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Il gioco delle tre carte di LeBron James - Parte 1

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Il gioco delle tre carte di LeBron James – Parte 1

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Team Numero Diez

Potremmo avere una Decision 2.0, se non nei modi quantomeno nei fatti. Ancora una volta in carriera LeBron è padrone del suo destino cestistico, con nuovi rivali, qualche anno in più, senza più la scimmia di vincere un anello prima, e vincerlo a Cleveland poi. Per il resto i suoi talenti potrebbero ancora migrare ad Est come, novità assoluta, anche verso le sponde del Pacifico (possibilmente non nella Bay Area).

Ma perchè dovrebbe lasciare Cleveland? Oppure la domanda contraria: perchè dovrebbe rimanere? Una delle motivazioni più banali sono i soldi. Occhio, la componente “soldi” in NBA va molto oltre il semplice conto in banca, anzi, fanno la voce grossa in tema di gerarchie all-NBA. Con il nuovo CBA LeBron si vedrebbe riconosciuto il supermax da 205mln $ in 5 anni, il contratto più grosso della storia. Un ambiente conosciuto ed un posto dove è considerato Dio sceso in Terra. Il progetto tattico è un problema grosso perchè i margini di manovra sono limitatissimi, i difetti del roster attuale soo stati messi brutalmente a nudo durante tutti i Playoffs, a cominciare da un attacco troppo ondivago ed un sistema difensivo pericolosamente bipolare. Si potrebbe rimediare difficilmente, soprattutto perchè di contratti fuori mercato sono almeno 4: Clarkson, Hill, Thompson e Smith, fissi da qua ai prossimi 3 anni. Dai 60 ai 65 mln del Salary Cap da rivalorizzare in fretta. Il terzo anno in ogni caso potrebbe diventare interessante in ottica tanking, con questi contratti pesanti da scaricare in giro al primo che vuole spazzare il cap. Un progetto del genere però non interessa a LeBron, e forse neanche a Cleveland converrebbe tenerlo per imboccare questa strada. Per mettere d’accordo tutte le eventuali carte si apre prepotentemente l’ipotesi Sign and Trade. Ammesso che James abbia un prezzo, i Cavaliers possono firmarlo al Supermax e mandarlo al miglior offerente. Progetto ambiziosissimo. Primo: dare un prezzo al giocatore più forte del pianeta è come arrivare alla fine dell’universo e piantare un paletto. Tutti, veramente tutti gli scambi verranno paragonati a questo e per Cleveland piantare il paletto troppo presto può essere un problema. Secondo: formalmente o informalmente è auspicabile una no-trade clause. Insomma, potrebbero anche venire squadre come i Kings o i Magic di oggi con tutto il roster in mano ma non credo lo vedremo in mezzo ad un altro progetto a lunghissimo termine.

Possiamo dividere la questione in due gruppi, chi può prenderlo da free-agenti e chi deve passare da una trade.

Nel primo figurano sicuramente i Lakers. I losangelini possiedono l’appeal giusto per risultare appetibili economicamente, sportivamente ed a livello di glamour (forse l’unica meglio di South Beach in questo senso). Contratto assicurato un 2+1 in Player Option a circa 112 mln, le ottime possibiltà di firmare almeno un Paul George (con Leonard in rotta di collisione con i Spurs sullo sfondo). Con un po’ di aggiustamenti ai contratti in essere (la rinuncia a Randle sarebbe obbligatoria per esempio). Riuscendo a fare tutto tenendo il core di giovani formato del tempo potrebbe dare fuoco ad una miscela esplosiva probabilmente in grado di dare una spallata importante ai GSW. Più facile dirsi che a farsi e non è per niente scontato che l’alchimia funzioni a dovere. In dubbio soprattutto il fit di Lonzo Ball con James, un playmaker a tratti geniale ma senza uno straccio di gioco off-the-ball. Sarà fondamentale per lui trovare efficacia giocando attorno agli spazi creati da James per rendere la loro coesistenza credibile. Potenzialmente (con comunque altri 3 giocatori efficaci dall’arco) potremmo vedere una squadra iperoffensiva e spettacolare abbastanza da portare lo Staples dentro gli studi di Hollywood. George scontornerebbe le sue capacità in single coverage trasformandosi lentamente nel dirimpettaio di Klay Thompson tra i 3&D ad Ovest, sempre che abbia intenzione di farlo. Possibile anche vedere Leonard al posto di PG, dipenderà da Magic Johnson.

