosa più divina di chiamarsi Hagi.

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram Hagi

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Chi è Sudakov, il gioiello ucraino che piace alla Juventus

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Chi è Sudakov

CHI È SUDAKOV, IL GIOIELLO UCRAINO CHE PIACE ALLA JUVENTUS – Uno dei nomi più chiacchierati degli ultimi tempi è quello del centrocampista dello Shakhtar Heorhiy Sudakov. L’ucraino classe 2002 è attenzionato da tanti club europei. In particolare su di lui c’è la Juventus, che sta cercando almeno un rinforzo nella zona mediana del campo, possibilmente giovane, in attesa del rientro di Nicolò Fagioli e quello, più lontano, di Paul Pogba. Nelle prossimi giorni Cristiano Giuntoli potrà affondare il colpo, ma non sarà facile portare il calciatore a Torino a gennaio, a meno di un’offerta intorno ai 15 milioni di euro. Ma chi è Sudakov? Andiamo ad illustrare nel dettaglio le sue caratteristiche e a ripercorrere la sua carriera.

LE CARATTERISTICHE DI SUDAKOV

Sudakov è un centrocampista offensivo che agisce principalmente sulla trequarti, zona in cui riesce ad essere molto pericoloso grazie alla tecnica sopraffina abbinata ad un’ottima abilità. All’occorrenza può essere arretrato di qualche metro andando a coprire il ruolo di mezz’ala di inserimento.

LA CARRIERA DI SUDAKOV

Sudakov è il calciatore sul quale la nazionale ucraina baserà il suo futuro.

Il ragazzo cresce calcisticamente nel Metalist Kharkiv prima di entrare nelle giovanili dello Shakhtar a 17 anni. In questo momento la sua carriera sta vivendo l’ascesa decisiva dopo l’esordio in Champions League avvenuto nel 2020 al Santiago Bernabeu. Quel giorno gli ucraini fecero la storia riuscendo ad imporsi sul Real Madrid.

Ma come detto precedentemente, in questa stagione Sudakov si sta facendo notare al panorama calcistico europeo anche in Champions League, dove si è reso vero protagonista della sfida contro il Barcellona. Al termine della stessa è stato nominato migliore in campo.

I suoi numeri in questo inizio di stagione sono ottimi. Nel campionato ucraino Sudakov ha messo a segno 2 reti in 9 presenze, mentre nella massima competizione continentale conta 1 gol in 5 apparizioni.

Dopo aver seguito tutto il percorso all’interno della nazionale ucraina, il centrocampista ha esordito in Prima Squadra il 23 maggio 2021. Da quella data ha collezionato 12 presenze e 1 rete.

 

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Chi è Rokas Pukstas, il nuovo talento del calcio americano

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Chi è Rokas Pukstas

CHI È ROKAS PUKSTAS, IL NUOVO TALENTO DEL CALCIO AMERICANO – Tra le nuove frontiere del calcio ci sono gli Stati Uniti. Gli USA negli ultimi anni stanno alimentando il palcoscenico del calcio europeo con numerosi profili. Tra i campionati maggiormente affollati c’è la Serie A, in cui militano Christian Pulisic, Timothy Weah, Weston McKennie e Yunus Musah. A questi negli scorsi mesi si sarebbe potuto aggiungere anche il giovane Rokas Pukstas, che era finito nel mirino di alcuni club del campionato nostrano come Roma e Milan.

CHI È ROKAS PUKSTAS: CARRIERA

Rokas Pukstas è nato il 25 agosto 2004 a Stillwater, in Okahoma, negli Stati Uniti. Oltre a quella statunitense, gode anche della nazionalità lituana: suo padre Mindaugas ha rappresentato la Lituania nelle Olimpiadi del 2004. Cresciuto calcisticamente negli Stati Uniti, durante la sua formazione ha fatto anche un’esperienza nella Barça Academy, in Arizona. Il suo approdo in Europa è avvenuto nel settembre 2020 durante il periodo del Covid. Vari i club che avrebbero voluto accaparrarselo, ma la sua scelta è ricaduta sull’Hadjuk Spalato.

Il club croato è rinomato per essere uno dei settori giovanili migliori del Vecchio Continente. In Croazia Pukstas si è messo in mostra prima nelle giovanili dello Spalato con cui ha realizzato 13 reti e due assist in 32 partite. Durante la scorsa stagione si è fatto conoscere anche dal Milan, contro cui ha realizzato una rete nella semifinale di Youth League. Sempre durante la scorsa annata è arrivato anche il debutto in prima squadra con cui ha realizzato finora 7 reti e tre assist in 36 presenze.

CHI È ROKAS PUKSTAS: NAZIONALE

Con gli USA, invece, finora è arrivato fino alla nazionale U20, con cui ha finora giocato 12 partite in cui ha realizzato due reti. Una di queste è arrivata durante l’ultimo Mondiale di categoria, dove gli Stati Uniti sono stati eliminati ai quarti di finale contro l’Uruguay: Pukstas ha segnato una rete nella gara degli ottavi contro la Nuova Zelanda.

CHI È ROKAS PUKSTAS: CARATTERISTICHE TECNICHE

Alto 181 cm, Rokas Pukstas può occupare varie posizioni in campo: mediano, trequartista, centrale di centrocampo e anche ala destra. Il primo è il ruolo prediletto. Il classe 2004 è un centrocampista box to box con un grande senso del gol e tempismo negli inserimenti. Caratteristiche per cui in molti lo paragonano a Mario Pasalic.

