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I migliori ritorni in Serie A

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I migliori ritorni in Serie A

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Questa è stata decisamente la sessione di mercato dei grandi ritorni. La Serie A ha riaccolto tanti ex, partiti per trovare la fortuna all’estero, ma che non hanno saputo resister al richiamo di “casa”. Sansone, Gabbiadini, Viviano, Kucka, Okaka e soprattutto Luis Muriel. Il colombiano è stato il grande protagonista nella gara d’esordio di ieri, proprio contro la sua Samp. La prestazione del nuovo acquisto viola fa sognare i tifosi della Fiorentina, ma nel frattempo ripercorriamo alcuni dei ritorni migliori nel campionato italiano delle ultime stagioni.

KAKÀ

Quando Ricardo Izecson dos Santos Leite, in arte Kakà, si trasferisce al Real Madrid nel 2009, il cuore di molti tifosi rossoneri subisce un colpo durissimo. Con la maglia del Milan, il fantasista brasiliano aveva vinto praticamente tutto e si era aggiudicato anche il Pallone d’Oro. Difficile dire addio ad un calciatore del genere, ma 67 milioni di euro, rendono l’offerta dei Blancos irrinunciabile. Le stagioni madrilene di Kakà sono buone, ma forse al di sotto delle aspettative. Il feeling con i tifosi del Real non sboccia mai e allora nel settembre 2013 la casacca numero 22 del Diavolo torna sulle spalle del suo legittimo proprietario. Capolavoro clamoroso di Galliani che si assicura il calciatore a titolo gratuito. Il pubblico è diviso tra gli entusiasti e gli scettici, in molti parlano di minestra riscaldata. Esordisce alla prima occasione disponibile ma un problema muscolare lo rallenta e alimenta le critiche. Dopo aver rinunciato volontariamente allo stipendio per la durata di tutto il suo infortunio, Ricky torna in campo e lascia ancora il segno. Raggiunge prima le 100 reti e poi le 300 presenze con la maglia del Milan e indossa più volte la fascia di capitano. Conclude la stagione con 9 goal in 37 presenze. Certamente la seconda esperienza milanista non può essere paragonata alla prima, ma si può comunque ritenere più che positiva. Rimane inoltre l’ennesima dimostrazione d’amore di Kakà ai colori rossoneri.

Kakà con la maglia celebrativa per i 100 goal con il Milan.

RONALDO

Altro giro, altro ritorno di un brasiliano. Questa volta si parla di Ronaldo Luis Nazario da Lima, non servono altre presentazioni. Tutti ricordano le sue scorribande in mezzo al prato con le maglie di Barcellona, Inter e Real. Con i nerazzurri una Coppa Uefa, il Pallone d’Oro e quel maledetto scudetto mancato. Nonostante il Palmares sia “povero”, Ronaldo è indiscutibilmente uno dei calciatori più forti del mondo e, come nel caso di Kakà, nel 2002 arriva la chiamata del Madrid. In pochi hanno saputo dire no alla camiseta blanca e Ronnie non fa eccezione. Dopo l’esperienza in Spagna però, ancora una volta in maniera analoga al suo connazionale avviene il ritorno in A. Nulla di strano se non fosse che anche Ronaldo sceglie questa volta la maglia rossonera. È il gennaio 2007, costo dell’operazione 7,5 milioni. Il tradimento è servito con l’ufficialità e consumato in occasione del derby dove il brasiliano segna ed esulta alla faccia di tutte le critiche ricevute. Nonostante i dubbi sulla sua condizione fisica, nei primi sei mesi milanisti Ronaldo si rivela decisivo per il raggiungimento del quarto posto con 7 centri in 14 partite. L’anno successivo il ginocchio fa crack un’altra volta e al termine della stagione il Milan non gli rinnova il contratto. Un ritorno amaro per certi versi, ma che ha permesso al Fenomeno di ricordare a tutti il perché del suo soprannome.

Il momento dell’esultanza nel derby.

IBRAHIMOVIC

A quanto pare Galliani era decisamente un amante dei ritorni, perché anche il terzo “ospite” di questa speciale raccolta è un rossonero: Zlatan Ibrahimovic. Fra i tre, questo è probabilmente il rientro più pesante in casa Milan. Dopo la beffa del triplete nerazzurro vinto (anche) grazie al suo scambio con Samuel Eto’o e la difficile convivenza con Leo Messi nello spogliatoio del Barcellona, lo svedese decide di tornare in Italia. Un altro tradimento verso i colori nerazzurri, meno doloroso per il cuore dei tifosi, ma molto di più sul campo. Ibra arriva in prestito, ma gli bastano poche partite per convincere la dirigenza a riscattarlo. Conquista subito l’affetto dei tifosi e dei compagni, grazie a raffiche di goal e assist. È un giocatore fondamentale nel gioco di Allegri e risulta decisivo nella vittoria dello Scudetto e della supercoppa. 35 reti, 28 in campionato che gli valgono il titolo di capocannoniere. È il primo giocatore a vincere la classifica dei marcatori con la maglia di due squadre della stessa città. La stagione seguente coincide con l’inizio dell’era Juve e Zlatan la conclude passando al Paris Saint Germain. L’amore ricevuto dalla città e dall’ambiente però rimangono e tutt’ora si sente spesso vociferare di un ennesimo trasferimento.

