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I Red Devils alla ricerca del proprio tridente

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I Red Devils alla ricerca del proprio tridente

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I tanti problemi e paradossi del Manchester United di questa stagione possono essere facilmente rappresentati dal proprio reparto d’attacco. In particolare, da come José Mourinho sta cercando di trovarne la quadratura nelle ultime settimane.

NUOVI INTOCCABILI(?)

Lo Special One ha deciso di apportare un importante cambiamento nell’ultimo mese, che risale alla partita contro il Newcastle del 6 ottobre: inserire Martial e Rashford in pianta stabile nella formazione iniziale. Una svolta, dato che nelle prime 10 partite stagionali avevano giocato insieme solo in un’occasione. L’attaccante francese ha ripagato immediatamente la fiducia: 5 gol nelle ultime 4 partite di Premier League (nuovo capocannoniere della squadra) e la candidatura a “Giocatore del mese di ottobre” del campionato. Dal 2015, anno in cui si è trasferito in Premier League, nessuno ha segnato più di lui con la maglia dello United.

Dietro di lui, in questa speciale graduatoria, c’è proprio Rashford. Il classe ’97 (eh sì, il giovanotto ha ancora 21 anni), sta dimostrando già la sua maturità calcistica non tanto per il numero di gol in rapporto ai minuti giocati, ma per la duttilità e la predisposizione al sacrificio. Il principale dubbio sull’idea di far giocare lui e Martial ai lati di un riferimento centrale era quello riguardante l’equilibrio. L’inglese, però, ha dimostrato di poter lavorare in fase difensiva, tanto cara allo Special One.

Esempio tratto da Chelsea-Manchester United: una delle tante situazioni in cui Rashford ha dato una mano in raddoppio

Questa grande mole di lavoro, non solo in fase di non possesso ma anche nell’assistere i compagni nella trequarti avversaria (giocando a destra sul piede forte, è più portato al cross che alla conclusione in porta), ha privato lo stesso Rashford di qualche gol in campionato. Cosa che non avviene, ad esempio, con la nazionale inglese, dove gioca più vicino alla porta. Ieri, contro il Bournemouth, ha segnato quello che è appena il suo secondo gol in campionato: un gol però dal peso specifico enorme, arrivato al 92′ e decisivo per il 2-1 finale. L’altro gol, ovviamente, lo aveva segnato Martial.

CHI CI PERDE

La fortuna (per alcuni, sfortuna per altri) dei giocatori dello United è che al momento forse nessuno è davvero intoccabile. La squadra non ha ancora trovato continuità, le partite sono tante e la rotazione coinvolge praticamente tutti gli effettivi. Ma se alla lunga Martial e Rashford dovessero davvero diventare i due perni inamovibili dell’attacco, ci sarebbe almeno un grande escluso.

Uno di questi, e qui si torna ai paradossi in apertura, è Romelu Lukaku. Un paradosso perché il belga i suoi gol li ha sempre fatti: da ragazzino all’Anderlecht, con il West Bromwich alla sua prima grande occasione in Premier, all’Everton, in nazionale (di cui è miglior marcatore di sempre) e anche con il Manchester United. 18 gol nello scorso campionato, 27 gol totali nella scorsa stagione. Miglior realizzatore della squadra in ogni competizione giocata. Quest’anno un inizio a rilento, sulla scia del gruppo, che conta 4 gol tra tutte le competizioni. Un ammontare che ne faceva comunque il miglior cannoniere fino a ieri, quando Martial ha realizzato il sorpasso.

Il rapporto del belga con gli addetti ai lavori, con i tifosi dello United e i tifosi neutrali, però, non è mai veramente decollato per ciò che Lukaku rappresenta al di là dei propri numeri. Al suo fisico imponente e sgraziato spesso non ha abbinato una coordinazione adeguata e, di certo, non una spiccata tecnica individuale. Questo, e altro, lo portano a sprecare diverse occasioni prima di segnare. Tant’è che qualche utente ha ben pensato di stilarne una compilation relativa alla scorsa stagione (probabilmente non un supporter della sponda rossa di Manchester).

