Dopo tre stagioni, Ricardo Centurión sembrava sempre più vicino a far ritorno al Genoa. Sembrava sì, perché nonostante abbia svolto le visite di mediche di rito, il suo trasferimento al Grifone è saltato. Il Boca Juniors infatti vuole tenere il suo numero diez.
IL RITORNO IN ARGENTINA
Dopo una stagione anonima con 12 presenze e nessun gol all’attivo nel 2013-2014, Centurión fa ritorno in Argentina, al Racing Club de Avellaneda, la squadra che lo ha lanciato tra i professionisti. Con l’Academia vince il torneo Final 2014, conquistando un titolo che mancava da 13 anni dal Clausura 2001, segnando il gol scudetto contro il Godoy Cruz. Oltre a quel gol, ne segna altri due in 17 presenze, che gli valgono il trasferimento in Brasile, al Sao Paulo di Dorival Junior prima e successivamente del PatonBauza.
Il campionato vinto nel 2014 vede protagonista anche el principe Milito che aveva vinto anche il Clausura 2001.
Al tricolor paulista continua sulla buona onda che lo aveva accompagnato al Racing, collezionando 31 presenze e 4 gol, di cui 2 in Copa Libertadores. Con l’arrivo ad inizio 2016 dei connazionali Calleri e Bauza, paradossalmente viene relegato in panchina. Il Sao Paulo arriva fino in semifinale di Libertadores, eliminato dall’Atletico Nacional di Medellin che poi alzerà la Copa, ma Centurión non riesce a recitare un ruolo da protagonista, nonostante alcune perle, come la doppietta realizzata contro i messicani del Toluca agli ottavi di finale.
Il gol al Toluca con la consueta esultanza in cui balla la cumbia argentina di cui è un vero appassionato.
Con il termine della massima competizione continentale per club, gli argentini lasciano il Brasile con Bauza che viene chiamato ad allenare l’albiceleste, mentre Calleri va al West Ham e Centurión fa ritorno in patria, al Boca Juniors eliminato dalla Libertadores in semifinale dalla cenerentola Independiente del Valle.
GENIO E SREGOLATEZZA
Al Boca Juniors i primi mesi li passa un po’ in sordina, all’ombra dei vari Carlos Tevez, Cristian Pavon e Dario Benedetto, facendosi notare più per i comportamenti fuori dal campo: distrugge un auto al rientro da una serata in discoteca, per poi essere immortalato ubriaco da una videocamera dell’albergo in cui il Boca era in ritiro, concludendo con delle foto in cui è in possesso di una pistola. Questi comportamenti portano il club a multarlo e a sottoporlo ad un percorso di cure da uno psicologo.
Nonostante i problemi extracalcistici, il Wachiturro trova molto spazio nel 4-2-3-1 di Guillermo Barros Schelotto, alternandosi nelle tre posizioni dietro il centravanti. Nella prima parte di campionato, si toglie anche lo sfizio di segnare nella vittoria al Monumental nel Superclasico contro il River Plate, siglando il gol del 4-2 finale.
Con l’addio a Dicembre dell’ Apache in Cina, Centurión si assume la responsabilità d’indossare la numero dieci, che in Argentina e dalle parti della Bombonera in particolare, assume un significato diverso, quasi mistico, visto che è stata indossata da giocatori come Riquelme, Maradona e lo stesso Tevez. Nella seconda parte del campionato, nonostante una serie d’infortuni, disputa 9 partite, risultando però decisivo nell’economia e nel gioco della compagine bostera, apportando fantasia ed imprevedibilità necessarie a rompere l’equilibrio e a vincere il campionato.
L’epilogo della stagione 2016-2017 al Boca Juniors, con il campionato vinto.
