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Il Napoli non ha capito l’Arsenal

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Il Napoli non ha capito l’Arsenal

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All’Emirates di Londra il Napoli, una settimana fa, è andato in netta difficoltà contro l’Arsenal, rimediando un 2 a 0 poco pronosticabile prima della vigilia. Gli azzurri erano chiamati a giocare una grande partita per poter ribaltare il risultato dell’andata e per centrare la qualificazione alle semifinali di Europa League. Semifinali che mancano al calcio italiano esattamente dal 2015.

Rispetto alla partita di sette giorni fa, Ancelotti decide di apportare alcune modifiche. Il modulo di gioco è sempre il 4-4-2 ibrido, ma con Ghoulam terzino sinistro al posto di Mario Rui e Maksimovic terzino destro per Hysaj. Ancelotti ha così riproposto quella falsa difesa a 4 che aveva sorpreso in Champions contro squadre di alto calibro come PSG e Liverpool. Koulibaly viene affiancato allora da Chiriches, mentre in mezzo al campo agiscono Allan e Zielinski, con Fabián a sinistra e Callejón a destra. Davanti Milik insieme a Insigne, con Mertens che parte in panchina.

Unai Emery, invece, conferma dieci giocatori della partita d’andata, lasciando fuori Ozil, con Ramsey trequartista e l’inserimento in mezzo al campo di Xhaka. La linea a 3 dietro composta da Koscielny in mezzo, con Monreal a sinistra e Sokratis a destra. Kolasinac e Maitland-Nailes ad occupare le catene laterali, con Torreira-Xhaka al centro. Davanti Aubameyang e Lacazette nel 3-4-1-2 del tecnico basco.

LA DIFESA A 3 E MEZZO DI ANCELOTTI

All’andata uno degli aspetti in cui il Napoli è andato in maggior difficoltà è stato il pressing alto dell’Arsenal. Il reparto offensivo dei gunners era sempre coordinato bene e i partenopei hanno vissuto i primi 30 minuti da incubo. Ancelotti allora ha scelto Maksimovic per avere un difensore in più in fase di impostazione dal basso, cercando la superiorità numerica contro i due attaccanti dell’Arsenal. Ghoulam, invece, sulla sinistra aveva il compito di avanzare per offrire la giusta ampiezza, con Fabián che si accentrava nel mezzo spazio sinistro.

La linea a 3 arretrata, con Insigne e Callejon che si fanno vedere per ricevere la palla sui piedi. Ghoulam rimane largo a sinistra, mentre Fabian gestisce il mezzo spazio sinistro.

Rispetto alla gara di andata Ancelotti ha anche invertito la posizione di Ruiz con Zielinski, cercando di sfruttare la maggior associatività dello spagnolo per creare pericoli dalla sinistra.

L’approccio del Napoli nei primissimi minuti di gioco infatti è sembrato più che propositivo, con anche un buon pressing da parte degli azzurri. L’idea di Ancelotti era quella di cercare di partire subito forte per segnare il primo gol della gara. Ma l’Arsenal è riuscito ancora a mettere in difficoltà gli azzurri con Ramsey che accompagnava il primo pressing insieme a Lacazette e Aubameyang, costringendo il Napoli a gettare via diversi palloni in fase di costruzione.

A quel punto la squadra di Ancelotti è andata un po’ in tilt, cercando di risalire il campo con i lanci lunghi verso Milik. L’arma principale che i partenopei hanno cercato di utilizzare sono state le catene laterali, con tanti cross nel mezzo a cercare proprio l’ariete polacco.

Qui il Napoli esce bene da dietro con un passaggio di Maksimovic verso Milik, che scarica subito la palla ad Allan. Fabian si fa vedere, riceve, e con il primo controllo orientato si gira dall’altra parte, vedendo il corridoio per servire Ghoulam.

Nel primo tempo l’Arsenal non si è mai fatto trovare scoperto in transizione, tranne al 16’ quando un calcio d’angolo a favore dei Gunners si è trasformato in una importantissima palla gol per il Napoli. Koulibaly scippa la palla ad Aubameyang al limite e si proietta in avanti, con Fabián che guida la transizione centralmente. Lo spagnolo appoggia la palla a sinistra per il difensore senegalese, che con un passaggio rasoterra serve sul secondo palo Callejón. L’attaccante azzurro conclude verso la porta di Cech, ma non incrocia bene e spreca un’occasione colossale.

IL PIANO GARA DI EMERY

L’Arsenal, dopo l’ottima prova dell’andata, si è presentato al San Paolo lasciando in mano il pallino del gioco alla squadra di Ancelotti. I Gunners hanno però tenuto bene il campo, con il 5-3-2 in fase di non possesso che limitava molto gli spazi cercati del Napoli. Gli azzurri si sono limitati a cercare spesso la palla lunga alle spalle della difesa, ma il trio di Emery è sempre stato attento e non si è fatto sorprendere. Alla fine dei primi 45’ di gioco il Napoli è andato in fuorigioco 5 volte, aveva effettuato 9 tiri ma solo 1 in porta, ovvero quello di Callejón.

