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I top e flop del weekend

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I top e flop del weekend

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Come ogni settimana, ritorna oggi la rubrica “top e flop”, in cui analizziamo il meglio e il peggio del weekend calcistico. Mentre il calcio non si ferma mai (questa sera c’è il Monday Night con Roma-Bologna e domani ritorna la Champions), noi ripercorriamo quello che è successo tra i vari campionati in questo fine settimana.

TOP

INARRESTABILE PIATEK

Krzysztof Piatek ha sparato ancora. Il polacco ha messo a segno altri due gol continuando la sfida a distanza con Cristiano Ronaldo (il portoghese è a 19 gol, mentre Piatek è a quota 17) per il titolo di capocannoniere della Serie A. Le reti dell’attaccante milanista sono servite alla squadra per sconfiggere l’Atalanta nello scontro diretto per il quarto posto, portandosi a +4 (stessa distanza anche con la Lazio che ha perso a Genova, mentre la Roma stasera proverà a portarsi a -1). Il pistolero non sembra fermarsi, nonostante i dubbi che avevano circondato il suo passaggio al Milan: sono bastate 5 partite tra Serie A e Coppa Italia condite da 6 gol per mettere tutti a tacere; Piatek si è confermato la macchina da gol vista nei primi sei mesi a Genova e non sembra intenzionato a fermarsi.

DA CASA SUA

Nella partita di Ligue 1 tra Nimes e Dijon (finita 2-0 per i padroni di casa) è stato messo a segno un gol incredibile, che si candida ad essere uno dei più belli dell’anno: al 28’ del primo tempo, infatti, il centrocampista francese Téji Savanier ha scoccato una bordata da centrocampo, che ha colto impreparato il portiere avversario e si è insaccata in rete. Corsa incontenibile e urlo di gioia per il giocatore, che ha sfoderato tutta la propria tecnica, potenza e intelligenza calicistica; un gol che molti giocatori sognano di fare ma che solo pochi realizzano. Chapeau. 

IMMORTALE

Quando hai 40 anni e giochi ancora in un club che milita in un campionato maggiore è già un traguardo, soprattutto se non sei un portiere, ma se a questo ci aggiungi che hai segnato almeno un gol in ogni stagione giocata, entri nel mito. Questo è quello che è successo a Claudio Pizarro, che nella partita Herta Berlino-Werder Brema ha messo a segno al 96’ il gol del pareggio ospite, alla veneranda età di 40 anni e 136 giorni, diventando il più anziano marcatore in Bundesliga (il record apparteneva a Mirko Votava, che nel 1996 aveva segnato a 40 anni e 121 giorni). Inoltre, questo gol è il 148° in 291 presenze che l’attaccante mette a segno per il Werder Brema e che lo rende, quindi, una bandiera del club e un patrimonio per tutto il calcio. 

FLOP

REAL, ALTRO STOP

Il Real Madrid torna a perdere il Liga: i Blancos, infatti, sono stati sconfitti in casa dal Girona in rimonta, tornando così a -9 dal Barcellona capolista e a -2 dall’Atletico Madrid che è passato al secondo posto in classifica. Dopo cinque vittorie consecutive, è arrivato un altro stop interno dopo lo 0-2 contro il Real Sociedad il 6 Gennaio. Questa è la settima sconfitta in campionato per il Real Madrid, che continua a manifestare dei problemi post-Ronaldo e che sembra sempre più lontano dalla vittoria del campionato, ma mai dire mai.

NAPOLI, QUANTI SPRECHI

La squadra partenopea non è riuscita a sfondare il muro granata del Torino, che ha bloccato i napoletani sullo 0-0. È il secondo risultato a reti bianche di fila (il terzo nelle ultime quattro partite), che mette in risalto uno dei problemi del Napoli di questa stagione: la scarsa concretezza sotto porta. La squadra di Ancelotti costruisce molto, e tira anche, ma spesso non trova il gol; forse è frutto della sfortuna (18 pali presi in stagione, record nei cinque principali campionati), o forse è un difetto che la squadra non riesce a colmare. Con questo pareggio la Juventus guadagna due punti e si porta a +13, continuando il proprio cammino verso lo scudetto. Alla squadra partenopea non resta che aggrapparsi all’Europa League, unico obbiettivo verosimilmente raggiungibile.

 

INCREDIBILE VERGOGNA

Ieri, in Serie C, è andata in scena una partita surreale: a Cuneo, infatti, i padroni di casa affrontavano la Pro Piacenza, che, a causa si problemi societari, si è vista costretta a giocare con sei ragazzini nati tra il 2000 e il 2002 e un massaggiatore per arrivare a sette giocatori, che è il numero di giocatori minimo per disputare una partita. La squadra, infatti, non poteva perdere altre partite a tavolino, pena l’esclusione dal campionato, così ha dovuto giocare in 7 contro 11. La partita si è chiusa con il risultato di 20-0, facendo scoppiare un’enorme polemica, che ha coinvolto calciatori, dirigenti, politica e mondo dello spettacolo. Quello che dispiace è che chi ha sofferto di più sono stati quei ragazzi, che hanno dovuto subire per 90 minuti quest’umiliazione.

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Calcio e dintorni

Mkhitaryan contro la guerra nel Nagorno-Karabakh: “Certe cose sono inammissibili”

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Mkhitaryan

Uno dei protagonisti indiscussi dell’inizio di campionato dell’Inter, Henrikh Mkhitaryan, si è schierato su avvenimenti che vanno ben oltre il calcio. Il centrocampista armeno ha utilizzato il suo account Instagram per parlare della drammatica situazione che sta accadendo nella regione del Nagomo-Karabakh in Armenia, suo Paese natale.

