Quinto posto in classifica con tredici punti di distacco dal PSG capolista e l’ex attaccante titolare dello scorso anno passato al Real Madrid. Una vittoria e due pareggi in Champions League ne fanno il più serio avversario del Manchester City di Guardiola per il primo posto nel Girone F ai danni di Hoffenheim e Shakhtar, ma c’è un qualcosa che dalla scorsa stagione, dopo anni bui e difficili, sta assurgendo a conferma nel panorama calcistico mondiale. Una promessa, scoperta tanti anni fa al PSV Eindhoven, stava per infrangersi tra le mura di Old Trafford, spenta da una situazione non congeniale alle proprie qualità. Era il gennaio 2017, il Lione acquistava Memphis Depay dallo United di Mourinho in prestito con riscatto a 17 milioni di euro segnando l’inizio di una nuova storia.

DA PROMESSA A SCOMMESSA
In quel momento il trasferimento venne considerato come una vera e propria scommessa per il calciatore e per il club sette volte campione di Francia: mettersi in casa una rinomata testa calda proprio negli anni della rinascita aveva senso? E per il calciatore, dopo la numero sette dello United con che stimoli giungeva a Lione? Il campo, come sempre in questi casi, parlò chiaro: 5 goal e 8 assist in 17 presenze in Ligue 1 nei sei mesi della seconda parte di stagione e gli occhi del mondo che tornano a rivolgersi verso di lui dopo tanto tempo. Lo United avrebbe voluto per lui un futuro da stella indiscussa del firmamento di Old Trafford ma la situazione ambientale e tecnica non aiutò: in Francia Memphis tornò a ruggire.
DA SCOMMESSA A CERTEZZA
È la stagione successiva però quella che vede Memphis esplodere definitivamente alla corte dei Leoni di Francia: proprio lui che su tutta la schiena reca un tatuaggio dedicato al Re della Savana, si sente a casa con Bruno Genesio che per lui cuce un 4-3-1-2 dove l’ex numero sette dello United occupa il ruolo di seconda punta al fianco di Mariano Diaz. Il record di goal siglato col Psv (28 goal nella stagione ‘14/’15) rimarrà lontano sei lunghezze, ma al termine della stagione Memphis Depay iscriverà a tabellino 22 goal e 17 assist in tutte le competizioni collezionando 3655 minuti divisi in 51 gare. Una certezza della squadra allenata dal tecnico francese che con Depay ha vinto forse la scommessa più importante della sua carriera.

“Rappresenta me stesso, io sono cresciuto in una giungla. Sono un leone e sono sempre rimasto in piedi.”
RUMORS DI MERCATO
Delle caratteristiche tecniche di Depay potremmo parlare per giorni: ala velocissima dotata di dribbling bruciante, alla corte di Genesio ha anche imparato a fare goal con continuità. Tantissimi gli assist -28 in totale con la maglia del club francese– con una macchina perfetta come quella del Lione che del gioco corale fa una religione. Come accade spesso e volentieri in questi casi, dopo una stagione simile il numero diez della nazionale olandese è finito in un vortice di mercato di incredibile potenza: prima il Milan del nuovo corso sembrava lo avesse già preso, poi l’Inter era in vantaggio ma tutto sfumò per le alte richieste del club francese. I risultati non troppo esaltanti in Ligue 1 del Lione aiutarono ad alimentare questo vortice di richieste e offerte con Depay sempre più vicino alla nostra Serie A. Alla fine, dopo la richiesta di 45 milioni contanti, non se ne fece nulla e il calciatore rimase a in Francia per giocare la Champions con il club che due stagioni prima, lo aveva salvato dal baratro.

INFERNO ANDATA E RITORNO
Per molti il paradiso, per altri l’inferno non metaforico: Old Trafford e il Manchester United per Depay sono stati come delle catene che tenevano imbrigliato il suo talento. Mai troppo costante ma dotato di una classe cristallina, l’attuale numero undici del Lione ha trovato in Francia la sua dimensione fuggendo dalle responsabilità che la numero sette dei diavoli rossi gli addossava sulle spalle. La conferma ulteriore, come se ce ne fosse bisogno, è la stagione appena iniziata, nella quale Memphis ha iniziato con 3 goal e 3 assist messi a referto nelle 13 gare giocate con la maglia del Lione.
OBIETTIVI FUTURI E NAZIONALE
Entrambe le squadre del nostro attaccante tutta classe e velocità sono alla ricerca di un nuovo equilibrio dopo anni complicati: il Lione è a caccia del proprio posto in Europa e nel campionato Francese, lontano dalla squadra capace di vincere sette titoli consecutivi tra il 2001 e il 2008, mentre l’Olanda sta studiando come tornare grande dopo aver bucato gli ultimi due appuntamenti internazionali. Depay sembra proprio essere l’ago della bilancia per entrambe le rinascite e, consequenzialmente, la sua stessa rinascita passa attraverso le sorti delle due squadre che ora hanno puntato su di lui. Il Lione in campo nazionale ha un antagonista che sta monopolizzando l’attenzione: quel PSG che grazie al flusso di denaro giunto dal Qatar nelle ultime stagioni ha fatto terra bruciata intorno a se ma ha anche contribuito ad innalzare il livello del campionato. In nazionale, dopo la vittoria ottenuta contro la sempre più in crisi Germania, l’Olanda sembra essere nuovamente assurta a produttrice di talenti di livello mondiale con il suo numero dieci pronto a guidare i vari De Jong, De Light e Van Dijk alla ribalta internazionale.

DEPAY E I SUOI 20 ANNI
La continuità, dunque, prima di tutto: Memphis, come ama essere chiamato, è un classe ’94, di conseguenza il bivio tra campione ed eterna promessa verrà percorso a stretto giro. Le premesse per diventare ciò che era stato intravisto in Olanda con la maglia del Psv ci sono tutte, starà ora a lui continuare a incantare e a tapparsi le orecchie per esultare sotto la gradinata del Lione o al cospetto delle bandiere Orange.