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Il ritorno di una storica della Serie A: il Parma

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Il ritorno di una storica della Serie A: il Parma

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Il 19 marzo 2015 viene dichiarato il fallimento della società Parma F.C., squadra storica del campionato italiano. Nel luglio dello stesso anno viene rifondata la società con la denominazione di S.S.D. Parma Calcio 1913,  costretta ad iscriversi al campionato di Serie D.

Da quel momento, oltre a rinascere un’importante società di calcio, rinasce un’intera città, che fin dalle prime partite segue molto la squadra, nonostante la categoria in cui giochi non le competa sia a livello tecnico, sia a livello storico. Terminata la stagione 2015/16, la squadra parmense si laurea campione ritornando così tra i professionisti in Lega Pro.

L’anno successivo affronta la terza serie del campionato italiano con l’obiettivo della promozione in Serie B. L’annata 2016/17 termina con un secondo posto, con i ducali che devono disputare i playoff. La finale vede contrapposte la squadra emiliana contro l’Alessandria, il match si conclude con un 2-0 a favore dei ducali, che completano così il doppio salto dalla Serie D alla Serie B.

Il Parma, nella stagione 2017/18, sogna il triplo salto di categoria anche se ha la consapevolezza che non sarà facile. Durante il prosieguo del campionato il Parma resta incollato nelle posizioni alte della classifica, fino all’ultima giornata, quando grazie al 2-0 in casa dello Spezia e al pareggio inaspettato del Frosinone a Foggia, riesce a sorpassare la squadra ciociara, ottenendo così un risultato storico importante: nessuna squadra professionistica del campionato italiano era mai riuscita a compiere tre promozioni di fila, dalla Serie D alla Serie A. Un sogno che si avvera per la società, la squadra, i tifosi e l’intera città, l’inferno del fallimento è durato poco.

L’IMPORTANZA DELLA TRIPLA PROMOZIONE

Per una squadra come il Parma il fallimento sembrava davvero un incubo da cui nessuno si sarebbe ripreso o quanto meno, non in così pochi anni. Invece, la nuova società, ha fatto tabula rasa decidendo di ricominciare da zero insieme al capitano storico Alessandro Lucarelli che, per amore della squadra, ha deciso di scendere con lei tra i dilettanti. La prima stagione per i ducali è tutta in discesa, il divario tra la squadra emiliana e le altre del girone è davvero enorme, tanto che i parmensi termineranno la stagione da imbattuti. In Lega Pro e in Serie B, invece, qualche difficoltà in più l’hanno riscontrata, trovandosi spesso ad affrontare squadre ostiche che non permettevano di esprimere al meglio le potenzialità della propria formazione. Il triplo-salto dalla Serie D alla massima serie per una società come il Parma era di vitale importanza, per il progetto stesso e per non rischiare di perdere anni tra le categorie di Lega Pro e Serie B. Infatti, paradossalmente, è più facile risalire dalla Serie B alla Serie A che dalla Serie C alla Serie B, e per il progetto che ha in mente la proprietà del gruppo cinese Desports, rimanere bloccata qualche anno di troppo in una serie inferiore sarebbe stato al quanto deleterio.

LA SQUADRA

La dirigenza ha voluto dare ancora fiducia all’attuale tecnico, Roberto D’Aversa, rinnovandogli il contratto fino al 30 giugno 2020. L’allenatore nel corso dell’ultima stagione si è affidato al 4-3-3 e probabilmente, per la prossima stagione, non cambierà il modulo che lo ha portato in Serie A.

