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I bomber d’esperienza | Numero Diez Calcio Focus

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I bomber d’esperienza

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Uno dei molteplici fattori che contraddistinguono la bravura di un centravanti è sicuramente la sua esperienza maturata con l’età, e non è un caso che negli ultimi anni i migliori realizzatori della Serie A siano stati calciatori ultra trentenni (tranne in alcuni casi). Il massimo campionato italiano è decisamente uno dei più complicati a causa dell’abuso del tatticismo che molte volte lascia poco spazio alla tecnica ed alla fantasia, togliendo purtroppo molta spettacolarità nelle sfide. Le difese nostrane sono particolarmente arcigne proprio per questa peculiarità: l’utilizzo di schemi tattici e decisioni prestabilite non consentono troppa libertà ai finalizzatori avversari, dovendo riuscire a segnare parecchie volte attraverso l’ausilio dell’astuzia. La classifica marcatori delle ultimi 10 anni rispecchia molto questa tendenza, infatti nell’ultima stagione il bomber che ha gonfiato la rete più spesso è stato Fabio Quagliarella a 36 anni.

I CAPOCANNONIERI DELL’ULTIMO DECENNIO

Se si guardasse a ritroso la classifica marcatori dalla stagione 2009-2010 si potrebbe notare come nel podio dei goleador si classifichino almeno 2 attaccanti con più di 30 candeline. Nell’annata in cui l’Inter vinse il Triplete a guidare la classifica marcatori c’era Antonio Di Natale (32 anni, quasi 33) con 29 reti seguito successivamente da Diego Milito e Fabrizio Miccoli (quasi 31 anni per entrambi) con rispettivamente 22 e 19 marcature realizzate. La stagione successiva ha visto ancora Di Natale riproporsi come capocannoniere del campionato con 28 gol, succeduto da Edinson Cavani (24 anni) e Samuel Eto’o (30 anni) con 26 reti per l’uruguagio e 21 per il camerunense. Nell’edizione 2011-12 a primeggiare tra i bomber è stato Zlatan Ibrahimovic (quasi 32 anni) con 28 realizzazioni, alle spalle dello svedese: Milito con 24 marcature e Cavani con 23.

Fonte immagine: profilo Instagram ufficiale di Antonio Di Natale @totodinatalereal

Questi sono solo alcuni esempi più datati, ma se si guardasse le ultime 3 stagioni di Serie A i dati non sono cambiati più di tanto. Nell’annata targata 2016/17 l’attaccante più prolifico è stato Edin Dzeko (31 anni) segnando 29 reti, il bosniaco ha preceduto Dries Mertens (30 anni) a quota 28 ed Andrea Belotti a quota 26 marcature. L’anno successivo è stato atipico in quanto nella Top 3 dei bomber stagionali non si è classificato nessun over 30 con Mauro Icardi e Ciro Immobile che hanno condiviso il podio più alto dei marcatori appaiati da 29 gol, seguiti da Paulo Dybala con 22 sigilli. L’ultima annata è stata quella di Fabio Quagliarella che si è laureato capocannoniere con 26 reti, primeggiando sugli exploit di Duvan Zapata, Krysztof Piatek e sul marziano Cristiano Ronaldo. Nei campionati tra il 2012 al 2016 si sono alternati nelle prime posizioni per “il trono del gol” calciatori del calibro di Luca Toni con il suo Hellas Verona, Antonio Di Natale fino al suo ritiro e Carlos Tevez prima di tornare al suo amato Boca Juniors. Questi sono solo i migliori, ma ci sono moltissimi altri nomi decisamente meno altisonanti che hanno sempre fatto la differenza sotto porta per le squadre in cui hanno giocato, segnando in media i loro 13/14 gol stagionali che risultavano utili magari per la salvezza o per un posto in Europa League.

