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I momenti che hanno segnato la carriera di John Terry

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I momenti che hanno segnato la carriera di John Terry

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È arrivato quel momento che molti speravano non arrivasse mai. L’ennesimo calciatore ha appeso gli scarpini al chiodo, ha riposto la maglia nel guardaroba e si è asciugato le lacrime che per anni sono state parte integrante di vittorie e sconfitte, come se si fosse svestito delle sue spoglie per essere pronto a entrare definitivamente nell’olimpo dei grandi campioni.

Stiamo parlando di John Terry, che ha preso la decisione di porre fine ad una carriera da calciatore piena di aneddoti. Ve ne raccontiamo alcuni.

SUCCESSI

“Quando un amore finisce, uno dei due soffre. Se non soffre nessuno, non è mai iniziato. Se soffrono entrambi, non è mai finito” (M. Monroe)

Ci ha fatto innamorare, Terry, con il suo carisma da leader e le sue doti tecniche da metodista. Lo sanno bene a Londra, sponda Blues, in quella che è stata casa sua per 19 anni, intervallata soltanto da brevi esperienze quali Nottingham Forest – nel 2000 – e Aston Villa – 2017-18, dove ha concluso la carriera.

Risultati immagini per terry 2005 premier league

In questi 27 anni di calcio, tra giovanili e prime squadre, Terry ha scritto molte pagine di storia

La sua fioritura da calciatore coincide con l’acquisto del Chelsea da parte di Roman Abramovic. O meglio, la dorata epoca del magnate russo come presidente del club inglese deve le sue fortune anche e soprattutto a Terry, capace fin da subito di instaurarsi come pilastro all’interno della rosa.

Un trascinatore, sconvolgente per l’abnegazione verso lavoro e sacrificio, all’interno di una squadra devastante come quella del 2005, capace di scrivere record su record: soltanto 15 reti subite, porta inviolata per 25 gare, 29 vittorie consecutive e 95 punti in classifica – il punteggio più alto mai ottenuto da una squadra della Premier League -. Oltre ai successi collettivi, anche un trionfo personale, con l’elezione di John Terry a miglior giocatore del campionato inglese dell’anno. Tutti numeri e conquiste che hanno coronato una carriera, fino ad allora, soltanto agli albori.

Immagine correlata

Il neo-capitano John Terry porta in trionfo la sua prima Premier League, assente a Stamford Bridge fino a quel momento da 50 anni

Senza rivangare troppo quella che è stata la sua cronistoria, indimenticabile è impossibile da non citare è come proprio questa storia sia finita, ovvero con l’ennesimo trofeo che ha sancito i titoli di coda sull’avventura di John Terry con la maglia del Chelsea, culminata nel 2017 tra gli strascichi di uno Stamford Bridge in lacrime. Questione di cuore, come la decisione presa successivamente dal giocatore:

Sento ancora di avere le carte in regola per fare questo mestiere, ma capisco che le chance qui al Chelsea saranno limitate per me, Voglio giocare ancora, cercherò una nuova sfida e lo farò lontano dalla Premier League, non vorrei mai dover combattere contro quella che è, e sarà sempre, casa mia”

SVENTURA

Ma la vita di John Terry non è stata tutta rosa e fiori. Com’è normale che sia, soprattutto nella carriera di uno sportivo, dove si viene giudicati per i risultati che si ottengono ciclicamente. Perché il destino, alla miriade di trofei guadagnati dall’inglese, ha posto davanti batoste non da poco.

Risultati immagini per manchester united chelsea 2008

Il 21 maggio 2008, allo Stadio Lužniki di Mosca va in scena la finale di Champions League, che vede contrapporsi in un match tutto all’inglese Manchester United e Chelsea. Il palcoscenico, dunque, è dei migliori. Alcuni attori, però, sembrano non interpretare alla perfezione la loro parte, come se certi di loro si fossero dimenticati il copione da recitare a memoria.

Uno a uno il risultato finale, sempre 1-1 dopo i due, sfiancanti e intensi, tempi supplementari. Ormai è tutto stabilito: la gara si decide ai calci di rigore. Una lotteria, appunto, dove se peschi il tuo numerino fortunato, bravo, hai vinto – tradotto, hai segnato -, ma se quella è la tua giornata no, non c’è niente da fare, passi alla storia ma in negativo.

Sul dischetto va il capitano di quel Chelsea desideroso di portare a casa la sua prima Champions League. John Terry sistema il pallone e aspetta il via libera dall’arbitro; nel frattempo, Van der Sar allarga le braccia – come farebbe un qualsiasi portiere in una situazione del genere – per coprire maggiormente, almeno a livello visivo, lo specchio della porta, ma il capitano del Chelsea ha già deciso: tirerà alla sua destra. Il fischio del direttore di gara fa iniziare il dramma, se visto dalla parte di Terry, come fa la quiete prima della tempesta: spiazzato il portiere dello United, come disorientata è la sua conclusione che sbatte sul palo, condizionata dall’aver perso l’equilibrio calciando.

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Dopo di lui, sbaglierà anche Nicolas Anelka, regalando di fatti la coppa ai Diavoli Rossi.

Quel giorno è stato forse il più amaro per John Terry. Oggi, 7 ottobre 2018, è sicuramente il giorno più triste per tutti noi appassionati di calcio. A Londra, da ora in poi, il vento non farà più oscillare quella che è stata una bandiera di questo meraviglioso sport.