Fonte immagine di copertina: profilo Instagram Rokas Pukstas

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Chi è Joao Neves, l’ultimo protagonista del derby de Lisboa

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Chi è Joao Neves

CHI È JOAO NEVES – Nell’ultimo turno del campionato portoghese è andato in atto il derby de Lisboa, la classica sfida tra Benfica e Sporting. Gli ospiti sembravano avere la partita in mano grazie alla rete di Gyokeres, ma nel finale succede di tutto. Il Benfica, infatti, trova due gol negli ultimissimi minuti di recupero, con Joao Neves e Tengstedt. Oggi parleremo del centrocampista portoghese, l’ultimo gioiello delle Aquile.

CHI È JOAO NEVES: DAL BENFICA AL BENFICA

Joao Neves nasce il 27 settembre 2004 a Tavira, comune portoghese nei pressi di Faro. I primi passi sul campo li compie proprio nel club del suo paese ma nel 2016 – a poco più di 12 anni – viene subito preso in carico dal settore giovanile del Benfica. L’ingresso in prima squadra arriva nel 2022, con l’esordio in campo il 30 dicembre, dove entra nel finale contro il Braga. Il debutto in Champions arriva, invece, pochi mesi dopo contro il Bruges. Joao Neves inizia ad avere sempre più spazio grazie, anche, alla partenza nel mercato invernale di Enzo Fernandez, che lascia scoperto un posto a centrocampo. Oggi il portoghese è uno dei pilastri della squadra nonostante la giovane età, complice soprattutto la grande fiducia che il club ha riposto in lui.

CHI È JOAO NEVES: CARATTERISTICHE

Joao Neves è alto 1,74 m e gioca davanti alla difesa, solitamente in coppia con Florentino o Kokcu. Il portoghese è uno che vuole sempre la palla, trova sempre gli spazi giusti e, soprattutto, abile in fase di palleggio, coinvolgendo tutti i reparti. Non è uno che entra sempre nel tabellino dei marcatori, ma gli unici due gol realizzati in prima squadra sono entrambi pesanti, poiché realizzati contro lo Sporting. Il primo è arrivato nell’ultimo derby della scorsa stagione, che è valso il pareggio al 94′. Il secondo, come già detto, è arrivato in circostanze abbastanza simili, sempre durante il derby de Lisboa e sempre a fine partita. Oggi Joao Neves è, sicuramente, uno dei prospetti più interessanti in Europa, su cui pare abbia già messo gli occhi il Manchester United. Il Benfica, però, è sempre bottega cara, come dimostra la lunga trattativa per cedere Enzo al Chelsea.

 

Immagine di copertina: joao_neves87 (Instagram)

 

 

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Chi è Pietro Comuzzo, il 2005 viola che ha esordito con Italiano

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Pietro Comuzzo

CHI È PIETRO COMUZZO, IL 2005 VIOLA CHE HA ESORDITO CON ITALIANO – Classe 2005 ma già presenze europee e in Serie A. Pietro Comuzzo ha scalato le gerarchie della Fiorentina e di Vincenzo Italiano, ritagliandosi qualche minuto in campionato e giocando gran parte del match di Conference League, vinto dai toscani per 6-0 contro il Cukaricki. Il giovane classe 2005 ha sorpreso i tifosi, gli addetti ai lavori, e lo stesso allenatore ex Spezia tanto da schierarlo per 82′, seppur dovuto entrare per l’emergenza causata dall’infortunio di Kayode.

CHI È PIETRO COMUZZO

Giovanissimo terzino, nasce a San Daniele del Friuli e inizia a calcare i primi campi da calcio prima al Tricesimo e poi nelle prestigiose giovanili dell’Udinese. Gli bastano un paio di anni per trovare poi spazio nella primavera della Fiorentina dal 2019. Diventa tra i prospetti più importanti della sua età, giocando per l’U17 dei viola e, nel frattempo, venendo convocato dalla Nazionale U17. Accumula esperienza e scala le gerarchie sia del club sia della Nazionale. Nella passata stagione grandi coinvolgimento nel campionato primavera dei toscani, in cui Comuzzo ha raccolto 30 presenze con oltre 2200′ giocati, tutti da difensore centrale. Nella Nazionale invece viene convocato dall’U18, giocando da titolare due partite contro Francia e Romania.

L’ESORDIO IN CAMPIONATO E IN CONFERENCE

Le ottime prestazioni lo portano ad essere osservato attentamente dalla prima squadra e da Vincenzo Italiano. L’occasione arriva l’8 ottobre: sul 3-1 per i viola, nella sorprendente vittoria contro il Napoli, arriva la possibilità di scendere in campo per il classe 2005. Solo un 1′ per lui, ma la grande emozione e occasione di poter calcare i campi di Serie A, e non sarebbe stata l’ultima. La grande responsabilità arriva in Conference League, dopo l’infortunio di Kayode, Italiano sceglie lui nel ruolo di terzino destro per sostituirlo. Partita di grande sostanza e sicurezza, esordio europeo che non ha mostrato alcun limite di inesperienza e paura negli occhi del difensore.

Comuzzo si è fatto trovare pronto, e Italiano ha deciso così di dargli un altro piccolo assaggio di campionato, nella vittoria dei toscani contro il Bologna, in cui Comuzzo ha giocato un’altra manciata di minuti. 

                                                                                                                                                   foto copertina: Profilo Instagram ufficiale – Pietro Comuzzo

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