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Higuain ed il peso delle finali

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Higuain ed il peso delle finali

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Higuain Napoli Juve

Quella di ieri sera è stata l’ ennesima finale persa a livello internazionale da Gonzalo Higuain. El Pipita si è dimostrato ancora una  volta un giocatore inadatto a questo tipo di partite, mentre nei tornei lunghi e nei big match di campionato riesce a dire spesso la sua.

HIGUAIN E LE FINALI

Gonzalo Higuain continua nel suo difficile rapporto con le finali. Che sia con la maglia della nazionale o con quella dei vari club, il risultato non cambia. Il Real Madrid ieri sera ha vinto la sua terza Champions League dopo l’addio del Pipita avvenuto nel 2013, e proprio nell’annata 2013-2014 il Real vince la sua tanto desiderata Decima. Una carriera che ricorda fin quì quella di Zlatan Ibrahimovic, decisivo in campionato e inadatto alle coppe internazionali. E’ incredibile che un attaccante con 289 gol in carriera, non riesca a segnare in questo tipo di partite, considerando che nelle partite clow in campionato spesso risulti decisivo. Non solo nelle finali delle coppe internazionali comunque, ma anche in quelle a livello nazionale, contando che tra Copa del Rey e le 2 Coppe Italia, disputate con le maglie di Juve e Napoli, non è mai andato a segno.

Higuain e Garay festeggiando la Copa del Rey vinta nel 2011. Dettaglio: nella finale Mourinho lo fece rimanere in panchina per tutta la partita.

Le statistiche sono impietose, con 7 finali giocate in carriera e 0 gol segnati. I numeri però non sono tutto nel calcio e spesso lasciano il tempo che trovano, è quindi bene ricordare anche i 3 gol sbagliati in maniera clamorosa dal centravanti argentino nelle 3 finali disputate con l’albiceleste:

Finale Rio 2014, Higuain in posizione regolare calcia a lato a tu per tu con Neuer.

Finale Copa America 2015 tra Cile ed Argentina, el pipita si divora il gol del vantaggio a pochi centimetri dalla porta di Bravo Sbaglierà anche dal dischetto nella lotteria dei rigori, calciando alto.

Finale Copa America Centenario 2016, ancora tra Argentina e Cile, Higuain calcia a lato davanti a Bravo.

Tre errori clamorosi, non da un goleador del suo calibro, che identificano perfettamente e forse anche in maniera estrema, il complicato rapporto Higuain-finali.

FINALE DI CARDIFF

Nella partita di ieri, tutti gli occhi erano rivolti alla figura di mister 94 milioni, la cifra sborsata dalla Juve per assicurarsi il capocannoniere dello scorso campionato. Il Pipita sin dai primi minuti sembra che voglia spaccare il mondo e trascinare la propria squadra alla vittoria, magari interrompendo il digiuno e la maledizione che lo perseguitano, prendendosi anche una rivincita da ex. Dopo pochi minuti impensierisce Navas, con un tiro dalla distanza che il portiere costaricense para in 2 tempi, per poi colpire di testa su un traversone proveniente dalla zona sinistra, senza però riuscire ad impensierire molto il portiere del Real. Dopo di che si rivede solo nella sponda per lo stupendo gol di Mandzukic in rovesciata. Quello che doveva rappresentare l’inizio della rimonta si è invece trasformato nella fine della partita dei bianconeri, impauriti e mai pericolosi nella ripresa, proprio come Gonzalo. Al di là che in questa finale non ci sia stato il gol fallito in maniera clamorosa, come spesso gli accade, forse è stata più grave l’assenza di occasioni capitategli, non certo solo per colpa sua, visto che dei suoi compagni di reparto, escluso il croato, non si salva nessuno.

Higuain è stato il giocatore che ha toccato meno volte il pallone tra i giocatori di movimento in campo nel primo tempo di ieri sera.