Il lungo post pubblicato dal calciatore evidenzia le brutalità del conflitto in corso con l’Azerbaijan, esponendosi in prima persona anche per richiedere aiuti umanitari nel suo paese, gravemente colpito da bombardamenti. Di seguito riportiamo il contenuto di questo appello.

IL POST DI MKHITARYAN

“Dopo un blocco durato dieci mesi, il 19 settembre l’esercito dell’Azerbaigian ha lanciato un brutale bombardamento del Nagorno Karabakh. Mi si spezza il cuore quando apprendo le storie di traumi, perdite e gravi violazioni dei diritti umani di migliaia di famiglie armene che vengono sfollate con la forza dal Nagorno Karabakh e fuggono in Armenia in un esodo di massa. La situazione che le persone nel Nagorno-Karabakh stanno soffrendo in questo momento porta con sé ricordi dei momenti più bui della Storia.

Spesso guardiamo indietro a quelle pagine oscure di uccisioni indiscriminate, pulizia etnica e campi di concentramento con rimorso e con il rammarico che nessuno abbia fatto abbastanza per fermarli. Non possiamo riportare indietro le vittime delle atrocità del passato, ma siamo ancora in tempo per impedire che si verifichi un genocidio nel Nagorno-Karabakh.
Nel mezzo di questo orrore, abbiamo bisogno della mobilitazione immediata degli aiuti umanitari di emergenza attraverso il corridoio Lachine e del ponte aereo, e del dispiegamento di missioni di monitoraggio internazionali per porre fine a questi crimini contro l’umanità.

È ora urgente che i leader internazionali si oppongano alla pulizia etnica e utilizzino tutti gli strumenti politici possibili per porre fine alle azioni militari nella regione. I bambini hanno il diritto di vivere in pace nella loro patria”.

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Balotelli: “Mourinho vince sempre, è inattaccabile “

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Balotelli

Mario Balotelli ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di TvPlay. L’attuale attaccante in forza all’Adana Demirspor, tra i vari temi toccati, tra l’altro, si è soffermato sulla necessità del Milan di acquistare un vice-Giroud. Il classe ’90 che, in passato ha indossato la maglia rossonera, ha ironizzato presentando la propria auto-candidatura riguardo il ruolo tanto anelato dal Diavolo.

Il centravanti, con un trascorso tra le fila del Liverpool e Manchester City, ha parlato, oltre di un’eventuale interesse dell’Arabia Saudita, anche di José Mourinho.

BALOTELLI: “MOURINHO? MAI STATO UN TECNICO DAL GRANDE GIOCO” 

Di seguito, riportiamo un estratto delle parole di Balotelli:

MILAN – “Vogliono un attaccante giovane? Eccomi qua (ride, ndr). I giocatori giovani  poi si devono confrontare con San Siro che non è uno stadio come gli altri, servono giocatori di personalità. Pioli mi piace, ma se Leao è in giornata no allora i rossoneri fanno poco e non vincono”.

MOURINHO “Mourinho non è mai stato un allenatore dal grande gioco. Lui è più carismatico, ti dà la grinta e cattiveria agonistica. Ha le sue idee di gioco, ma non va molto per la tattica. Ha un bel carattere ed è particolare. A me faceva morire dal ridere. C’erano anche scontri, però ti motivava, tirava fuori il meglio e il peggio di te. Quell’Inter in cui ho giocato era un’organico di 25 fenomeni. Mourinho è arrivato alla Roma e ha vinto la Conference League. È un allenatore che vince sempre, lo devi avere dentro. È inattaccabile. Anche Mancini all’Inter aveva la rosa, però non ha vinto come Mou”.

INTER “Tornare per fare la quarta punta e sostituire Arnautovic? Magari ottava. Sto bene in Turchia, all’Adana”.

ARABIA SAUDITA “Se funziona il progetto, vado tra qualche anno”.

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Lotito sul momento della Lazio: “Nessun dramma ma bisogna voltare pagina”

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Lotito

Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha lanciato un avvertimento alla sua squadra in seguito al disastroso inizio di Serie A. I biancocelesti, difatti, nelle cinque gare fin qui disputate, hanno raccolto solamente quattro punti: con una solo vittoria, un pareggio e bene tre sconfitte.

In vista del match di domani contro il Torino, lo stesso presidente ha deciso di mandare la squadra in ritiro. Un segnale forte e decisivo in vista di questa complicatissima sfida. Di seguito, come riporta Il Messaggero riportiamo le parole del patron della Lazio.

SQUADRA – “Io sono come un padre di famiglia. L’obiettivo deve essere comune. È chiaro che se qualcuno pensa che si possa risolvere tutto da soli, interviene il presidente della squadra. Non facciamo drammi, presto ritorneremo nei livelli che ci competono”.

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Giuntoli su Chiesa: “È in crescita e ce lo godiamo”

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Si aprono le danze sul primo turno infrasettimanale con la Juventus che ospita il Lecce allo Stadium. Il Football Director dei bianconeri, Cristiano Giuntoli, ha parlato a DAZN nel prepartita della sfida contro i giallorossi parlando della sfida contro il Sassuolo e di Federico Chiesa, ecco le sue parole:

POST SASSUOLO – “È una Juve serena ma anche arrabbiata per una sconfitta che non ci ha fatto bene. Abbiamo analizzato la gara, cerchiamo di migliorare e continuare a crescere”.

CONFRONTO CON LA SQUADRA –No, è stata una gestione normale di una gara valutata per la prestazione e non per gli episodi. Ci sono cose positive e cose meno positive da non ripetere”.

CHIESA –Siamo contenti delle prestazioni di Federico. È in crescita dopo un anno difficile, ce lo godiamo. Sta prendendo la leadership dello spogliatoio e siamo contenti“.

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