Fonte immagine: profilo Instagram ufficiale di Edin Dzeko @ed_dzeko

IL VALORE DELL’ESPERIENZA

Ogni squadra che parteciperà alla prossima edizione della Serie A ha nel proprio undici iniziale dei calciatori esperti e che nei momenti difficili possano aiutare la squadra, magari segnando gol pesanti. Le compagini neopromosse o quelle che vogliono puntare ad una salvezza tranquilla sanno bene che ogni punto è fondamentale ed un attacco prolifico coadiuvato da una difesa efficace permette di raggiungere il proprio obbiettivo senza troppe difficoltà. L’esperienza è un valore fondamentale e in certi casi può anche risultare più importante delle doti tecniche stesse: molte volte difensori mediocri sono riusciti ad arginare attaccanti più forti e giovani solamente grazie all’ausilio della loro anzianità. Per questo motivo attaccanti come Giampaolo Pazzini, che tornerà in Serie A con il suo Hellas Verona, possono ancora dare tanto al campionato del Bel Paese, avendo funzioni che vanno anche oltre il semplice gol. Un calciatore esperto è capace di gestire meglio le pressioni che girano intorno a sé ed alla squadra, inoltre ha molta consapevolezza dei propri limiti e delle proprie virtù, sapendo coscientemente sempre cosa fare e quando farla.

Fonte immagine: profilo Instagram ufficiale di Giampaolo Pazzini @pazzini

L’ESPERIENZA OFFENSIVA NELLA NUOVA SERIE A

Il concetto di esperienza si può racchiudere essenzialmente in due tipi: l’esperienza maturata in una certa categoria e l’esperienza ottenuta nel proprio ruolo. Nella massima serie nostrana sarebbe ottimale averle entrambe per poter rendere al meglio nel corso dell’intero campionato. Molte squadre che giocheranno in Serie A il prossimo anno hanno giocatori esperti, in particolare nel reparto avanzato. Tra le neopromosse l’Hellas Verona può vantare Giampaolo Pazzini che ha dichiarato negli ultimi giorni:

“C’è tanta voglia di tornare in Serie A, mi sento più a casa rispetto che in B. Da neopromossa è difficile, c’è gap di differenza dalle altre. Dovremo sopperire con le nostre qualità, con determinazione…”.

Il Brescia arriva dalla Serie B grazie ai gol e alle super prestazioni di Alfredo Donnarumma ed Ernesto Torregrossa, che hanno sì una buona esperienza in Serie B ma particamente nessuna in A. Stesso identico discorso per il Lecce con Filippo Falco e Andrea La Mantia: tanta esperienza in B ma anche loro poca nel massimo campionato. Sarà importante acquistare profili giusti per affrontare la stagione con il reparto offensivo ben assortito così da avere dei buoni sostituti in caso di squalifiche ed espulsioni. Il Cagliari invece ripartirà da una delle poche certezze della stagione scorsa, ovvero quel Leonardo Pavoletti che ha trascinato la squadra ad una travagliata salvezza con 16 marcature. La Spal potrà contare su un fronte offensivo niente male che, dopo l’esplosione di Petagna (16 reti), è riuscita a farsi valere anche sotto porta. La società ferrarese può contare ancora su attacanti esperti da inserire a partita in corso come Sergio Floccari, fondamentale nel finale di stagione, e Alberto Paloschi. Il Genoa ripartirà dal gioco grazie all’ingaggio come allenatore di Aurelio Andreazzoli che ha fatto giocare divinamente l’Empoli anche se è stato immeritatamente retrocesso. Uno dei cardini offensivi del grifone è Goran Pandev che potrebbe riscoprire una seconda giovinezza proprio grazie all’arrivo del nuovo allenatore, che valorizzerebbe le indubbie qualità tecniche del macedone.