Restando ad Est ci sono i Sixers con un progetto più avviato di quello di LAL. L’unico ostacolo nel raggiungere un cap space adeguato potrebbe essere Bayless, piuttosto fattibile. La parte “interessante” del roster resterebbe intatta: Fultz, Saric, Simmons, Embiid più Covington. Redick e Belinelli dovrebbero rientrare dalla finestra della MLE. Golden State rimarrebbe “di là”, un roster del genere appare essere tagliato su misura per essere una seria contender anche fin da subito. Particolare il rapporto che lega James a Simmons. L’australiano è considerato un prototipo dell’LBJ maturo che stiamo vedendo oggi. Come con Lonzo però, avere due giocatori così simili non facilita il mestiere ad un allenatore. Anche qui, Simmons è a distanza di una shooting form credibile per rappresentare il nuovo volto della Lega. C’è anche Fultz da mettere nell’equazione oltretutto. Comunque, potranno essere problemi secondari, i loro talenti troveranno una maniera per esprimersi.

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LeBron James, i principali record della sua carriera

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LeBron James

Il record dei 40.000 punti di Lebron James è soltanto la punta dell’iceberg di un giocatore che, a 39 anni (40 a dicembre) fa ancora scuola nell’intera NBA. I suoi Los Angeles Lakers perdono ma LeBron entra, con più forza, nella storia del basket. Quello che impressiona è la costanza in più di vent’anni di carriera. Andiamo a vedere i principali record del Chosen One.

Per capire subito l’entità e la caratura del giocatore, cominciamo proprio dal canestro che lo ha consegnato non alla storia, ma alla leggenda. Infatti, contro i Nuggets, LeBron è diventato l’unico giocatore della storia a segnare 40.000 punti. 

I RECORD DI LEBRON JAMES

Parlavamo di costanza e LeBron è anche l’unico giocatore della storia ad avere almeno 25 punti di media in 19 stagioni consecutive. Nel 2005-2006, poi, entra subito nella storia, a 22 anni, grazie alla vittoria dell’All-Star Game MVP Award. Con i Cleveland Cavaliers quella stagione, fa registrare una media di 31,4 punti a partita e vince il premio nella partita delle stelle diventando il più giovane di sempre a riuscirci. È anche il giocatore più giovane ad aver vinto quattro MVP. Un altro record è l’essere stato il più giovane a segnare 2.000 punti in una stagione, ed essere nominato MVP dell’All-Star Game.

Passando ai record di anzianità, bisogna mettere in conto che LeBron è il più vecchio di sempre ad aver completato una tripla doppia da 30 punti e avere una media di 30 punti in una stagione. Infine ultimo, per darvi solo alcuni highlights di quello che è ed è stato il percorso di LeBron in NBA, è il giocatore più vecchio ad aver messo a segno 25+ punti in 11 partite consecutive.

È l’unico giocatore ad aver vinto il premio MVP delle Finals con tre squadre diverse (Miami Heat, Cleveland Cavaliers e Los Angeles Lakers). Detiene la striscia attiva più lunga di partite consecutive con almeno 10 punti segnati: 1.205, nel 2018 ha superato Michael Jordan, attuale secondo in classifica, che è fermo a 866. Ancora attiva anche la striscia di 280 partite consecutive ai play-off con almeno un punto: 280, di cui 278 con almeno 10 punti segnati. Ai play-off è anche l’unico giocatore ad avere tre triple doppie da almeno 40 punti: nessun altro ne ha più di una.

