La corsa scudetto si intensifica.
La SPAL strappa un tanto meritato quanto inaspettato punto alla Juventus ed il Napoli, galvanizzato dalla situazione creatasi trova le forze per riproporsi prepotentemente – dopo una sconfitta ed un pareggio – contro il Genoa.

Questo è il riassunto di quanto accaduto nell’ultimo weekend calcistico che mette in pausa il campionato di calcio per consentire ai giocatori di aggregarsi alle proprie Nazionali. La gioia del popolo partenopeo ed il malcontento dei tifosi della Juventus, quindi, attenderanno una settimana in più del previsto per rivedere o confermare questo momento: azzurri e bianconeri, durante l’ultima settimana di marzo dovranno infatti cimentarsi in una trasferta a Sassuolo e in uno scontro casalingo con il rinnovato Milan di Gattuso.
Inutile discorrere circa il coefficiente di difficoltà dei due incontri: il Sassuolo di Iachini, nonostante il cambio di guida tecnica, fatica ad esprimere il proprio calcio e oscilla tra gli ultimi posti in classifica, alimentando una lotta salvezza che coinvolge almeno sette squadre; i rossoneri di Gattuso, invece, tutt’altro che provati dall’uscita di scena dell’Europa League, portano avanti una striscia di risultati positivi figlia della vittoria contro l’Inter in Coppa Italia avvenuta a dicembre. Il club di via Aldo Rossi è infatti un avversario assai ostico da superare che, nel girone di ritorno, viaggia ad una media punti quasi pari a quella dei rivali che affronteranno il 31 di marzo all’Allianz Stadium.
RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO
Il Napoli ha un’identità ben precisa dettata dagli schemi e dalla lungimiranza del proprio tecnico, Maurizio Sarri. Un mago tanto abile ad insegnare calcio quanto a non piacere all’ambiente stesso per il proprio carattere rude e le proprie uscite infelici che, in più di un’occasione, lo hanno condannato ad una gogna mediatica. La sua squadra è la sua personalissima creatura: tra i suoi azzurri e quelli di Mazzarri o Benitez non vi sono molte analogie, ed il suo concetto di calcio champagne ha ormai convinto tutti i propri supporter; ed è per questo motivo che quando si riesce a trionfare seguendo un altro stile, vien naturale porsi qualche quesito: la vittoria contro il Genoa, realizzata attraverso un fortuito gol di Raul Albiol, va vista come un naturale calo della squadra – incapace di vincere imponendosi come suo solito – o come un processo di maturità della formazione che mette da parte i preziosismi e – emulando la Juventus – persegue la vittoria come unico scopo?

Il tempo, probabilmente, potrà darci qualche indicazione più del previsto, tuttavia, trovo l’uno a zero messo a segno contro il Genoa una prova di grande maturità: vincere nonostante i soliti mezzi non diano i loro frutti, con la pressione di dover fare punteggio pieno e con la marcatura di un giocatore che non segna da anni è un mix di circostanze che porta la causa del Napoli a farsi sentire fino a fine campionato. Illusi coloro che credevano che dopo il +4 della Juventus il campionato si sarebbe chiuso: i tanti impegni e gli infortuni pesano e Sarri ed i suoi – che di impegni non ne hanno e di infortunati ne hanno pochi – hanno trovato il modo di colmare la differenza tecnica tra le due squadre attraverso altri espedienti.
SUPERARE SE STESSI?
M. Allegri lo ha ribadito più volte: la Juventus, per vincere il settimo scudetto consecutivo, deve pensare solo a se stessa e deve superare i propri limiti. Negli ultimi anni ne è stata all’altezza: grandi campioni, innumerevoli motivazioni ma, soprattutto, l’assenza di un rivale vero che potesse ostacolarne il dominio. Quest’anno, l’ultima variabile esiste ed è pesante come un macigno; se durante gli scorsi anni la squadra giungeva all’appuntamento europeo con la consapevolezza di potersi rasserenare circa la situazione vissuta in campionato, quest’anno, non è così: la tensione raddoppia e il dispendio di energie si fa ancor più pesante, specie se gli avversari da affrontare sono di prima fascia e portano i nomi di Tottenham e Real Madrid. Se il calendario, inoltre, non viene in aiuto della squadra e se la seconda in classifica attende come un avvoltoio un passo falso, la situazione si complica.
UNA DIFFICOLTÀ DOPO L’ALTRA

Negli anni scorsi Allegri aveva individuato in Cuadrado un elemento fondamentale per spaccare le partite; quest’anno, a causa dell’infortunio accorso, dovrà farne a meno. A sostituirlo, dunque, ci ha pensato Federico Bernardeschi che, tuttavia, dopo le straordinarie prestazioni fornite, ha dato forfait, mantenendo viva nella Juventus la speranza che una terapia conservativa possa essere la cura giusta per il ragazzo. Marko Pjaca, tanto battezzato da Allegri durante la scorsa stagione, è partito da Torino con una certa fretta e non senza qualche rimorso; avrebbe potuto contribuire pesantemente alla causa della propria squadra, ritrovando il minutaggio tanto sperato. Mandzukic, negli ultimi tempi, funziona a risparmio energetico ed Alex Sandro – provato anche da attaccante – pecca di verve e continuità.
Il momento, insomma, è di quelli critici e solo un doppio risultato positivo contro Milan e Real Madrid potrebbe ribaltare la situazione. A Napoli, intanto, si godono il riavvicinamento ed un calendario che, paragonato a quello della formazione torinese, appare decisamente più abbordabile.
Basterà questo per la lotta Scudetto?