Fonte immagine: profilo Instagram ufficiale di Goran Pandev @goranpandev19

Il Parma riproporrà un mercato importante per migliorare la salvezza dello scorso anno, non scomodando però titolari inamovibili come Gervinho, il capocannoniere della squadra con 11 gol. La Sampdoria senza dubbio ripartirà dal capocannoniere dell’ultimo campionato, Fabio Quagliarella. Sarà interessante vedere come si adatterà agli schemi di gioco di Eusebio Di Francesco, dovendo rinnovarsi a 36 anni dopo le ottime stagioni disputate sotto la gestione di Giampaolo. Il Bologna ha riconfermato Mihajlovic dopo l’ottimo lavoro svolto: Rodrigo Palacio è stato uno dei pilastri della formazione rossoblù, diventando veramente l’uomo in più grazie alla sua intelligenza maturata negli anni ed essendo anche un punto di riferimento per i compagni più giovani come Riccardo Orsolini. Il Sassuolo invece ha deciso di rinforzarsi davanti con l’acquisto dall’Empoli di Francesco Caputo, l’ex capitano della formazione toscana ha concluso l’annata con 16 gol. Mister De Zerbi ha individuato in Caputo il profilo giusto che possa coadiuvare il lavoro per la squadra e la vena realizzativa.

Fonte immagine: profilo Instagram ufficiale di Francesco Caputo @cicciocaputo11

Tra le compagini che punteranno ai piazzamenti nella parte alta della classifica molte stanno cercando un centravanti importante. L’Inter vorrebbe riuscire a strappare alla Roma Edin Dzeko in quanto sarebbe la pedina ideale per il gioco di Antonio Conte. La Juventus nel frattempo sta cercando invece di ringiovanire, vendendo Mandzukic ed Higuain, e provando magari ad arrivare a Mauro Icardi da affiancare alla stella della squadra bianconera Cristiano Ronaldo. Quest’anno il portoghese non è riuscito a vincere la classifica marcatori, arrivando appena quarto con 21 realizzazioni, ma sicuramente ci riproverà nella nuova stagione. L’esperienza internazionale di CR7 però serivirà in un ambito ancora più importante del campionato, dato che l’obbiettivo della Juventus è la Champions League e Ronaldo, con le personali 5 vittorie della competizione europea, potrà dire certamente la sua. L’Atalanta continuerà a stupire anche in Champions League trascinata dai suoi uomini più talentuosi e allo stesso tempo più maturi: il Papu Gomez e Josip Ilicic. Il meccanismo creato da Gasperini è il perfetto esempio del mix tra calciatori giovani ed esperti, e a Bergamo, questo fortunato binomio è riuscito a stupire in Italia e in Europa. Il Napoli di Ancelotti è pronto a fare il salto di qualità per provare a contendere il trono di campione d’Italia alla Juventus, e i nomi che orbitano intorno alla società azzurra sono di livello assoluto; tuttavia, i partenopei non possono che fare affidamento alle certezze già in ros. Una di quelle è sicuramente Dries Mertens, che secondo molti, dopo l’addio di Sarri, avrebbe addirittura perso totalmente la titolarità. Il belga invece ha collezionato 35 presenze condite da 6 gol, spodestando spesso Lorenzo Insigne dall’undici titolare. 

Fonte immagine: profilo Instagram ufficiale di Dries Mertens @driesmertens

La squadre di Serie A sono ancora in fase di restauro in vista della prossima stagione, ma molti allenatori e direttori sportivi sanno che dovranno puntare sempre sui giocatori d’esperienza.

(Fonte immagine di copertina: profilo Instagram ufficiale di Fabio Quagliarella @fabioquagliarella27_official)

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Arrivano le parole di Gravina su Acerbi: “La sentenza va rispettata”

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FIGC

Dopa la decisione del giudice sportivo di assolvere Acerbi sono arrivate le dichiarazioni del presidente della Figc Gabriele Gravina circa l’accaduto. Nelle ultime ore la sentenza aveva scatenato le reazioni più disparate, a partire dall’indignazione del Napoli resa nota tramite un suo comunicato ufficiale. A cercare di placare le acque ci ha provato proprio Gravina, a conclusione dell’Assemblea di Lega odierna. Gravina ha invocato il rispetto verso la sentenza del giudice sportivo. Inoltre si è pure detto disposto a credere alla difesa di Acerbi che aveva saltato per via del caso gli ultimi impegni con la Nazionale italiana. Di seguito vi riportiamo le sue dichiarazioni.