A questo si aggiunge un difficile rapporto con i match d’alta classifica: dei suoi 105 gol realizzati in Premier League, 16 sono stati realizzati in 58 partite contro le big six (Arsenal, Chelsea, City, United, Liverpool e Tottenham). Un numero troppo basso o nella media? Per stabilirlo si dovrebbero fare numerosi confronti, ma quel che è certo è che dal punto di vista meramente statistico non sono numeri esaltanti (meno di 1 gol ogni 3 partite di questo calibro). I quali gli sono stati rinfacciati in più occasioni. Tutti questi fattori hanno messo il belga in discussione: due panchine nelle ultime due partite (25 minuti in campo).

Chi invece ieri ha giocato è Alexis Sanchez, anche se la pazienza intorno a lui ha le partite contate. Da quando è arrivato a Manchester è solo un lontano parente di quello visto con l’Arsenal. 4 gol in 27 presenze totali con i Red Devils, e la sensazione che sia tutt’altro che indispensabile non solo dal punto di vista realizzativo, ma anche di creazione di gioco in generale. Mou sembra volergli lanciare un’ultima ancora di salvataggio riproponendolo in un ruolo a lui non inedito, quello di riferimento centrale. Un’idea in stile Napoli Sarriano che potrebbe portare tutti e tre gli elementi a beneficiarne, e che favorirebbe un gioco palla a terra perfetto per gli inserimenti dei centrocampisti più talentuosi in rosa (Pogba su tutti, ovviamente). D’altro canto il tempo scorre e il Nino Maravilla dovrà sfruttare al meglio ogni occasione da qui in avanti. I numeri e la carta d’identità (trent’anni a dicembre) non giocano a suo favore.


Tutte le sentenze sono rimandate ai prossimi mesi. Lo United, oltre al rebus attacco, ha bisogno di risolvere anche il problema difesa. Il reparto arretrato ieri ha dimostrato ulteriormente le sue evidenti lacune. E sempre per tornare ai paradossi: Martial, al momento, ha il proprio contratto in scadenza nel 2019. Un’altra grana da risolvere al più presto.

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Problema infortuni per Gasperini: lesione per Djimsiti, Toloi e Palomino si allenano ancora a parte

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Atalanta

Dopo l’amara sconfitta, 3-0, in casa del Torino di lunedì, l’Atalanta vuole riscattarsi e tornare a correre verso la zona Europa. La squadra di Giampiero Gasperini è al momento è al momento all’ottavo posto a quota 20 e sabato al Gewiss Stadium arriva il Milan, che occupa la terza piazza della classifica. I Nerazzurri vogliono tornare alla vittoria e guadagnare punti sulle squadre davanti e potranno contare anche sulla spinta dei propri tifosi. Intanto l’allenatore torinese è al lavoro per preparare al meglio questo match di grandissima importanza, ma deve fare i conti le tante defezioni all’interno della rosa.

GLI AGGIORNAMENTI SUGLI INFORTUNATI

Secondo quanto riportato da tuttomercatoweb.com, gli esami svolti da Berat Djimsiti hanno comunicato una lesione di primo grado al muscolo otturatore interno sinistro. Il giocatore è stato sottoposto in giornata a delle terapie, così come Gianluca Scamacca. Hanno invece lavorato individualmente Palomino, Toloi e Kolasinac. Quest’ultimo è stato convocato per la sfida con il Torino, ma sembra non aver recuperato ed è in dubbio per il Milan. El Bilal Touré sta continuando il proprio percorso riabilitativo per smaltire il proprio infortunio, mentre Davide Zappacosta è tornato a lavorare con il gruppo.

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Bove si racconta a 360 gradi: “Tifo Roma da bambino, avrei voluto giocare con Nainggolan”

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Edoardo Bove è ormai diventato un giocatore importante nello scacchiere di Josè Mourinho. L’allenatore portoghese lo ha fatto esordire in Serie A il 9 maggio 2021 nel match con il Crotone e da quel giorno gli ha dato sempre più chance, dato il talento il suo e le ottime prestazioni. Il classe 2002 della Roma ha rilasciato oggi un’intervista a Dazn Talks al termine dell’allenamento pomeridiano, di seguito le sue parole riportate da Tuttomercatoweb.com.

