He did it again. Già, di nuovo. Terzo goal in due partite per Richarlison de Andrade, noto a tutti semplicemente come Richarlison. Il brasiliano classe ’97 è arrivato all’Everton per una cifra che si aggira attorno ai 40 milioni (prelevato dal Watford) di euro, balzando ai primi posti della classifica dei colpi più costosi nella storia dei Toffes, avvicinandosi ai 50 milioni spesi la scorsa estate per Sigurdsson.

Piede destro, l’ala brasiliana occupa la fascia sinistra nel tridente d’attacco. Questa posizione gli permette di rientrare sul piede preferito per colpire con tiri ad effetto sul secondo palo, ma la grande velocità nel dribbling e la tecnica sopraffina lo mettono nelle condizioni migliori per diventare anche un ottimo uomo-assist.
EREDE DI O’NEY
Il baby talento di Nova Venecia cresce calcisticamente nella Fluminense. Il club di Rio de Janeiro lo acquista dall’America Mineiro, squadra della Serie B brasiliana, con cui conquista subito la promozione nella massima serie. Nel campionato carioca, Richarlison appare ben 26 volte a soli 18 anni e incanta con giocate da fenomeno, condite con 4 goal e un assist, per un totale di 1509 minuti nella sua prima stagione.
I colpi da fuoriclasse gli permettono di conquistarsi la fiducia di società e tifosi, cosi anche nella stagione ’16/’17 Richarlison guadagna la titolarità: 18 presenze stagionali per un totale di 7 goal e 6 assist lo collocano di diritto sotto la lente d’ingrandimento dei maggiori club europei.

Da annoverare, inoltre, la fama conquistatasi come erede del fenomeno del PSG, Neymar. D’altronde, in Brasile e in tutto il Sudamerica, l’abitudine del paragone con i campionissimi, è quasi all’ordine del giorno. Non sempre questi confronti hanno giovato, ma di certo il neo acquisto dell’Everton dimostra sin da subito di poter sovvertire la tradizione.
Il brasiliano ha caratteristiche molto diverse da Neymar: Richarlison è un giocatore molto prestante fisicamente, il che gli permette di occupare tutte e tre i ruoli nel tridente, rendendolo un giocatore duttile, ciò che l’ex Barça, invece, non è. Con O’Ney, oltre all’origine, ne condivide anche il carattere, formatosi per le strade delle favelas.
Proprio qui, nel 2001, Richarlison rischiò la vita: all’età di 4 anni, uno spacciatore lo minacciò con una pistola e il trauma lo costrinse ad abbandonare la sua città natale. Si spiega cosi la grande quantità di cartellini rossi e gialli per un giocatore spesso scontroso e provocatore.
THE ENGLISH CALL

Le ottime prestazioni in Sudamerica convincono il manager del Watford, Marco Silva, ad investire su questo giovane dal futuro assicurato. E’ il 2017 e il sogno di Richarlison di poter sbarcare in Europa si avvera. L’impatto iniziale con il campionato inglese è di quelli importanti: sebbene in zona goal il rendimento non sia ancora da primo della classe, nella prima stagione con gli Hornets le presenze sono addirittura 38, con 5 reti e 5 assist ad incorniciare una stagione da outsider.
Ciò che impressiona soprattutto il tecnico Silva è la forza di volontà e il sacrificio con cui il giovane brasiliano si mette a servizio dei compagni. Nonostante il ruolo propenda per un posizionamento più offensivo, Richarlison dimostra di non disdegnare anche i compiti difensivi.
Giocando tutte e 38 le partite della Premier League 2017-18, diventa l’unico giocatore del Watford a poter vantare questo record stagionale, a sottolineare l’imprescindibilità nello scacchiere tattico degli Hornets del giovane brasiliano.
IL GOODISON PARK BALLA LA SAMBA
Cosi, nella stagione in cui saluta una bandiera del calcio inglese e della nazionale, Wayne Rooney, l’Everton decide di ripartire proprio dal binomio Marco Silva-Richarlison.
Il tecnico portoghese viene esonerato dagli Hornets nel gennaio del 2018, dopo la sconfitta per 2-0 con il Leicester. Cosi il club di Liverpool lo ingaggia per la nuova stagione e su sua precisa richiesta, i Toffes investono 40 milioni su Richarlison, con un surplus eventuale di 16 a seguito di alcuni obiettivi.
L’affare finisce su tutte le prime pagine dei principali quotidiani sportivi inglesi per la portata della trattativa. Come già detto, infatti, l’acquisto del brasiliano è il più oneroso della storia dell’Everton e se si pensa che l’esborso è stato fatto per un 21enne, tutto risulta assolutamente lontano da ogni logica di mercato.

L’ex-Fluminense, però, è in perfetta sintonia con l’allenatore ed il nuovo progetto lo coinvolge e ne esalta le caratteristiche migliori. E i risultati si riflettono in campo. Il suo inizio in questa nuova stagione di Premier League è semplicemente sensazionale, se si considerano alcuni suoi numeri: i 3 goal effettuati nelle prime due uscite stagionali sono stati messi a segno dopo un totale di 4 tiri, con una percentuale realizzativa del 75%.
Considerando le precedenti esperienze, su questo incremento in zona goal ha sicuramente influito la serenità con cui il giocatore affronta i match. Determinazione e sicurezza appaiono nel suo volto e l’aver trovato il killer instinct potrebbe lanciarlo di diritto nella lista delle sorprese del campionato, anche se la strada è sicuramente ancora lunga.
Al Goodison Park, però, Richarlison ha portato anche quell’imprescindibilità tattica mostrata anche nel Watford. Il giovane brasiliano ha già effettuato cinque salvataggi, cinque contrasti e tre intercetti in questa stagione e il pressing ai portatori di palla si è dimostrata un’arma letale per cogliere di sorpresa gli avversari.
VOGLIA DI ARRIVARE
A Liverpool, Richarlison pare aver trovato la sua dimensione, come si può intuire anche dalle sue ultime dichiarazioni:
“Mi sento più preparato, conosco già il ritmo e lo stile della Premier League, il che mi aiuta a raggiungere i risultati. Voglio essere il capocannoniere del campionato, riportare l’Everton in Champions League e quindi raggiungere la nazionale brasiliana“.
La voglia di arrivare e l’innalzamento dell’asticella hanno sancito la maturazione di un giocatore che, però, non deve dimenticare le lacune da colmare per poter arrivare tra i grandissimi: se riuscirà a calarsi nel mondo Everton e a diventare un leader della squadra, non mancherà di imporsi a livelli alti, anzi, altissimi.