GRAVINA – “L’assoluzione di Acerbi? Si tratta di una decisione del giudice che tutti devono accettare, compreso chi non si sente soddisfatto. Esistono  principi che devono essere rispettati altrimenti corriamo il rischio di  far saltare tutto il sistema. Io accetto il verdetto e sul piano umano  abbraccerò il ragazzo quando lo incontrerò. Abbiamo saputo di una verifica da parte del giudice sportivo e allora, per evitare forme di distrazione, lo abbiamo lasciato a casa. È stata una decisione a scopo precauzionale, non perché già condannato. Acerbi ha fornito le proprie motivazioni e noi crediamo alle parole del ragazzo”.

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Flash News

Kvaratskhelia in dubbio per l’Atalanta: oggi la decisione

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Khvicha Kvaratskhelia, giocatore del Napoli - Serie A, Coppa Italia, Supercoppa Italiana, Champions League

Nella giornata di oggi Khvicha Kvaratskhelia farà ritorno a Napoli. Nel corso del match contro la Grecia che è poi valso la qualificazione a EURO24 con la sua Georgia, l’esterno sinistro è stato costretto ad uscire dal campo a causa di un dolore all’inguine. La sua nazionale ha poi vinto lo stesso ai calci di rigore. La sua presenza contro l’Atalanta resta ancora in dubbio.

LE CONDIZIONI DI KVARATSKHEILA

Come riporta Il Mattino, Kvaratskhelia sarà valutato nelle prossime ore dallo staff del Napoli. La speranza è che si tratti solo di un affaticamento muscolare. Se così dovesse essere la sua presenza in campo per la sfida contro l’Atalanta non sembra essere in discussione. Se invece si dovesse trattare di uno stiramento il georgiano dovrà stare ai box per qualche settimana. il Napoli aspetta il rientro di Kvaratskhelia per capire se sarà necessaria o meno una risonanza magnetica. Vedendo i video che sono circolati sui profili social dello stesso georgiano, che lo ritraevano festeggiare coi compagni, la speranza è che davvero non sia nulla di grave. Il popolo azzurro dovrà restare con il fiato sospeso ancora per qualche ora. Ricordare l’importanza della sfida contro l’Atalanta è quasi superfluo: si potrebbe trattare infatti dell’ultima chance per la Champions League.

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Calcio Internazionale

Futuro Lewandowski: l’Arabia un’opzione ma attenzione all’Atletico

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Barcellona Lewandowski

Il futuro di Robert Lewandowski è molto incerto. I media spagnoli parlano da qualche settimana di un interesse molto forte da parte dell’Arabia Saudita. Si parla addirittura di un’offerta da 100 milioni di ingaggio, cifre folli che potrebbero far vacillare l’attaccante polacco. Secondo quando riporta Sport ES però, su Lewandowski ci sarebbe anche un interesse di un altro club spagnolo: l’Atletico Madrid. Nonostante la rivalità sportiva tra Barcellona e Atletico, le due società hanno spesso fatto affari insieme, quindi quest’operazione non sembra del tutto impossibile.

Lewandowski non sembra voler andare via da Barcellona, ma il club catalano sta prendendo in considerazione una sua possibile cessione, in quando per contratto, l’ingaggio del giocatore è destinato a salire con il passare degli anni. Il classe ’88 ha segnato 20 gol e fornito 9 assist in 39 partite totali: numeri ancora una volta super. La carta d’identità però recita 35 anni e anche per questo motivo il Barcellona potrebbe decidere di sacrificare il suo bomber per puntare su un giocatore più giovane come Vitor Roque, andando ad allinearsi con la politica del club degli ultimi anni.