Tra i pali la scelta è caduta su Luigi Sepe che militava nel Napoli come vice-Reina. Al momento, oltre al neo acquisto, il Parma può contare anche su Pier Luigi Frattali, che ha difeso la porta dei crociati durante la scorsa stagione nella serie cadetta. Nel reparto difensivo hanno giocato: Gazzola-Lucarelli-Iacoponi-Gagliolo. La società per provare ad agganciare la zona salvezza ha deciso di puntare su una difesa molto esperta (a parte Gagliolo tutti ultra 30enni) e solida, che per una squadra neo promossa può fare decisamente la differenza. Gli attuali terzini della squadra, Riccardo Gagliolo e Marcello Gazzola, possono essere un’arma in più per la squadra di D’Aversa, attraverso la loro peculiarità a spingere per aiutare la squadra durante la fase offensiva senza però tralasciare la fase difensiva. Sarà molto importante trovare un buon sostituto al capitano Lucarelli che, dopo aver trascinato la squadra del post-fallimento, ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo.

A centrocampo i crociati hanno spesso cambiato gli interpreti, soprattutto in base al tipo di avversaria da affrontare. Il giocatore che ha disputato più gare in mezzo al campo è Jacopo Dezi, che ha totalizzato 35 presenze mettendo a segno anche un gol. Il secondo, invece, è Gianni Munari, che con 29 presenze in stagione e 1 una rete all’attivo ha contribuito alla promozione del Club. Il terzo di centrocampo solitamente era Manuel Scavone, che ha totalizzato 29 presenze mettendo a segno 3 reti; spesso lui e Antonino Barillà si sono alternati nel corso della stagione, come quasi tutta la squadra tra centrocampo e attacco.

Il reparto offensivo, come per la difesa, presenta nomi importanti che hanno disputato molti anni in A e saranno subito pronti ad affrontare la nuova stagione senza aver necessariamente bisogno di un periodo d’ambientamento (come spesso accade ai più giovani e a chi non ha mai giocato nella massima serie). Emanuele Calaiò e Fabio Ceravolo (l’attaccante ex Siena ha collezionato 34 presenze mettendo a segno 13 reti, mentre l’attaccante ex Reggina ha disputato 18 gare realizzando 7 marcature) possono fungere da chioccia per i più giovani, come Alessio Da Cruz, attaccante classe ’97, che nella metà di stagione disputata a Novara ha dimostrato di essere un ottimo prospetto per il futuro. Il Parma calcio, giocando con il 4-3-3, può puntare anche su ottime ali funzionali al gioco di D’Aversa tra cui Antonio Di Guadio (33 presenze e 5 gol) e Roberto Insigne (31 presenze e 5 reti all’attivo).

Il Club è stato promosso dal campionato di Serie B, realizzando solamente 57 marcature (l’Empoli che si è classificata prima ne ha realizzate ben 88, 31 in più dei ducali classificatosi secondi). In quanto invece alle reti subite, la squadra ha incassato 37 gol in 42 gare, risultando la migliore difesa del campionato.

IL MERCATO

Il direttore sportivo Daniele Faggiano ha già iniziato a lavorare sul mercato per mettere a disposizione la miglior squadra possibile al ritorno nel massimo campionato.

Come già detto in precedenza, è stato acquistato il portiere Luigi Sepe che si giocherà il posto con Pier Luigi Frattali.

In difesa, dopo aver disputato un ottima stagione, la società ha riscattato dal Carpi Riccardo Gagliolo,terzino sinistro e titolare imprescindibile durante la scorsa stagione. Nelle ultime ore il Club parmense ha ufficializzato Bruno Alves che prenderà, con ogni probabilità, un posto da titolare e andrà a rimpiazzare sul piano tecnico il capitano storico, Alessandro Lucarelli. Il centrale portoghese ha già militato in Serie A nella stagione 2016/17 al Cagliari totalizzando 36 presenze e realizzando un gol. Un colpo importantissimo per puntellare una difesa che quest’anno dovrà fare un ottimo lavoro per non trovarsi verso fine stagione con “l’acqua alla gola”, dove ogni gol incassato contro le dirette concorrenti potrebbe essere fatale.

Dopo essere terminato il prestito di 6 mesi di Amato Ciciretti, il Parma potrebbe provare a piazzare altri due colpi dal Napoli, essendo interessata al centrocampista Alberto Grassi (nella passata stagione in prestito alla SPAL) e Lorenzo Tonelli, che andrebbe a coprire, ancora di più, la difesa ducale.