Ha funzionato anche la scelta di Emery di inserire Xhaka in mezzo al campo e alzare Ramsey: lo svizzero ha aiutato in fase di non possesso e insieme a Torreira hanno intercettato 7 passaggi. Il gallese è stato costretto ad uscire dopo la mezz’ora, facendo spazio a Mkhitaryan, ma fino a quel momento stava disputando un’ottima gara: dava qualità e imprevedibilità sulla trequarti con la palla tra i piedi, scalava a centrocampo in fase di non possesso e portava bene il primo pressing insieme a Lacazette e Aubameyang.

Una delle situazioni principali sofferte del Napoli, il pressing a uomo dell’Arsenal sul lato palla: Maksimovic batte una rimessa laterale verso Allan, ma non ci sono spazi. I due attaccanti schermano i difensori, Xhaka è pronto ad aggredire in avanti, mentre gli altri giocatori del Napoli sono tutti marcati. Un’apertura a sinistra verso Ghoulam avrebbe creato molti pericoli.

I Gunners hanno trovato il vantaggio al 36’ con una punizione di Lacazette, su cui Meret ha fatto un errore di valutazione, scegliendo di fare il primo passo verso la propria destra. Poco prima era stato annullato un gol al Napoli per un fuorigioco di Milik, imbeccato dal limite dell’area da un passaggio illuminante di Insigne.

NELLA RIPRESA NON CAMBIA LA GARA

Nel secondo tempo Ancelotti ha provato il tutto per tutto, togliendo Maksimovic per Mertens. A quel punto Callejón è andato ad occupare la posizione di terzino destro, con Insigne che si è allargato a sinistra e Fabián a destra. Ma subito all’inizio della ripresa il Napoli ha perso una palla velenosa sulla propria trequarti ed ha rischiato di subire il secondo gol.

Ancora il pressing dell’Arsenal, in questo caso portato dal trio offensivo: Allan si fa trovare impreparato da Mkhitaryan, che scarica subito verso Lacazette e va a proporsi sulla sinistra. Koulibaly si fa attrarre ed esce sul francese, lasciando lo spazio alle sue spalle libero dove si inserisce proprio Mkhitaryan. Palla in mezzo per Aubameyang, miracolo di Meret.

Dopo l’occasione sprecata, i Gunners si sono limitati ad una difesa posizionale, portando tutti i propri uomini dietro la linea del centrocampo. Il Napoli, anche in questo caso, non è riuscito con la palla a terra a smuovere l’Arsenal, producendo pochissimo.

Emery per non rischiare ha deciso anche di togliere Lacazette per inserire Iwobi, facendo diventare lo schieramento dell’Arsenal un 5-4-1 con Aubameyang unica punta.

Il rammarico per il Napoli è tanto, soprattutto perché dai 180’ giocati contro l’Arsenal non sembra che la squadra azzurra abbia sfruttato tutto il suo potenziale. Gli errori della partita d’andata sono stati fatali, ai Gunners al ritorno è bastata una gara attenta senza rischiare per centrare la qualificazione in semifinale. Il gol di Lacazette arrivato in chiusura di primo tempo su punizione ha destabilizzato molto, perché ha affossato qualsiasi speranza di rimonta.

Ancelotti nel post-partita a Sky ha parlato di un Napoli che ha perso lucidità davanti ed è diventato lento e prevedibile. Praticamente l’opposto di quello visto nei gironi di Champions all’inizio di questa stagione. Gran parte dei meccanismi che avevano funzionato pochi mesi fa nelle ultime partite non hanno dato le stesse risposte. Il Napoli, dopo l’addio di Sarri, deve ritrovare una propria identità che in questo momento non ha. Ancelotti, da qui alla fine del campionato e compresa la prossima estate, avrà tutto il tempo per lavorarci su.

 

 

 

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Coppa Italia

Pronostico Fiorentina-Parma, statistiche e consigli per la partita

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Pronostico Fiorentina-Parma

PRONOSTICO FIORENTINA-PARMA, STATISTICHE E CONSIGLI PER LA PARTITA – Mercoledì 6 dicembre, alle ore 21:00, la Fiorentina incontra il Parma per gli ottavi di finale di Coppa Italia, in un match che può nascondere insidie. Scopriamo, dunque, il pronostico per la partita insieme a qualche statistica e qualche consiglio per gli scommettitori.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

Partiamo dai padroni di casa. La Fiorentina ha vissuto tanti alti e bassi nell’ultimo periodo, con alcune cadute evitabili, come contro l’Empoli, ma anche vittorie prestigiose, come quella di Napoli. La squadra di Italiano si è imposta nel corso dell’ultima giornata per 3-0 contro la Salernitana e ha preparato al meglio la partita di Coppa Italia. Vedremo se la preparazione sarà ripagata anche dal verdetto del campo.

