PRIMA DELLA CADUTA
Il Milan di Stefano Pioli aveva stupito tutti in questo 2020 permeato dalla surreale atmosfera evocata dal Covid-19.
I rossoneri infatti, dal post lockdown, avevano collezionato ben 24 risultati utili consecutivi, un qualcosa che non accadeva nella storia rossonera da tempo immemore, e che ha posto Ibra e compagni su un livello mediatico completamente diverso rispetto alla recente storia della società milanese.
La squadra di Pioli ha trovato infatti serenità ed inserito i calciatori nella giusta collocazione tattica, proponendo un calcio moderno ed offensivo e riscoprendo le grandi doti di Çalhanoğlu, oltre a godersi la titanica crescita di Bennacer e Kessié.
Il tutto condito dalla leadership di Simon Kjaer e soprattutto di Zlatan Ibrahimovic, massimo fattore dell’arrembante cavalcata rossonera in termini tecnici e psicologici.
Nonostante tutti ciò, in occasione della partita di ieri contro il Lille, valida per la terza giornata dei gironi di Europa League, i rossoneri sono caduti con il pesante punteggio di 0-3, scatenando quindi grandi dibattiti su quale sia il vero livello della squadra di Pioli.
Bisogna quindi analizzare la sconfitta rossonera, evidenziando i punti focali del crollo e cercando di capire quali saranno i risvolti di questo sorprendente – ma non troppo – risultato.
Una sconfitta che certamente non compromette il cammino europeo della squadra, ma che fa emergere delle problematiche sulla quale è interessante ragionare.
Dal profilo Instagram @acmilan
I MOTIVI DELLA DISFATTA
Ciò che emerge in maniera netta dalla partita di ieri è la freschezza atletica mostrata dalla rampante squadra francese, occupante ad oggi il secondo posto nella Ligue1, senza aver perso nemmeno una singola partita ed in uno stato di forma psicofisica invidiabile.
I rossoneri arrivavano invece da un periodo estremamente dispendioso e ricco di impegni, dai preliminari di Europa League fino al campionato, passando quindi dalla fase a gironi, un vero e proprio ciclo non stop che ha messo a dura prova la costanza della squadra, e che ha inevitabilmente portato alla scarsità di energie evidenziate nella partita di ieri.
La differenza fisica fra le due squadre è stata quindi fautrice del risultato finale del match, che ha visto i francesi arrivare sempre primi sulle seconde palle e sui palloni in uscita, un dato che fa capire in maniera netta quanto il Milan abbia bisogno di recuperare le forze per mantenere un’efficace continuità di risultati e prestazioni, elemento fondamentale se si punta ad obbiettivi importanti.
Oltre alle ragioni atletiche, che rappresentano il principale fattore della disfatta, vanno analizzate anche le cause tattiche, meno influenti ma certamente non esenti in quella che è stata una sconfitta assolutamente netta e priva di alibi. Il 4-4-1-1 del Lille ha messo da subito pressione alla retroguardia rossonera, che è andata in tremenda difficoltà sulle incursioni degli esterni avversari, ed in particolare di Yusuf Yazici, eroe e mattatore della serata con una tripletta.
Un altro importantissimo elemento da evidenziare è stata la mancanza di un efficace pressing sulla costruzione rapida ed intelligente degli ospiti, orchestrata dal talentuoso Renato Sanches, in assoluto uno dei migliori in campo e dell’intera giornata d’Europa League.
Vanno inoltre sottolineate le carenze di alcuni giocatori della rosa, fino ad oggi ritenuti ottimi sostituti, che hanno mostrato però i loro limiti in una partita leggermente più impegnativa rispetto allo standard del girone. Rade Krunic e Samu Castillejo si sono infatti rivelati poco incisivi per tutta la durata del loro minutaggio, in cui sono saltati agli occhi errori in fase di costruzione e grande sofferenza sulla pressione degli avversari.
A rimpolpare la dose ci pensa la condizione non brillantissima di alcuni titolarissimi come Romagnoli e Rebic, a lungo fuori per infortunio, e Theo Hernandez, visibilmente scarico e bisognoso di riposo, oltre all’attuale poca efficienza dei nuovi acquisti Tonali, Hauge e Dalot, ancora grezzi e non perfettamente incastonati negli schemi di Pioli.
Dal profilo Instagram @acmilan
LE POSSIBILI RIPERCUSSIONI
In una sconfitta pesante le ripercussioni sono potenzialmente sempre dietro l’angolo, specialmente dal punto di vista psicologico, visto che la squadra navigava in uno stato di grazia rinfrancato da continui risultati positivi.
La rosa è molto giovane, e questo elemento può senza dubbio far pensare ad una possibile fragilità mentale, che sarebbe deleteria in vista degli ambiziosi obbiettivi della società.
Il doppio impegno potrebbe quindi essere un limite per questa squadra, che sebbene abbia allungato la rosa continua ad essere ricca di incognite e carente di adeguate alternative in alcune zone del campo, specialmente in difesa e a centrocampo.
I nuovi hanno bisogno di adattarsi al più presto ai dettami tattici di Pioli, e nonostante le potenzialità siano evidenti il lavoro da fare è tanto, con la stagione che nel frattempo galoppa senza aspettare nessuno.
La rosa ha inoltre dei punti deboli in alcuni rimpiazzi non certamente all’altezza delle ambizioni rossonere, che potrebbero essere sostituiti nel corso della sessione invernale di calciomercato.
Il Milan deve quindi ripartire subito e dare tutto nella prossima partita contro L’Hellas, per poi giovare della pausa, in modo da ricaricare efficacemente le batterie.
La sconfitta contro il Lille deve essere presa come un fisiologico crollo dovuto ad una costante corsa senza sosta, che potrà certamente servire per un soddisfacente prosieguo della stagione.
Immagine di copertina dal profilo Instagram @locsclille