Nelle Finals 2016 contro GSW è diventato l’unico giocatore a guidare entrambe le squadre per punti, rimbalzi, assist, stoppate e recuperi in una serie intera. E ci sono ancora tantissimi altri record, di minore importanza, che sottolineano l’incredibile carriera di LeBron James.

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Harden imita Beckham: vuole una stella per i suoi Houston Dynamo

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James Harden, cestista statunitense che ha vestito la maglia dei Philadelphia 76ers nell’ultima stagione, ha deciso di acquistare qualche tempo fa alcuni azioni degli Houston Dynamo. Harden ha trascorso ben nove anni in Texas e ha deciso quindi di investire sulla squadra di calcio di Houston che disputa la MLS. Ora, con l’arrivo di Lionel Messi all’Inter Miami di proprietà di David Beckham, il play americano sogna un colpo simile per la sua squadra. Ha infatti rilasciato recentemente alcune dichiarazioni a USA Today Sports: Cerchiamo un campione che venga a Houston. Sappiamo tutti quanto incredibile è Messi, che a Miami insieme alla sua famiglia si sta trovando bene. Anche noi cerchiamo qualcuno che venga nella nostra franchigia e siamo sicuri che lo troveremo. Non me ne occupo io direttamente, ma il club è al lavoro”.

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Clamoroso Lebron James, le sue parole sul possibile ritiro: “Ci devo pensare”

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Lebron

Nella nottata italiana i Los Angeles Lakers di Lebron James sono stati battuti, e eliminati per 4 a 0, dai Denver Nuggets per 111-113. Lakers che non riescono a riaprire la serie e che manda i Nuggets alle Finals aspettando la vincente di Miami-Boston.

Oltre che per la sonora sconfitta sulle 4 partite, il mondo del NBA è rimasto scosso per le dichiarazioni di Lebron James nel post partita, che lasciano pensare ad un possibile ritiro:

“Ho molto su cui pensare a livello personale sulla possibilità di proseguire con il basket, devo riflettere a fondo”

Dichiarazioni bomba del 4 volte campione NBA, che nonostante abbia ancora 2 anni di contratto, con l’ultimo opzionale, non pare più cosi certo di voler continuare a calcare i parquet della NBA. L’idea a cui tutti pensavano era quelli che il “Re” avrebbe aspettato il draft del figlio Bronny, per giocare una stagione insieme a lui. Ha poi confermato alla domanda sul possibile ritiro ai microfoni di un giornalista ESPN.

Poco prima, sempre nella conferenza stampa post partita, si è espresso così su una domanda riguardante la sua visione sulla prossima stagione:

Vedremo cosa succede… non lo so. Non lo so. Ho molto a cui pensare a dire il vero. Personalmente, quando si tratta di basket, ho molto a cui pensare. Penso che sia andata bene, anche se non mi piace dire che è stato un anno di successo perché non sto giocando per nient’altro che vincere titoli in questa fase della mia carriera. Non mi diverto solo a fare una finale di Conference. L’ho giocata molte volte. E non è divertente per me non essere in grado di fare una finale di campionato”.

 

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Basket

[VIDEO] Finale di Basket islandese: parte un coro contro la Juventus

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juventus

Simpatico siparietto quello avvenuto sabato durante la finale Scudetto del campionato islandese di basket.
Durante un momento di pausa del match tra Valur Reykjavik e Tindastoll, lo speaker del palazzetto ha fatto partire la celebre canzone dei Ricchi e Poveri, “Sarà perché ti amo”.

Fino a qui nulla di strano, ma durante il ritornello, il pubblico si lancia nel celebre coro (di matrice milanista) contro la Juventus, proprio sulle note della canzone.

Un episodio che ha già fatto il giro del mondo e che ha strappato un sorriso a molti in Italia, anche ai tifosi bianconeri.

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