Il primo giorno in rossonero di Ibra è Robinho.

BOATENG E GERVINHO

Kevin-Prince Boateng e Gervinho sono due giocatori freschi di ritorno in A. Il primo faceva parte di quel Milan scudettato con Ibrahimovic, il secondo era uno dei pupilli di Rudi Garcia alla Roma. Entrambi, dopo l’esperienza nel nostro campionato hanno provato a cimentarsi in nuovi campionati, per poi cedere alla nostalgia e tornare in Italia. Boateng dopo la Germania e la Spagna ha accettato a luglio di accasarsi al Sassuolo. Nella prima parte del campionato ha impressionato nonostante qualche problema fisico tanto che proprio oggi è stato accostato al Barcellona, nonostante le smentite di Braida. Per lui sono arrivati anche 4 goal. Gervinho, ex Arsenal, ha seguito la via dell’oro andando a giocare in Cina, all’Habei Fortune. Le prestazioni dell’ivoriano sono state decisamente discutibili e anche lui ha deciso nel corso della scorsa estate di tentare una nuova sfida italiana, al Parma. 6 reti e una condizione ritrovata. I due giocatori di origini africane si sono messi alla prova in due realtà meno grandi rispetto a quelle alle quali erano abituati e finora hanno ripagato la fiducia datagli.

Boateng e Gervinho sono due delle sorprese di questa Serie A.

MURIEL

Questo excursus si conclude proprio da dove è cominciato, ovvero dalla prestazione straordinaria di Luis Muriel. L’attaccante sudamericano vive stagioni altalenanti in Serie A con i colori del Lecce, dell’Udinese e della Sampdoria. Nella sua ultima stagione in blucerchiato però, raggiunge un buon rendimento e quella costanza che lo ha sempre penalizzato: il Siviglia decide quindi di investire 20 milioni su di lui nell’estate del 2017. L’avventura in Spagna risulta tuttavia negativa e dopo una stagione e mezza la Fiorentina si convince a farlo tornare a calcare i campi del nostro campionato. La gara di domenica pomeriggio ha segnato il suo secondo esordio nella competizione, proprio contro la sua Doria. I due goal strepitosi realizzati hanno già fatto innamorare tutti, riportando in voga il tanto scomodo paragone con il citato Ronaldo “il Fenomeno”. È molto presto per dire cosa potrà dare Muriel alla viola e al campionato, di certo però il talento del colombiano è pronto per esplodere definitivamente.

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Pronostico Sassuolo-Roma, statistiche e consigli per la partita

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Pronostico Roma-Udinese

Domenica pomeriggio alle 18:30 ci sarà una sfida ad altissima intensità e che promette gol e spettacolo quella tra Sassuolo e Roma. Storicamente la partita ci ha sempre regalato tanti gol e risultati mai scontati con tanti colpi dei neroverdi a sorpresa, senza dimenticare i tanti ex.

Il Sassuolo arriva alla partita dopo il successo pirotecnico per 3-4 contro l’Empoli e Dionisi e co sono pronti a sorprendere anche contro la Roma. I neroverdi arrivano alla partita con i soliti dubbi legati alla trequarti, con Bajrami che dovrebbe partire dalla panchina favorendo l’avvio iniziale di Kristian Thorstvedt che affiancherà Laurienté e Berardi alle spalle di Pinamonti che vuole ritrovare il gol.

Situazione complicata in casa Roma, il pareggio contro il Servette non è piaciuto a Jose Mourinho che nel post partita a Sky ha attaccato i suoi di mancanza d’impegno. I giallorossi dunque non possono sbagliare ancora e con il Sassuolo si vuole cambiare passo, anche per non perdere il treno Champions League. Alcuni dubbi per Mourinho con Zalewski che insidia per un posto sulla fascia e Renato Sanches che potrebbe ritornare dal primo minuto a discapito di uno tra Pellegrini e Paredes in mediana. L’ultima in campionato per i giallorossi si è conclusa il 2-1 faticoso contro l’Udinese, grazie ad un gol di Dybala nel finale.