Ora è un giocatore più maturo (24 anni) rispetto a quello intravisto nel 2013 in Italia. Le esperienze maturate in tre grandi club del Sudamerica, hanno fatto si che riuscisse a limare qualche limite nel suo gioco, fatto di dribbling ubriacanti e provocanti, ma spesso fini a se stesso. Nell’ultima stagione c’è stato un cambiamento, si è visto in campo un giocatore funzionale ed integrato in un sistema di gioco, indipendentemente che fosse 4-3-3 o 4-2-3-1, tant’è che era stato anche fatto il suo nome per una convocazione in nazionale dai media locali. In queste ultime tre stagioni ha ricoperto tutti i ruoli dell’attacco, dal trequartista, all’esterno su ambo le fasce e in qualche occasione anche da prima punta, ottenendo risultati alterni. La posizione più congeniale al suo modo di giocare resta l’ala sinistra, dove risulta più letale con le sue finte ed in grado poi di concludere a rete. La sua arma principale è l’estrema facilità con cui riesce a superare gli avversari sfoggiando doppi passi e tunnel, che lo rendono un giocatore elettrico ed estremamente piacevole da vedere.
Avrebbe potuto ripetere il percorso fatto da Diego Perotti qualche stagione fa, dal Boca al Genoa per la consacrazione. Ma con il Wachiturro non si può mai dar nulla per scontato, nemmeno dopo che ha effettuato le visite mediche. E così il Boca ha deciso di riprenderselo, e riportare a casa il suo diez.
CHI È SUDAKOV, IL GIOIELLO UCRAINO CHE PIACE ALLA JUVENTUS – Uno dei nomi più chiacchierati degli ultimi tempi è quello del centrocampista dello ShakhtarHeorhiy Sudakov. L’ucraino classe 2002 è attenzionato da tanti club europei. In particolare su di lui c’è la Juventus, che sta cercando almeno un rinforzo nella zona mediana del campo, possibilmente giovane, in attesa del rientro di Nicolò Fagioli e quello, più lontano, di Paul Pogba. Nelle prossimi giorni Cristiano Giuntoli potrà affondare il colpo, ma non sarà facile portare il calciatore a Torino a gennaio, a meno di un’offerta intorno ai 15 milioni di euro. Ma chi è Sudakov? Andiamo ad illustrare nel dettaglio le sue caratteristiche e a ripercorrere la sua carriera.
LE CARATTERISTICHE DI SUDAKOV
Sudakov è un centrocampista offensivo che agisce principalmente sulla trequarti, zona in cui riesce ad essere molto pericoloso grazie alla tecnica sopraffina abbinata ad un’ottima abilità. All’occorrenza può essere arretrato di qualche metro andando a coprire il ruolo di mezz’ala di inserimento.
LA CARRIERA DI SUDAKOV
Sudakov è il calciatore sul quale la nazionale ucraina baserà il suo futuro.
Il ragazzo cresce calcisticamente nel Metalist Kharkiv prima di entrare nelle giovanili dello Shakhtar a 17 anni. In questo momento la sua carriera sta vivendo l’ascesa decisiva dopo l’esordio in Champions League avvenuto nel 2020 al Santiago Bernabeu. Quel giorno gli ucraini fecero la storia riuscendo ad imporsi sul Real Madrid.
Ma come detto precedentemente, in questa stagione Sudakov si sta facendo notare al panorama calcistico europeo anche in Champions League, dove si è reso vero protagonista della sfida contro il Barcellona. Al termine della stessa è stato nominato migliore in campo.
I suoi numeri in questo inizio di stagione sono ottimi. Nel campionato ucrainoSudakov ha messo a segno 2 reti in 9 presenze, mentre nella massima competizione continentale conta 1 gol in 5 apparizioni.
Dopo aver seguito tutto il percorso all’interno della nazionale ucraina, il centrocampista ha esordito in Prima Squadra il 23 maggio 2021. Da quella data ha collezionato 12 presenze e 1 rete.