Il Parma viene da sei vittorie in otto partite nell’ultimo mese. Gli uomini di Pecchia procedono spediti verso la risalita nel massimo campionato e si trovano, ad oggi, a pari punti – 33 – col Venezia. Gli emiliani stanno facendo molto bene e ora sognano anche i quarti di finale di Coppa Italia, un risultato che sarebbe importantissimo per il loro morale. In mezzo c’è la Viola, che avrà tutte le intenzioni di battere i crociati.

IL PRONOSTICO DI FIORENTINA-PARMA

Per quanto sulla carta l’esito sembri scontato e i pronostici siano tutti a favore della Fiorentina, spesso la Coppa Italia ha regalato sorprese. Attenzione, dunque, al Parma, che vorrà fare uno scherzetto agli avversari. Per questo, non consigliamo alcun segno fisso, bensì una giocata sul numero complessivo di gol. Il pronostico che potrebbe essere meno rischioso e pagare di più è il MULTIGOL CASA 2-4, in quota 1.62. Benché l’esito finale non sia scontato, la Viola, infatti, potrebbe andare a segno più volte, data la tendenza dei giocatori di Italiano a tenere palla. In alternativa, anche il segno GOL, quotato, invece, 1.75 sui principali bookmakers, potrebbe essere fruttuoso, dato che entrambe le squadre sono decisamente inclini al gol.

PROBABILI FORMAZIONI

Fiorentina (4-2-3-1): Christensen; Kayode, Martinez, Ranieri, Parisi; Mandragora, M.Lopez; Ikone, Barak, Sottil; Nzola. All. Italiano

Parma (4-3-2-1): Chichizola; Delprato, Osorio, Circati, Di Chiara; Bernabé, Hernani, Estevez; Mihaila, Man; Benedyczak. All. Pecchia

 

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ESCLUSIVE

ESCLUSIVA – L’agente di Ikwuemesi: “Si sta adattando alla Serie A, la Salernitana sta lavorando nella giusta direzione”

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La Salernitana sta affrontando un periodo delicato, in piena lotta per la permanenza in Serie A. Nell’ultima giornata di campionato, i granata sono usciti sconfitti dal Franchi perdendo 3-0 contro la Fiorentina. Nonostante la sconfitta anche abbastanza netta, però, i campani sono reduci da un momento anche abbastanza positivo. A risollevare il morale infatti sono il pareggio preziosissimo in casa del Sassuolo e, soprattutto, la prima vittoria in campionato arrivata all’Arechi contro la Lazio.

Uno dei volti di quest’ultimo periodo in casa Salernitana, è sicuramente Chukwubuikem Ikwuemesi. Arrivato quest’estate dagli sloveni del Celje, l’attaccante nigeriano sotto la gestione Inzaghi sta trovando spazio ed anche i primi gol della sua avventura italiana. Per scoprirne di più sul classe 2001, noi della redazione di Numero Diez abbiamo intervistato Thaddeus Kennedy Idama, agente del calciatore facente parte del KCG Sporting Management.

Di seguito, la nostra intervista ESCLUSIVA.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A THADDEUS KENNEDY IDAMA, AGENTE DI IKWUEMESI

Parto chiedendole la sua opinione sul momento attuale di Ikwuemesi alla Salernitana.

“Sta provando a dare il massimo. Essendo calciatore giovane, che proviene da un campionato non molto noto in Europa, sta cercando di adattarsi. Credo farà meglio sul lungo termine”.

Crede che la Salernitana riuscirà a centrare l’obiettivo salvezza?

“Siamo in attesa di scoprirlo, perché la Salernitana è una buona squadra, staff e dirigenti hanno il compito di gestire la situazione e lo stanno facendo molto bene. Il club non sta ottenendo il miglior risultato, ma spetta all’organismo che lo rappresenta fare la cosa giusta. Credo siano nella giusta direzione“.

Di recente Ikwuemesi ha segnato il suo primo gol in Serie A, contro il Sassuolo. Quali sono state le sensazioni a riguardo?

È stato un bel momento. A Sassuolo erano partiti molto bene, andando in vantaggio per 0-2. È stato comunque un buon risultato per la squadra. È un momento in cui hanno ripreso il controllo e hanno realizzato di poter tornare ad una situazione normale. Io so che chi è ai vertici della società sta facendo molto per assicurarsi di mettere i calciatori sulla buona strada. Poi vincere le partite (contro la Lazio, n.d.r.) è un sollievo per la squadra“.