È ormai noto da tempo anche l’acquisto di Leo Stulac dal Venezia, che porterà un po’ di gioventù e qualità in mezzo al campo, l’unica incognita sarà se saprà sostenere i ritmi e le pressioni del nuovo campionato.

Luigi Scaglia, centrocampista duttile e d’esperienza è rientrato dal prestito nel Foggia e, se la dirigenza non deciderà di cederlo, potrà risultare una buona riserva e allungare numericamente la rosa.

Rispetto agli altri reparti, in attacco c’è bisogno di fare meglio sotto l’aspetto realizzativo, nonostante si sia centrata la promozione. Infatti, l’obiettivo per il reparto avanzato è un bomber da almeno 12-13 gol in campionato, nell’ultimo periodo sono stati accostati al Parma tre diversi attaccanti: Fabio Quagliarella, Andrea Petagna e Marco Borriello.

Il primo potrebbe davvero essere il colpo più azzeccato per i ducali, in quanto, nonostante l’età avanzata, garantisce sempre un buon apporto sia a livello realizzativo, sia sul lavoro per la squadra. Il profilo di Andrea Petagna, invece, non sarebbe male sul piano del gioco, essendo un attaccante che lavora molto per i compagni attraverso sponde, gioco aereo e presenza in area, ma non gioverebbe sull’economia della squadra, in quanto non è un attaccante che dice la sua in zona gol (il suo high score è di appena 5 reti). La vera scommessa sarebbe Marco Borriello, attualmente svincolato. L’attaccante ex-Genoa l’ultima stagione l’ha passata tra le fila della SPAL, giocando pochissimo a causa di diversi infortuni che l’hanno tormentato nel corso di tutta la stagione. Per la squadra emiliana, Marco Borriello rappresenterebbe una “scatola misteriosa”, perché, se in forma, potrebbe essere il giocatore che cercano, capace di siglare almeno una decina di reti a campionato; mentre, se non fosse così, i ducali rischierebbero di avere un giocatore continuamente in infermeria, così da lasciare la squadra senza un bomber di riferimento.

LE PREVISIONI

L’obiettivo del Parma Calcio 1913, per questa nuova avventura in Serie A, sarà sicuramente la salvezza e, qualora dovesse riuscirci, potrà provare a risalire la classifica le stagioni successive.

La squadra di D’Aversa deve assolutamente trovare l’uomo giusto per il proprio attacco, dato che la salvezza passa da una discreta difesa e un buon apporto offensivo in termini di reti. La soluzione migliore sarebbe acquistare Fabio Quagliarella, che è una certezza del nostro campionato ormai da diverse stagioni. Dal momento in cui il Parma raggiungesse la salvezza, sarebbe costretta a tornare pesantemente sul mercato per sostituire diversi giocatori a fine carriera, rischiando di disfare degli equilibri di squadra che risulterebbero nocivi per la propria permanenza. Sarà dunque importante apportare il giusto mix tra giovani e anziani per avere così un ricambio generazionale e portare il progetto sul lungo periodo.

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Calciomercato

Il Milan pesca in Spagna: occhi su Chukwueze

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La decisione di Gerry Cardinale di interrompere il rapporto di lavoro con Paolo Maldini e Ricky Massara è stato un fulmine a ciel sereno per tutto il popolo rossonero. Sebbene il calciomercato non sia ancora iniziato ufficialmente, la nuova dirigenza del Milan sta comunque sondando il terreno per diversi soluzioni soprattutto nel reparto avanzato.

Per rinforzare l’attacco, i rossoneri sono interessati a Samuel Chukwueze, esterno nigeriano di proprietà del Villarreal. L’attaccante 24enne ha giocato 50 partite stagionali fra Liga, Conference League e Copa Del Rey, segnando 11 reti complessive e fornendo ben 13 assist ai propri compagni di squadra e secondo Sky Sport è un profilo seguito con interesse dal Diavolo.