IL PRONOSTICO DI NUMERO DIEZ

Sarà una partita sicuramente ricca di gol, entrambe le squadre vogliono fare risultato e ci sentiamo dunque di giocare un azzardato 1x+over2.5, perché la Roma storicamente in casa del Sassuolo ha sempre fatto fatica e i padroni di casa arrivano da un momento d’oro. Il tutto è quotato alla SNAI 2.65. Occhio però anche ai marcatori, Berardi ha il piede caldo come sempre contro le big e potrebbe fare l’ennesimo regalo ai suoi anche con un calcio di rigore vista l’intensità della sfida.

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Jovic torna al gol dopo 189 giorni: è il primo marcatore serbo della storia del Milan

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Pagelle Milan-Frosinone

Il gol che apre le marcature nella sfida tra Milan Frosinone è stato messo a segno da Luka Jovic al 43′.

Il centravanti rossonero è tornato a gonfiare la rete dopo 189 giorni da quello messo a segno in Fiorentina-Roma 2-1, del 27 maggio.

Come riportato su X da Giuseppe Pastore, inoltre, la rete di Jovic è un momento storico per il Milan, che mette a referto il primo marcatore serbo della sua storia.

 

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Gundogan: “Le mie parole dopo El Clasico? Critico anche me stesso”

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Gundogan

Il Barcellona continua la propria rincorsa alla volta del primo posto della classifica della Liga. I catalanti si trovano al momento al terzo posto in classifica, condiviso con l’Atletico Madrid che però ha una gara in meno. Domani sera in programma proprio la sfida rovente tra le due compagini, per decretare chi sarà, almeno per il momento, la principale forza inseguitrice alle spalle di Real Madrid e Girona, in tandem al primo posto e con un margine di vantaggio di 4 punti.

Si attende dunque la gara tra Atletico Madrid e Barcellona, quella che per alcuni sarà una sfida nella sfida (in primis per Joao Felix) e che per entrambi i gruppi squadra sarà l’occasione per mettere alla prova se stessi e le proprie ambizioni.

A proposito di ambizioni, è tornato a parlare Ilkay Gundogan. Il centrocampista, dopo aver lasciato il Manchester City da protagonista nelle vittorie dei tantissimi trofei degli ultimi anni e soprattutto della Champions League 2022/23, si è accasato in Catalogna. La scelta di approdare al Barcellona è dipesa dalla volontà di trovare nuovi stimoli, nuova voglia, una sfida ambiziosa e proiettata verso l’alto. La sua voce all’interno dello spogliatoio conta già molto, con i giovani che possono soltanto imparare dai gesti e dalle parole di un campione assoluto come Gundogan.

In particolare, le parole pronunciate dal centrocampista dopo la sconfitta con il Real Madrid sono diventate argomento di discussione pubblica. Nel corso di un’intervista ai microfoni di BeIN Sports, Gundogan è tornato sulla vicenda. Di seguito le sue dichiarazioni.

OPINIONE GUNDOGAN – “Non posso mettermi nei panni degli altri per sapere come l’hanno recepita, ma ho semplicemente detto onestamente la mia opinione e la mia intenzione non era quella di attaccare niente e nessuno. Voglio dire, ogni volta che critico la mia squadra, per qualunque cosa, includo me stesso. Comincio sempre da me stesso. Penso di avere abbastanza esperienza per sapere come funziona questo gioco, ma prima mi guardo sempre allo specchio e giudico prima me stesso e non gli altri. Voglio che facciamo il meglio che possiamo perché vedo in questo squadra con molto potenziale e molta qualità“.

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Piquè favorevole alla riduzione di squadre in Liga: “Meno partite e più competitive”

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barcellona

L’ex difensore e capitano del Barcellona, Gerard Piquèè stato intervistato al Marca business sport Forum. L’argomento principale sicuramente quello riguardo la possibile riduzione delle squadre in Liga. Lo spagnolo è favorevole a questa iniziativa, prendendo come esempio i format usati in America, in particolare con la NFL.

LE DICHIARAZIONI

NUOVO FORMAT “Alla fine, lo sport sta andando verso competizioni più brevi e uniche. L’esempio chiaro è la NLF, ci sono quattro mesi di competizione e il Paese è paralizzato. Avete record di ascolti. Penso che il calcio dovrebbe andare in quella direzione.”

TROPPE PARTITE“Serve che tutte le organizzazioni si riuniscano e dicano: ‘non è possibile che ci siano 80 partite in un anno’. Ci sono troppe partite e la gente non sa nemmeno cosa si gioca. E poi a livello sportivo il livello scende.”

NUOVO CALENDARIO“Servirebbe un calendario con meno partite che però sarebbe più competitive. Invece di campionati da 20 squadre, passare a 16 o anche 14.”

 

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