CHI È ROKAS PUKSTAS, IL NUOVO TALENTO DEL CALCIO AMERICANO – Tra le nuove frontiere del calcio ci sono gli Stati Uniti. Gli USA negli ultimi anni stanno alimentando il palcoscenico del calcio europeo con numerosi profili. Tra i campionati maggiormente affollati c’è la Serie A, in cui militano Christian Pulisic, Timothy Weah, Weston McKennie e Yunus Musah. A questi negli scorsi mesi si sarebbe potuto aggiungere anche il giovane Rokas Pukstas, che era finito nel mirino di alcuni club del campionato nostrano come Roma e Milan.
CHI È ROKAS PUKSTAS: CARRIERA
Rokas Pukstas è nato il 25 agosto 2004 a Stillwater, in Okahoma, negli Stati Uniti. Oltre a quella statunitense, gode anche della nazionalità lituana: suo padre Mindaugas ha rappresentato la Lituania nelle Olimpiadi del 2004. Cresciuto calcisticamente negli Stati Uniti, durante la sua formazione ha fatto anche un’esperienza nella Barça Academy, in Arizona. Il suo approdo in Europa è avvenuto nel settembre 2020 durante il periodo del Covid. Vari i club che avrebbero voluto accaparrarselo, ma la sua scelta è ricaduta sull’Hadjuk Spalato.
Il club croato è rinomato per essere uno dei settori giovanili migliori del Vecchio Continente. In Croazia Pukstas si è messo in mostra prima nelle giovanili dello Spalato con cui ha realizzato 13 reti e due assist in 32 partite. Durante la scorsa stagione si è fatto conoscere anche dal Milan, contro cui ha realizzato una rete nella semifinale di Youth League. Sempre durante la scorsa annata è arrivato anche il debutto in prima squadra con cui ha realizzato finora 7 reti e tre assist in 36 presenze.
CHI È ROKAS PUKSTAS: NAZIONALE
Con gli USA, invece, finora è arrivato fino alla nazionale U20, con cui ha finora giocato 12 partite in cui ha realizzato due reti. Una di queste è arrivata durante l’ultimo Mondiale di categoria, dove gli Stati Uniti sono stati eliminati ai quarti di finale contro l’Uruguay: Pukstas ha segnato una rete nella gara degli ottavi contro la Nuova Zelanda.
CHI È ROKAS PUKSTAS: CARATTERISTICHE TECNICHE
Alto 181 cm, Rokas Pukstas può occupare varie posizioni in campo: mediano, trequartista, centrale di centrocampo e anche ala destra. Il primo è il ruolo prediletto. Il classe 2004 è un centrocampista box to box con un grande senso del gol e tempismo negli inserimenti. Caratteristiche per cui in molti lo paragonano a Mario Pasalic.
Fonte immagine di copertina: profilo Instagram Rokas Pukstas
CHI È JOAO NEVES – Nell’ultimo turno del campionato portoghese è andato in atto il derby de Lisboa, la classica sfida tra Benfica e Sporting. Gli ospiti sembravano avere la partita in mano grazie alla rete di Gyokeres, ma nel finale succede di tutto. Il Benfica, infatti, trova due gol negli ultimissimi minuti di recupero, con Joao Neves e Tengstedt. Oggi parleremo del centrocampista portoghese, l’ultimo gioiello delle Aquile.
CHI È JOAO NEVES: DAL BENFICA AL BENFICA
Joao Nevesnasce il 27 settembre 2004 a Tavira, comune portoghese nei pressi di Faro. I primi passi sul campo li compie proprio nel club del suo paese ma nel 2016 – a poco più di 12 anni – viene subito preso in carico dal settore giovanile del Benfica. L’ingresso in prima squadra arriva nel 2022, con l’esordio in campo il 30 dicembre, dove entra nel finale contro il Braga. Il debutto in Champions arriva, invece, pochi mesi dopo contro il Bruges. Joao Neves inizia ad avere sempre più spazio grazie, anche, alla partenza nel mercato invernale di Enzo Fernandez, che lascia scoperto un posto a centrocampo. Oggi il portoghese è uno dei pilastri della squadra nonostante la giovane età, complice soprattutto la grande fiducia che il club ha riposto in lui.
