Per l’ufficialità si dovrà ancora attendere, ma l’affare è già pressoché concluso. Siamo ormai al countdown finale per il ritorno di Paul Pogba alla Juventus. Dopo sei anni altalenanti al Manchester United, il talento francese è pronto a riabbracciare Madama, il suo primo vero amore calcistico, e legarsi a lei per risollevarla e risollevarsi.
Mai trasferimento, infatti, avvenne con una tale convergenza d’intenti fra un club e un giocatore. Il Polpo ha così la sua ultima chance per far brillare di nuovo una carriera che, allo United, sembrava davvero aver preso una brutta piega. Per la Juventus riecco un pilastro a cui aggrapparsi dopo due stagioni da dimenticare.
I problemi al Manchester United
Certo, è impossibile non guardarsi indietro a dare un’occhiata alle ultime annate di Pogba a Manchester. Dopo i primi due anni in cui i rapporti con Mourinho si sono fatti sempre più tesi, il francese sembra definitivamente esplodere con l’arrivo di Solskjaer in panchina. Nella seconda parte di stagione mette a referto ben 9 reti e 6 assist, diventando il miglior marcatore della squadra nella stagione e permettendo al club di piazzarsi in zona Champions dopo aver recuperato un ritardo di ben 11 punti dal quarto posto.
Al di fuori di questa finestra temporale (e al netto del mondiale vinto con la Francia) il classe ’93 ha fatto molta fatica a ritagliarsi un posto come protagonista indiscusso nel Manchester United. Di certo non lo hanno aiutato gli infortuni che ha dovuto patire in questi ultimi anni. O ancora, il ritrovarsi in una squadra senza un progetto tecnico chiaro.
Il campione del mondo ha spesso affermato di essersi sentito triste e depresso durante la sua esperienza inglese. Problemi di natura psicologica che ne hanno indubbiamente limitato il rendimento in campo. Per avere una conferma di ciò basti vedere le sue prestazioni con la nazionale francese.
Con Les Bleus Pogba si libera improvvisamente da tutte le angosce di Manchester. In nazionale è il fulcro del gioco di tutta la squadra. Sicuramente uno dei migliori nel rovinoso europeo dei transalpini dell’estate scorsa e della Nations League vinta proprio in Italia a ottobre. Deschamps gli ha affidato le chiavi della manovra e dai suoi piedi nascono i maggiori pericoli per gli avversari.
Pogba al centro del villaggio
Sicuramente per Pogba il ritorno alla Juventus segna una svolta nella sua carriera. A Torino può finalmente rifarsi trovando un ambiente a lui familiare. Un ambiente che, dopo gli addii di Cristiano Ronaldo, Dybala e del capitano Giorgio Chiellini ha disperatamente bisogno di un leader su cui costruire il nuovo progetto tecnico.
A Paul, come sappiamo, il carisma non manca di certo. E un progetto tecnico che ruoti tutto intorno a lui (proprio come nella Francia) non può far altro che amplificarne le potenzialità. Da aggiungere inoltre che il ritmo del campionato di Serie A (di gran lunga più basso di quello della Premier) può far sì che il Polpo possa tornare a essere il giocatore dominante che era durante la sua prima esperienza a Torino.
L’uomo giusto per Allegri
Fortemente voluto in primis proprio da Massimiliano Allegri, Pogba è chiamato a risolvere uno dei principali problemi della Juventus in questi ultimi anni. La mancanza di qualità a centrocampo.
Il ritorno di Pogba in bianconero può veramente essere la chiave di volta su cui far girare un squadra che, dall’addio di Pjanic, in mezzo al campo ha dimostrato di non avere più nessun creatore di gioco.
Nell’ipotetico centrocampo a 3 che potrebbe schierare l’anno prossimo il tecnico livornese, il campione del mondo troverebbe la sua sistemazione ideale come mezzala, affiancato da Locatelli come vertice basso e McKennie. Così il francese potrà non solo legare i reparti e dare fluidità alla manovra offensiva, ma anche dare libero sfogo alla fantasia in zona di rifinitura, fornendo assist preziosi per Vlahovic o andando egli stesso alla conclusione con uno dei suoi Pogboom dalla distanza.
Con questi interpreti l’effetto potrebbe essere positivo soprattutto in termini di reti. Oltre alle doti tecniche, balistiche e di inserimento di Pogba, le straordinarie doti di McKennie nelle incursioni in area possono regalare ad Allegri molti gol proprio dai centrocampisti. Gol che sarebbero preziosissimi per i bianconeri che quest’anno sono stati solo l’11esimo attacco del campionato con soli 57 gol fatti.
L’unico difetto potrebbe essere il sacrificio di Locatelli come play basso. Ruolo che non ha pienamente nelle sue corde e lo limiterebbe dal punto di vista tattico. Ecco quindi che si può ipotizzare anche un 4-2-3-1. In questo caso Pogba può essere ancora più libero di creare gioco dietro Vlahovic, preoccupandosi meno della fase difensiva. Alle sue spalle come mediani agirebbero Locatelli e Zakaria a fungere da frangiflutti. In tal modo sarebbe permesso a Locatelli di avanzare il suo raggio d’azione per poter meglio impostare e, soprattutto, per sfruttare maggiormente il suo dinamismo.
Con entrambi i moduli sono inoltre utilizzabili anche i due giovani Miretti e Fagioli. Usati per allungare le rotazioni di mister Allegri, entrambi avrebbero l’opportunità di dimostrare di essere qualitativamente pronti per la Serie A e per la Vecchia Signora. Tutto ciò, ovviamente, al netto delle cessioni dei vari Arthur, Rabiot e Ramsey.
Con Di Maria è anche meglio
Il trasferimento di Angel Di Maria in bianconero, sebbene sia ancora tutt’altro che scontato, può aprire ulteriori scenari tattici per la Juventus.
Col Fideo un possibile 4-2-3-1 diventerebbe davvero stellare. Con Pogba dietro Vlahovic, l’argentino sulla destra e il ritorno di Federico Chiesa sulla sinistra la Juventus avrebbe tutto ciò che serve per puntare a ritornare grande già dalla prossima stagione.
Con un reparto avanzato simile i tifosi bianconeri potrebbero non fare non molta fatica a dimenticare l’addio di Dybala.