Una cosa è certa: chiunque riuscirà ad accaparrarsi il contratto di Lewandowski sarà autore di un affare. Basterà solo aspettare per vedere con quale maglietta segnerà una valanga di gol il prossimo anno.

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Calcio Internazionale

ESCLUSIVA – Andrea Compagno, dalla chiamata in Nazionale di Mancini all’avventura in Cina

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Andrea Compagno

Andrea Compagno si è da poco trasferito in Cina, al Tianjin Tiger Football Club, lasciando lo Steaua Bucarest dopo 1 anno e mezzo di gol e grandi soddisfazioni personali. Compagno è nativo di Palermo, nel quale gioca con le giovanili della squadra della città prima di trasferirsi al Catania. Inizia dunque il suo girovagare per l’Italia, sempre giocando nei vari gironi della Serie D, ma senza mai incidere veramente. La sliding doors della sua carriera porta il nome di San Marino, dove va a giocare accasandosi al Tre Fiori.

All’ombra del Titano Compagno vince campionato e coppa, venendo eletto nella stagione 2018/2019 miglior giocatore straniero e capocannoniere del campionato con 22 gol. Trova anche il tempo di segnare il suo primo gol internazionale durante i preliminari di Europa League. Tutto ciò gli vale la chiamata del Craiova, nella Serie B romena, che vince al primo tentativo. L’impatto in SuperLiga è ottimo, tanto da convincere lo Steaua Bucarest (oggi FCSB) a comprarlo per 1.5 milioni di euro, più una clausola del 10% sulla futura rivendita. Nel 2022 è il miglior marcatore italiano nei massimi campionati europei, con Mancini, allora CT della Nazionale, che confida ai media di seguirlo.

La chiamata del tecnico arriva, con la dirigenza dello Steaua Bucarest che riceve la notifica dell’inserimento del loro attaccante nella lista dei pre-convocati di marzo 2023. Andrea Compagno vive il momento più alto della sua carriera, ma inspiegabilmente, all’alba della corrente stagione, arriva la rottura con la società. Il vulcanico presidente dello Steaua, George Becali, cambia improvvisamente opinione su Compagno. Tante le parole dette e riportate dai giornali romeni sulla trattativa che lo ha portato in Cina, ma in esclusiva per l’Italia, Compagno ha spiegato a noi di Numero Diez come sono andate realmente le cose, ripercorrendo questi mesi così difficili per lui. Inevitabile porre uno sguardo su quello che è stato il suo passato, sulle tante fatiche fatte per arrivare dove è oggi, ma anche sul suo futuro, in un altro continente e con la solita voglia di migliorarsi giorno dopo giorno.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA SERIE D E L’ALL IN CON SAN MARINO

In Italia hai giocato in Serie D, spostandoti dal Sud al Nord sin da molto giovane, con contratti che specialmente all’inizio ti obbligavano ad andare a fare la spesa con la calcolatrice. Che consiglio ti senti di dare a quei ragazzi che stanno vivendo oggi quel tuo momento?

Quello è stato un periodo bello e brutto allo stesso tempo. Lì vedi più passione di quella che trovi a livelli più alti. Andando avanti nella mia carriera ho visto molti giocatori con la pancia piena, che mi hanno fatto pensare a quanti miei vecchi compagni di squadra avrebbero pagato per essere al loro posto. Quello che a me ha salvato è stato vivere nel mio sogno, nella incondizionata fiducia di potercela fare. Vivevo, mi allenavo e giocavo come se fossi in Serie A. Neanche quando prendevo 400 euro al mese la mia testa è andata a cercare altro, un qualcosa di più sicuro. Fondamentale poi è stata la perenne voglia di migliorarmi. Ce l’ho ancora adesso e penso che ce l’avrò fino all’ultimo giorno della mia vita“.

