Molti credono che sia il solito campionato dove i giocatori vengono a svernare. In tanti pensano che negli USA si giochi a calcio soltanto per una questione di business, che non ci sia interesse per la crescita dei giocatori ma che la volontà sia solo quella di acquistare ex fenomeni e portarli in America per accrescere la fama del campionato.
In realtà la MLS non è soltanto Ibra, Villa, Giovinco. Certo, noi ci ricordiamo dei giocatori forti, quelli che sono venuti nel Nuovo Mondo per chiudere la carriera: uno dei primi fu David Beckham, ma anche i vari Henry, Kakà e ultimo tra i top Wayne Rooney. Ma il campionato a stelle e strisce è anche gioventù, talento (potenziale) e speranza: in generale per la Lega, ma in alcuni casi anche per la nazionale americana, che sta cercando di risorgere con tanti giovani ragazzi che vengono dopo la generazione dei vari Donovan, Dempsey e Tim Howard.
Ne vediamo cinque, più o meno giovani.
MIGUEL ALMIRON – 1994 – Atlanta United – Trequartista
Il nome più chiacchierato degli ultimi mesi di calcio americano. Non contiamo Ibra, che vince sempre con ampio scarto. Il paraguayano di 24 anni sta illuminando con giocate brillanti gli stadi statunitensi: fisico longilineo e piede mancino educato, ama giocare tra le linee. Ha capacità realizzative importanti, ma come la maggior parte dei numeri 10 è il più classico dei giocatori da “ultimo passaggio”; 12 le marcature, 13 le assistenze in questa stagione, che hanno aiutato anche l’ex Torino Josef Martinez a risultare uno dei migliori attaccanti della lega. Alterna conclusioni potenti ad altre più precise e delicate, senza disdegnare alcune scorribande palla al piede (non ha grande fisicità, ma i suoi 175 cm gli permettono di reggere discretamente i contatti).
Il suo nome ultimamente è uscito sui grandi giornali sportivi, dato che su di lui si è riversato l’interesse di diversi top club europei: in estate si era parlato di Inter, ma la valutazione spaventò i nerazzurri. Si è fatto avanti l’Arsenal, che pare averlo praticamente acquistato per ben 13 milioni di euro, molti per un giocatore degli USA. Almiron, dopo il passato al Lanus ed il presente ad Atlanta, è pronto all’avventura inglese.
Perchè normalmente negli USA si sceglie di andare a fine carriera, ma in altri casi si parte dagli Stati Uniti per svoltare la propria avventura calcistica.

ALPHONSO DAVIES – 2000 – Vancouver Whitecaps – Esterno
Millennial, ma già detentore di alcuni record: giocatore più giovane ad aver esordito, segnato e preso un cartellino rosso con la nazionale canadese. A soli 18 anni. Esterno d’attacco tutta tecnica e velocità dei Vancouver Whitecaps, nasce in Liberia ma si trasferisce prestissimo in Canada a causa della guerra; è dotato di grande fisicità, ma il giovane Davies ha impressionato un po’ tutti per le sue qualità da funambolo: controllo e conduzione palla da giocatore sopra la media, ha grande forza nelle gambe (il che gli permette di essere esplosivo nel breve) e personalità da vendere, dato che a 18 anni già si prende responsabilità che in pochi si assumerebbero.
Qualcuno già lo vede come potenziale fenomeno del calcio mondiale, e non è un caso che una delle società più organizzate e lungimiranti d’Europa abbia anticipato la concorrenza: 10 milioni per strappare il piccolo – per modo di dire – Alphonso alle altre grandi del Vecchio Continente, ed ecco che il giovane canadese a gennaio diventerà un nuovo giocatore del Bayern Monaco. Di certo non per essere subito protagonista, ma crescere in un ambiente come quello bavarese gli darà sicuramente tanto.
E visto che nel suo ruolo potrà imparare da due mostri sacri come Robben e Ribery, ci sarà solo da divertirsi.