 

EL PECHO FRIO

In Argentina viene utilizzato un particolare termine dalla stampa sportiva,”pecho frio“, che letteralmente significa petto freddo, ma non fatevi ingannare pensando che centri qualcosa con il sangue freddo. Al contrario indica il giocatore senz’anima, che si arrende e sparisce nelle difficoltà, che quando si fa dura aspetta la palla senza darsi da fare, passando la partita a passeggiare in campo, avendo le potenzialità per essere un campione confermandosi sempre come una promessa mai espressa completamente. Quel giocatore che appare nelle partite con squadre medio-piccole e mai in quelle che contano. Questa parola il popolo argentino in questi anni l’ha più volte accostata al proprio numero 9, e probabilmente non ha tutti i torti, nonostante il record di gol dello scorso anno in Serie A, o il fatto che abbia siglato lo stesso numero di gol di Maradona nella Seleccion. La verità è che Higuain in finale ti ci fa arrivare, ma poi al momento di dover alzare il trofeo, sono altri che recitano il copione di protagonista, o lo fa lui in maniera però negativa. E’ stato così anche in questa Champions League, con i 5 gol siglati nella competizione. Detto ciò non mettiamo assolutamente in discussione il valore del Pipita, che resta tra i centravanti più importanti del panorama calcistico mondiale, tra i migliori nel partecipare alla manovra e nei movimenti nel cuore dell’area di rigore, ma che probabilmente per i motivi elencati sopra non verrà mai ricordato tra i più grandi in assoluto.

 

 

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Flash News

Kovacevic sulla Juventus: “Il mio cuore è bianconero, Vlahovic un campione”

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Juventus Dusan Vlahovic

Darko Kovacevic ha parlato ai microfoni di Tuttospsort in occasione della sfida di questo sabato tra due delle sue ex squadre: Juventus e Lazio. Tra i temi trattati, Kovacevic ha ripercorso il suo passato in bianconero e ha voluto elogiare Vlahovic.

LE PAROLE DI KOVACEVIC

SU JUVENTUS-LAZIO – “Ho giocato con entrambe le squadre, ma il mio cuore è juventino. I 2 anni in bianconero sono stati davvero speciali, conservo ancora tanti bei ricordi. Spero che la Juve sabato possa vincere e arrivare in Champions”.

SUL MONDO JUVENTUS – “La Juve è molto amata in tutto il mondo: quando ne fai parte, capisci la sua importanza. Sono stati anni bellissimi nei quali ho giocato con il miglior giocatore al mondo: Zidane. C’erano poi tanti campioni come Del Piero, Davids, Trezeguet e Tacchinardi. Grandi uomini oltre che giocatori fantastici. Quando sei alla Juventus, devi giocare per vincere. Quella è l’unica cosa che conta. A livello personale la doppietta all’Inter a San Siro fu un bellissimo momento”.

SU VLAHOVIC –Dusan sta diventando un campione. So che si trova bene ed è molto felice alla Juventus. Sta dimostrando di essere un top player e ha un bel futuro davanti. La Juve è il club perfetto per crescere e diventare uno dei migliori attaccanti al mondo: 15 gol sono un bottino importante, ma può fare ancora meglio nei prossimi anni. Peccato non ci sia sabato: la sua assenza pesa”.

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Milan sulle tracce di Khephren Thuram: la richiesta del Nizza

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Dove vedere Norvegia U21-Francia U21

Per il Milan l’obiettivo Scudetto è quasi sfumato, con l’Inter lanciata verso la vittoria del campionato, dati i 14 punti di vantaggio, mentre in Coppa Italia il Diavolo è stato eliminato dall’Atalanta ai quarti di finale. La squadra di Stefano Pioli può però contare ancora sull’Europa League e vuole arrivare fino in fondo. Intanto però la dirigenza rossonera sta pensando anche al mercato.

L’obiettivo estivo del Milan è un innesto in attacco. Luka Jovic sembrerebbe essere vicino al rinnovo, ma Olivier Giroud è ormai prossimo a lasciare il club. Il futuro del francese dovrebbe essere infatti lontano dall’Italia, verosimilmente negli Stati Uniti nel Los Angeles FC. Per questo motivo, i rossoneri starebbero cercando un attaccante. Il Diavolo vuole però però rinforzare anche altri reparti, come la difesa e il centrocampo.

IL MILAN METTE GLI OCCHI SU THURAM

Proprio a metà, il Milan starebbe seguendo alcuni giocatori, tra cui anche Khephren Thuram, fratello minore di Marcus Thuram. Il classe 2001 gioca al Nizza e in questa stagione soprattutto si sta facendo ben notare. Su di lui infatti è piombato l’interesse di grandi club di Premier League e, in Serie A, di Juventus e Inter. Ora anche i rossoneri sarebbero sulle tracce del talento francese, valutato 40 milioni e con il contratto in scadenza nel 2025.

Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, il Milan, così come l’Inter, può contare proprio sul fratello di Khephren Thuram per portarlo a Milano. I due sono molto legati e Marcus potrebbe consigliarli di intraprendere una nuova avventura nel capoluogo della Lombardia.