LE DICHIARAZIONI DI EDOARDO BOVE

L’ALLENAMENTO – “È stato bello intenso. Abbiamo appena finito e quindi ho ancora un po’ di scorie dall’allenamento, ma sono contento di essere qui“.

LA CRESCITA – “La mia famiglia mi ha sempre trasmesso questa passione. Poi mio papà ha origini napoletane e mia mamma tedesche e quindi sono un pochino metà e metà. Ho preso un po’ la parte severa da mamma e la parte un pochino più giocherellona e simpatica da papà.”

LA ROMA – “La passione per la Roma però l’ho iniziata ad avere fin da bambino. Poi sono entrato a Trigoria quando avevo dieci anni adesso ne ho ventuno e questo è il dodicesimo anno e quindi sono stato più volte qui che a casa. So cosa vuol dire, più passa il tempo e cresci, capisci anche l’importanza di dove sei man mano che vai avanti. È quella la cosa più bella perché magari uno dice sono dodici anni che sei alla a Roma e magari iniziai a diventare una routine e un’abitudine. Invece ogni anno che viene è ancora meglio e spero di continuare così“.

GLI ANNI NELLE GIOVANILI – “Sicuramente hanno fatto la differenza perché sono tutti piccoli step che uno fa in una carriera. Poi ognuno ha un percorso differente, io sono stato fortunato e bravo a sfruttare un determinato tipo di occasione e a rimanere qui per tutto il tempo. Adesso, naturalmente, sono contento di quello che sto facendo. È un momento molto bello perché ti proietti sempre al futuro essendo anche giovane, quindi sei sempre molto attivo e molto energico”.

LE RESPONSABILITA’ DATE DA MOURINHO – “Il fatto di darmi tanta responsabilità mi porta ad avere ancora un rapporto di grande fiducia. Quando un allenatore dà grande fiducia a un giocatore credo che ripagarla sia la cosa più bella. Naturalmente il mister è proprio un maestro sulla mentalità che ci trasmette, sulla cattiveria che dobbiamo avere in campo e durante gli allenamenti. Il fatto che mi abbia trasmesso questa fiducia è dato questa responsabilità mi ha aiutato a crescere. Perché una cosa è giocare senza pressione e un’altra cosa è confermarsi partita dopo partitica che è la cosa più difficile”.

LA MATURAZIONE “In generale la carriera di un calciatore penso porti anche ragazzi giovani a crescere fin da subito. Perché un ragazzo di diciott’anni si trova in uno spogliatoio con anche uomini con figli e gli argomenti sono diversi e le responsabilità sono differenti. Quindi cresci già anche da altri punti di vista. Come se fosse tutto elevato all’ennesima potenza. Anche la maturazione è elevata e vedi miglioramenti. Ma è bello essere così al centro di un progetto”.

LE OPPORTUNITA’ – “Quando uno risponde ricorda sempre i sacrifici. È vero magari un determinato tipo di cose un ragazzo di diciott’anni che si affaccia alla carriera professionistica non le può fare. Non tutti possono andare a scuola fino al quinto anno nella stessa scuola senza andare nel convitto della squadra, perché allenandosi la mattina anche tutto l’ambiente scolastico, che è una parte fondamentale, rischi di perderla. Fortunatamente io sto proseguendo gli studi universitari e cerco svaganti anche un po’ con gli studi, perché se poi pensi tutto il tempo al calcio così diventa molto complicato da gestire.

LA PASSIONE – “Una cosa da gestire e si la voglia di migliorarsi ogni giorno, ma anche la gestione dei tempi perché si sei giovane ma devi stare attento a gestire il tuo corpo. Sono tutta una serie di considerazioni da fare nel momento in cui intraprendi una carriera calcistica. Sono scelte dettate, per me, dalla passione perché è la cosa che amo fare di più al mondo. Perché quando non avrò più voglia di andare al campo ci sarà qualcosa che non va e bisognerà cambiare qualcosina. L’obiettivo è alzarsi la mattina e andare a fare qualcosa che ti piace e di cui sei entusiasta”.

GLI STUDI – “Magari ho sbagliato a usare la parola svagarsi però ho anche altre passioni. Studio economia e management. Mi è capitato anche che ragazzi della Primavera mi chiedessero dell’università ed è bello pensare che puoi essere anche da esempio“.

