Dopo il saluto al Milan, a San Siro e al calcio giocato, Zlatan Ibrahimovic ha parlato in conferenza stampa, rispondendo alle domande dei giornalisti presenti.
LA GIORNATA – “È stata una giornata molto speciale per me. Non ho detto a nessuno che lasciavo il calcio. Alla società ho detto che dovevamo fare una cosa per l’ultima partita, ma non sapevano del ritiro. Ringrazio i giornalisti per la pazienza, adesso avrete meno lavoro… Da domani sono uomo libero da questo mondo. È stata una carriera lunga lunga. Sono orgoglioso e felice. È durata tanto la carriera. Grazie a chi mi ha dato forza, adrenalina, emozione di continuare… Oggi ultimo giorno da professionista. Ringrazio il Milan per tutto quello che hanno fatto e tutti quelli con cui ho giocato, club e nazionali. Tutti sanno chi è importante per me, loro lo sanno. Futuro? Godiamo ora. È tutto là“.
EMOZIONI – “Era tutta la giornata. Da quando mi sono svegliato, pioveva. Pure Dio è triste. Neanche la mia famiglia lo sapeva. Emozione è troppo forte. Sembravo uno zombie. Non parlavo, non scherzavo. Ero in panico quando mi chiedevano del ritiro. Ora accetto. Il calcio mi ha fatto diventare uomo e fatto conoscere persone che non avevo mai incontrato. Ho viaggiato per tutto il mondo grazie al calcio. Il Milan mi ha dato felicità la prima volta. La seconda mi ha dato amore.
Quando sono arrivato, la seconda volta ho fatto una promessa: chi arriva in un club per la seconda volta fallisce sicuro, ma io ho risposto che non ho perso la passione mentalità. E abbiamo vinto. Qui la seconda famiglia. Da due figli a casa ne sono arrivati altri 25. Grande responsabilità, il mister me l’ha data e io ho fatto il mio. Possono migliorare ancora di più e avere ancora più successo con questo club. Tutti dicono superman, sono superman, ma Ibra ha un grande cuore“.
LO SPAVENTO – “Tutti i calciatori che fanno questo mestiere, sono tutti programmati. Facciamo le stesse cose. Chi smette prima, chi smette dopo. Il panico è quando ti svegli e non sai cosa devi fare. Normalmente faccio colazione e mi alleno con la squadra. Mi mancherà lo spogliatoio. Dividi emozioni, dividi cose private. Ora dovrò dividere con mia moglie (ride, ndr)… Ma va bene così. Ora accetto“.
IL MOMENTO DELLA DECISIONE – “Gli ultimi 10 giorni ho detto basta. Ho detto: “Devi essere orgoglioso”. Purtroppo non potevo finire in campo. Tutti i calciatori sognano di finire in campo. Quando vai a Milanello, la macchina va da sola. Mi mancherà la strada per andare a Milanello. Ma passerò sicuramente a salutare la squadra”.
FUTURO – “Per il momento voglio solo prendere tempo. Godere di quello che ho fatto. Non è giusto prendere una decisione così in fretta. Voglio prendere il mio tempo. Essere allenatore o direttore è una grande responsabilità. Da giocatore sei più libero, te stesso. Non penso di lasciare il calcio in generale. Però se entri in una cosa devi fare le cose da zero. Non è che se sono stato un calciatore vorrà dire che sarò top in altro”.
UN GIOCATORE CHE TI HA RICORDATO ZLATAN – “Non ci sarà mai un altro Zlatan. Non mi piace paragonare i giocatori. Quando sono arrivato mi paragonavano a Van Basten ma Ibra è Ibra e Van Basten e Van Basten”.
PRIMA SCELTA SENZA MINO – “Quando c’è stata la tragedia di Mino il calcio è cambiato. Ma anche fuori dal campo Con Mino era diverso, prendevo tutte le decisioni con lui. Questa volta ero da solo. Se era per Mino continuavo, perché voleva commissione (ride). Scusa Mino, ma era la verità”.
MOMENTO PIÙ BELLO – “Oggi. Non potevo neanche sognare così: dal primo giorno mi sono sentito a casa col Milan, col vecchio e col nuovo. Tutto è stato bello. Quando lascerò questo mi mancherà tanto. Oggi hanno tirato fuori il vero Ibrahimovic”.
ANCORA SUL MOMENTO DELLA DECISIONE – “È arrivato quando accetti la situazione. Però deve arrivare da me. Tanti consigli: smetti, vai avanti… Ma doveva venire da me. Offerte? Si, c’erano. Ma quando uno ha deciso di smettere non contano più“.
COME STA – “Sto bene. Sto pensando troppo ma è tutto sotto controllo. Ci sono tanti ricordi. Ho bisogno di smaltire tutto”.