WIL TRAPP – 1993 – Columbus Crew – Centrocampista
Non è giovanissimo come Davies, ma è il classico usato sicuro che può far comodo a tante squadre europee. Trapp – non è ovviamente parente dell’ex portiere tedesco del PSG – è il centrocampista centrale dei Columbus Crew, dei quali è pure il capitano. Non solo, è anche il capitano della nuova nazionale degli USA, che ha scelto il carisma e la leadership di questo centrocampista centrale di 25 anni per guidare The Yanks.
Destro di piede, ha tecnica da vendere e una capacità di verticalizzare il gioco che può far gola a tanti club: non sono molti i giocatori che cercano l’imbucata con facilità nel calcio di oggi, motivo per il quale il nome di Trapp può entrare nei taccuini di molti club. Ha la faccia sveglia, quasi furba verrebbe da dire, ma rispecchia perfettamente il suo modo di giocare; svelto, rapido mentalmente e soprattutto sicuro di sé quando si tratta di prendere una scelta.
Se a 25 anni sei già leader indiscusso della tua nazionale – qualunque essa sia – un motivo ci deve essere. Per caratteristiche fisiche e tecniche potremmo definirlo un “Verratti” della MLS, ma adesso c’è da capire se continuerà la sua avventura negli USA o se tenterà il grande salto in uno dei principali campionati europei.

TYLER ADAMS – 1999 – New York Red Bulls – Centrocampista
Insieme a Timothy Weah è il talento più scintillante della nazionale statunitense. Il più classico dei giocatori moderni, che nasce centrocampista centrale ma all’occorrenza occupa anche il ruolo di terzino, senza alcun problema sia a destra che a sinistra. Un giocatore alla Joshua Kimmich, di quelli che hanno gamba e anche un discreto fisico ma con una tecnica tale da poter giocare anche nelle zone centrali e più calde del terreno di gioco; come detto è già uno dei punti fissi della nazionale degli USA, ma soprattutto è uno dei leader tecnici dei NY Red Bulls, che hanno cresciuto nella loro Academy questo ragazzino di soli 19 anni.
Tanti giocatori del passato degli USA ne hanno tessuto le lodi, e tanti lo danno già nel breve termine come possibile partente, con ovvia destinazione: Europa. Vista e considerata la società che pubblicizza la prima squadra di New York, pare ovvia la sua prossima città.
Anche in Germania c’è una squadra pubblicizzata Red Bull, ed è l’ambizioso Lipsia. L’occhio è già stato buttato nella Grande Mela, e Tyler Adams potrebbe finire proprio a Lipsia, dove i giovani sono sempre protagonisti e dove potrebbe continuare a sviluppare le sue enormi doti. Ha ancora limiti tattici – che sono sicuramente migliorabili in Europa – e alcune pecche tecniche, ma i ritmi del calcio europeo gli permetteranno un (quasi) ovvio salto di qualità.

DIEGO ROSSI – 1998 – Los Angeles FC – Attaccante
Oggi va di moda la definizione di garra charrua, ed in effetti un po’ la si vede in questo ragazzo uruguaiano di chiare origini italiane. Diego Rossi, 20 anni, attaccante della seconda squadra di Los Angeles, è arrivato in punta di piedi in California dal glorioso Peñarol; è un attaccante minuto, molto veloce e dotato tecnicamente, che ama partire dall’esterno: piede destro, sa giocare su entrambe le fasce – il che gli permette sia di assistere i compagni dal fondo che di concludere in porta rientrando – ma ha sviluppato, a dispetto del suo fisico, una notevole capacità realizzativa anche partendo dentro l’area di rigore. Rapace, nonostante i suoi 170 cm che non gli permettono di svettare tra i centrali avversari.
Tra i giocatori citati probabilmente non è il più talentuoso, ma nonostante tutto la sua voglia di emergere e la sua cattiveria agonistica gli permettono di emergere anche tra i colossi – come storia e come fisico – del calcio made in USA. Se in Uruguay aveva colpito per velocità e assist, in America si sta facendo vedere anche in zona gol (10 gol nella stagione passata), il che potrebbe dargli la possibilità di mettersi in mostra.
Garra o non garra, Diego Rossi sta attirando l’attenzione.
