LA PLASMAZIONE DI IGOR TUDOR
A inizio stagione, la guida tecnica dell’Hellas Verona è stata affidata a Eusebio Di Francesco. La squadra, però, parte malissimo, con 3 sconfitte in altrettanti match giocati. Serviva una svolta prima che la situazione diventasse più complicata. La scelta, quindi, è ricaduta su un allenatore capace di motivare l’ambiente e che potesse dare continuità al gioco visto con Juric. E allora chi meglio Igor Tudor? L’allenatore, croato come il suo predecessore, ha letteralmente dato un volto alla squadra trasformandola in una squadra aggressiva e capace di segnare tanti gol. I numeri di fine stagione parlano di un Verona con ben 65 gol segnati, uguali all’Atalanta e al Sassuolo del trio italiano delle meraviglie. Sin da subito, Tudor ha cominciato a far macinare punti alla sua squadra battendo Roma, Juventus, Lazio e fermando il Napoli al Maradona sul pari. All’opposto, è una squadra che ha perso qualche punto di troppo con le squadre di media classifica o della lotta salvezza. Oltre a questo, a differenza della gestione croata precedente, troviamo una fase difensiva con qualche gol subito in più (59), ovvero 11 in più. I numeri finali, comunque, parlano di un ottimo piazzamento in classifica, 9° posto, un gradino più alto della scorsa. Si tratta, quindi, di una squadra che sta ottenendo dei buoni risultati che se associati a qualche passo falso in meno lotterebbe per la zona Europa.
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LA RINASCITA DI CAPRARI E SIMEONE UNITI ALL’INTESA TRA BARAK E TAMEZE
L’anno scorso, la sviluppo della manovra di gioco dell’Hellas Verona si basava quasi principalmente sulla fascia sinistra, grazie alle combinazioni tra Zaccagni, Lazovic e Dimarco. Quest’anno, con la cessione dei due talenti italiani, Tudor, invece, ha portato la verticalità per esaltare le abilità degli esterni nell’attaccare la profondità e allo stesso tempo per l’ 1 contro 1. Il Diez gialloblù, Caprari, è stato il “regista” delle ripartenze di tutte le azioni offensive, capace di generare una grande quantità di occasioni da gol, assist e di segnare anche 12 gol stagionali stabilendo il suo record personale. Giovanni Simeone, rigenerato dalla gestione Tudor, solo nel mese di ottobre, ha messo a segno 7 gol in meno di 30 giorni, numeri nettamente superiori a quelli complessivi nella precedente stagione al Cagliari. Conclude la stagione con 17 gol totali raggiungendo il quarto posto della classifica marcatori insieme ad Abraham. Barak, poi, è riuscito a migliorare il precedente score realizzativo: 11 gol al contrario dei 7 precedenti. Ha differenziato le azioni offensive cooperando con Faraoni. Infine, Tameze, è riuscito a ritagliarsi una maglia da titolare con continuità e far emergere le sue qualità, con i suoi continui inserimenti in avanti a supportare l’azione offensiva. Grazie alla sua potenza fisica, alle sue corse palla al piede e a i suoi smarcamenti offensivi ha dato molta più imprevedibilità alla squadra.