CHI È JOAO NEVES: CARATTERISTICHE
Joao Neves è alto 1,74 m e gioca davanti alla difesa, solitamente in coppia con Florentino o Kokcu. Il portoghese è uno che vuole sempre la palla, trova sempre gli spazi giusti e, soprattutto, abile in fase di palleggio, coinvolgendo tutti i reparti. Non è uno che entra sempre nel tabellino dei marcatori, ma gli unici due gol realizzati in prima squadra sono entrambi pesanti, poiché realizzati contro lo Sporting. Il primo è arrivato nell’ultimo derby della scorsa stagione, che è valso il pareggio al 94′. Il secondo, come già detto, è arrivato in circostanze abbastanza simili, sempre durante il derby de Lisboa e sempre a fine partita. Oggi Joao Neves è, sicuramente, uno dei prospetti più interessanti in Europa, su cui pare abbia già messo gli occhi il Manchester United. Il Benfica, però, è sempre bottega cara, come dimostra la lunga trattativa per cedere Enzo al Chelsea.
CHI È PIETRO COMUZZO, IL 2005 VIOLA CHE HA ESORDITO CON ITALIANO – Classe 2005 ma già presenze europee e in Serie A. Pietro Comuzzoha scalato le gerarchie della Fiorentina e di Vincenzo Italiano, ritagliandosi qualche minuto in campionato e giocando gran parte del match di Conference League, vinto dai toscani per 6-0 contro il Cukaricki. Il giovane classe 2005 ha sorpreso i tifosi, gli addetti ai lavori, e lo stesso allenatore ex Spezia tanto da schierarlo per 82′, seppur dovuto entrare per l’emergenza causata dall’infortunio di Kayode.
CHI È PIETRO COMUZZO
Giovanissimo terzino, nasce a San Daniele del Friuli e inizia a calcare i primi campi da calcio prima al Tricesimo e poi nelle prestigiose giovanili dell’Udinese. Gli bastano un paio di anni per trovare poi spazio nella primavera della Fiorentina dal 2019. Diventa tra i prospetti più importanti della sua età, giocando per l’U17 dei viola e, nel frattempo, venendo convocato dalla Nazionale U17. Accumula esperienza e scala le gerarchie sia del club sia della Nazionale. Nella passata stagione grandi coinvolgimento nel campionato primavera dei toscani, in cui Comuzzo ha raccolto 30 presenze con oltre 2200′ giocati, tutti da difensore centrale. Nella Nazionale invece viene convocato dall’U18, giocando da titolare due partite contro Francia e Romania.
L’ESORDIO IN CAMPIONATO E IN CONFERENCE
Le ottime prestazioni lo portano ad essere osservato attentamente dalla prima squadra e da Vincenzo Italiano. L’occasione arriva l’8 ottobre: sul 3-1 per i viola, nella sorprendente vittoria contro il Napoli, arriva la possibilità di scendere in campo per il classe 2005. Solo un 1′ per lui, ma la grande emozione e occasione di poter calcare i campi di Serie A, e non sarebbe stata l’ultima. La grande responsabilità arriva in Conference League, dopo l’infortunio di Kayode, Italiano sceglie lui nel ruolo di terzino destro per sostituirlo. Partita di grande sostanza e sicurezza, esordio europeo che non ha mostrato alcun limite di inesperienza e paura negli occhi del difensore.
Comuzzo si è fatto trovare pronto, e Italiano ha deciso così di dargli un altro piccolo assaggio di campionato, nella vittoria dei toscani contro il Bologna, in cui Comuzzo ha giocato un’altra manciata di minuti.
foto copertina: Profilo Instagram ufficiale – Pietro Comuzzo
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