La richiesta degli spagnoli è molto alta, ma il Milan c’è e ha avviato i primi contatti per provare a chiudere il primo colpo di mercato.

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Calciomercato

Il Manchester City fa sul serio per Kovacic: le ultime

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Kovacic

Si accende il calciomercato del Manchester City che, a causa della probabile perdita di Gundogan a parametro zero, si starebbe muovendo per prendere Kovacic. Quello che potrebbe essere l’approdo di Kovacic alla corte di Pep Guardiola dipenderà, soprattutto, dalla decisione in merito al futuro del centrocampista tedesco. La scelta verrà presa insieme alla società solo dopo la finale di Champions League contro l’Inter.

Nel mentre però il calciatore del Chlesea sembrerebbe essere il profilo preferito dai Citizens e infatti secondo Fabrizio Romano, la trattativa per portare Kovacic a Manchester è molto concreta. Negli ultimi giorni si sono svolte discussioni positive, con i Blues che hanno aperto a una possibile cessione e con il calciatore che ha già accettato di vestire la maglia del City.

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Flash News

Finisce la stagione del Pescara: il Foggia trionfa ai calci di rigore

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dichiarazioni Zeman

Il pareggio di quattro giorni ha dimostrato l’equilibrio e la sfacciataggine di due squadre capaci di offendere e trovare soluzioni di qualsiasi specie. In uno stadio Adriatico sold out (record di presenze stagionali), Pescara e Foggia si affrontano per la gara di ritorno valevole per le semifinali playoff di Serie C. Ci si gioca una finale, uno degli appuntamenti più importanti della stagione.

Zeman si presenta alla partita con una formazione rimaneggiata, facendo addirittura a meno di Plizzari (infortunato), Mesik, Palmiero e Delle Monache. Al centro dell’attacco torna Lescano con Cuppone spostato sull’esterno, mentre c’è Aloi in mezzo al campo. Tra i pali spazio al classe 2003 Andrea D’Aniello, alla seconda presenza stagionale. Per gli ospiti fuori gli squalificati Di Noia e Kontek, con Delio Rossi che può contare su una panchina cortissima causa infortuni.

PESCARA-FOGGIA: IL RACCONTO DELLA PRIMA FRAZIONE

Pronti via inizio da sogno degli uomini di casa: Rafia pennella sulla testa di Cuppone che insacca Dalmasso e porta avanti subito il Delfino. Dopo due minuti il Foggia è costretto già a inseguire, con addirittura due gol da segnare per poter passare il turno. I primi dieci minuti sono un monologo Pescara, ma i rossoneri in ben due occasioni vanno vicinissimi al gol del pareggio con Bjarkason prima e Ogunseye dopo.

Col passare dei minuti il Foggia guadagna metri, con i biancazzurri che concedono il pallino del gioco pronti a sfruttare gli spazi in ripartenza. La partita è subito caldissima, con ritmi altissimi e capovolgimenti di fronte improvvisi da una parte e dell’altra. Come sempre, a fare il bello e il cattivo tempo è Hamza Rafia: altro cross di esterno destro perfetto per Lescano che però liscia clamorosamente il pallone e manca l’appuntamento col gol del 2 a 0.

Le occasioni però arrivano a raffica: Bjarkason sbaglia ancora davanti a D’Aniello, sulla ripartenza Gozzi si fa tutta la fascia e pesca Cuppone che però sbaglia l’aggancio e getta alle ortiche un’occasione enorme. I ritmi sono frenetici, con i quinti del Foggia che fanno malissimo alla difesa abruzzese costretta a concedere qualcosa sulle discese di Costa e Bjarkason. Al 38′ arriva anche la prima ammonizione della partita, dopo un’intervento pericoloso di Di Pasquale su Merola.