Lo snodo cruciale della tua carriera è stato scegliere di andare a giocare a San Marino. Nonostante non fosse una lega di livello, era un campionato che ti permetteva di giocarti le coppe europee, cosa che nel CV di un calciatore fa la differenza.

Sono coincise due cose. La risoluzione di un problema alle ginocchia in primis, una condropatia rotulea, grazie a un medico di Palermo che ha capito quale fosse il problema. Fino a quel momento io mi ero abituato all’idea di dover giocare a calcio con il dolore. E poi essendo a San Marino mi stavo giocando un trofeo e l’accesso ai preliminari delle coppe europee, cosa che mi galvanizzava. Ho fatto molto bene, trovando anche il gol in Europa e riuscendo ad aprirmi le porte per l’estero“.

Dopo tutto il tuo percorso, dopo tutte le fatiche che hai dovuto affrontare, cosa ha voluto dire per te essere nella lista dei convocati della Nazionale campione d’Europa?  

Ancora adesso mi vengono i brividi a pensarci. Era un buon momento della stagione con lo Steaua, eravamo in una buona posizione in classifica e a coronamento del momento arriva la chiamata. Mi cercavano tutti, ma a me non piace stare sotto i riflettori, volevo essere concentrato sul campo e sulla squadra. Sono orgoglioso se ripenso a ciò che ho fatto e ciò che ho ottenuto, per me era impensabile. L’unico rimpianto è stato poi che la convocazione in sé non si è concretizzata, per cui non ho mai varcato i cancelli di Coverciano. Farlo penso che avrebbe donato a qualche direttore di squadre di Serie A un pizzico di coraggio in più sullo scommettere su di me la scorsa estate. Rimane però tutto così bello e magnifico che per me è impossibile dargli un’accezione negativa“.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – L’ESCLUSIONE SENZA PREAVVISO ALLO STEAUA

Il tuo trasferimento dallo Steaua Bucarest ha molto a che fare con i rapporti compromessi con il presidente. La sua opinione su di te quando cambia e perché?

Dopo la stagione dei 21 gol, per cui per me era inimmaginabile in quel momento un cambio di opinione sul mio conto. Inoltre aveva deciso di giocare con il falso 9. Un attaccante con le mie caratteristiche non era più quello che voleva, secondo lui non ero neanche da Steaua Bucarest. Ha fatto si che giocassero punte centrali dei calciatori non abituati a quel ruolo pur di non mettere me. Sono stati 6 mesi d’inferno da questo punto di vista, ma i tifosi mi hanno sempre dimostrato il loro affetto. Mi dispiace per come si è chiusa, se proprio avessi dovuto lasciare lo Steaua, l’ideale sarebbe stato farlo d’estate. Dopo i tanti gol e la chiamata di Mancini, sarebbe stato perfetto andare in crescendo, aumentando l’importanza del campionato“.

C’è stata una concreta opportunità durante quel periodo di fare questo salto di qualità?

Il mio obiettivo era quello di andare in un campionato che fosse più competitivo agli occhi della Serie A, che rimane il mio sogno. Quello olandese o quello belga sarebbero stati perfetti. Un’offerta come quella che desideravo era anche arrivata, dall’Heerenveen in particolare. Offrirono 1.5 milioni, ma il presidente rilanciò a 2. In quel frangente non voleva cedermi, l’obiettivo era entrare nei gironi della Conference League. Nel momento in cui non ci riuscimmo, si convisse del fatto che in campionato avrebbe voluto quel famoso falso 9. Tutto questo però è accaduto poco dopo aver rifiutato l’offerta dell’Heerenveen. Erano arrivate anche proposte dall’Italia, dalla Serie B, ma sentivo che non fosse la tappa ideale per il mio percorso“.

E come mai se il tuo obiettivo è giocare un giorno in Serie A, hai deciso di rifiutare la cadetteria? Per certi versi ti avrebbe avvicinato al suo raggiungimento. 