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Tardelli: “I calciatori devono essere esempi di educazione. Vi dico la mia sulla questione Acerbi-Juan Jesus”

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Francesco Acerbi, calciatore dell'Inter - Serie A, Coppa Italia

La partita che ha chiuso la scorsa giornata di Serie A ha lasciato aperto un tema che ha tenuto banco per tutto l’arco della sosta per gli impegni delle Nazionali. Il difensore dell’Inter Francesco Acerbi si sarebbe rivolto al centrale del Napoli Juan Jesus con un insulto razzista, ma, in mancanza di una prova certa, l’ex Lazio è stato assolto dal Giudice Sportivo.

Marco Tardelli ha rilasciato una breve intervista per il Corriere dello Sport in cui si è soffermato sul caso di razzismo che ha coinvolto il difensore Francesco Acerbi e Juan Jesus. Di seguito le sue parole:

I CALCIATORI COME ESEMPIO – “I calciatori sono sotto i riflettori e dovrebbero essere esempi di educazione, quante volte lo sentiamo ripetere? Basterebbe avere la forza di dire ‘ho sbagliato’ e non ‘sciacquatevi la bocca’ come ho letto sui social”.

ACERBI – “Diciamo che nell’ultimo periodo sono state emesse delle condanne particolari da parte della giustizia sportiva. Sinceramente, credo che Acerbi abbia commesso una sciocchezza perché è un bravo ragazzo e un professionista serio. Ma penso anche che una sciocchezza più grande l’abbia commessa chi l’ha giudicato. Però è solo una mia idea”.

JUAN JESUS – “Juan Jesus aveva sistemato tutto, perdonando Acerbi già in campo. Lui è il vero vincitore”.

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I rinnovi di Zaccagni e Felipe Anderson: cosa cambia in casa Lazio con l’arrivo di Tudor

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Mattia Zaccagni, calciatore della Lazio e della Nazionale italiana (Italia) - Serie A

Con l’avvicendamento in panchina di Tudor, per la Lazio si configura un futuro in cui le certezze dell’era Sarri potrebbero iniziare a vacillare. Si parla soprattutto di due giocatori: Mattia Zaccagni e Felipe Anderson. Soprattutto nella passata stagione, culminata con il secondo posto in classifica, i due esterni rappresentavano delle pedine fondamentali per il gioco di Sarri, ma con Tudor tutto ciò potrebbe cambiare. Negli ultimi mesi le trattative per i prolungamenti di contratto si sono fermate per entrambi. Con il nuovo tecnico la situazione potrebbe cambiare. Resta da capire in quale direzione.

COME CAMBIA LA LAZIO CON TUDOR

Per tutta la gestione Sarri, il modulo utilizzato è stato il 4-3-3 tanto caro al tecnico toscano. Come riporta Il Messaggero, con Tudor però, già dal prossimo turno, la Lazio potrebbe giocare con il 3-4-2-1 con Zacccagni e Anderson che potrebbero risentire di questo cambiamento. Il primo ha già giocato in questo sistema di gioco e potrebbe subire meno questo cambiamento, mentre il brasiliano farà sicuramente più fatica ad adattarsi.

LA SITUAZIONE RINNOVI

Felipe Anderson percepisce 2.2 milioni di euro ma vorrebbe tornare ai 3.5 dei tempi del West Ham. Sembra che i primi contatti siano già stati avviati, ma la trattiva è ancora molto acerba. La Lazio per il momento non sembra volersi spingere oltre ai 3 milioni, bonus compresi. Con il contratto in scadenza a giugno 2024 il tempo inizia a diventare un fattore determinante e non è così certo che le due parti trovino una soluzione. Discorso leggermente diverso per Zaccagni: anche lui vorrebbe un adeguamento del contratto, da 1.8 milioni che guadagna adesso, vorrebbe passare a 3 più bonus. La Lazio sembra essere disposta ad arrivare a stento a 3, con i premi inclusi. Il giocatore italiano ha ancora un anno di contratto quindi la Lazio si occuperà di lui dopo aver parlato con Felipe Anderson. Su Zaccagni però c’è un forte interesse da parte della Juventus quindi anche in questo caso la situazione è tutt’altro che di facile gestione. Vedremo se il futuro dei due calciatori potrebbe essere ancora in biancoceleste, anche grazie all’arrivo e alla possibile cura Tudor.

 

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