Al 41′ il Pescara va a un passo dal raddoppio: calcio d’angolo perfetto per la corrente Brosco che incorna e centra in pieno la traversa. Lescano qualche minuto dopo impensierisce Dalmasso con un destro secco appena dentro l’area. Si chiude così dunque la prima frazione, con il Pescara avanti 1 a 0 ma reo di aver sciupato moltissime occasioni per chiudere la pratica.

PESCARA-FOGGIA: IL RACCONTO DEL SECONDO TEMPO

Rossi attinge subito dalla panchina, inserendo Vacca al posto di un Petermann in ombra. Il secondo tempo ripercorre il primo, con il Foggia che sfiora subito il pari con un tacco al volo: miracolo di D’Aniello, uno dei protagonisti indiscussi tra le fila casalinghe. Arrivano altre brutte notizie però per l’allenatore romagnolo, costretto a far entrare Garattoni a causa di un infortunio muscolare di Bjarkason.

A fare la partita adesso è il Foggia, cosciente che il cronometro non è suo amico, non riuscendo però mai a impensierire più di tanto la retroguardia biancazzurra. La prima vera occasione arriva al minuto 65: Boben e D’Aniello non si intendono e Garattoni tenta il pallonetto che si spegne sul fondo. Zeman si accorge della stanchezza dei suoi e opta per un triplo cambio inserendo Vergani, Mora e Delle Monache.

I cambi danno subito i suoi frutti, col Pescara che trova la rete del raddoppio al 70′ con Merola imbeccato da una giocata fantastica del classe 2005. Il direttore di gara Monaldi però interrompe i festeggiamenti annullando il gol per fuorigioco, tra i fischi dell’Adriatico. L’ex allenatore di Palermo, Bologna e Sampdoria prova il tutto per tutto, togliendo Costa e inserendo un altro attaccante come Iacoponi.

Al 78′ gli ospiti si lamentano per un contatto su Garattoni, ma il VAR non richiama l’arbitro di Macerata lasciando la valutazione del campo. La tecnologia viene interpellata nuovamente qualche giro di orologio dopo, negando il rigore agli ospiti per una posizione di fuorigioco in fase di impostazione. Zeman butta dentro anche Desogus, cambiando tutto il trio offensivo per sfruttare le possibili occasioni in ripartenza. Il Foggia però, come ci ha abituato quest’anno, non molla mai: all’ultimo minuto di gioco sponda di Ogunseye e Rizzo firma il gol del pareggio che vale i supplementari.

PESCARA-FOGGIA: I SUPPLEMENTARI

I primi 5 minuti scorrono lisci ma poi il solito Rafia decide di caricarsi il Pescara sulle spalle con una giocata al limite e cross morbido con l’esterno: Desogus mette giù, finta e piazzato che non lascia scampo a Dalmasso. Col passare dei minuti il Foggia si apre e Delle Monache sfiora il gol su un’altra invenzione di un ispirato Desogus.

Rossi rischia il tutto per tutto inserendo Odjer e Rutjens  al posto di Di Pasquale e Schenetti. Le offensive del Foggia però si fermano tutto contro la retroguardia biancazzurra, con un Brosco autore di una partita stratosferica nella sua metà campo. I rossoneri però non vogliono abbandonare il sogno Serie B e al 10′ minuto del secondo tempo supplementare trovano la zuccata vincente di Markic da calcio d’angolo che vale il 2 a 2. Si va dunque ai calci di rigore, in una vera e propria lotteria fatta di nervi freddezza dal dischetto.

Markic segna il primo con qualche brivido, stesso esito per Mora che spiazza Dalmasso. Il secondo rigore spetta a Garattoni che tira altissimo sopra alla traversa. Il Pescara ha l’occasione per portarsi in vantaggio ma Cancellotti emula l’avversario. Gli errori continuano a fare da padroni con Ogunseye che non trova la porta. Rafia invece non sbaglia e porta il Delfino sul 2 a 1. È la volta di Peralta che sceglie lo stesso angolo del tunisino e spiazza D’Aniello. Dalmasso ipnotizza Aloi e rimette tutto in bilico, mentre Vacca e Vergani non sbagliano. Si va ad oltranza e il primo a calciare è Rutjens con l’estremo difensore biancazzurro che sfiora ma non riesce a parare. L’errore decisivo è dell’uomo che aveva riacceso la partita nel supplementare: Desogus apre troppo il piattone e il Foggia vola alla finale playoff contro il Lecco.