Se fossi sceso in una lega di secondo livello, avrei poi avuto problemi se un un giorno avessi scelto di tornare all’estero. La Serie B è un campionato di assoluta importanza, con molta più qualità di quella che ne è la sua considerazione in altri paesi, ma fuori dall’Italia si concentrano su altro. Prima di te guardano altri 100 mila giocatori che giocano in campionati di serie superiori, anche se di livello inferiore alla B. Stare all’estero mi ha dato tanto, non voglio perderlo. Oltre quelle c’erano state offerte dal Kazakistan e dall’Ungheria, ma non avrei alzato il livello rispetto la Romania come volevo“.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA VERITÀ SULLA TRATTATIVA CON IL KONYASPOR

I giornali romeni hanno riportato anche dell’offerta del Konyaspor, in Turchia, che però avresti rifiutato nonostante saresti stato in un campionato con diversi ponti per la Serie A. 

Proprio per tutto il discorso che abbiamo fatto finora sul prestigio del campionato, io do subito la mia disponibilità quando vengo a sapere di quest’offerta da 150 mila euro che avevano fatto al club. Era una trattativa ben avviata, ma sono mancate le condizioni per chiuderla“.

È stata fatta uscire la notizia per la quale l’offerta del Konyaspor non fosse di 150 mila euro, ma di circa mezzo milione, e che tu avessi rifiutato la destinazione preferendo lo stipendio cinese. 

Tutte cavolate, sia le cifre sia il fatto che l’offerta del Konyaspor fosse arrivata insieme a quella cinese. Si era semplicemente inserita una persona che per puro interesse personale prometteva al presidente di fargli arrivare un’offerta più alta dalla Turchia, ma non ce ne era più nessuna in realtà. In Cina stava per arrivare il capodanno cinese, e mi avrebbero dovuto tesserare per forza prima di questa scadenza. Per colpa di questo contrattempo stavo rischiando di non ultimare in tempo i dettagli con il Tianjin“.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA CINA COME NUOVA TERRA DA CONQUISTARE

Non ti ha spaventato la fuga dei grandi nomi che c’è stata negli ultimi anni dal campionato cinese nel momento in cui lo hai scelto? 

Non posso esserne spaventato. Quelli erano giocatori che percepivano stipendi molto lontani dalla mia situazione. È un’opportunità importante per me, ci sono solo 5 posti per gli stranieri per squadra, e le speranze che ripongono in questi sono alte. Per questo è difficile vedere dei contratti lunghi, ma anche solo entrare nel campionato è complicato“.

Cosa ti ha sorpreso in questi primi mesi lì?

Il livello degli stranieri è molto alto, ma anche tra i cinesi vedo buone individualità. Certo, le mie sono solo prime impressioni, sono appena arrivato, ma è chiaro che loro stiano investendo tanto. Hanno degli stadi enormi e all’avanguardia, nella città dove sono io ce n’è uno da 30 mila posti e un altro da 60 mila. Non hanno però la cultura del centro d’allenamento come casa base, noi ci alleniamo direttamente allo stadio per esempio. È diverso da quello a cui ero abituato. Quello che certamente dimostrano è tanto entusiasmo e tanta organizzazione, che si riflette anche in allenamento. Prepariamo ogni situazione, calci piazzati, rimesse laterali… sto lavorando sulla tattica molto più qui che in passato“.

La Cina porta 4 squadre alla Champions League asiatica, che oltre a essere un’altra competizione internazionale a cui potresti prendere parte, ti potrebbe far vivere delle esperienze con giocatori incredibili. Quanto speri di ritrovarti a giocare il prossimo anno con personaggi del calibro di CR7?

Se non è lui ce ne sono tanti altri. Qui c’è un entusiasmo incredibile anche solo per il campionato, non oso immaginare cosa vorrebbe dire fare la Champions. Sono sincero, come ho fatto appena arrivato in Romania, me la voglio vivere giorno per giorno. Ragiono partita dopo partita con la volontà di farmi apprezza qua come fatto altrove“.

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