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Parolo contro Mancini: “Retegui? Una forzatura. A lui preferisco Kean”

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Kean Juventus

Mateo Retegui è tra i giocatori più chiacchierati delle ultime settimane. Le due reti in Nazionale nelle sfida di qualificazione a Euro 2024, contro e Inghilterra e Malta, sono bastate per mettere d’accordo buona parte degli scettici di fede azzurra.

Ciononostante, al termine del match tra Juventus e Verona, Marco Parolo ha espresso, negli studi di DAZN, il proprio parere riguardo le ultime convocazioni di Roberto Mancini, soffermandosi sull’assenza di Moise Kean:

Tra Retegui e Kean scelgo Kean. Retegui è stata una forzatura, anche se ha segnato due gol, ma non so se messo in Italia possa fare i gol dei nostri attaccanti italiani. I gol li ha fatti Orsolini, Scamacca, Raspadori, Kean. Quando segnano si parla di attaccante del futuro e Immobile viene messo da parte, ma qui parliamo di qualcosa di diverso“.

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Szczesny: “Il calendario è stimolante, ora pensiamo alla semifinale”

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Szczesny

La Juventus ha superato 1-0 il Verona grazie a Kean: dopo il match, il portiete bianconero Szczesny è intervenuto ai microfoni di DAZN.

Il momento è buono, stasera forse non abbiamo brillato ma dopo la sosta le partite sono sempre pericolose. Alla fine conta portare a casa i tre punti, siamo contenti del risultato ma non molto della prestazione. Il calendario è bello e stimolante per arrivare a giocarci tutte le competizioni. Europa League e Coppa Italia sono due obiettivi: in campo abbiamo conquistato 59 punti, siamo a +9 sul’Inter, anche se nemmeno noi sappiamo quale sia la vera situazione. Ora pensiamo alla semifinale di Coppa Italia, è bello, non vediamo l’ora di affrontare questo mese. Portare a casa un trofeo europeo sarebbe stimolante“.

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Allegri: “Stiamo facendo qualcosa di importante. Inter? Non può sempre perdere”

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serie A

La Juventus ha superato 1-0 l’Hellas Verona grazie al gol di Moise Kean: le parole del tecnico Massimiliano Allegri dopo la vittoria dei suoi ragazzi.

LA GARA – “Era una partita complicata, sporca, il Verona ti fa giocare male, ti pressa a tutto campo. Siamo stati fermi nei primi 25 minuti, poi abbiamo iniziato a creare situazioni favorevoli. Forse potevamo fare meglio negli ultimi 10 minuti, senza concedere loro la possibilità di avvicinarsi all’area. In questo dobbiamo migliorare ma credo che i ragazzi stiano facendo qualcosa di importante”.

SU KEAN E LOCATELLI – “In Nazionale? Mancini ha esperienza nel chiamare i giocatori, io credo che alcuni giocatori della Juventus abbiano qualità importanti e che possano essree chiamati. Ma le convocazioni poi le fa Roberto, che chiama chi secondo lui è meglio. Locatelli? Ha reagito bene alla mancata convocazione in Nazionale, è cresciuto bene sul piano tattico, è più mobile nella circolazione della palla anche se deve ancora migliorare in certi tipi di giocate. Come tutta la squadra, anche Locatelli ha cuore e passione. Poi possiamo sbagliare e giocare meno bene, ma alla squadra sicuramente sotto questo aspetto non si può dire niente”.

LA SITUAZIONE DI CLASSIFICA – “Dopo la sentenza dei 15 punti abbiamo giocato a Salerno, poi abbiamo superato le altre davanti e in classifica reale siamo al settimo posto. Vincendo abbiamo staccato quelle dietro. La classifica vera fatta sul campo meritatamente dice che abbiamo 7 punti più della Lazio, 9 sull’Inter e 11 sul Milan. Questo è un bel risultato. L’Inter e le altre non possono sempre perdere, per ora siamo a -4 dal quarto posto ma vedremo Milan e Roma. Di obiettivi ne abbiamo tanti, l’importante è essere lucidi. Del Piero? Grandissimo giocatore, ha rappresentato la Juventus per tantissimi anni e ci ha fatto piacere che sia venuto allo stadio. In dirigenza? Queste cose spettano alla società, noi dobbiamo pensare la campo e non è facile”: 

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Zaffaroni: “Abbiamo creato seri presupposti per far gol: c’è rammarico”

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Verona

Ha parlato al termine del match tra Juventus e Verona, vinto 1-0 dai bianconeri, Marco Zaffaroni, tecnico dei gialloblù.

Di seguito, le sue parole ai microfoni di Sky Sport.

LE DICHIARAZIONI

PARTITA –Nella fase di finalizzazione, negli ultimi metri, abbiamo creato i presupposti per far gol. Purtroppo ci manca ancora cattiveria in quelle zone del campo. Abbiamo creato seri presupposti per segnare e c’è rammarico per questo. I ragazzi sono stati bravi soprattutto nel primo tempo, giocando alla pari. Poi abbiamo cercato di pareggiare in ogni modo, ma non è bastato nonostante la prestazione. I tifosi sono importanti, hanno bisogno di prestazioni di questo tipo, dove la squadra dà tutto e i tifosi lo riconoscono. Dobbiamo raggiungere la qualità che ci manca per ottenere i punti per raggiungere la salvezza“.

GAICH –È un ragazzo con voglia di lavorare e che sta crescendo. Gli manca ancora la capacità di scelta, di tenere la palla, di smarcarsi in maniera efficace. Deve crescere da questo punto di vista, ma ha qualità. Quando giochi con difensori di alto livello, però, risulta tutto più difficile“.

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