 

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Clamoroso al Manuzzi! Il Lecco elimina il Cesena ai rigori grazie a un super Melgrati ed è in finale

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Cesena-Lecco

La sfida di questa sera, la semifinale di ritorno dei playoff di Serie C CesenaLecco, ha emesso il suo verdetto: sono i blucelesti che, ai rigori, approdano in finale, dove dovranno contendersi la promozione in Serie B contro il Foggia (che ha anch’esso superato il Pescara dopo i calci di rigore).

Una partita emozionante che, dopo un primo tempo equilibrato ma in cui è il Cesena ad avere le occasioni più grandi per segnare, vede passare in vantaggio, al 56′, il Lecco con Buso. Il parziale, grazie ad un super Melgrati che tiene in vita i blucelesti con le sue parate, non cambia nei novanta minuti: visto il risultato della gara di andata, terminata 1-2 per i bianconeri, si va ai tempi supplementari. Niente da fare neanche nei trenta minuti addizionali: si decide tutto ai calci di rigore. Dal dischetto è decisivo l’errore di Mustacchio, ipnotizzato dal migliore in campo Melgrati, e il successivo penalty trasformato da Lepore che fa partire la festa per la squadra lombarda.

LA CRONACA DELLA PARTITA

Il primo squillo è del Cesena, che va vicino al vantaggio con una conclusione di Silvestri, respinta in corner da Melgrati. Dopo lo spavento iniziale, il Lecco comincia a creare buone trame offensive, non riuscendo però ad andare al tiro. È poi Cristian Shpendi ad avere la palla dell’1-0, ma è ancora una volta super Melgrati. Dopo pochi minuti, si accende anche l’altro gemello Shpendi, quello con il numero 11 che fa di nome Stiven, che in progressione palla al piede arriva a tu per tu con l’estremo difensore bluceleste ma allarga troppo la conclusione, con la sfera che termina a fil di palo spegnendosi sul fondo. Il primo tempo termina sullo 0-0: è il Lecco a fare la partita, senza però essere concreto davanti. Il Cesena, invece, si difende in modo ordinato e cerca di rendersi pericoloso quando recupera palla sfruttando la velocità dei “gemelli del golShpendi.

La ripresa inizia con un’occasione colossale per il Cesena. In un’azione offensiva bianconera, dopo un rimpallo la palla arriva sui piedi di Cristian Shpendi: la punta spara però clamorosamente alto da due passi, mentre i tifosi di casa stavano già liberando l’urlo di gioia per la rete dell’1-0. Gol mangiato, gol subito: su una ripartenza, Girelli mette uno splendido filtrante per Buso, che finta il tiro, supera Prestia e incrocia battendo Tozzo, per poi andare ad esultare sotto il settore dedicato agli ospiti. È un gol importantissimo, che rimette in parità la doppia sfida al 56′. Il Cesena risponde con Stiven Shpendi, ma Melgrati si supera ancora sull’attaccante classe 2003 con due autentici miracoli.

I canonici novanta minuti terminano sul risultato di 0-1, si va quindi ai tempi supplementari: le squadre, molto stanche, non riescono a schiodare il risultato dal 2-2 complessivo neanche nei trenta minuti addizionali. Si decide tutto ai calci di rigore: sotto la curva del Cesena parte a battere il Lecco, segnano Celjak, Mercadante, Zuccon, Stiven Shpendi, Bunino, Chiarello, Scapuzzi, poi sbaglia Mustacchio, ipnotizzato da Melgrati. Il Lecco ha il match-point con Lepore: il 32 non sbaglia e regala il passaggio del turno alla squadra lombarda.

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