QUALCUNO CHE E’ UN ESEMPIO PER LUI – “La mia famiglia mi ha sempre trasmesso a che lo studio fosse una parte fondamentale. Con mamma tedesca non scappi, hai un determinato tipo di equilibrio. Poi con papà si è equilibrata la severità. Lui tifa per me“.

CON CHI AVREBBE VOLUTO GIOCARE – “Calcisticamente il giocatore della Roma che mi ricordo benissimo anche abbastanza recente è Nainggolan. Mi piaceva tantissimo come tipo di giocatore ed era uno dei miei giocatori preferiti. Questo per non essere banale, perché come fai a dire che non avresti voluto condividere lo spogliatoio con De Rossi e Totti?“.

L’OLIMPICO – “La cosa che dicevo all’inizio, è incredibile come man mano che cresci e come se ti rendessi conto di tutta la parte che c’è fuori. Dei tifosi, delle persone che lavorano qui. Da chi sta in portineria ai magazzinieri. È proprio una roba che magari quando sei piccolo e cresci qui dentro nemmeno ti rendi conto. Ma man mano che che cresci e inizi a capire più cose l’emozione del vestire la maglia cresce. Perché prendi consapevolezza di dove sei, di quello che hai fatto e di quello che vuoi fare ed è davvero un’emozione che cresce. Capisco cosa rappresento perché essendo stato uno di quei bambini so cosa vuol dire ed è bellissimo“.

IL TENNIS – L’ultima volta che ho giocato è stata la pausa dopo giugno con un mio amico, Flavio Cobolli“.

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UFFICIALE – La Lega ha modificato date e orari della 19ª giornata di Serie A: la nuova programmazione

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Arrivano le feste, ma il campionato non si ferma. Le squadre di Serie A, infatti, non godranno della pausa natalizia, scelta effettuata per evitare di intasare il calendario con i turni infrasettimanali. Nella giornata odierna, la Lega Serie A ha pubblicato un comunicato ufficiale in cui ha reso nota la nuova disposizione oraria e televisiva delle partite in programma per la 19ª giornata. Ciò si deve allo slittamento della Supercoppa Italiana e quindi alla possibilità per Inter, Napoli, Lazio e Fiorentina di giocare regolarmente le partite durante l’Epifania.

19ª GIORNATA: NUOVE DATE E ORARI UFFICIALI

venerdì 5 gennaio, ore 20.45 – Bologna-Genoa (DAZN/Sky)

sabato 6 gennaio, ore 12.30 – Inter-Verona (DAZN)

sabato 6 gennaio, ore 15.00 – Frosinone-Monza (DAZN)

sabato 6 gennaio, ore 18.00 – Lecce-Cagliari (DAZN)

sabato 6 gennaio, ore 20.45 – Sassuolo-Fiorentina (DAZN/Sky)

domenica 7 gennaio, ore 12.30 – Empoli-Milan (DAZN/Sky)

domenica 7 gennaio, ore 15.00 – Torino-Napoli (DAZN)

domenica 7 gennaio, ore 15.00 – Udinese-Lazio (DAZN)

domenica 7 gennaio, ore 18.00 – Salernitana-Juventus (DAZN)

domenica 7 gennaio, ore 20.45 – Roma-Atalanta (DAZN)

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Napoli, Di Lorenzo: “Una risposta a chi dice che sono infortunato”

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Di Lorenzo

Questa mattina circolava la notizia di un possibile affaticamento muscolare per Giovanni Di Lorenzo. Dunque una pessima notizia per il Napoli in vista del big match di venerdì sera contro la Juventus.

Alla fine si è trattato semplicemente di un falso allarme rientrato e smentito già nel pomeriggio attraverso il report dell’allenamento degli azzurri in cui non veniva citato alcun tipo di problema. Il terzino infatti si è allenato con il resto della squadra e un’ulteriore conferma è arrivata dal calciatore stesso attraverso un post su Instagram. La foto, che ritrae il giocatore che si allena con i compagni, è accompagnata da tale descrizione: “Una risposta a chi dice che sono infortunato. Facciamo gli scongiuri”.

Di Lorenzo dunque sta bene e partirà titolare contro la Juventus.

 

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