A quattro giornate dal termine la Liga spagnola ha in programma il derby di Madrid, partita carica di significati.
Come sempre, quando il teatro è lo stadio dell’Atlético, il clima sarà infuocato, con i colchoneros alla ricerca di punti per la qualificazione Champions.
La storia del derby madrileno pende decisamente a favore dei blancos, i biancorossi non vincono in casa contro i rivali da 8 anni e, più in generale, hanno vinto solamente cinque volte negli ultimi 42 anni.
Queste sono le ultime cinque vittorie casalinghe dell’Atlético Madrid sul Real, un modo per ricordare gli acuti dei colchoneros, che meriterebbero sicuramente di più.
“Play the game, everybody, play the game of love”.
Il 1980 è l’anno di “The Game”, ottavo album dei Queen, vero e proprio successo in termini di incassi, ma è anche l’anno della Real Sociedad. I baschi diventano Campioni di Spagna per la prima volta, seppur con gli stessi punti del Real Madrid, penalizzato dagli scontri diretti.
Dietro ai blancos si piazzano i cugini dell’Atlético, che a quattro giorni dal Natale rifilano uno scherzo al Real. Al Vicente Calderón i colchoneros subiscono la rete di Juanito, uno dei calciatori più amati dai tifosi blancos ancora oggi, ma protestano duramente.
Sull’azione del gol, infatti, il portiere biancorosso Navarro esce in presa alta, ma si scontra con il centravanti del Real, l’inglese Cunningham e perde la sfera. Sul pallone si avventa Juanito che non sbaglia.
L’arbitro non ravvisa alcuna irregolarità e conferma la rete, nonostante le ire del pubblico di casa.
Al 44’ arriva il pareggio dell’Atlético, grazie a Quique, uno degli idoli di casa, che prima si fa parare il rigore e poi mette dentro la ribattuta. Nella ripresa arriva il doppio colpo decisivo per la vittoria. Al 62’ Cano trova il gol di testa dopo un bello schema su punizione, mentre al 68’ ci pensa Dirceu a chiudere i giochi con un rigore (molto generoso). Una tragica appendice unisce tre protagonisti di questa partita. Juanito, Cunningham e Dirceu troveranno la morte in tre incidenti stradali, per una sorta di beffardo scherzo del destino.
04/03/1984: HUGOL, DALLA PARTE OPPOSTA
“Finché nessuno ci darà… Una terra promessa, un mondo diverso dove crescere i nostri pensieri”.
Al Festival di Sanremo, appena terminato, è letteralmente esploso un ragazzo romano, Eros Ramazzotti, che lascia tutti a bocca aperta con la sua “Terra Promessa”.
Una terra come quella descritta da Eros sembra averla trovata Hugo Sánchez, formidabile attaccante messicano, famoso per le sue acrobazie e le sue esultanze. “Hugol”, come lo chiamano in Spagna, legherà il suo nome al Real Madrid, con cui vince 5 campionati e una Coppa UEFA tra il 1985 e il 1992. Il messicano, però, arriva in terra iberica nel 1981, scelto dall’Atlético come scommessa offensiva.
Nelle sue quattro stagioni con i colchoneros, Sánchez segna 82 reti, dimostrandosi attaccante decisamente appropriato per il campionato spagnolo.
Nella stagione 1983/84, l’annata che chiude il quadriennio di dominio basco, con l’Athletic Bilbao campione per la seconda volta consecutiva (dopo le due vittorie della Real Sociedad), il derby arriva a marzo.
In un Vicente Calderón gremito i biancorosso vincono 1-0 contro il Real. La rete decisiva, su rigore, la segna un messicano riccioluto, che ancora non lo sa, ma farà grandi cose anche in maglia blanca: Hugo Sánchez.
“Your music talks to me and hits me tonight, one candle burning, I hear you say. So let there be love”.
“Let There Be Love” è una delle canzoni con cui i Simple Minds si presentano agli anni ’90.
Il 3 gennaio 1992, il Real Madrid, ancora imbattuto, è di scena al Calderón, contro un Atlético che ha in mente uno sgambetto bello e buono verso i cugini.
Dopo neppure un minuto di gioco, Vizcaino raccoglie una respinta della difesa del Real e mette in rete il gol del vantaggio. Il pubblico esplode e inizia a credere davvero di poter tornare a vincere, a 8 anni dall’ultima volta.
I blancos sembrano tramortiti dal colpo subito a freddo e cercano di reagire, ma in maniera troppo frenetica. In avvio di ripresa, al 47’, Manolo aggancia splendidamente un pallone proveniente dalla destra e batte Buyo per la seconda volta.
Gli assalti del Real sono inutili, l’Atlético vince e si rilancia nelle zone alte. A fine stagione il Real perderà il titolo per un solo punto sul Barcellona, ulteriore motivo di gioia per i colchoneros, che conquistano la Copa del Rey e chiudono terzi.
“Fallin’ all over myself to lick your heart and taste your health ’cause… with the birds I’ll share this lonely viewin”.
“Scar Tissue”, primo estratto del settimo album dei RHCP, resta una dei pezzi più apprezzati della band losangelina.
Mente le radio suonano questa canzone, la Liga 1998/99 sta terminando, decisamente sul tardi, visto che siamo a giugno. La penultima giornata mette in scena il derby madrileno, con il Real già sicuro del secondo posto, alle spalle del Barcellona e un Atlético decisamente ridimensionato dal modesto tredicesimo posto.
La partita, dunque, sembra non avere storia, ma i colchoneros sfoderano una grandissima prestazione.
Dopo soli 7 minuti, “El Mago” Valerón pesca in area José Mari, che apre le marcature. Prima della mezz’ora arriva il pareggio di Morientes, ma è solamente un episodio, perché l’Atlético è padrone del campo.
La squadra di Antić si riporta in vantaggio a fine primo tempo con Lardín, che esplode un esterno sinistro splendido.
Ad un quarto d’ora dalla fine, poi, Juninho Paulista chiude i conti con un bel destro piazzato, che non da scampo a Illgner.
L’Atlético perderà anche la finale di Copa del Rey, contro il Valencia, il 26 giugno, ma la vittoria nel derby resta comunque un dolce ricordo per i tifosi.
“My head’s spinning around, I can’t see clear no more. What are you waiting for? Love me like you do”.
Ellie Goulding ha ricevuto molti elogi per questa canzone, inserita nella trasposizione di “50 sfumature di grigio”, fenomeno cult del periodo.
In Liga il Barcellona e il Real Madrid sembrano fare un campionato a parte, saranno 94 e 92 i punti finali delle due squadre. I blancos perdono entrambi i derby, avvenimento che non accadeva dal 1950/51.
La partita di ritorno, il 7 febbraio, resta uno dei derby più amati dai tifosi dei colchoneros.
Nei primi venti minuti i biancorossi, spinti da un pubblico spettacolare, segnano due reti. La prima, al 14’, con Tiago, armato dalla sponda di Mandzukic, la seconda al 18’, con Saúl che si inventa una rovesciata splendida da distanza ravvicinata. Il Real è alle corde.
Nella ripresa arriva anche la rete di Griezmann, ancora su sponda di Mandzukic, immarcabile.
Nel finale arriva il gol del centravanti croato, di testa, su cross di Torres.
Un 4-0 storico, che non lascia spazio a repliche e, soprattutto, rappresenta l’ultima gioia casalinga per i colchoneros, che ora aspettano domani per provare a scrivere una nuova pagina di storia a tinte biancorosse.