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Il riscatto di Massimo Oddo

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Il riscatto di Massimo Oddo

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La prima avventura di Massimo Oddo su una panchina della Serie A non era stata di certo entusiasmante. Anzi, considerando i risultati raggiunti (solo una vittoria, a tavolino), l’esperienza a Pescara era stata certamente fallimentare.

Allora perché l’Udinese ha voluto scommettere su uno dei Campioni del mondo del 2006?

Sicuramente perché le attenuanti riguardo alla passata stagione a Pescara erano molte: una rosa non all’altezza, la prima esperienza da allenatore in Serie A, e una buona dose di sfortuna. Inoltre perché quello che l’allenatore abruzzese aveva fatto vedere l’anno scorso, e soprattutto due anni prima in Serie B, non era certo da buttare.

La chiamata di Massimo Oddo rappresentava dunque una scommessa per il club del patron Pozzo. Una scommessa che, per ora, sembra esser stata vinta.

ATTEGGIAMENTO E RISULTATI

La squadra che Delneri aveva lasciato dopo la sconfitta interna contro il Cagliari era una squadra spenta, con poche idee di gioco, abituata a fare il compitino e poco altro. Probabilmente si sarebbe salvata, con qualche vittoria qua e là, ma avrebbe sicuramente continuato a sopravvivere, più che ad imporsi.

Quello che invece l’Udinese sta facendo nelle ultime partite è imporre il proprio gioco, come si è visto nella vittoria a Milano. Imporre il proprio gioco infatti non vuol dire condurre la partita per tutti i novanta minuti, ma significa soprattutto saper indirizzare a proprio favore le diverse fasi del match. Dopo aver retto l’urto dell’Inter nel primo tempo, Oddo è intervenuto cercando di cambiare l’atteggiamento difensivo della sua squadra, che ha sfruttato l’occasione fortunosa del rigore ed ha chiuso la partita con un ottimo contropiede.

Massimo Oddo sembra aver dato consapevolezza ad una squadra che faticava ad esprimersi, nonostante avesse in organico numerose pedine interessanti. Il cambiamento è stato dunque in primis mentale: dal grigiore di un calcio vecchio come quello di Delneri al colore e al divertimento delle idee nuove di Oddo. Il primo tecnico legato al concetto di salvezza sofferta, ai pareggi sudati, alla quantità prima che alla qualità; il secondo invece convinto delle potenzialità di questa squadra, soprattutto se paragonate alle dirette concorrenti.

Risultato: nove punti in quattro partite, tre vittorie consecutive, otto gol fatti e due subiti. In mezzo l’8 a 3 rifilato al Perugia in Coppa Italia, perché quando ci si diverte, non si vuole smettere mai.

Ora il Napoli in Coppa e poi la partita con il Verona in casa e quella in trasferta a Bologna: un calendario che potrebbe portare la squadra di Massimo Oddo a chiudere il girone d’andata addirittura tra i 25 e i 27 punti. Non male per una squadra che fino a un mese fa era invischiata nella lotta per non retrocedere e che ora si trova ad appena due punti da Fiorentina e Torino.

La sensazione è quindi che questa squadra si possa togliere ancora molte soddisfazioni nel girone di ritorno.

CHE COSA È CAMBIATO?

Oltre all’atteggiamento e alla predisposizione mentale della squadra, molto è cambiato anche a livello tattico. Oddo ha subito abbandonato la difesa a 4, privilegiando quella a 3. In questo modo la squadra bianconera riesce a coprire meglio gli spazi sia in fase difensiva, sia quando si tratta di organizzare la manovra. Le idee di calcio votato all’attacco dell’allenatore abruzzese si vedono quando la sua squadra imposta l’azione, cercando maggiormente i passaggi in verticale rispetto al gioco orizzontale di Delneri. Non solo, avendo tre difensori centrali in copertura, le mezzali possono staccarsi a turno e, attraverso i loro inserimenti, fungere di fatto da attaccanti aggiunti all’interno dell’area.

Proprio una di queste mezzali, Barak, sta trovando con Oddo la sua consacrazione.

L’altra mezzala, Jankto, sta ritrovando invece quella brillantezza che con Delneri sembrava aver perso. Il recupero in mezzo al campo di Fofana, che con Delneri trovava poco spazio, garantisce solidità e corsa ad un reparto che con Balic sarebbe troppo leggero. Il mediano ivoriano, grazie al suo atletismo e alla sua capacità tattica, riesce a dare equilibrio alle due mezzali, abituate alla corsa per tutto il campo, in fase di pressing e in fase d’impostazione.

Anche Widmer sembra recuperato in pieno, potendo occupare tutta la fascia di competenza senza dover pensare troppo ai compiti di copertura, ma piuttosto trovandosi spesso nell’uno contro uno con il diretto avversario.

In attacco poi, le soluzioni sono molte. Delneri giocava spesso con De Paul sull’esterno nel centrocampo a 4, ruolo che isola il trquartista dalla manovra e che toglie significato alle sue giocate. Con Oddo l’argentino si è rivelato fondamentale soprattutto nella partita contro l’Inter, quando ha giocato alle spalle di Lasagna. Il suo lavoro di raccordo con il centrocampo sarà utile anche in futuro, quando i bianconeri si troveranno a dover replicare il tipo di partita fatta a Milano, ovvero quando il pallino del gioco non sarà dalla loro.

Per il resto Oddo può anche schierare due attaccanti puri come ha fatto nelle prime uscite, scegliendo tra Lasagna, Perica e Maxi Lopez, a seconda dell’avversario che si troverà davanti.

UNA NUOVA CHANCE

Massimo Oddo ha avuto dunque una nuova chance, e per ora la sta sfruttando al meglio. L’Udinese ha ritrovato brillantezza, consapevolezza e risultati. I talenti di questa squadra si stanno finalmente esprimendo e il gruppo sembra aver trovato la giusta quadratura per giocarsela contro chiunque.

Attraverso un approccio votato all’attacco, ma con alcune precauzioni come i tre centrali e la copertura garantita da Fofana, l’Udinese riesce a giocare un calcio propositivo e allo stesso tempo a trovare un buon equilibrio tra i reparti. Verticalizzazioni ed inserimenti per un 3-5-2 che cambia spesso forma, a seconda degli interpreti e a seconda delle diverse fasi del gioco. Non più dunque il possesso palla, a volte sterile, dei tempi di Pescara, bensì movimenti precisi ed efficaci, volti a far male a qualsiasi avversario.

Così Massimo Oddo si sta riprendendo l’appellativo di “allenatore promettente”, così Massimo Oddo sta trovando il suo riscatto su una panchina di Serie A.

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