Con l’arrivo di Inzaghi in panchina sembrerebbe esserci stata una svolta: 5 presenze da titolare e 2 gol in 7 partite. Com’è il rapporto con il tecnico granata?

“Gli dico che dipende tutto dall’impostazione professionale. Il ragazzo è un professionista e conosce i suoi obblighi in campo. L’allenatore è stato un professionista di altissimo livello da calciatore. Sono contento perché metterà Ikwuemesi nelle condizioni migliori e lo preparerà per le partite. Inzaghi è stato un giocatore di punta, un top player. Quando giocava, ai suoi tempi, io tifavo la Juventus e lo guardavo tanto. L’ho guardato tanto all’Atalanta quando ha segnato 15 gol in Serie A prima di trasferirsi alla Juventus. Quindi lo conosco molto bene. Quando un’ex attaccante allena il tuo calciatore, che è anche lui un attaccante, secondo me è una cosa positiva. Sono felice di vedere Inzaghi fare le cose giuste da allenatore. Poi il calciatore ha l’obbligo di rispettarlo. È questa la sua responsabilità quando scende in campo”.

Tornando invece alla trattativa che ha portato Ikwuemesi alla Salernitana: com’è nata? Ci sono retroscena?

“Per me non c’è stato nessun aspetto negativo. Eravamo tutti d’accordo nel fargli accettare questa nuova sfida. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma quando un giocatore focalizza la mente su qualcosa è possibile. Quindi io penso che abbia deciso di andare in Serie A e noi, dopo, siamo andati a cogliere la sfida. Sapevamo che fosse  piuttosto impegnativa, ma finora tutto bene. Si abituerà a questa situazione e, a lungo termine, otterrà risultati”.

Qual è invece il sogno per il futuro?

“Ogni giocatore ha un sogno per il futuro. Noi li lasciamo a loro. Lui ha l’ambizione di diventare un top player, di giocare club famosi. Al momento siamo concentrati prima sulla Salernitana, e poi dopo lui pensa al suo meglio. Poi lasciamo che il futuro svolga il suo ruolo”. 

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram kcg_project

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Thauvin torna protagonista e si confessa: “Andai a giocare in Messico perché soffrivo di depressione”

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Thauvin

Un gol e un assist nelle ultime due partite per Florian Thauvin, indubbiamente uno degli uomini di maggior classe e talento a disposizione di Cioffi. La missione salvezza, in questa stagione, non sembra scontata come in altre annate per l’Udinese, che dovrà affidarsi anche (e non poco) al sinistro del francese, campione del mondo nel 2018. Neanche il più grande trionfo immaginabile nella carriera di un calciatore può però colmare i demoni interiori di una persona, come ammesso da Thauvin nel corso di un’intervista a Canal+.

DEPRESSIONE – Tre mesi prima di lasciare l’Olympique Marsiglia andai da una persona specializzata su consiglio di alcuni amici, che mi ascoltò e mi fece scoppiare a piangere. In quel momento capii di non stare bene. Ero nella fase iniziale ma già accertata di depressione. Per quello poi decisi di andare in Messico, per stare più tranquillo e avere meno pressioni nel giocare da parte di tifosi e media”.

UN PASSO INDIETRO – “Atleticamente mi sentivo al meglio, ma dal punto di vista mentale ero a pezzi. Quando questa persona mi ha fatto rendere conto della mia situazione, ho deciso che era meglio fare un passo indietro per la mia serenità. Per questo poi scelsi di andare a giocare al Tigres, in Messico”.

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Furia De Laurentiis dopo Napoli-Inter: telefonate alla Federcalcio per protestare

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De Laurentiis

Il Napoli, dopo un inizio di campionato altalenante e l’esonero di Garcia, ci si aspettava un cambio di rotta imminente. Occasione sfumata nel match di ieri giocato al Maradona contro l’Inter, perdendo per 3-0. Tuttavia secondo quanto riportato da Il Mattino, De Laurentiis sembrerebbe essersi infuriato al punto da chiamare la Federcalcio e l’AIA per protestare, riguardo la direzione gara con i nerazzurri. La scelta di non far presentare Mazzarri ai microfoni, prediligendo silenzio totale, sarebbe stata proprio la sua, dopo aver accerchiato il direttore di gara nel tunnel per cercare di ottenere delle spiegazioni, invano.

Gli episodi che avrebbero scatenato l’ira del patron partenopeo sarebbero due. Il primo per un mancato rigore concesso per un presunto fallo di Acerbi su Osimhen. Il secondo a causa della decisione di non annullare il primo gol di Calhanoglu per un fallo in precedenza di Lautaro su Lobotka.

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